Nelle superiori col Progetto Scuola Ferrovia

Scuola Ferrovia
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Almeno fino ai primi anni Novanta, negli istituti tecnici industriali ad indirizzo Elettrotecnica si usava come libro di testo il famoso Olivieri-Ravelli. L’opera era composta di vari volumi e raggiungeva un carattere veramente enciclopedico; avevo avuto occasione di sfogliarla ma non ne ho mai avuto una copia dai rappresentanti, perché in quel periodo insegnavo soltanto Elettronica.

Ricordo che uno dei volumi dell’Olivieri-Ravelli dedicava un capitolo alla trazione elettrica (ma non sono sicuro che lo si svolgesse nelle classi). Quella rimane, probabilmente, l’ultima trattazione di un argomento ferroviario in un testo scolastico di Elettrotecnica. Infatti, negli anni successivi, da molti insegnanti l’Olivieri-Ravelli fu considerato troppo vasto e complesso e venne sostituito da testi più semplici e compatti, nei quali non si trattava più la trazione elettrica.

Va precisato che nell’anno scolastico 1996-’97 era andato a regime il Nuovo Ordinamento dell’istruzione tecnica, con l’accorpamento di alcuni indirizzi, la riduzione delle lezioni da 40 a 36 ore settimanali e la soppressione di alcune materie applicative: spariva ad esempio la materia “Costruzioni elettromeccaniche” come disciplina a sé e l’indirizzo “Telecomunicazioni” veniva fuso con quello di “Elettronica industriale”.

La successiva e più recente riforma della scuola italiana, nota come “Riforma Gelmini” e andata a regime nell’anno scolastico 2013-’14, ha ulteriormente accorpato indirizzi e materie e ridotto le ore settimanali di lezione da 36 a 32. Oggi un unico indirizzo, “Elettronica ed elettrotecnica” (EE), riunisce quelli che prima erano corsi di studio distinti, analogamente a quanto avviene per il nuovo indirizzo “Informatica e telecomunicazioni” (IT). Nessuna materia tocca più le applicazioni ferroviarie.

Tutto ciò deve essere tenuto presente nell’organizzare gli incontri con gli studenti delle superiori nell’ambito del Progetto Scuola Ferrovia. Infatti, se, da un lato, l’interesse degli allievi verso il mondo dei treni è per lo più vivo e motivato, d’altro lato le nostre presentazioni, articolate sull’armamento, dinamica della locomozione, mezzi di trazione, impianti di alimentazione, segnalamento e trasmissione delle informazioni, si sono talora rivelate complesse per il giovane uditorio, a detta degli stessi ragazzi.

La distribuzione degli argomenti scolastici nel triennio ci vincola a rivolgerci unicamente alle classi quinte. Ciò assodato, entriamo nel dettaglio degli indirizzi:

  • gli allievi “elettrici-elettronici”, riuniti ormai nello stesso corso, trattano l’elettronica di potenza tipicamente nella seconda parte dell’anno e studiano in sequenza i vari tipi di motori, nell’arco di vari mesi; perciò, nel parlare dei mezzi di trazione, è bene non dare per scontata alcuna nozione, neanche di base, soprattutto se l’incontro avviene nella prima metà dell’anno scolastico;
  • gli stessi allievi non hanno la materia Telecomunicazioni, rimasta nel solo corso IT, perciò non si possono dare per note neppure le nozioni più semplici di trasmissione delle informazioni;
  • di contro, gli allievi “informatici” del corso IT non affrontano, nel percorso di studio, l’elettronica di potenza né le macchine elettriche; ciò vale altresì per gli allievi “meccanici”.

 

I futuri incontri con le scuole ci forniranno spunti per migliorare le nostre iniziative, rendendole sempre più gradite e adatte alle esigenze delle classi. Intanto, per l’esperienza fin qui condotta, propongo le seguenti osservazioni:

  • conviene ridurre il numero degli argomenti trattati a non più di due per lezione, perché la capacità media di concentrazione dei ragazzi, come osservo nel mio lavoro quotidiano, è ridotta, soprattutto a fronte di temi del tutto nuovi, che richiedono più sforzo di comprensione;
  • è opportuno dare maggiore spazio ai settori che richiedono meno conoscenze propedeutiche: l’armamento, la dinamica della locomozione e il segnalamento (inteso come significato e aspetti dei segnali, non come impianti e circuiti, che sono troppo complessi);
  • per le restanti parti, si potrebbe produrre un filmato, o una nuova sequenza d’immagini, di taglio divulgativo, senza formule né grafici, comprensibile al maggior numero di studenti;
  • chi, di noi relatori del Progetto Scuola Ferrovia, è un perito tecnico (situazione ovviamente diffusa, vista la professione) deve considerare che le conoscenze e le competenze oggi fornite dagli istituti tecnici sono differenti da quelle previste dai programmi di trenta o più anni fa: oggi abbiamo più informatica, più cultura generale ma meno approfondimenti tecnologici.
  • Da ultimo, sarebbe interessante studiare un tipo di presentazione, ovviamente assai diversa dalle attuali, adatta a qualche indirizzo di liceo, ad esempio il Liceo delle scienze applicate, che comprende una materia di area scientifico-tecnologica in luogo del latino.

 

RINGRAZIAMENTI
Ringrazio i colleghi proff. M. Bertazzoni e G. Canepa per l’aiuto nel reperimento di informazioni sulle riforme scolastiche.

SCC Genova Sala Controllo

 

Marco Galaverna

Nato a Genova nel 1963, si è laureato in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Genova e presso il medesimo ateneo ha conseguito il Dottorato in Ingegneria Elettrotecnica. Dal 1989 fornisce supporto presso la stessa Università alle attività didattiche per diversi corsi attinenti all’Ingegneria dei Trasporti. Socio dal 1990 del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (C.I.F.I.) è stato Delegato della Sezione di Genova di tale Collegio dal 1998 al 2006. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche nel campo dell’Ingegneria dei Trasporti e del libro “Tecnologie dei trasporti e territorio” insieme al Prof. Giuseppe Sciutto. Dal 1992 è docente di Elettronica e materie affini presso l’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore Einaudi-Casaregis-Galilei di Genova.

 

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