La vita a tutti i costi

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Oddiomio, no, la vita a tutti i costi e costi quel che costi, no. È una lezione che ho imparato presto, è una lezione che allo stesso modo, si dimentica veloce, sempre e costantemente. Così, vado a ripetizioni di significati ogni mattina, pomeriggio e prima del tramonto.

E ogni giorno mi viene ripetuto: la vita si sa salvare da sola e se vuole e può, lo fa.

Lo ripete continuamente, all'ultimo respiro, ogni volta che lasci andare.

Ho aiutato animali, piante e insetti, certa però che chi è rimasto in piedi, c'è rimasto non grazie a me.

Certa che niente e nessuno possa essere salvato, nonostante la smisurata volontà di vivere e far continuare.

È la vita che fa le parole, è la morte che chiude il discorso. È la morte che è maestra, è la vita il suo insegnamento; è il vivere la sua interrogazione quotidiana.

Se le si separano dalla stessa frase si perdono il senso, i giorni e il significato.

Che è ampio tutto il cielo.

Tutto può essere aiutato, ma niente, salvato.

Si possa riconoscere il punto preciso di congiunzione tra l'uno e l'altro, perché no, la vita costi quel che costi, no. È un ossimoro, è un "errore" di percezione, è la presunzione tutta e solo umana.

 

(Francesca Pachetti, La Raccontadina)


 

Francesca Pachetti, La Raccontadina, donna, mamma e contadina di Massa Carrara che da un po’ di tempo ha deciso di condividere su una pagina Facebook le sue esperienze di vita e ciò che la natura ogni giorno le insegna.

La sua biografia:
Dai 0 ai 13 anni bambina, dai 13 ai 18 ragazza, dai 18 ai 27 educatrice e dai 27 ai 39 contadina.
Da qui in poi, vedremo.
Coltivo ortaggi, fiori, parole e giorni.
Cresco mio figlio, pulcini, galline e il mio cuore.
Interessi: i sogni e l'amore.

Pagina Facebook @LaRaccontadina 

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I suoi LIBRI
  • La Raccontadina. Racconti a passo di vanga. 2019, Edizioni Pentagora

"I numeri non li capisco e neanche le misure. So che in una cassetta alta di legno ci stanno dodici chili di patate, in una bassa otto. Se il secchio rosso lo faccio pieno, di pomodori ce ne stanno sette chili, all’incirca, se lo faccio a metà, quattro, più o meno. ‘Quanto le fa al chilo le zucche?’ Io non lo so quanto le faccio le zucche al chilo. Una piccola tre euro, quella media cinque, grande dieci. Questa è la mia misura. Non vendo a peso, vendo a buon senso, a cuore, a occhio, talvolta a circostanza, a baratto, a regalo. Se il catino azzurro è pieno fino all’orlo ha piovuto molto, è stato temporale. Se è asciutto e non conta neanche una goccia avanzata, è molto che non piove. La febbre la misuro in brividi, in brividi e coperte. Una coperta, 37,5 gradi; due, sale verso i 38; due più le ginocchia al petto si superano i 38; due più le ginocchia al petto e la conta di tutte le mie persone, è febbre altissima: bisogna cercare riparo. Non sono alternativa, sono nata contadina."

  • Il giro del cuore in 365 giorni. 2021, Edizioni Pentagora

Poetica della terra, delle stagioni e della vita nelle parole di una contadina scrittrice, che sa usare la penna bene come la zappa e il cuore.

  • In una notte di tempesta. 2021, Editore Risma

“Silvia e Geremia iniziano a scriversi durante una notte di fine estate, quando un temporale li sveglia. Così, per far passare il buio, i tuoni e anche un po' di paura, provano a tenersi compagnia e raccontarsi quello che vedono e sentono. Si scrivono delle chiome degli alberi che si piegano e dei lampioni che sembrano oscillare, delle lucciole che si sono spente all'improvviso e del semaforo davanti alla finestra che si è messo a lampeggiare. Si scrivono da case molto diverse, da paesaggi del tutto differenti, da lontano, ma si tengono vicini fino a quando le foglie non smettono di arrampicarsi sulla finestra e di rincorrersi per strada, fino a quando l'amministratore del condominio non spegne l'interruttore, azzittendo l'allarme. Torna così la quiete, il sonno e il sogno che possa esistere davvero una Silvia per Geremia e un Geremia per Silvia”. Età di lettura: da 8 anni.

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Diverse interessanti INTERVISTE alla Raccontadina si trovano in Rete.

La prima, del 2018, si può leggere al link: La Raccontadina: “Vi racconto il mio ritorno alla terra”, di Elisabetta Elia

Amore, cura e soprattutto fiducia. Su questi elementi si basa il legame con la terra che da sempre ha Francesca Pachetti. Nata e cresciuta in una famiglia contadina di Massa Carrara, Francesca Pachetti vive a contatto con “la terra” da sempre, anche se ogni tanto se ne è allontanata..

La seconda, del 2019, si può leggere al link: «Prima di coltivare sogni, impara a zappare», di Antonella Gallino

Da tempo avevo iniziato a seguire la Raccontadina su Facebook, innanzitutto perché trovavo geniale il nome; poi, perché leggevo i suoi post e sentivo in filigrana ‘la vena’.
La corteggiai un po’ via Messenger e finalmente una mattina riuscii a intervistarla per telefono...

La terza, di agosto 2020, è l’editoriale di Dove di settembre, al link: “Impara a zappare”, di Simona Tedesco

... È un racconto dal libro di Francesca Pachetti che ho comprato per il titolo: “Prima di coltivare sogni impara a zappare” (ed. Pentàgora, 2019). 211 pagine de “La Raccontadina”, così si definisce, divorate in poche ore. Il titolo è divertente, ma i racconti sono un viaggio nella terra delle cose semplici, primarie, assolute. Quelle davvero importanti. E quando un libro ti lascia una scia di pensieri, allora puoi ricominciare a sognare.

Una quarta, dell'11 febbraio 2021, per intoscana.it, Il portale ufficiale della Toscana, è di Costanza Baldini

Francesca Pachetti ovvero la “Raccontadina”: la poetessa che zappa la terra. Una scelta di vita fuori dalle mode e dai canoni prestabiliti quella di Francesca che la porta ad aprire una pagina Facebook e a realizzare poi un libro trascrivendo quelle lei chiama le “parole della terra”. Quando la raggiungo al telefono per l’intervista Francesca Pachetti mi racconta che mi risponderà con gli auricolari perché è ancora nel campo a raccogliere le verdure, un lavoro che non può in nessun caso interrompere. La vita di chi fa il contadino è così bisogna adattarsi al ritmo delle stagioni e curare le verdure ogni giorno senza mai potersi prendere una pausa.
Francesca dopo tanti anni passati a lavorare come educatrice dell’infanzia ha deciso di lasciare questa professione per vivere insieme al suo bambino a contatto con la natura. Una vita certo “diversa” da quella delle sue coetaneee. La sua è stata una scelta non facile ma Francesca è una creatura speciale, unica, una poetessa che trascrive le “parole della terra”.
Sulla pagina Facebook “La Raccontadina” che ha aperto alcuni anni fa racconta la sua vita fatta di mani ferite dal lavoro, di dolori alla schiena per le ore passate china sul campo, ma anche dell‘incredibile bellezza che vede ogni giorno. La sua non è una vita patinata da “Instagram” ma le riflessioni che scrive nel suo diario digitale hanno un suono pulito, cristallino, come acqua che sgorga da una sorgente. Hanno un suono diverso le parole di chi lavora tante ore al giorno nel silenzio, sono parole quasi mistiche, che hanno un suono chiarissimo anche in un momento di caos come quello che stiamo vivendo adesso, durante la pandemia.
La sua storia raccontata giorno dopo giorno sulla sua pagina Facebook si è poi trasformata in un libro nato quasi per caso “La raccontadina. Racconti a passo di vanga”.
Ecco la nostra intervista

 

 

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