“L’amico del popolo”, 12 maggio 2020

L'amico del popolo
Grandezza Carattere

L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Anno IV. La rubrica ospita il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...

Un film al giorno

Un film dimenticato che segnò, riconosciuto da loro stessi, le carriere di Alfred Hitchcock e Orson Welles, vederlo è scoprire il cinema!

DER MÖRDER DIMITRI KARAMASOFF (Il delitto Karamazov, Germania, 1931), regia di Fyodor Otsep, Erich Engels. Sceneggiatura: Erich Engels, Fyodor Dostoevsky, Leonhard Frank, Fyodor Otsep, Victor Trivas. Musiche: Karol Rathaus, Kurt Schröder. Fotografia: Friedl Behn-Grund. Montaggio: Fyodor Otsep, Hans von Passavant. Cast: Fritz Kortner nel ruolo di Dimitri Karamazov. Anna Sten nel ruolo di Gruschenka. Fritz Rasp nel ruolo di Smerdjakoff. Bernhard Minetti nel ruolo di Iwan Karamasoff. Max Pohl nel ruolo di Fedor Karamasoff. Hanna Waag nel ruolo di Katja. Fritz Alberti nel ruolo di Gerichtspräsident. Werner Hollmann nel ruolo di Der Pole. Elisabeth Neumann-Viertel nel ruolo di Fenja.

“...non sono molto esperto nei classici e quindi ho dovuto cercare se il film fosse basato su The Brothers Karamazov o meno (Lo è!). Francamente, tutto ciò che sapevo del romanzo era il suo nome, ma sembrava un titolo abbastanza distinto da non poter essere una coincidenza (non lo era!). Detto questo, non posso assolutamente dirti quanto sia stato fedele un adattamento; Non ne ho idea. Era, tuttavia, un film decente da solo. Anna Sten è particolarmente brava nel ruolo di Gruschenka e Fritz Rasp sembra essere stato in qualche modo una fonte d'ispirazione per i ruoli più inquietanti di Crispin Glover. Si tratta di un oscuro melodramma sul tradimento, l'avidità e l'amore, ma tutto questo visto da una particolare angolazione. Ci concentriamo sul personaggio Dimitri, la cui avidità e passione segnano il suo tragico destino all'inizio, con l'intervento dello spettacolare Smerdjakoff di Rasp e suo fratello Ivan. La storia ha un'evoluzone logica, ma anche così la tragica svolta del finale è inaspettata. Quel colpo di scena, tuttavia, dà una profondità di orrore e rabbia alla narrazione. L'avidità radicata di Dimitri, la lussuria impulsiva e gli attacchi di rabbia lo portano a una serie di decisioni sbagliate che culminano nella sua strana caduta - e tuttavia anche in una strana redenzione. Anche con il sangue sulle mani, trova un frammento di bontà negli atti di confessione e devozione nelle scene finali del film. Nonostante il climax schiacciante, non è tutto buio..."

(Sally Jane Black in letterboxd.com)

DER MÖRDER DIMITRI KARAMASOFF (Il delitto Karamazov, Germania, 1931), regia di Fyodor Otsep, Erich Engels 

“Essendo sempre più difficile lavorare sotto il regime sovietico, Otsep si spostò in Germania, dove realizzò con un approccio altamente innovativo The Brothers Karamazov di Dostoevskij (Der Mörder Dimitri Karamasoff, 1931), con i protagonisti Anna Sten e Fritz Kortner. Si trattava di un primo film sonoro che cercava di unire gli elementi visivi con la musica atonale e moderna, creando un'esperienza audiovisiva, piuttosto che avere la musica e il suono semplicemente complementari agli elementi visivi - qualcosa che in seguito è stato raccolto dai registi sperimentali negli anni Cinquanta, ad esempio come Alfred Hitchcock e Orson Welles. C'è chi sostiene che Otsep abbia avuto una grande influenza su Orson Welles: lo sceneggiatore Victor Trivas ha lavorato con Otsep prima di lavorare con Welles e avrebbe potuto presentare il primo a quest'ultimo. Der Mörder Dimitri Karamasoff è ancora considerato, fino ad oggi, il miglior adattamento del romanzo di Dostoevskij mai portato sullo schermo.”

(In scifist.net)

 

Fritz Nathan Kohn (Vienna, 12 maggio 1892 - Monaco di Baviera, 22 luglio 1970), è stato un attore, regista e sceneggiatore austriaco 

Un attore:Fritz Kortner, all'anagrafe Fritz Nathan Kohn (Vienna, 12 maggio 1892 - Monaco di Baviera, 22 luglio 1970), è stato un attore, regista e sceneggiatore austriaco. Come attore, fu attivo prevalentemente in campo teatrale (dove è annoverato tra i massimi interpreti del teatro in lingua tedesca) e cinematografico: sul grande schermo, fu attivo tra la metà degli anni Dieci e l'inizio degli anni Cinquanta e partecipò a circa un centinaio di produzioni. Come regista, diresse una dozzina di produzioni, tra cinema e televisione, dalla seconda metà degli anni Dieci fino al 1970, anno della sua morte. Fu il marito dell'attrice Johanna Hofer.

Studiò all'Accademia di musica e arte drammatica di Vienna. Dopo la laurea, si unì a Max Reinhardt a Berlino nel 1911 e poi a Leopold Jessner nel 1916. Dopo la sua interpretazione rivoluzionaria nella Trasfigurazione di Ernst Toller nel 1919, divenne uno dei più noti attori tedeschi e il più importante interprete di opere espressioniste della nazione. È apparso anche in oltre novanta film a partire dal 1916.

La sua specialità era interpretare ruoli sinistri e minacciosi, sebbene apparisse anche nel ruolo di Dreyfus (1930). Inizialmente ha attirato l'attenzione per la sua energia esplosiva sul palco e la sua voce potente, ma con il progredire degli anni 1920 il suo lavoro ha iniziato a incorporare un maggiore realismo mentre optava per una recitazione più controllata e un maggiore uso dei gesti.

Con l'avvento al potere dei nazisti, l'ebreo Kortner fuggì dalla Germania nel 1933, tornando prima nella sua nativa Vienna e, da lì, in Gran Bretagna, e infine, nel 1937, negli Stati Uniti, dove trovò lavoro come attore e regista teatrale.

Ritornò in Germania nel 1949, dove divenne noto per la sua messa in scena innovativa e la direzione dei classici di William Shakespeare e Molière, come un Richard III (1964) in cui il re striscia su pile di cadaveri al finale."

(In wikipedia.org)

 

Una poesia al giorno

Nel corpo umano, di Andrei Voznesensky (in srcaltufevo.ru)

Il novanta percento dell'acqua

Come probabilmente in Paganini,

Il novanta percento dell'amore.

Anche se - come eccezione -

La folla ti schiaccia In umano

Destinazione -

Il novanta percento del bene.

Il novanta percento della musica

Anche se lei è un problema,

Quindi in me

Nonostante la spazzatura,

Il novanta percento di voi.

 

Andrej Andreevič Voznesenskij (Mosca, 12 maggio 1933 - Mosca, 1º giugno 2010) poeta russo 

Andrej Andreevič Voznesenskij (Mosca, 12 maggio 1933 - Mosca, 1º giugno 2010) poeta russo. Laureato in architettura, scoprì alla fine degli anni Cinquanta del ventesimo secolo la sua passione per la poesia. Fin dal 1958 si fece interprete, attraverso i suoi versi, del disagio e delle passioni delle giovani generazioni, sia nella ricerca di ideali da vivere, sia nella forma linguistica più appropriata e più moderna nell'esporli. Dal 1958 cominciò, insieme ad Evgenij Evtušenko, a pubblicare poesie che ebbero riconoscimenti anche da Pasternak. Nel 1978 fu insignito del Premio Lenin. Fu più volte in Italia, in particolare nel fiorentino cui dedicò anche una poesia. Morì nel 2010 per un ictus: da tempo era in condizioni di salute assai precarie a causa della malattia di Parkinson.”

(Wikipedia)

Andrej Andreevič Voznesenskij (Mosca, 12 maggio 1933 - Mosca, 1º giugno 2010) poeta russo

 

  • Scoprirlo con gli altri poeti nel film: Wholly Communion (GB, 1965. Formato: 16mm, b/n. Durata: 34 min)

Regia, fotografia, suono, montaggio: Peter Whitehead. Produzione: Peter Whitehead per Lorrimer Films. Interpreti: Allen Ginsberg (da The Change, The Three-Cornered Pear/America di Andrej Voznesensky, Inno tibetano), Lawrence Ferlinghetti (da I Am Waiting e To Fuck Is To Love Again), Alexander Trocchi (da Cain’s Book), Gregory Corso (da Mutation of the Spirit), Harry Fainlight (da The Spider e Larksong), Adrian Mitchell (To Whom It May Concern e Stunted Sonnet), Michael Horovitz (da For Modern Man, 1914-1964, R.I.P.), Ernst Jandl (da Im Anfang War Das Wort e Ode auf N), Christopher Logue (Chorus After Sophocles), Andrei Voznesensky.

Wholly Communion (GB, 1965).  Regia, fotografia, suono, montaggio: Peter WhiteheadIl documentario che ha lanciato la carriera di Whitehead. Wholly Communion cattura un evento storico eccezionale, il primo meeting di poeti Beats inglesi e americani l’11 giugno del 1965 alla Royal Albert Hall di fronte a 7000 spettatori. Tra loro Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghetti, Gregory Corso, Andrej Voznesensky e Adrian Mitchell.

“Una prima e molto incoraggiante manifestazione è avvenuta quando una cooperativa di poeti ha affittato la Royal Albert Hall, l’11 giugno dell’anno scorso, e, a dispetto delle previsioni, ha riempito l’intero auditorium. [...] Buona parte dell’eccitazione di quella serata è stata catturata dal film di Peter Whitehead e stupisce che sia stato realizzato a sua volta da una, ripeto, solo una persona. Certa crudezza da reportage, concentrata maggiormente nella prima metà del film, aiuta ad attualizzare l’atmosfera che si viveva durante quell’evento, che è in un certo senso improvvisato come una jam-session; il film non è solo una specie di newsreel, o un pezzo di cinema-verité, dal momento che riesce a penetrare, attraverso l’evento, nei sentimenti, nelle speranze, negli scambi quasi spirituali tra colui che presiedeva la serata (Alexander Trocchi), uno spettatore che interrompeva, e il poeta Harry Fainlight, angosciato e perseverante nel reading del suo brillante poema The Spider, sulle visioni da LSD, anti-epico e da incubo. [...] In un’atmosfera incoraggiante, fatta di effetti selvaggi, la macchina da presa appare mirabilmente controllata; mai uno zoom che non sia necessario (a parte uno o due in cui l’operatore avrebbe dovuto indovinare ciò che sarebbe accaduto in seguito), l’uso del fotogramma fisso è legato discriminatamene al testo poetico, i momenti di nero sullo schermo sono davvero riusciti, le dissolvenze in chiusura abili e toccanti.”

(Raymond Durgnat, Wholly Communion, «Films and Filming», vol. 12, n. 9, giugno 1966)

Wholly Communion (GB, 1965).  Regia, fotografia, suono, montaggio: Peter Whitehead

 

Un fatto al giorno

12 maggio 1941: Konrad Zuse presenta Z3, il primo computer al mondo completamente programmabile e completamente automatico, a Berlino.

“Lo Z3 è il primo calcolatore totalmente programmabile e totalmente automatico, quindi viene spesso indicato come il primo computer della storia. Il suo creatore è Konrad Zuse. È il terzo calcolatore realizzato da Zuse, evoluzione dello Z1 e dello Z2.

Lo Z3 è composto da 2.200 relè funzionanti a una frequenza compresa tra i 5 e i 10 hertz. Il sistema utilizzava parole lunghe 22 bit. Le operazioni venivano eseguite da un'unità aritmetica in virgola mobile. La macchina venne completata nel 1941 (il 12 maggio dello stesso anno fu presentata a un pubblico di scienziati a Berlino). Il computer originale venne distrutto dagli alleati nel 1944 durante un bombardamento alleato di Berlino. Una copia perfettamente funzionante venne realizzata negli anni Sessanta dalla Zuse KG ed è in esposizione permanente al Deutsches Museum. Nel 1998 è stato dimostrato che lo Z3 è Turing completo.

Una copia perfettamente funzionante di Z3 venne realizzata negli anni Sessanta dalla Zuse KG ed è in esposizione permanente al Deutsches Museum

Lo Z3 confrontato con gli altri progetti

Il primo computer non programmabile venne sviluppato da Wilhelm Schickard nel 1623, lo Z3 nel 1941 era invece programmabile.

Il successo dello Z3 lo si deve anche all'utilizzo del sistema binario. Questo sistema venne inventato tre secoli prima da Gottfried Leibniz; Boole in seguito lo utilizzo per sviluppare l'algebra di Boole. Nel 1937 Claude Shannon al MIT presentò l'idea di utilizzare l'algebra di Boole per descrivere il funzionamento dei circuiti basati su relè in un seminario sulla progettazione di circuiti digitali. Tuttavia Zuse ha sviluppato le intuizioni teoriche di Shannon e realizzato una macchina funzionante.

Il primo progetto di un computer programmabile fu la Macchina analitica di Charles Babbage, nel 1800. Il progetto non venne mai realizzato dato che venne sviluppato utilizzando la base decimale e non la più semplice base binaria (tuttavia, nel 1910, Henry P. Babbage, il figlio di Charles Babbage, affermò che una parte della Macchina analitica era stata costruita e utilizzata per calcolare una lista di multipli del pi greco). L'amica di Babbage, Ada Lovelace, viene usualmente considerata la prima programmatrice della storia anche se lavorò solo su una macchina teorica mentre Zuse fu il primo programmatore a lavorare realmente su una macchina funzionante.

L'ENIAC venne completato quattro anni dopo lo Z3. L'ENIAC utilizzava valvole termoioniche per implementare le commutazioni, lo Z3 utilizzava dei relè. L'ENIAC era decimale mentre lo Z3 era già binario. Nel 1948 programmare l'ENIAC voleva dire riscrivere il programma mentre lo Z3 poteva caricarlo da nastro perforato. Tutti gli attuali computer sono basati su transistor e non più su relè o valvole termoioniche, ma il disegno ricorda più lo Z3 che l'ENIAC.

Lo Z3 era dotato di un nastro dove memorizzare il programma. Il Manchester Baby (1948), il Manchester Mark I (1949) e l'EDSAC (1949) furono i primi computer a programma memorizzato della storia, un'idea frequentemente attribuita a un lavoro del 1945 di John von Neumann e colleghi (First draft of a report on the EDVAC). Un brevetto di Konrad Zuse tuttavia menzionava il concetto nel 1936, quasi un decennio prima, ma il brevetto venne respinto.

Lo Z3 permetteva di eseguire alcune operazioni legate alla gestione delle istruzioni in parallelo riducendo i tempi di elaborazione. È il primo esempio di sistema che sfrutta l'instruction level parallelism.”

(In wikipedia.org)

Konrad Zuse (Berlino, 22 giugno 1910 – Hünfeld, 18 dicembre 1995)

"Konrad Zuse, un brillante ingegnere e pioniere del computer, è nato a Berlino, in Germania nel 1910. Ha conseguito la laurea in ingegneria edile dalla Technische Hochschule di Berlino Charlottenburg nel 1935.

Il Dr. Zuse progettò e costruì Z3 COMPUTER dal 1938 al 1941, il primo computer programmabile perfettamente funzionante. Lo Z3 era composto da 2.200 relè funzionanti a una frequenza compresa tra i 5 e i 10 hertz. Il sistema utilizzava parole lunghe 22 bit. Le operazioni venivano eseguite da un'unita aritmetica in virgola mobile. La macchina venne completata nel 1941 (il 12 maggio dello stesso anno fu presentata a un pubblico di scienziati a Berlino). Il computer originale venne distrutto dagli alleati nel '44 durante un bombardamento alleato di Berlino. Una copia perfettamente funzionante venne realizzata negli anni '60 dalla Zuse KG e è in esposizione permanente al Deutsches Museum.

Lo Z3 utilizzava numeri binari e l'aritmetica in virgola mobile. Utilizzava,inoltre, una pellicola perforata come modalità di registrazione dei programmi. Era in grado di convertire da decimale a binario e viceversa.

Il lavoro pionieristico del Dr. Konrad Zuse nello sviluppo del computer non era molto conosciuto fino al 1965, quando le descrizioni del suo lavoro sono state tradote in inglese. I suoi primi computer hanno preceduto quelli costruiti da Howard Aiken, John V. Atanasoff, così come l'ENIAC, costruito da J. Presper Eckert e John Mauchly. Zuse era in grado di ottenere finanziamenti governativi per le sue ricerche computer, tuttavia la guerra bloccò le comunicazioni tra il suo lavoro e ciò che si sta facendo in altre parti del mondo.

I suoi primi computer sono stati originariamente chiamato V1, V2 e V3 ("V" per "Versuchsmodell" Tedesco per il modello sperimentale). In seguito ha cambiato la "V" a "Z" in modo da non essere confuso con razzi tedeschi V. Il successo dello Zuse Z3 lo si deve anche all'utilizzo del sistema binario. Questo sistema venne inventato tre secoli prima da Gottfried Leibniz; Boole in seguito lo utilizzo per sviluppare l'algebra di Boole. Nel 1937 Claude Shannon al MIT presentò l'idea di utilizzare l'algebra di Boode per descrivere il funzionamento dei circuiti basati su relè in un seminario sulla progettazione di circuiti digitali. Tuttavia Zuse ha sviluppato le intuizioni teoriche di Shannon e realizzato una macchina funzionante.

Lo Z3 permetteva di realizzare loop ma non supportava istruzioni di salto condizionato (anche se non sarebbe stato difficile inserirne una). Tuttavia esiste una possibilità di implementare una macchina di Turing universale con lo Z3 (assumendo un nastro di lunghezza infinita e nessuna possibilità di errore), questa possibilità è stata dimostrata nel 1998. Il metodo utilizzato è scomodo ma la macchina di Turing è un dispositivo scomodo da utilizzare. È nata per essere universale e semplice da utilizzare per dimostrare teoremi non per essere utilizzata con programmi reali.”

(In informaticaitaliana.blogspot.com)

Z3, il primo computer al mondo completamente programmabile e completamente automatico 

Konrad Zuse (Berlino, 22 giugno 1910 - Hünfeld, 18 dicembre 1995) informatico e ingegnere tedesco e viene considerato come l'inventore del computer moderno. Nei difficili anni della Repubblica di Weimar si mantenne agli studi vendendo propri quadri in stile futurista secondo la tendenza dell'epoca; coltivò poi la pittura come hobby per tutta la vita. Divenuto giovane ingegnere aeronautico, avrebbe voluto affermarsi come progettista, approfittando del grande sviluppo dell'aviazione militare tedesca legato all'ascesa del nazismo. Iniziò ad interessarsi all'informatica per poter eseguire in fretta e senza fatica i molti e complessi calcoli necessari per la progettazione dei velivoli. Fu così che Zuse intraprese nel 1936 la progettazione e la costruzione di una macchina in grado di eseguire calcoli velocemente, ma dotata di una certa versatilità d'uso.

Il prototipo dello Z1 venne costruito in casa dei genitori, che lo aiutarono economicamente, pur non vedendo di buon occhio questa sua nuova iniziativa. La prima macchina di Konrad Zuse presentava una struttura già molto simile a quella dei moderni computer: era programmabile, dotata di memoria e di un'autonoma unità di calcolo in virgola mobile basata sul sistema binario. Inoltre lo "Z1" funzionava ad una velocità di clock generata da un motore elettrico, regolabile manualmente con un potenziometro da un minimo di circa 0,3 cicli al secondo fino al massimo di 1 hertz, cioè un ciclo di calcolo al secondo.

Le istruzioni venivano immesse tramite un nastro di celluloide perforato simile ad una pellicola cinematografica da 35 mm, sul quale venivano poi scritte anche le risposte del calcolatore. La macchina di Zuse utilizzava la tecnologia elettromeccanica disponibile negli anni trenta, ed era basata su un originale sistema di memorie meccaniche costituite da piastrine metalliche scorrevoli sovrapposte e dotate di incastri a geometria variabile (sistema che Zuse brevettò nel 1936) azionate da un motore elettrico, che la rendevano simile nell'aspetto e nel suono prodotto ad una specie di grosso centralino telefonico poggiato su tavolo, anziché in verticale. Zuse la denominò inizialmente "V1", dove "V" è l'iniziale in tedesco di "Modello Sperimentale". Successivamente per non creare confusione con i più tristemente noti razzi di Von Braun, Zuse denominò la macchina "Z1", dall'iniziale del proprio nome. Tuttavia nonostante la genialità del progetto, la natura meccanica dei componenti determinava talvolta dei malfunzionamenti della macchina. Fu per questo che in seguito durante la seconda guerra mondiale Zuse iniziò ad utilizzare i relè, dapprima solo per le unità di calcolo della macchina Z2 (1938-1939), e successivamente per tutti i componenti della macchina Z3 (1939-1941).

Konrad Zuse (Berlino, 22 giugno 1910 – Hünfeld, 18 dicembre 1995)Il calcolatore "Z1", completato da Zuse nel 1938, deve essere considerato in assoluto come il primo computer moderno, avendo anticipato di alcuni anni il Colossus, realizzato nel 1944 dal geniale matematico inglese Alan Turing per la decifrazione dei messaggi prodotti dalla macchina Enigma, usata dalle forze armate tedesche per le comunicazioni militari durante la seconda guerra mondiale, nonché i primi enormi calcolatori programmabili a valvole prodotti in Inghilterra e negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni quaranta. A Konrad Zuse si deve anche l'invenzione del primo linguaggio di programmazione della storia, ideato per fornire le istruzioni allo "Z1": il Plankalkül.

Negli anni seguenti e soprattutto nel secondo dopoguerra Zuse proseguì i suoi studi realizzando macchine sempre più avanzate e perfezionate, e fondando una propria impresa di produzione di computer, la "Zuse KG", che ebbe un grande successo commerciale fino agli anni settanta.

Konrad Zuse venne insignito di molti prestigiosi premi scientifici internazionali, e gli vennero conferite molte lauree honoris causa dalle più importanti università del mondo. In Germania gli sono state intitolate molte strade, e persino una scuola porta il suo nome. Oggi molte delle sue macchine, originali o ricostruite da Zuse stesso negli anni ottanta come la Z1, sono conservate nel Museo della Tecnica di Berlino.

Konrad Zuse scomparve nel 1995, ed il figlio maggiore Hörst, insigne professore di informatica, ne onora ancora oggi la memoria avendo dedicato alla vita ed al lavoro del padre un interessante sito internet, nel quale è possibile anche ammirare in fotografia alcune delle opere artistiche di Zuse, che vennero esposte in diverse importanti mostre. Il convegno internazionale di Informatica del 1998 riconobbe a Konrad Zuse con il suo "Z1" il ruolo di inventore del primo computer programmabile "funzionante" della storia.”

(In wikipedia.org)

Immagini:

 

Una frase al giorno

“L’immaginazione consiste nel cercare di formulare ciò che si vorrebbe di migliore, tutto ciò che oltrepassa la realtà. Rischia dunque ciò che in seguito forse ti sembrerà assurdo. Così non avrai perduto il tuo tempo. Per me, l’arte, la musica soprattutto, consiste nell’elevarci il più lontano possibile da ciò che è”

(Gabriel Fauré, in “Correspondance”)

FAURÉ, Gabriel-Urbain - Musicista, nato a Pamiers (Ariège) il 12 maggio 1845, morto a Parigi il 4 novembre 1924 

FAURÉ, Gabriel-Urbain - Musicista, nato a Pamiers (Ariège) il 12 maggio 1845, morto a Parigi il 4 novembre 1924. Di famiglia non ricca, il F. iniziò i suoi studi musicali soltanto all'età di 16 anni, desiderandosi che egli non si desse alla musica prima di potervi riconoscere la sua vera vocazione. E, fors'anche per motivi consimili, il giovanetto non fu mandato a studiare al Conservatorio nazionale, ma alla gratuita scuola Niedermeyer di musica sacra. Quivi ebbe maestro lo stesso L. Niedermeyer, il Dietzsch e poi il Saint-Saëns, al quale ultimo egli conservò poi una fedele amicizia. Compiuti gli studî ebbe a Rennes un posto di organista che egli tenne per alcuni anni, fino a quando, cioè, non fu chiamato a Parigi quale organista titolare nella chiesa di Notre-Dame-de-Clignancourt. Nel medesimo tempo il F. entrava quale organista sostituto nella cattedrale di Notre Dame. A questo punto la sua carriera subisce una brusca interruzione, partendo egli, volontario, per la guerra franco-prussiana, nella quale ebbe occasione di segnalarsi in varie battaglie.

Gabriel FauréRitornato, dopo la guerra, a Parigi, accetta una cattedra alla scuola Niedermeyer, mentre riprende la sua attività di organista a Saint Honoré. Di qui egli passa presto alla chiesa, più importante, di Saint Sulpice e poi alla Madeleine, nella quale assume la carica di maestro di cappella (1877). Da questo momento in poi il F., il quale fin dal principio della sua carriera s'era dato con calma continuità alla composizione, vede aumentare rapidamente il suo prestigio. Tra i vari segni di questa sua ascesa vanno notate, oltre alla conquista del premio Cartier per la musica da camera (1885), la nomina ad insegnante di composizione al Conservatorio nazionale (al posto lasciato da J. Massenet nel 1896) e quella a direttore dello stesso istituto, conseguita nel 1905 in seguito alle dimissioni di T. Dubois. Nel medesimo anno 1905 il F. diventava membro dell'Istituto di Francia. Lasciata, nel 1920, la direzione del conservatorio di Parigi, nel 1922 ricevette una solenne manifestazione di omaggio a cura della Sorbona.

Alla figura del F. va riconosciuta, nello svolgimento storico della musica francese dei nostri tempi, un'importanza grandissima: nella sua opera d'insegnante non meno che in quella di compositore il F. ha potuto infatti mostrare in evidenza i caratteri tipici di una arte saldamente nazionale e nel tempo stesso superante i dati della tradizione. Come gli allievi diretti (tra gli altri L. Aubert, il Roger-Ducasse, G. Grovlez, R. Laparra, A. Casella, M. Ravel, F. Schmitt) così anche molti dei compositori suoi contemporanei hanno trovato nel suo esempio un sicuro orientamento. Propri dello stile di G. F. sono specialmente il gusto della preziosità (non però decorativa) nella scrittura, della raffinatezza armonica, confermata, più che smentita, dalla sua frequente audacia innovatrice, e della purezza melodica. Lontana dall'impressionismo in quel che è propriamente struttura, quest'arte riesce nondimeno a suggerire le più sottili e squisite vibrazioni di una raffinata sensibilità, in grazia di semplici ma appropriati tocchi sonori, di fuggevoli modulazioni, di sinuose inflessioni melodiche, sempre nel quadro d'una concisa e - nella sua tenuità - solidissima linea architettonica.”

(In www.treccani.it)

Gabriel Fauré

Ascoltare la sua musica: Gabriel Fauré, Pavane - op. 50

Teatro alla Scala di Milano
Orchestra Filarmonica della Scala
Direttore e vocalist: Bobby McFerrin

 

Un brano musicale al giorno

Franz Anton Hoffmeister, Viola Concerto in Si bemolle maggiore

1. Allegro con Spirito 0:00
2. Poco Adagio 8:09
3. Rondo. Allegro 15:04

Ashan Pillai, viola
Gulbenkian Orchestra, direttore Christopher Hogwood.

Franz Anton Hoffmeister (Rottenburg am Neckar, 12 maggio 1754 - Vienna, 9 febbraio 1812) compositore e editore musicale tedesco

Franz Anton Hoffmeister (Rottenburg am Neckar, 12 maggio 1754 - Vienna, 9 febbraio 1812) compositore e editore musicale tedesco. Si trasferì a Vienna nel 1768 per studiare diritto ma passò rapidamente allo studio della musica. Fu allievo del compositore Johann Georg Albrechtsberger, futuro insegnante di Ludwig van Beethoven. Hoffmeister pubblicò le sue prime sinfonie nel 1778 quando venne nominato maestro di cappella del conte ungherese Franz von Szécsényi.

Tornato a Vienna, dal 1784 si dedicò all'edizione delle sue opere oltre che a quelle di compositori come Haydn, Mozart, Beethoven, Clementi, Albrechtsberger, Dittersdorf e Vanhal.

Hoffmeister fu amico di Mozart che gli dedicò il suo quartetto per archi KV 499, e di Beethoven che lo chiamava "mio caro fratello".

Alcune sue opere vennero eseguite da Johann Peter Salomon, famoso concertista e impresario musicale, agli inizi degli anni 1790.”

(In wikipedia.org)

 


Ugo Brusaporco
Ugo Brusaporco

Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.

INFORMAZIONI

Ugo Brusaporco

e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.