Le nuove stazioni italiane

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Roma TiburtinaNei primi due secoli di storia ferroviaria le chiamavano “cattedrali dei treni”. E non era certo un’esagerazione. L’appellativo nasceva infatti dalle nobili architetture e dalle monumentali dimensioni che caratterizzavano le stazioni delle più importanti città. Ma includeva anche la percezione di una certa sacralità, con quelle immense arcate di ferro e quei grandi colonnati all’interno dei quali si celebrava senza sosta la quotidiana liturgia del viaggio moderno.

Oggi il sistema delle stazioni, in Italia come un po’ ovunque, è profondamente cambiato. Molti piccoli impianti sono stati chiusi grazie a (o per colpa di, decidete voi) nuove tecnologie. Più di cento stazioni “medie” hanno destinato spazi ad attività commerciali. E un notevole progetto di restyling sta interessando le tredici più importanti stazioni della rete, da Milano a Palermo.

La vera novità degli ultimi anni è rappresentata però dalle stazioni del sistema Alta Velocità. Riqualificate (come Roma Termini e Milano Centrale) o costruite ex novo (come Roma Tiburtina), le cattedrali ferroviarie del XXI secolo sono destinate a interpretare ruoli importanti nel panorama della mobilità nazionale d’eccellenza. Luoghi di incontro e di comunicazione non solo per chi viaggia, come sottolineano le Ferrovie dello Stato Italiane, questi moderni terminal di vaga ispirazione aeroportuale nascono anche come leve per migliorare l’integrazione della ferrovia con le città, alla luce delle nuove esigenze di vita.

Arrivi e partenze, gioie e dolori, attese, treni presi e treni persi, tuttavia, non cambieranno. L’identità e l’iconografia storica della stazione non possono morire. Al massimo possono esprimersi all’interno di una moderna cornice fatta di shopping, offerte, pubblicità (spesso anche un po’ fastidiosa) e servizi di ogni tipo, miscelati all’interno di soluzioni spaziali “firmate” e più o meno gradite dai clienti.

Milano Centrale, Torino Porta Susa, Bologna sotterranea, Roma Tiburtina, Firenze Belfiore e Napoli Afragola sono le stazioni collegate dall’Alta Velocità italiana. Un sistema collaudato e molto utilizzato, rispetto al quale anche i più scettici sembrano ormai aver cambiato opinione, e che attende solo di veder ultimata la Milano-Venezia e l’eventuale collegamento con la rete europea (no Tav permettendo, e comunque in un orizzonte temporale non vicinissimo).

La somiglianza di questi hub dei binari a quelli aeroportuali sarà ancora più marcata con l’avvio della prima vera concorrenza ferroviaria sui servizi di qualità, prevista da quest’anno: non solo le Frecce di Trenitalia, ma anche i treni Italo della Società NTV faranno salire o scendere i propri passeggeri nelle nuove stazioni, in una gara continua in cui vince chi offre i servizi migliori e i prezzi più bassi. Una sfida inedita, già anticipata da una vivace dialettica tra i due competitor, i cui effetti dovrebbero riverberarsi positivamente sui clienti. Contribuendo a rendere sempre più vitali e appetibili gli spazi messi a disposizione dalle stazioni del Terzo Millennio.

Le nuove stazioni italiane: