23° San Giò Verona Video Festival

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Verona, dal 23 al 27 luglio 2017 - VANNO IN BELGIO I PREMI DEL VERONA VIDEO FESTIVAL. Con le premiazioni e la proiezione di due film fuori concorso si è chiusa la 23esima edizione del San Giò Verona Video Festival 2017, rassegna internazionale dedicata a film di produzioni digitali.

Tre le Giurie impegnate nel giudicare gli oltre sessanta film presentati, la Giuria dei Corti composta Giovanna Tamassia (Presidente), Asal Emami, Simone Villanie, Marco Ongaro, ha premiato come Miglior filmTrittico finale” un’opera belga scritta e diretta da Paolo Zagaglia, un “Saggio audiovisivo en poète dove l’attrice-personaggio, magnificamente interpretata da Maria Santos, protesta contro l’autore, contro l’inganno del cinema e l’aggressione dello sguardo della cinepresa che la spossessa della sua soggettività, solo per scoprire alla fine che l’ossessione per il cinema che muove il regista - in una originale rideclinazione delle riflessioni di Godard, Cocteau, Bazin sul cinema come “morte al lavoro” - è anche la sua”.
Il premio per la Miglior regia va negli Stati Uniti grazie a Liz Ran Yang e al suo “Rinse and Repeat”. La migliore interpretazione è andata all’attrice iraniana Nasim Adabi protagonista di “Golden Time” di Atefeh Rahmani. Miglior montaggio all’argentino Daniel Truchi per “Frontera invisible” di Nico Muzi, Nicolàs Richat. Mentre la Migliore fotografia al russo Alexei Dmitriev per “The Sadness Will Not Last Forever”. La Migliore musica al film “Azimut” dell’italiana Emiliana Santoro. Miglior film di animazione è stato giudicato lo spagnolo “Darrel” di Marc Briones e Alan Carabantes. Una Menzione speciale è andata a “Ces deux-là” (Quei due) di Michele Morando.

Il premio per la Miglior regia va negli Stati Uniti grazie a Liz Ran Yang e al suo “Rinse and Repeat”

La sezione lungometraggi ha visto la vittoria come Miglior film di “Viaggio al Belgio” di Mattia Napoli e Nicola Di Girolamo, un film su quello che resta della realtà migratoria dei minatori italiani in Belgio. Miglior regia è stata giudicata quella di Eric Gobetti e Simone Malavolti per “Sarajevo Rewind”, un viaggio a ritroso nel tempo per riscoprire i personaggi dell’attentato a Sarajevo che nel 1914 ha dato il via alla Grande Guerra. Miglior sceneggiaturaDelta Park” di Mario Brenta e Karine de Willers, un film che mostra la non vita degli immigrati nel delta padano. La Miglior fotografia è andata al film “Unwanted Heritage” della croata Irena Skoric.
Il Premio “Soavità della vita” a “The Conteiner”, un film che viene dal Bangladesh scritto e diretto da Abu Shahed Emon. Il Premio Fevoss dedicato alla solidarietà è andato alla libanese Fatma Racha Shehadeh per il suo “Nagham Hayati”.
Il Premio dedicato a Dino Coltro per la valorizzazione delle tradizioni è andato alla russa Elena Gladkova per il suo “La fiaba della neve”. Il film indiano “Loktak Lairembee” di Haobam Paban Kumar ha vinto il Premio “Abbas Kiarostami, l’undicesima stella” mentre il Premio Mario Dall’Argine per la diffusione della settima arte è andato a Abbas Gharib.

Miglior film di animazione è stato giudicato lo spagnolo “Darrel” di Marc Briones e Alan Carabantes

Al temine della premiazioni si sono visti i documentari “Le figlie sono come le madri” di Lisa Castagna e il commuovente e emozionante “Corps à corps” di Mario Brenta che indaga sull’arte del grande Pippo Delbono, l’ultimo istrione del teatro italiano.

E ora già si pensa alla 24esima edizione, dal 23 al 27 luglio 2018.


Il Cineclub Verona, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Verona Assessorato allo Sport e Tempo Libero, presenta: 23° San Giò Verona Video Festival, manifestazione internazionale di immagini in movimento. Sala del CTG a Santa Maria in Chiavica, Via Santa Maria in Chiavica 7, Verona - Centro Storico. Proiezioni dalle ore 16.30 e dalle 21. Ingresso gratuito.

Ricordando Igino Maggiotto (1941-2017)

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Compie 23 anni, proprio nell’anno in cui il Cineclub Verona, che promuove il Festival, festeggia i suoi primi 80 anni. Era nato, come Cineguf, nel 1935 e tra i suoi fondatori c’era Luciano dal Cero, eroe della Resistenza, di cui quest’anno ricorrono il centenario della nascita (1915) e i settant’anni dalla morte (fu assassinato il 29 aprile 1945). Luciano nella sua breve vita sognò di produrre film per bambini, oltre a mostrare nella sala del nostro Cineclub i vietatissimi flm francesi, sapeva che le immagini in movimento erano veramente, come lo sono oggi, l’arma più forte. Un’arma che tutti devono conoscere e non solo subire.
Da una quarantina d’anni sono partecipe di quell’idea, dal 1979 come Presidente e poi come Direttore Artistico e factotum, sempre. Molti Cineclub nel frattempo sono morti, molti Festival hanno avuto lo stesso destino. Il San Giò Verona Video Festival ogni anno come l’araba fenice risorge dalle sue ceneri e per cinque giorni, dal 23 al 27 di luglio, sempre le stesse date, mostrerà tutto lo splendore delle Storie che va a raccontare. Storie del nostro mondo, non del nostro cortile. Storie, immagini in movimento, capaci di dare emozioni, di far brillare la mente. Storie forse non “divertenti”, perché “divertire” vuol dire allontanare, distogliere qualcuno da qualcosa, mentre i flm di questo Festival, come quelli di tutti i Festival, da Cannes in giù, non vogliono allontanare il pubblico dalla realtà, dal nostro mondo, vogliono raccontarlo, renderlo presente. Ne “Il dottor Živago”, Pasternak scrive il suo disappunto contro la diffusione della parola “divertente”, propria di un mondo inutile alla Storia e al Futuro di un Paese. Questo non vuol dire che non ci siano commedie al Festival, anzi, ma sono prima di tutto frutti di un pensiero attento al mondo, non estraneo ad esso. Una delle diffcoltà è dare spazio a tutti quelli che hanno mandato i loro lavori, a centinaia sono restati fuori, da ogni parte del mondo. In programma ci sono visioni da cinque Continenti per leggere il nostro tempo. Ogni film, corto o lungo, ha una sua traccia profonda, è opera di donne e uomini che raccontano storie come novelli Omeri, e compito del Festival è dare loro spazio, renderli visibili.
Pochi mesi fa a Cannes erano 2420 i cortometraggi presentati e un po’ di più erano prima a Clermont Ferrand, e altri in cento altri Festival dove abbiamo cercato di capire l’aria che tira su questo Pianeta, per riproporla qui e farla respirare.

UGO BRUSAPORCO
Direttore del San Giò Verona Video Festival

Registi in prima fila al Verona Video Festival

Comincia domenica 23 luglio la 23esima edizione del San Giò Verona Video Festival, manifestazione che negli anni ha sempre conservato le stesse date, dal 23 al 27 luglio, nate in base a un calendario internazionale che, per quanto possibile, evita le sovrapposizioni tra gli eventi del settore. E il Verona Video Festival è una manifestazione inserita nel panorama internazionale, lo sottolineano, tra l’altro, oltre alle tante nazioni in concorso, l’arrivo di una star come l’attrice iraniana Nasim Adabi, giunta per presiedere la Giuria del Festival, e oggi della giovane regista russa Elena Gladkova, recentemente premiata al Festival di New York. Elena Gladkova presenterà domenica sera in prima mondiale il suo nuovo film: “Snow Fairy Tale”.

La giornata del Festival, che si svolge a Santa Maria in Chiavica, nell’omonima via a pochi passi da Piazza dei Signori, si aprirà alle 16.30 con un film sulla Grande Guerra, "Sarajevo Rewind" di Eric Gobetti alla presenza dello stesso regista. Si tratta di un film che analizza la storia di cent'anni fa con la coscienza delle influenze che ancora oggi ha, non solo nella complessità della ex Jugoslavia, ma del destino proprio della nostra Europa. Il regista al termine parlerà con il pubblico.
Seguirà subito un film “Who Am I?” che il giovane Alfred Ejlli ha girato a Verona sul tema dei migranti che vivono a Veronetta, uno dei temi più importanti e complessi del dibattito politico della città scaligera oggi. L'autore nel film intervista gli abitanti del quartiere e invita a pensare. Anche Alfred Ejlli al termine sarà a disposizione del pubblico. La sera, alle ore 21 il programma sarà aperto da premiatissimo disegno animato “Die Brücke über den Fluss” della svizzera Jadwiga Kowalska, a cui seguirà il dolce “The Sleeping Beauty”, scritto e diritto Fabio D’Andrea, che racconta il sogno di una giovane ballerina. Il veronese Paolo Scolari presenterà il suo nuovo film “Polipolì” che ironizza sulla politica della città, il film precede il piatto forte della serata: “Delta Park” del padovano Mario Brenta. Premiatissimo veterano del cinema italiano, Brenta, insieme a Karine de Villers racconta di un albergo in rovina nel nostro Veneto che rinasce con i profughi e i soldi messi a disposizione per accoglierli. Un divertente cartone animato spagnolo “Darrel” condurrà al film di chiusura, l’emozionante “Kurdistan. Frammenti di vita al fronte” di Ariel Salati, Davide Vignati, Franco Galdini, prodotto dalla televisione svizzera. L’ingresso alle proiezioni è gratuito.


Sogni, viaggi e musica al Verona Video Festival

“Justs Words” scritto e diretto da Ilia Antonenko24 luglio, un lunedì all’insegna delle immagini in movimento, ma anche elle parole scritte, al San Giò Verona Video Festival che, correndo lungo il filo rosso della grande Storia e delle umane emozioni, offre un’altra giornata di cinema a Santa Maria in Chiavica, nel centro più storico di Verona, a pochi passi dalle Arche Scaligere e dalla supposta casa di Romeo. Qui alle 16.30 sarà presentato in anteprima italiana “Balkan Dreams: Ein Leben Im 9/16 Takt”. Scritto e diretto da Gianluca Vallero che va a cercare cosa è significato per l’Europa la Guerra nella ex Jugoslavia e come oggi la continuiamo a pagare.
Subito a seguire “Viaggio al Belgio-A trip to BE" diretto e filmato da Mattia Napoli, Nicola Di Girolamo. Un film sulla comunità italiana in Belgio, sui ricordi di una generazione di minatori, segnata anche dai disastri, e su quelli che restano ancora oggi con le miniere chiuse.
Alla sera un altro film, “Ritorno a casa” documentario di Elena Peloso e Dario Dalla Mura, ricostruisce il ruolo del campo di Pescantina nel ritorno a casa di centinaia di migliaia di ex deportati, che nel paese e nella cittadinanza trovarono solidarietà, aiuto e accoglienza.
Legame tra il pomeriggio e la sera è alle ore 18.45 la presentazione del libro “Quello di cui non vogliamo parlare” di Gian-Luca Baldi alla presenza dell’autore, un libro particolare in cui l’autore ricorda il padre, il grande regista Gian Vittorio Baldi.
La sera alle 21 si aprirà con il video artista Flavio Siolè e il suo “L’Uomo Nero”. A cui seguirà il provocante “Het Verdriet Zal Niet Eeuwig Duren” del russo Alexei Dmitriev che ci tuffa in un sogno tra Leonardo e Michelangelo.
Dal Bangladesh arriva un film che parla dei diseredati che invadono il mondo, mentre l’americana da Dawn Westlake in “Scrappy” mette a confronto una bambina con un adulto.
In “The Blue Jet” si ricordano i tempi in cui a Taiwan la musica rock veniva bandita dalla polizia e l’essere hippy voleva dire galera. Al Polo Nord ci porta ironicamente il finlandese Samuli Alapuranen, mentre l’australiana Genevieve Clay-Smith mostra come un amico sudanese sia compagno di danza sinceramente amico di una donna con la sindrome Dawn.
La serata si chiude con un poliziesco russo “Justs Words” scritto e diretto da Ilia Antonenko.

“Viaggio al Belgio-A trip to BE

Cinema senza pausa al San Giò Verona Video Festival e ingresso gratuito.

INFORMAZIONI

San Giò Festival

Via Sottoriva 9, 37121 Verona
Mob. 348 2296619 - 347 8272632
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web www.sangiofestival.it

Numeri utili durante il Festival:

  • Ugo +39 348 2296619
  • Michael +39 347 8272632