Cinema guarda il mondo

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"Nagima" (Kazakhistan, 2013, 80’) di Zhanna Issabayeva. Con Aidar Mukhametzhanov, Dina Tukubayeva, Galina PyanovaVerona, 4 marzo 2015, ore 21: Nagima

"Nagima" è un film prodotto, diretto e interpretato da donne per raccontare la vita di una giovane donna oggi. Un film immenso, doloroso e vero, di una grande regista, con una straordinaria attrice, Dina Tukubayeva, per dire del dramma di essere donne oggi, in questo nostro mondo. Un film che l'Italia “machista” non ama.

Il film di Zhanna Issabayeva, kazaka, che lo ha anche prodotto, è stato presentato in prima mondiale nel 2013 al Festival di Busan in Corea del Sud, il più importante in Asia; è stato poi premiato a Deauville, a Mosca, a Berlino. In Italia è stato presentato per la prima volta a Verona, al San Giò Verona Video Festival 2014, dove la splendida Dina Tukubayeva ha ricevuto il premio per la miglior interpretazione.

La proiezione al Carro Armato, mercoledì 4 marzo alle ore 21 è un omaggio a tutte le donne.


Cineclub Verona e Osteria Al Carro Armato presentano dall’8 ottobre 2014 al 4 marzo 2015: "CINEMA DA TUTTO IL MONDO CHE GUARDA IL MONDO". Anno terzo. Diciotto mercoledì con film da vedere insieme, nel cuore di Verona.

Ci siamo, solo per chi ama il CINEMA e il vederlo insieme. Solo per chi cerca anche l'emozione che il film si interrompa sul più bello. Solo per chi sa che c'é un Cineclub che a 80 anni vive della gioia di dare cultura senza chiedere nulla in cambio. Solo per chi accetta di mettersi a discutere di tutto quello che il Cinema sa dare

Proiezioni all’Osteria Al Carro Armato, Vicolo Gatto 2, ore 21, (vicino a Piazzetta Chiavica, tra le Arche Scaligere e Via Sottoriva).

Ingresso libero, discussione obbligatoria. Info: 0532 762580. Un programma curato da Ugo Brusaporco per Annalisa. I film provengono tutti dalla CineVideoTeca del Cineclub Verona.


Il cielo sopra Berlino (Der Himmel über Berlin - Germania, 1987, 128') Verona, 18 febbraio 2015

"Il cielo sopra Berlino" (Der Himmel über Berlin - Germania, 1987, 128') regia Wim Wenders.

Rendiamo omaggio a Wim Wenders all'Osteria al Carro Armato vicino al CTG, in Vicolo Gatto 3, proprio a pochi passi. Presenteremo "Il cielo sopra Berlino" (Der Himmel über Berlin) di Wim Wenders. Si comincia alle 21. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

"Il cielo sopra Berlino" è un film del 1987 diretto da Wim Wenders. Le poesie di Rainer Maria Rilke hanno parzialmente ispirato il film: Wenders ha dichiarato che gli angeli vivono nelle poesie di Rilke. Il regista ha chiesto la collaborazione di Peter Handke per scrivere molti dei dialoghi, e nel film ricorre spesso la poesia Lied vom Kindsein.
Presentato in concorso al 40º Festival di Cannes, ha vinto il premio per la migliore regia.

Restrepo. Regia Tim Hetherington e Sebastian Junger (documentario, Stati Uniti, 2010, 93 min)Verona, 4 febbraio 2015

"Restrepo" (documentario, Stati Uniti, 2010, 93') regia Tim Hetherington e Sebastian Junger.

Grande appuntamento mercoledì 4 febbraio al Carro Armato in Vicolo Gatto, pieno centro di Verona antica, dove il Cineclub Verona insieme all'Osteria Al Carro Armato presentano, nell'ambito della manifestazione "Cinema da tutto il Mondo, che guarda il Mondo", giunta al terzo anno, il film "Restrepo" di Tim Hetherington e Sebastian Junger.

Il primo, Tim Hetherington, pluripremiato fotografo e co-regista del documentario National Geographic Channel sulla guerra in Afghanistan e candidato agli ultimi Oscar, è morto recentemente nell'assedio di Misurata in Libia.
"Restrepo". è la scioccante cronaca che segue passo passo la vita di un plotone di soldati statunitensi dispiegato nella Valle di Korengal, in Afghanistan. Il film é un documentario di grande potenza anche a livello linguistico, nel seguire la vita e le azioni di un gruppo di militari, gli autori scoprono la fatica del mentire di chi scambia questa guerra per qualcosa di lontano.

L'appuntamento é alle ore 21, l'ingresso é libero

“El rumor de la arena”, documentario di Jesús Prieto, Daniel Iriarte, Diego Valbuena e Enrique Andrés (Spagna, 2009, 82’)Verona, 28 gennaio 2015

“El rumor de la arena” (documentario, Spagna, 2009, 82’) di Jesús Prieto, Daniel Iriarte, Diego Valbuena e Enrique Andrés.

Tindouf, campo dei rifugiati provenienti da Awserd, Sahara Occidentatale, sotto il controllo marocchino. Il popolo Saharawi vive qui in esilio siamo deserto algerino dell'Hammada di Tindouf dal 1975, da quando il Marocco ha attaccato il loro territorio nel Sahara "spagnolo".

Da allora tra lotte di liberazione, tregue e perfino incontri di pace, poco si è risolto, il Governo Marocchino non retrocede dalle posizioni conquistate e la guerra continua. L'Algeria ha così concesso un pezzo di territorio desertico ai profughi che hanno dato inizio alla straordinaria esperienza sociale, politica e civile degli accampamenti Saharawi. Fatma non vede suo fratello da trent’anni, furono separati dall’invasione marocchina del Sahara.

Due giovani autori spagnoli, lo studente di cinematografia Jesús Prieto e il fotografo Daniel Iriarte, insieme al giornalista Enrique Andrés e al musicista Diego Valbuena decidono di raccontare la sua storia e quella del suo popolo in un film “El rumor de la arena” che in prima nazionale sarà visto mercoledì sera, 28 gennaio, al Carro Armato, nell’ambito della manifestazione “Cinema guarda il mondo”.

Per due anni gli autori si sono impegnati nel pericoloso progetto ostacolato dalle autorità marocchine. Il film è costato tremila euro grazie al digitale e all’impegno personale della piccola troupe. I critici hanno scritto che si tratta di un materiale simile a un terremoti di grande intensità, un film che riesce a raccontare la Storia del Sahara Occidentale come mai prima è stato fatto. “Una situazione, hanno scritto in molti, che costringe un popolo a vivere in un inferno dantesco”.

L’appuntamento è alle ore 21, in Vicolo Gatto, stretta via del centro storico di Verona antica, al Carro Armato, ingresso libero.

Sinestesia (Svizzera, 2010) di Erik Bernasconi. Con Alessio Boni, Giorgia Wurth, Melanie Winiger, Leonardo Nigro, Teco CelioVerona, 21 gennaio 2015

“Sinestesia” (Svizzera, 2010) regia Erik Bernasconi. Con Alessio Boni, Giorgia Wurth, Melanie Winiger, Leonardo Nigro, Teco Celio.

“Ho cercato di mettere sul mercato italiano questo film, lo ritenevo importante per il tema che tratta, per la presenza nel ruolo di protagonista di un attore come Alessio Boni, per il fatto che non ha bisogno di doppiaggio, è un film ticinese e quindi è parlato in italiano”. Non ha pace Villi Hermann il produttore di “Sinestesia” che sarà presentato in un anteprima proprio mercoledì 21 gennaio al Carro Armato, in Vicolo Gatto, Verona centro antico.

Un film che aspetta dal 2011 di essere visto ma che né distributori cinematografici né Rai o Mediaset o Feltrinelli o altri hanno preso in considerazione. Perché? Perché parla della vita, del destino, dell'handicap, dell'amore. Diretto dal giovane Erik Bernasconi, il film racconta la storia di quattro persone in due momenti della loro vita, il personaggio centrale è Alan (Alessio Boni), attorno a lui sua moglie Françoise (Giorgia Wurth), la sua giovane amante Michela (Melanie Winiger), e Igor (Leonardo Nigro), il suo migliore amico. La loro vita cambia quando in seguito a un incidente Alan resta handicappato.

Il titolo, spiega il regista: “La sinestesia è una figura retorica, ma è soprattutto un fenomeno psichico che consiste nell’avere una doppia reazione a uno stimolo in cui sono coinvolti più sensi contemporaneamente. Ci sono persone che vedono la musica a colori o per le quali i sapori hanno una forma. Non si tratta di una malattia, ma un modo diverso di vedere il mondo. Era un modo per dimostrare come nella vita possano esserci reazioni diverse ad uno stesso evento, a uno stesso stimolo”.

Troppo intellettuale per i distributori commerciali, troppo commerciale per i distributori intellettuali. È forse tutta nella “doppia” natura del suo primo film, secondo il giovane regista svizzero Erik Bernasconi, la motivazione della mancata distribuzione italiana di Sinestesia, pellicola uscita in Svizzera nel 2010, che vede protagonista un Alessio Boni che finisce sulla sedia a rotelle a causa di un incidente, insieme ad un giovane cast. La piccola produzione Imago Film di Lugano da un anno cerca di prendere contatti con il mercato nostrano, per ora però senza successo. (Avvenire 10 agosto 2011)

Presentato nell’ambito della rassegna “Cinema guarda il mondo” organizzata dal Cineclub Verona, il film è a ingresso libero, la discussione obbligatoria. L’appuntamento è alle ore 21. Un motivo per non mancarlo? Emoziona!

Monty Python's The Meaning of Life" (Il senso della vita) diretto da Terry Jones e Terry Gilliam nel 1983Verona, 17 dicembre 2014

"Monty Python's The Meaning of Life" (UK, 1983, 98') regia Terry Jones e Terry Gilliam.

Appuntamento con l'ironia sagace e la comicità dei Monty Pithon al Carro Armato mercoledì sera, in Vicolo Gatto, tra Santa Maria in Chiavica e Sottoriva, dove per la manifestazione "Cinema da tutto il mondo" si vedrà lo straordinario "Monty Python's The Meaning of Life" (Il senso della vita) diretto da Terry Jones e Terry Gilliam nel 1983.

Un film subito diventato cult e le cui scene sono spesso fonte di lite tra chi amandone una più dell'altra decide di imporre agli amici la sua idea. Basti ricorda la Morte che arriva a un banchetto di commensali intenti a mangiar funghi avvelenati, o il commensale che chiede un secchio al cameriere per vomitare, o l'ostetrico che spiega a una madre desiderosa di sapere il sesso del figlio che è troppo presto per affidare a un bimbo una identità precisa, e solo questa è una parte di un film che abbaglia per le invenzioni e per la capacità di far satira su società e religione, sulla quotidianità borghese, sul nostro inutile credere di conoscere il senso del nostro vivere. Un film che celebra l'assurdo e insieme, senza compiacimento irride le nostre più banali convinzioni.

Il film si aggiudicò il Gran Premio della giuria al festival di Cannes nel 1983. Un quotidiano scrisse: "una rilettura storica delle vicende dell’umanità che raggiunge livelli di insopportabile comicità". Di sicuro si tratta di un film indimenticabile che ognuno deve scoprire.

Si comincia alle ore 21, ingresso libero.

"Valdagno, Arizona", regia Collettivo Pyoor, documentario, UK / ITA / USA, 2011-2012Verona, 3 dicembre 2014

"Valdagno, Arizona" (UK/ITA/USA, 2011-2012, 75') regia Collettivo Pyoor.

Firmato dal Collettivo Pyoor, è centrato su Leupp, una cittadina nel deserto dell'Arizona, la prima autentica “città indiana” costruita nella riserva dei Navajo. Una città utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale come campo di detenzione per gli americani di origine giapponese. Si tratta di un documentario con inserti di animazione che nasce dal sogno di Umberto Marzotto, un cantautore veneto che ben sa di avere un cognome ingombrante. Nel 1987 aveva partecipato al Festival di Sanremo con il brano "Conta chi canta", anche in quell'occasione Pippo Baudo non aveva esitato a rimarcare il peso del suo cognome. Il sogno suo era di un luogo dove la gente canta "Madre Terra il mio cuore piange per te... il danno è stato fatto", un sogno sui Nativi Americani. Un sogno che lo porta a raggiungere l'Arizona dove rimane parecchi mesi, coinvolgendo artisti internazionali e gente del posto in un progetto che ha dato vita al Collettivo Pyoor, a questo documentario e al disco “Native American”. Un documentario in cui Marzotto si mette a nudo, cosciente di non essere solo un nome, ma di ricevere da quel nome un potere che è unico. Il suo è un viaggio che ricorda i miti degli anni '70 non ancora cancellati da un tempo, che seguirà, in cui proprio le identità delle persone si cancellano.

L'appuntamento è alle 21 al Carro Armato, ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

Mercoledì 12 novembre 2014, ore 21. "Todo Modo", regia di Elio Petri (Italia, 1976, 130'). Verona, 12 novembre 2014

"Todo Modo" (Italia, 1976, 130') regia di Elio Petri.

Spettacolo sarcastico, pamphlet di fantapolitica, film surrealista ben connotato rispetto a una realtà chiaramente identificabile, quadro espressionista abilmente coadiuvato dalle inquietanti scenografie di Dante Ferretti, satira grottesca che trova espressione nell'interpretazione di Gian Maria Volonté, Todo modo è un film-summa in cui il cineasta esprime il proprio odio e il proprio disgusto nei confronti di una classe dirigente che ha portato l'Italia sull'orlo del baratro e della quale immagina in modo premonitore l'imminente scomparsa.

Un film metaforico che mette in scena l'autodistruzione della Democrazia Cristiana in una sorta di cerimonia estrema in cui i colpevoli si riuniscono per celebrare il proprio potere e il proprio annientamento. Rinchiusi nell'universo claustrofobico di un albergo sotterraneo dove tutto spinge all'autoflagellazione, gli uomini di potere ritornano creature miserabili chiamate a espiare i loro peccati verso una religione di cui hanno tradito gli insegnamenti. All'epoca della sua uscita il film suscitò violente polemiche. Lo stesso Leonardo Sciascia mise da parte le proprie riserve e si schierò apertamente in difesa di Petri: "Todo modo è un film pasoliniano, nel senso che il processo che Pasolini voleva e non poté intentare alla classe dirigente democristiana oggi è Petri a farlo. Ed è un processo che suona come un'esecuzione”.

Nella scena finale di “Todo Modo”, uno straordinario Gian Maria Volonté, che aveva fatto propri lineamenti ed espressione di Aldo Moro, viene ucciso, anticipando così la sorte che sarebbe toccata di lì a due anni al presidente della Democrazia Cristiana. Un’opera scomoda, incompresa e sinistramente profetica, anche se nel film è assente l’elemento terroristico per dare spazio agli intrighi di potere, alla luce della piega drammatica che i fatti presero nei mesi successivi alla sua uscita. Ecco i motivi della sparizione della pellicola e della sua caduta in un limbo.

Soggetto: dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia; sceneggiatura: Elio Petri, Berto Pelosso; fotografia: Luigi Kuveiller; montaggio: Ruggero Mastroianni; scenografia: Dante Ferretti; costumi: Franco Carretti; musica: Ennio Morricone.

Interpreti e personaggi: Gian Maria Volonté (M.), Marcello Mastroianni (don Gaetano), Mariangela Melato (Giacinta), Michel Piccoli (Lui), Ciccio Ingrassia (Voltrano), Franco Citti (autista di M.), Renato Salvatori (commissario Scalambri).

"Quanto è bello lu murire acciso" (Italia, 1975, 83'), di Ennio LorenziniMercoledì 5 novembre 2014

"Quanto è bello lu murire acciso" (Italia, 1975, 83') regia di Ennio Lorenzini.

Uno dei rari film sul Risorgimento italiano. Racconta le vicende di Carlo Pisacane che, nel 1857, partì da Ponza e sbarcò a Sapri con 347 uomini per promuovere un’insurrezione contadina contro i Borboni. Il film, il cui titolo è quello di una canzone popolare rielaborata da Roberto De Simone, che è considerato l'antesignano del folk revival napoletano degli anni Settanta, racconta l'impresa del duca Carlo Pisacane organizzata alla maniera mazziniana, badando cioè più all'entusiasmo patriottico che ad una severa preparazione. Imbarcatosi a Genova con ventiquattro volontari con lo scopo di avviare una rivoluzione dei contadini meridionali, fece dirottare la nave, diretta a Tunisi, all'isola di Ponza dove liberò 323 detenuti e si rifornì di armi.
Dopo lo sbarco a Sapri, Pisacane si rese subito conto del mancato aiuto dei liberali napoletani che non vollero avere a che fare con quella spedizione mista con ergastolani che i contadini temevano come una banda di briganti. Nonostante tutto Pisacane volle proseguire nell'impresa, convinto che sarebbe bastato accendere la scintilla perché la rivoluzione divampasse in tutto il Sud d'Italia. Furono invece proprio i contadini ad attaccare e costringere alla fuga i congiurati che a Padula vennero circondati e 25 di loro massacrati. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e consegnati ai gendarmi.

Verona, 29 ottobre 2014, ore 21. “Quadrophenia” (UK, 1979, 117') di Franc RoddamMercoledì 29 ottobre 2014

“Quadrophenia” (UK, 1979, 117') regia di Franc Roddam.

Londra, 1965. Jimmy Cooper, fattorino in un'agenzia pubblicitaria, segue i concerti dei suoi beniamini, partecipa alle furibonde risse tra Rockers e Mods, viene iniziato all'esperienza della droga e cerca nella musica il riscatto a una vita senza prospettive. Un musical rock che nei suoi momenti migliori (soprattutto la prima metà) vive della rabbia del cinema britannico degli anni Sessanta e del suo realismo senza concessioni. Il titolo è preso a prestito da un album degli Who datato 1973 e che fa da colonna sonora al film, prodotto dal gruppo inglese. Promettente esordio sul grande schermo per Sting.
“Solo chi ha visto il film può rendersi conto di quanto sia pesante The Dirty Jobs - tematica oggi attuale quanto e più di ieri - svolto in spersonalizzanti uffici in cui nessuno ti calcola se non detieni qualche forma di potere”. È tratto dall'omonimo album del 1973 degli Who, che ne sono anche i produttori esecutivi, e ripercorre punto per punto le canzoni in esso contenute. Il film racconta la storia di Jimmy, un ragazzo appartenente alla banda giovanile dei mods, che in quegli anni si scontravano ripetutamente con le bande rivali dei rockers, creando scompiglio nelle città inglesi. Jimmy, sfrattato di casa e perso il lavoro, cercherà rifugio nelle droghe, subendo però una profonda delusione dagli ideali a cui la sua banda si ispira.

Ingresso libero, discussione obbligatoria.

Verona, mercoledì 22 ottobre 2014, ore 21. "L'udienza" di Marco FerreriMercoledì 22 ottobre 2014

"L'udienza" (Italia, 1971, 112') regia di Marco Ferreri

Amedeo, ufficiale in congedo, viene a Roma dal nord ossessionato dall’idea di farsi ricevere dal papa. Pur non avendo le conoscenze adatte, ci prova in tutti i modi, fino ad attirare l’attenzione del commissario di polizia Aureliano Diaz. Amedeo non vuole rivelare a nessuno quel che ha da dire al papa, “anche nel suo interesse”, e Aureliano fa in modo che incontri Aiché, una prostituta d’alto bordo, nella speranza che possa distoglierlo dal suo ossessivo proposito. Attraverso di lei, Amedeo riesce a frequentare teologi e aristocratici, ma anche loro non lo aiutano. Abbandonato da tutti, finisce a dormire sotto il colonnato di San Pietro.

Il Cineclub Verona presenta “L’udienza” di Marco Ferreri mercoledì 22 ottobre al Carro Armato in Vicolo Gatto 3, una di quelle viette che fanno bello in centro storico di Verona. Il luogo ideale, forse, per rivivere una atmosfera che questo film scarica senza pudore sullo spettatore: è l’Italia dei primi anni ’70, divisa tra i sogni di quel ’68 che era impallidito nella nostra penisola, e la reazione di una società fondata sui valori della famiglia, dello Stato, della Religione, valori mutuati dall’Ottocento e passati indenni attraverso il fascismo prima di morire nel nome della televisione pochi anni dopo.
Con un cast stellare che comprende a fianco del debuttante Enzo Iannacci, un incredibile Ugo Tognazzi, una affascinante e provocante Claudia Cardinale, Michel Piccoli e Vittorio Gassman, Marco Ferreri dà vita a una rilettura tutta italiana de “Il castello” di Kafka riuscendo a dare un ritratto colmo di tragica ironia di un paese che già si negava ai futuri chiuso com’è tra poteri forti che impediscono ogni crescita. Quella che racconta poi Ferreri è la stessa Chiesa con cui si scontra Papa Francesco, un apparato che non accetta ridimensionamenti.

L’appuntamento, come sempre è alle 21, l’ingresso è libero. Discussione obbligatoria.

"Der Tod der Maria Malibran" (Germania, 1972, 104') di Werner SchroeterMercoledì 8 Ottobre 2014

"Der Tod der Maria Malibran" (Germania, 1972, 104') regia di Werner Schroeter.

“Guardate i baci, i volti, le labbra, le guance, le palpebre, i denti in un film come La morte di Maria Malibran… Fare di un viso, di un zigomo, delle labbra, di un'espressione degli occhi, farne quello che ne fa Schroeter… Si tratta di una de-multiplicazione, di un gemmare del corpo, di una esaltazione in qualche modo autonoma di ogni minima parte, di ogni minima possibilità di un frammento del corpo. C’è l’anarchizzazione del corpo dove le gerarchie, le localizzazioni e le denominazioni, l’organicità se volete si stanno disfacendo… Non è più una lingua, è qualcosa completamente diverso che esce da una bocca, non è l’organo della bocca profanata e destinata al piacere di un altro. È qualcosa di “non nominabile”, di 'inutilizzabile', fuori da tutti i programmi del desiderio; è il corpo reso interamente 'plastico' dal piacere”. Michel Foucault

PROGRAMMA "CINEMA DA TUTTO IL MONDO CHE GUARDA IL MONDO"

Mercoledì 15 Ottobre 2014

  • "The Informer" (USA, 135, 91') di John Ford

Mercoledì 22 Ottobre 2014

  • "L'udienza" (Italia, 1972, 112') di Marco Ferreri

Mercoledì 29 Ottobre 2014

  • "Quadrophenia" (UK,1979, 115') di Frank Roddam

Mercoledì 5 Novembre 2014

  • "Quanto è bello lu murire acciso" (Italia, 1975, 83') di Ennio Lorenzini

Mercoledì 12 Novembre 2014

  • "Todo Modo" (Italia, 1976, 130') di Elio Petri

Mercoledì 19 Novembre 2014

  • "Dos pistolas gemelas" (Spagna, 1966, 92') di Rafael Romero Marchent

Mercoledì 26 Novembre 2014

  • "She wore a yellow ribbon" (USA, 1949, 103') di John Ford

Mercoledì 3 Dicembre 2014

  • "Valdagno, Arizona" (UK, Italia, USA, 2011, 75') di Collettivo Pyoor

Mercoledì 10 Dicembre 2014

  • "Le clan des siciliens" (Francia, 1969, ) di Henry Verneuil

Mercoledì 17 Dicembre 2014

  • "The Meaning of Life" (Gran Bretagna, 1983, 102') di Terry Jones

Mercoledì 14 Gennaio 2015

  • "Chacun son cinéma" (Francia, 2012, 120') AA.VV.

Mercoledì 21 Gennaio 2015

  • "Sinestesia" (Svizzera, 2010, 91') di Erik Bernasconi

Mercoledì 28 Gennaio 2015

  • "El rumor de la arena" (Spagna, 2008, 82') di Daniel Iriarte, Jesús Prieto

Mercoledì 4 Febbraio 2015

  • "Restrepo" (USA, 2010, 93') di Tim Hetherington, Sebastian Junger

Mercoledì 18 Febbraio 2015

  • "Der Himmel über Berlin" (Germania, 1987, 123') di Wim Wenders

Mercoledì 25 Febbraio 2015

  • "True Confessions" (USA, 1981, 104') di Ulu Grosbard

Mercoledì 4 Marzo 2015

  • "Nagima" (Kazachstan, 2013, 77') di Zhanna Issabayeva

Ingresso libero, discussione obbligatoria. Un programma curato da Ugo Brusaporco per Annalisa. I film provengono tutti dalla CineVideoTeca del Cineclub Verona.

INFORMAZIONI

Ugo Brusaporco

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Internet www.brusaporco.org