I paesi dell’Est

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“OLTRE LA CORTINA DI FERRO” (pubblicato ad ottobre 2014). Sin dagli anni dei miei primi viaggi, i paesi dell’Est europeo mi attiravano sempre di più. Le affascinanti vicende de “Il dottor Zivago”, diviso dall'amore per due donne e coinvolto nella rivoluzione d’ottobre, furono a lungo osteggiate dal regime comunista. L’informazione occidentale, attraverso giornali, radio e televisione, dava l’impressione di diffondere pareri contrastanti sul tenore di vita delle popolazioni di quei paesi oltre la cortina di ferro. Eppure la Russia aveva contribuito a caro prezzo a sconfiggere il disegno nazifascista di sottomettere tutta l’Europa.

Negli ambienti di sinistra, si sentiva dire che l’Unione Sovietica era un modello di riferimento da seguire. Lavoro per tutti, la terra ai contadini, l’istruzione garantita, il trasporto collettivo, la tutela dell’ambiente e della salute, la qualità del tempo libero, la cultura, lo sport. Erano gli slogan di quell’epoca.

Ad essere sincero, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, fu la lettura di un diario di viaggio di un socio del dopolavoro ferroviario. Si trattava di un viaggio a Mosca, in Siberia e in alcuni paesi asiatici dell’Unione Sovietica. Mi ero fatto l’idea che in quei paesi, affascinanti e misteriosi del socialismo reale, tutto funzionasse al meglio.

I viaggi

A Budapest, la capitale magiara bagnata dal Danubio, conosciuta anche come “città romantica”, arrivai in pullman la prima volta, passando dalle parti del lago Balaton e attraverso la puszta ungherese. Si respirava già un’aria mitteleuropea. A Buda, nella parte alta e ricca di storia, c’era molto da vedere: castelli, chiese, palazzi e bastioni. Giù, a Pest, si estendeva l’immensa piazza degli Eroi e, poco distante, l’altissima statua di Lenin che si stagliava contro il cielo grigio. Con un po’ di fortuna, si potevano trovare dei localini tipici allietati dalla musica ciarda, dove poter gustare del buon gulasch col tocaj. Al mio ritorno c’arrivai col “treno dell’amicizia”, dopo una notte e un giorno. Fu un bis che feci volentieri. Poi ci ritornai dopo l’ingresso europeo dell’Ungheria.

Praga fu un amore a prima vista. Una città magica, con tutti quei palazzi in stile gotico, barocco e liberty, in sintonia tra loro. Si andava a piedi dalla Nove Mesto di piazza Venceslao, alla Stare Mesto del municipio con il celebre orologio astronomico e le viuzze tortuose del quartiere ebraico. Per poi raggiungere l’incantevole ponte Carlo con in fondo la stupenda torre arricchita dagli stemmi della Boemia. Tra le celebri statue del ponte pedonale, si poteva ammirare lo stupendo paesaggio in un susseguirsi di gotico intersecato al barocco: chiese, palazzi, tetti con abbaini, torri, cupole e guglie sottili. Più in alto: i verdi colli col castello, il palazzo reale dalle magnifiche sale e il vicolo dell’oro.

In una decina d’anni, a Praga andai ben sette volte. In una di queste, raggiunsi in treno anche Berlino Est, dove c’era da vedere un museo molto interessante.

Dulcis in fundo, la Russia di Leningrado e di San Pietroburgo. La prima volta fu verso la fine della “perestrojka”. Dopo il mio battesimo dell’aria fino a Mosca, durante la notte, mi capitò di attraversare in treno i monotoni territori della steppa e della taiga. La città degli zar, sulla foce del Neva, aveva conservato con cura il suo antico splendore. Il palazzo d’inverno, quello d’estate e il palazzo di Pushkin, custodivano tesori inestimabili. E poi la fortezza di Pietro e Paolo, simbolo orgoglioso della storica città; la cattedrale di San Isacco, la più sontuosa delle chiese locali con le numerose cupole colorate a forma di cipolla. Poi ci ritornai ancora due volte.

A Mosca avevo incontrato una poliziotta che faceva la guida nel tempo libero. Oltre alle visite ai musei, alla piazza Rossa e al Cremlino, grazie a lei, ebbi modo di constatare le precarie condizioni di vita degli abitanti della capitale. Erano dei piccoli segnali, ma sufficienti per capire che l’Unione Sovietica si stava sgretolando. Era finita un’epoca.

Storie dei tempi della “Perestroika”. Città romantiche che conservano un fascino originale!

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INFORMAZIONI

Sergio Virginio

Associazione DLF Udine
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Internet iviaggidisergio.wordpress.com