L'incanto dell'affresco

Cultura e Spettacolo
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Lelio Orsi, Ratto di Ganimede, 1550/60, affresco strappato e trasportato su telaRavenna, fino al 15 giugno 2014.

"L'incanto dell'affresco. Capolavori strappati da Pompei a Giotto da Correggio a Tiepolo", in mostra al MAR Museo d'Arte della Città di Ravenna, attraversa la storia dell'arte italiana da Ercolano e Pompei a Tiepolo in un continuo confronto e rimando con la storia del gusto, del restauro, del collezionismo e della conservazione.

110 capolavori per un racconto inedito, ricco di spunti originali, ancora completamente ignorato dal grande pubblico, presentato dettagliatamente nei suoi momenti principali.

La mostra "L'incanto dell'affresco. Capolavori strappati da Pompei a Giotto da Correggio a Tiepolo" è posta Sotto l’Alto Patronato della Repubblica Italiana, promossa dal Comune di Ravenna, dall’Assessorato alla Cultura e dal Museo d'Arte della città, con il generoso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

  • Prenotazioni: tel. 0544 482487 lun ore 10-12, dal mar al ven 10-12 e 15-17
  • Ingresso mostra: intero euro 9, ridotto 7,
  • Visita guidata: sabato e domenica alle 16.30 su prenotazione tariffa unica euro 12 (per gli appuntamenti non sono valide riduzioni e coupon sconto)

Sabato 17 maggio 2014, in occasione della Notte dei Musei, il MAR Museo d'Arte della città di Ravenna è aperto fino alle ore 22.00 con: "Affreschi e cioccolato sotto un cielo stellato" (la biglietteria chiude un’ora prima).

Genitori & Bambini

Tutti i sabato pomeriggio alle 16.00 iniziano gli appuntamenti Genitori & Bambini dedicati alla mostra. La Sezione didattica propone visite guidate e laboratori per bambini dai 5 anni con le loro famiglie. Ogni appuntamento è articolato in un breve percorso guidato in mostra per proseguire poi nelle sale del laboratorio didattico dove genitori e bambini insieme potranno realizzare, sotto la guida di esperti operatori, le loro originali opere d'arte ispirandosi alle creazioni degli artisti.

Ingresso su prenotazione, tariffa bambini € 3, tariffa adulti € 7.

Il MAR Museo d'Arte della Città di Ravenna prosegue la sua indagine su temi di grande interesse ancora da approfondire con l’ambizioso progetto espositivo dal titolo "L'incanto dell'affresco. Capolavori strappati da Pompei a Giotto, da Correggio a Tiepolo" in programma dal 16 febbraio al 15 giugno 2014, realizzato grazie al prezioso sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna.

La mostra, curata da Claudio Spadoni, direttore scientifico del Mar, e da Luca Ciancabilla, ricercatore del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Bologna (sede di Ravenna), si divide in sei sezioni, ordinate secondo un indirizzo storico-cronologico: dai primi masselli cinque-seicenteschi, ai trasporti settecenteschi, compresi quelli provenienti da Pompei ed Ercolano, agli strappi ottocenteschi, fino alle sinopie staccate negli anni Settanta del Novecento.

Più di cinquant'anni or sono Roberto Longhi sentì per primo, anche sull'onda del successo della prima “Mostra di affreschi staccati” che si tenne al forte Belvedere di Firenze (1957), la necessità di allestire un'esposizione che potesse ripercorrere la secolare storia e fortuna della pratica del distacco delle pitture murali, una storia del gusto, del collezionismo, del restauro, e tutela di quella parte fondamentale dell’antico patrimonio pittorico italiano.

Risalgono ai tempi di Vitruvio e di Plinio le prime operazioni di distacco, secondo una tecnica che prevedeva la rimozione delle opere insieme a tutto l’intonaco e il muro che le ospitava. Il cosiddetto “massello”, che favorì il trasporto a Roma di dipinti provenienti dalle terre conquistate altrimenti inamovibili, dopo secoli di oblio trovò nuova fortuna a partire dal Rinascimento - nel nord come nel centro della Penisola - favorendo la conservazione ai posteri di porzioni di affreschi che altrimenti sarebbero andati perduti per sempre. Così, in un arco temporale compreso fra il XVI e il XVIII secolo, vennero traslate la Maddalena piangente di Ercole de Roberti della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Il gruppo di angioletti di Melozzo da Forli dei Musei Vaticani, La Madonna della Mani del Pinturicchio: opere queste presenti in mostra.

Bernardino Luini, Figura muliebre, 1521-1523, affresco strappato e trasportato su telaUn modus operandi difficile e dispendioso che a partire dal secondo quarto del Secolo dei Lumi venne affiancato, e piano piano sostituito, dalla più innovativa e pratica tecnica dello strappo, prassi che tramite uno speciale collante permetteva di strappare gli affreschi e quindi portarli su di una tela. Una vera rivoluzione nel campo del restauro, della conservazione, ma anche del collezionismo del patrimonio murale italiano. Così mentre nelle appena riscoperte Ercolano e Pompei si trasportavano su nuovo supporto e quindi al Museo di Portici le più belle pitture murali dell’antichità, nel resto d’Italia si diffondeva la rivoluzione dello strappo. Nulla sarebbe stato più come prima. Da quel momento in poi e fino a tutto il XIX secolo un numero cospicuo di capolavori della pittura italiana furono strappati, staccati dalle volte delle chiese, delle cappelle, dalle pareti dei palazzi pubblici e privati che le accoglievano da secoli, per essere trasportati in luoghi più sicuri, nelle quadrerie e nelle gallerie nobiliari e principesche d’Italia e di mezza Europa. Spesso infatti, dietro a conclamate esigenze conservative, si celavano implicite motivazioni collezionistiche.

Andrea del Castagno, Bramante, Bernardino Luini, Garofalo, Girolamo Romanino, Correggio, Moretto, Giulio Romano, Niccolò dell’Abate, Pellegrino Tibaldi, Veronese, Ludovico e Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino, Guercino: tutti i grandi maestri dell’arte italiana fra la metà del Settecento e la fine del XIX secolo furono oggetto delle attenzioni degli estrattisti: Antonio Contri, Giacomo e Pellegrino Succi, Antonio Boccolari, Filippo Balbi, Stefano Barezzi, Giovanni Rizzoli, Giovanni Secco Suardo, Giuseppe Steffanoni, anche loro, come gli illustri artisti sopracitati, e come alcune fra le più belle pitture di Ercolano e Pompei, saranno protagonisti della mostra del Mar.

Ma la prassi estrattista conoscerà la sua più fortunata stagione proprio nel secolo scorso, quando, a partire dal secondo dopoguerra, furono strappati e staccati un numero impressionante di affreschi. I danni provocati ad alcuni fra i principali monumenti pittorici italiani dai bombardamenti bellici, la convinzione che l’unica strada da percorrere per evitare che in futuro potessero reiterarsi danni irreparabili come quelli al Mantegna a Padova, Tiepolo a Vicenza, Buffalmacco e Benozzo Gozzoli a Pisa, fecero si che a partire dagli anni Cinquanta fosse avviata la più imponente campagna di strappi e stacchi che l'Italia abbia mai conosciuto. In caso di una nuova guerra, anche quella fondamentale porzione del nostro patrimonio pittorico si sarebbe potuta salvare ricoverandola nei rifugi antiaerei, come era stato fatto a partire dal 1940 con le tele e le tavole dei maggiori musei della nazione.

Prese quindi avvio la cosiddetta “stagione degli stacchi” e della “caccia alle sinopie”, i disegni preparatori che i maestri tre-quattrocenteschi avevano lasciato a modo di traccia sotto gli intonaci. Perché come nei due secoli precedenti, anche allora a evidenti e giuste ragioni conservative e di salvaguardia, se ne affiancarono altre, diremmo, di diverso interesse. Se nell’Ottocento era il collezionismo privato a favorire il trasporto degli affreschi, ora erano gli storici dell’arte e i musei della ricostruita Nazione a chiedere la diffusione su più ampia scala della tecnica estrattista. Questi interessati a studiare le opere grafiche, cioè le sinopie, di pittori che avevano lasciato assai poco al proposito su carta, gli altri a poter disporre di capolavori dell’arte italiana altrimenti inavvicinabili, rendendoli facilmente fruibili a tutti.

L’alluvione di Firenze fece il resto, mostrando al mondo intero la precarietà che condizionava la vita dei più straordinari affreschi italiani. Così, per sfuggire a morte certa, lasciarono per sempre il muro che li aveva custoditi da secoli Giotto, Buffalmacco, Altichiero, Vitale da Bologna, Pisanello, Signorelli, Perugino, Pontormo, Tiepolo trovando dimora in alcuni fra i più importanti musei della nazione e ora, per quattro mesi, nelle sale del Mar di Ravenna.


Lelio Orsi, Ratto di Ganimede, 1550/60, affresco strappato e trasportato su telaL'incanto dell'affresco. Capolavori strappati da Pompei a Giotto da Correggio a Tiepolo

  • Sede: Museo d’Arte della città di Ravenna
  • Enti organizzatori: Mar - Museo d’Arte della città di Ravenna
  • Patrocini: Regione Emilia-Romagna e Provincia di Ravenna
  • Periodo: 16 febbraio - 15 giugno 2014
  • Curatori: Claudio Spadoni e Luca Ciancabilla (Catalogo Silvana Editoriale)
  • Enti organizzatori: Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, MAR Ravenna
  • Sponsor ufficiale: Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna

INFORMAZIONI

Mar - Museo d’Arte della città di Ravenna

Via di Roma13, Ravenna
Tel. 39 0544 482477/482356
Fax 39 0544 212092
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Internet www.mar.ra.it

Mar - Museo d’Arte della città di RavennaOrari:

  • fino al 31 marzo: martedì- venerdì 9-18, sabato e domenica 9-19,
  • dal 1 aprile: martedì - giovedì 9-18; venerdì 9-21;
  • sabato e domenica 9-19 , chiuso lunedì

La biglietteria chiude un’ora prima.

Ingresso:

  • intero: 9 euro, ridotto: 7 euro,
  • studenti Accademia e Università, insegnanti: 4 euro

Ufficio stampa: Studio Esseci di Sergio Campagnolo

Tel. +39 049 663499 fax +39 049 655098
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Internet www.studioesseci.net