I tempi del giorno

Hobby Scrittura
Grandezza Carattere

Il tempo prima dell'alba, del mettersi in piedi e camminare, esaminare, sentire cosa è rimasto e cosa hai perso... come la mescolanza dei semi e la semina a spaglio: resta il più resistente, il più adatto, o forse resta quello che deve restare. Speri restino sempre e solo le parti migliori, di te, ogni giorno provare a migliorare.

Il tempo del di nuovo quasi giorno, ché non è né buio né luce, né carne né pesce, è raccogliere per prima cosa almeno 40 chili di patate, tempo fresco di nuvole e canti, il cielo suona i tuoni.
Quel tempo di pace che non c'è da rispondere o domandare, decidere e neanche rimandare, c'è da fare.

Il tempo della svoglia e di lasciarsi sedere e poi sdraiare così, lì dove sei capitata in un campo di patate, di non stare a pensare o ragionare, lasciarsi cascare e aspettare.
La luce che torna a farti alzare, la luce che va e viene come tutte le cose vere, la persistenza del lucere è solo per i lampioni appesi alle case, la luce di facciata.

Il tempo del piovere, delle cassette di zucchine che si raccolgono per seconde e quello dell'amicizia, di Simona che alle 6.30 ti giri e la vedi, di correre in capanna ché in due il tempo non si cambia, ma il freddo sì.

Il tempo di contare i chili di verdure che poi non sono altro che i chilometri da percorre per portare.

Il tempo della gioia dell'intorno, dell'esistere, di farne parte, degli occhi che puoi vedere, delle mani che puoi tenere, delle gambe che puoi andare, della bocca che con un po' di fortuna puoi anche, se vuoi, baciare.

Il tempo che cerchi la salvezza per i pomodori e per te sempre, quello del credere forte che se è così è così, a volte le cose non si possono cambiare.

Il tempo di sentirsi leggeri nel lasciar andare e sia quel che sia.
Si salvi chi può.

Il tempo del dono di un barattolo di miele e anche di un mazzolino di lavanda, delle lacrime di una mamma davanti a suo figlio che ad un certo punto è cambiato.

Il tempo che se non si può abbracciare allora si prova a tenersi stretti in alcune frasi - non è peggiore né migliore di nessuno, è il tuo bambino e ora con quest'aria da passeggiare guardalo che può camminare -

Il tempo di essere ringraziati e quello di ringraziare, chi è partito da lontano, ti ha cercata e senza sapere come, ti ha trovata - Cerco La Raccontadina -, - Sono io -.

Il tempo facile degli incastri perfetti.

- Ora però io ho molto da fare
- Ma non voglio niente, solo vedere se era vero
- Vedi, è vero

Il tempo dell'orgoglio di non aver mai mentito a nessuno e quello della delusione di averlo fatto, a volte, con me.

Il tempo tra la vita e la morte di una gallina, dell'impotenza, dell'esperienza di saperti contare poco in alcune occasioni. Il tempo di dire basta, ora basta e poi invece, ancora.
Un altro po', mezz'ora che diventa ancora un'ora, due ore e poi a volte dura tutta la vita.

Il tempo di non saper come fare a preparare qualcosa da mangiare e il tempo di credere ai miracoli che poi accadono,
- con le cipolle che mi hai regalato, ho fatto una torta di verdura anche per te -

Il tempo di credere ancora che tutto è possibile.

Il tempo che si vuole vivere per sempre e in ogni giorno, invece, c'è tutta la vita.
Ne basterebbe anche uno solo, tutto il resto è ripetere e provare, provare e tendere ad un infinito, cercare di capire la vita, la morte e l'amore.

Il tempo di dormire, quello di cedere alla paura del buio e quello di lasciare la mia veglia al cuore: pensaci tu, sconfiggi tutti i mostri e proteggi i miei sogni, amen.

 

 

(Francesca Pachetti, La Raccontadina)

 


 

Francesca Pachetti, La Raccontadina, donna, mamma e contadina di Massa Carrara che da un po’ di tempo ha deciso di condividere su una pagina Facebook le sue esperienze di vita e ciò che la natura ogni giorno le insegna.

 

Due interessanti interviste alla Raccontadina si trovano in Rete.

La prima, del 2018, si può leggere al link: La Raccontadina: “Vi racconto il mio ritorno alla terra”, di Elisabetta Elia

Amore, cura e soprattutto fiducia. Su questi elementi si basa il legame con la terra che da sempre ha Francesca Pachetti. Nata e cresciuta in una famiglia contadina di Massa Carrara, Francesca Pachetti vive a contatto con “la terra” da sempre, anche se ogni tanto se ne è allontanata..

La seconda, del 2019, si può leggere al link: «Prima di coltivare sogni, impara a zappare», di Antonella Gallino

Da tempo avevo iniziato a seguire la Raccontadina su Facebook, innanzitutto perché trovavo geniale il nome; poi, perché leggevo i suoi post e sentivo in filigrana ‘la vena’.
La corteggiai un po’ via Messenger e finalmente una mattina riuscii a intervistarla per telefono...

 

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