UNA BELLA GIORNATA DI MERDA

Cultura e Spettacolo
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Sabato 21 ottobre 2017, Museo Della Merda, Castelbosco (Piacenza), dalle ore 15:00 alle 17:00 - Visite guidate per vedere le due grandi opere di Gianfranco Baruchello e Claudio Parmiggiani appena installate nel Museo, il nuovo allestimento della sala dedicata allo Scarabeo Stercorario, lo Shit Shop e scoprire le gioie del Merdame®


Sabato 21 ottobre 2017, dalle 18:00 alle 19:00

CHARLEMAGNE PALESTINE IN CONCERTO: CHARLEMAGNE CHARLEMERDE CHARLESHIT CHARLEMAGICO

Biglietti 20 € + 2,50 € di prevendita
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Museo della MerdaIl principio di trasformazione che è al cuore del Museo della Merda genera costantemente progetti, prodotti e attività. Così, il 21 ottobre, la sua vita si accrescerà di un concerto-cerimonia di Charlemagne Palestine, dell’allestimento di due nuove importanti opere nel Museo, della nuova sala dedicata allo Scarabeo Stercorario, della presentazione del Merdame®, e dell’apertura di un negozio, lo Shit Shop, che rende finalmente disponibili a tutte e tutti i prodotti primordiali del Museo: vasi in testa.

Sabato 21 ottobre 2017, dalle 18:00 alle 19:00  CHARLEMAGNE PALESTINE IN CONCERTO: CHARLEMAGNE CHARLEMERDE CHARLESHIT CHARLEMAGICO

Charlemagne Palestine (auto-ribattezzatosi Charlemerde per l’occasione), spirito dell’arte più libera, giocosa e di profondità, di fronte alla merda, attraverso la merda e con la merda (nella splendida cornice di merda del Museo) connetterà gli ascoltatori alle energie primigenie che ci tengono in armonia con l’universo, attraverso la sua musica.
Quel giorno, per la prima volta, si potranno visitare anche le rinnovate sale del Museo, con l’allestimento di due importanti opere di due artisti il cui lavoro del Museo riecheggia spirito e corpo: Baruchello e Parmiggiani, insieme alla sala dedicata allo Scarabeo Stercorario, che del Museo è simbolo.

Contemporaneamente, enfatizzando la natura innovativa del Museo, che unisce in maniera non gerarchica agricoltura, arte, commercio, cultura, museografia, produzione, ricerca e tecnologia, aprirà le sue porte lo Shit Shop.
Qui si potranno acquistare gli ormai celebri oggetti di Merdacotta®: vasi per piante e fiori recisi, piatti, ciotole e brocche, mattoni e mattonelle, prodotti con una miscela variabile, ma preponderante di merda secca, insieme a paglia, scarti aziendali e argilla - a seconda dell’oggetto. La merda secca - elemento principale della Merdacotta® - è il risultato di un processo che libera le deiezioni delle mucche di Castelbosco dall’urea e dal metano, che produce energia e riscaldamento per il Museo, rendendole inodore. È uno scarto che viene riutilizzato e trasformato nell’unione con argilla toscana di elevatissima qualità.

Per chi non dovesse ancora essere consapevole della sua esistenza, il 21 ottobre sarà anche l’occasione per conoscere il Merdame®: il fertilizzante prodotto dal Museo, disponibile, oltre che nello Shit Shop, nei migliori vivai e negozi di verde. Meraviglia della natura: una novità assoluta, di origine rinnovabile, prodotto secondo i principi dell’economia circolare, ideale per il benessere delle piante, chiave nella lotta al cambiamento climatico. Prodotto in Italia esclusivamente da letame di bovini da latte, senza consumo di energia elettrica. Inodore e igienico: la temperatura di produzione elimina gli agenti patogeni, rendendolo senza odore e privo di infestanti. Ideale per l’orto e il giardino: i granuli cedono gli elementi fertilizzanti gradualmente. Rende il terreno più soffice, più ossigenato, più permeabile all’aria e all’acqua.

Charlemagne Palestine

Compositore, artista visivo e performer, Charlemagne Palestine è una delle icone della musica contemporanea. Associato all’avanguardia sviluppata a New York negli anni Settanta, viene spesso descritto come uno dei maestri del minimalismo insieme a La Monte Young, Terry Riley e Philip Glass.
“Non voglio appartenere a nessun club che voglia accettarmi come suo membro”, risponde ai vari tentatavi di classificazione, citando Groucho Marx. È durante gli anni universitari che sviluppa l’originale tecnica pianistica dello Strumming, caratterizzata dall’alternarsi di singole note, accordi e tonalità, senza mai ripetersi. Questa pratica porta l’artista e il pubblico spettatore a entrare in uno stato di trance performativa dovuto all’intensità fisica e sonora delle sue esibizioni. Parte integrante e costante delle sue performance è senz’altro l’aspetto installativo; principalmente animato da animali di pezza, solitamente intesi come oggetti transitori e dotati di uno status spirituale tale da impersonare la famiglia, l’infanzia e le origini di ciascuno. In occasione dell’evento site specific al Museo della Merda, Charlemagne esplorerà l’aspetto culturale e avveniristico dello sterco come inteso e proposto dal Museo; reinterpretandone la valenza ritualistica in chiave musicale e rendendolo parte integrante della esibizione installativa su pianoforte.

Charlemagne Palestine

Le opere di Gianfranco Baruchello e Claudio Parmiggiani

Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924) è uno sperimentatore ad ampio raggio, promotore di progetti artistici, espositivi, editoriali; uno degli artisti più in sintonia con la filosofia del Museo della Merda e della visione del suo iniziatore: Gianantonio Locatelli. Nel 1973 Baruchello fonda Agricola Cornelia S.p.A., una società regolarmente costituita, ubicata in Via di Santa Cornelia, nella campagna vicino Roma, con lo scopo sociale di “coltivare la terra”. Una “activity” di lunga durata - rivisitando miti e tradizioni dell’agricoltura - finalizzata all’indagine del valore d’uso e del valore di scambio dell’opera d’arte se confrontata con il prodotto agricolo. Come si legge nel volume Agricola Cornelia S.p.A. 1973-81, del 1981, “un pittore europeo di mezza età si reca con famiglia a vivere in località di campagna non lontana dalla capitale con l’idea di rivisitare certi miti, produrre beni alimentari primari, allevare animali, praticare la TERRA e beninteso continuare il suo lavoro di artista in modo che ciascuna di queste esperienze sia simultanea, intercambiabile, sconfinante nell’altra”. È in questo periodo che produce lavori eterogenei e sperimentali legati a questi temi. Il grano, 1975, l’opera ora esposta al Museo della Merda, fa parte di un gruppo di film che nascono dall’osservazione del lavoro agricolo e della natura. Il grano è caratterizzato dalla fissità della telecamera e dalla riduzione totale della narrazione. Per un mese, da maggio a giugno 1975, Baruchello documenta ogni giorno per un minuto le fasi della crescita, trasformazione e maturazione del grano, osservando le condizioni metereologiche e le loro conseguenze sul raccolto. Il film focalizza così i cicli vitali della natura, il loro tempo e la loro durata; registrando anche ciò che sembra sempre identico o irrilevante, ma che in realtà muta e si trasforma perennemente seguendo i lenti cicli naturali.

Gianfranco Baruchello

L’opera Alfabeto, 1973, di Claudio Parmiggiani (Luzzara, Reggio Emilia, 1943) è composta da 22 fotografie (realizzate da Luigi Ghirri in collaborazione con Tiziano Ortolani) che riescono a rievocare l’idea di un “museo nel museo”, sintesi di natura, cultura, scienza, magia, alchimia, trasformazione, alla base del progetto del Museo della Merda. Come scrive Daniela Palazzoli, riportando le parole dell’artista, “21 tavole più 1, ‘il matto’, come nel gioco dei tarocchi, una sorta di cosmologia grottesca e di rimandi mnemonici, una storia naturale che invece è diventata innaturale e soprattutto stravolta.
21 immagini tratte dalla collezione di storia naturale di Lazzaro Spallanzani [...] alla fine, una tavola bianca con una scritta evanescente - alfabeto -, la definizione del lavoro. Alfabeto inteso come risultato delle parole – delle intenzioni collettive - delle ideologie politiche - un museo traslocato o delocato in un altro museo” (in C. Parmiggiani, Alfabeto, 1974).
È ancora l’artista a suggerire delle “istruzioni per l’uso” su questo lavoro, citando una frase di Nietzsche: “‘La cosa più facile è anche la più difficile; vedere coi propri occhi quello che sta sotto il proprio naso’. Mi sono appropriato di questa dichiarazione, perché convinto che questa frase definisca in modo elementare ma esemplare l’antico ed essenziale rapporto tra immagine e osservatore. Così l’unico rimando è all’occhio e alla memoria, occhio e memoria per vedersi chiari già oltre se stessi. [...] Quindi le immagini: ALFABETO per gli occhi. (in C. Parmiggiani, Alfabeto, 1975).
L’installazione dell’opera Il grano per gentile concessione dell’artista, della Fondazione Baruchello, Roma, e di Massimo De Carlo Milano/Londra/Hong Kong.

Claudio Parmiggiani

La sala dello scarabeo stercorario

Realizzata in collaborazione con gli egittologi Patrizia Piacentini e Christian Orsenigo del Dipartimento di Studi letterari, filologici e linguistici dell’Università degli Studi di Milano e con Claudia Palestrini del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università degli Studi di Torino, la sala dedicata allo Scarabeo Stercorario contiene oggetti dell’antico Egitto raffiguranti lo scarabeo, scarabei d’ogni epoca esposti in teche, un diorama e una biblioteca di immagini dello scarabeo nella cultura egizia e scientifica, caricate su tablet e liberamente accessibili ai visitatori.
Nell’Antico Egitto lo Scarabaeus sacer fu assimilato a Khepri “dio del sole nascente”; lo scarabeo era connesso alla rinascita e all’immortalità del Sole. La sfera di sterco trasportata dallo scarabeo stercorario fu associata al disco solare, simbolo di luce ed energia, elementi fondanti per la filosofia del Museo della Merda.

Il Museo Della Merda a Castelbosco

Nato in Lombardia nel 2015 su iniziativa dell’imprenditore agricolo Gianantonio Locatelli e di un gruppo di sodali: Luca Cipelletti, che ne cura progetti e prodotti, Gaspare Luigi Marcone e Massimo Valsecchi, il Museo è un progetto ecologico, produttivo e culturale avveniristico.
Nell’azienda di Locatelli ogni giorno 3.500 bovini producono circa 500 quintali di latte e 1.500 di sterco. Una quantità di deiezioni la cui gestione Locatelli trasformato in un progetto ecologico, produttivo e culturale avveniristico.
La prima fase del progetto si è compiuta nell’aprile 2015 con l’inaugurazione delle sale del Museo, nel castello medievale di Castelbosco, sede dell’azienda. Qui sono raccolte esperienze estetiche e scientifiche che della merda fanno materia utile e viva. Dallo scarabeo stercorario, simbolo del Museo, all’utilizzo dello sterco nell’architettura, passando per opere storico-letterarie, fino alle ricerche scientifiche e alle opere d’arte che toccano l’uso di scarti e rifiuti. Un gabinetto di curiosità che trova il suo principio guida nella scienza e nell’arte della trasformazione.
Il Museo della Merda è stato però immaginato sin da principio come produttore, non soltanto di idee e mostre, ma di oggetti e progetti. Emblematica in questo senso l’invenzione della Merdacotta®, materiale che sintetizza i principi di sostenibilità e trasmutazione alla base degli obiettivi del Museo.
Materiale in cui sono stati plasmati tutti i primi prodotti a marchio Museo della Merda. Forme semplici, pulite, rurali, il cui disegno dichiara che la loro sostanza non è nella forma, ma nella materia di cui sono fatti.
I “prodotti primordiali” del Museo sono stati presentati per la prima volta durante il Salone del Mobile 2016, in una mostra che è valsa a Cipelletti e Locatelli il primo premio del Milano Design Award. Con la seguente motivazione: “per il racconto di un processo di grande complessità e innovazione, capace di destabilizzare la percezione comune. Il percorso didattico scardina tutti gli stereotipi didascalici per proporre un’esperienza sensorialmente rilevante, che promuove una nuova visione della cultura del progetto”.

Allevamento a Castelbosco

INFORMAZIONI

Museo della Merda

Frazione Campremoldo Sopra. Loc. Castelbosco
29010 Gragnano Trebbiense (PC)
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web www.museodellamerda.org

Visita su appuntamento
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Gianantonio Locatelli, fondatore
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Luca Cipelletti, direttore creativo
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