23 Agosto

Hobby Scrittura
Grandezza Carattere

Di oggi mi resta il chiamarsi delle rondini, che da quattro giorni, mezz'ora prima del tramonto si incontrano per contarsi, raccontarsi e decidere il giorno, oggi come ogni anno. Non ho capito però cosa non andasse e su cosa non fossero d'accordo: qualcuna gridava più forte di sempre, con urgenza volavano cerchi intorno al campo.

Il giorno preciso non lo saprò neanche questa volta, lo scoprirò il giorno dopo della partenza: il silenzio e l'assenza sono risposte che non lasciano dubbi.

Di oggi mi resta un seme che s'apre, che come quando nasce un amore non fa né rumore né dolore, fa solo lo stupore e il pieno in mezzo al cuore.
Mi resta lo spicchio di luna crescente, che tra poco sarà di nuovo piena, poi nera e poi ancora giù a scomparire e poi, riapparire ad aprire la notte; le farfalle cavolaie arrivate oggi, appena finito di trapiantare i cavoli.

Di oggi mi resta il viso disteso, le dita morbide e le gambe leggere per l'esatta precisione di ogni singolo evento e movimento.

Di ogni spostamento che risponde ad altro rispetto a quello che ci sembra, a qualcosa di stabilito, naturale e circolare, che non si perde e ritorna, non dimentica e si presenta, ancora.

Di oggi mi resta la tranquillità di questa vita, molto più sicura della percezione con cui la viviamo e le prime foglie che si staccano che mi giustificano il mio di nuovo volermi spogliare, spostare, togliere, levare e cambiare.
Non sono, non siamo pazzi e umorali, siamo la stagione che cambia, l'albero che spoglia la foglia, una partenza e poi un ritorno, il pieno, il mezzo e il vuoto, il basso e l'alto mare.
Il bello e il cattivo tempo, il giorno e la notte, il gallo che canta senza orologio, il gatto in calore senza sapere il giorno.

Di oggi mi resta che siamo di questo mondo, del mondo naturale e delle sue uniche leggi.

 

(Francesca Pachetti, La Raccontadina)

 

 

Francesca Pachetti, La Raccontadina, donna, mamma e contadina di Massa Carrara che da un po’ di tempo ha deciso di condividere su una pagina Facebook le sue esperienze di vita e ciò che la natura ogni giorno le insegna.

 

Tre interessanti interviste alla Raccontadina si trovano in Rete.

La prima, del 2018, si può leggere al link: La Raccontadina: “Vi racconto il mio ritorno alla terra”, di Elisabetta Elia

Amore, cura e soprattutto fiducia. Su questi elementi si basa il legame con la terra che da sempre ha Francesca Pachetti. Nata e cresciuta in una famiglia contadina di Massa Carrara, Francesca Pachetti vive a contatto con “la terra” da sempre, anche se ogni tanto se ne è allontanata..

La seconda, del 2019, si può leggere al link: «Prima di coltivare sogni, impara a zappare», di Antonella Gallino

Da tempo avevo iniziato a seguire la Raccontadina su Facebook, innanzitutto perché trovavo geniale il nome; poi, perché leggevo i suoi post e sentivo in filigrana ‘la vena’.
La corteggiai un po’ via Messenger e finalmente una mattina riuscii a intervistarla per telefono...

La terza, di agosto 2020, è l’editoriale di Dove di settembre, al link: “Impara a zappare”, di Simona Tedesco

... È un racconto dal libro di Francesca Pachetti che ho comprato per il titolo: “Prima di coltivare sogni impara a zappare” (ed. Pentàgora, 2019). 211 pagine de “La Raccontadina”, così si definisce, divorate in poche ore. Il titolo è divertente, ma i racconti sono un viaggio nella terra delle cose semplici, primarie, assolute. Quelle davvero importanti. E quando un libro ti lascia una scia di pensieri, allora puoi ricominciare a sognare.

 

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