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8 marzo 2021 - Da La Cicala, periodico di informazione dell’Associazione DLF Ancona, una anzi sei testimonianze dalle donne che nel Dopolavoro Ferroviario sono state elette nelle sedi territoriali alla carica di Presidente. L’intervista è stata ideata e curata da Tina Rubino, Presidente del DLF Ancona.

Come ti senti nel ruolo di Presidente? Rispondono le Presidenti delle Associazioni DLF di: Albenga, Ancona, Bolzano, Genova, Padova e Sulmona-L’Aquila

All’avvicinarsi della ricorrenza dell’8 marzo puntualmente ci si interroga sulla scarsa presenza femminile in Italia nei ruoli apicali delle istituzioni, dei c.d.a. e delle amministrazioni. E nella nostra Associazione?

Se nel Dopolavoro Ferroviario, nato nel 1925, dopo quasi 100 anni, oggi nel 2021, si contano solo 6, - state leggendo sei!- donne Presidenti contro i 95 uomini Presidenti, ed una sola donna nella Giunta Nazionale vuol dire che abbiamo ancora molta strada da fare.

Ho pensato di presentare le donne tramite la risposta all’unica domanda: Come ti senti nel ruolo di Presidente?

Per noi, donne presidenti, corrispondere alla richiesta di impegnarci, nonostante il lavoro per alcune e la famiglia per tutte, ha rappresentato e rappresenta un atto di generosità verso un’associazione maschile, un po’ vecchiotta, che va rinnovata a partire dal rapporto con chi vive all’interno dell’azienda ferroviaria; un’associazione di cui si apprezza anche la funzione civica e la presenza sul territorio.

Nelle risposte delle donne Presidenti emerge come siano state capaci di creare un clima positivo, basato sul rispetto reciproco, sull’empatia ed il riconoscimento delle qualità e competenze altrui. Si può dire che siano un modello di leadership positivo, scevro da ambizioni personali e di potere, anzi si percepisce una nota di meraviglia, quasi siano incredule di tanta benevolenza.

In realtà questa esperienza ha reso le nostre sei donne più audaci, consapevoli delle proprie risorse personali e speranzose verso il futuro. Ciò che in psicologia si chiama self empowerment e che è alla base della tanto agognata uguaglianza di genere. Ricordiamo che il rapporto 2018 di UN Women, l’agenzia delle Nazioni Unite dedicata a studiare la condizione femminile, afferma: “Raggiungere l’uguaglianza di genere non è solo un obiettivo importante in sé e per sé, ma anche un catalizzatore per raggiungere l'Agenda 2030 e un futuro sostenibile per tutti”.


Associazione DLF Albenga, Presidente Maria Vittoria Barroero

Maria Vittoria BarroeroCome mi sento nel ruolo di Presidente?

Il solo fatto di porre questa domanda significa che essere un Presidente donna è "diverso" e che il cammino verso la parità è ancora lungo.

Siamo solo sei donne Presidente fra tutte le associazioni DLF esistenti in Italia e, anche questo è significativo.

Le donne non vogliono o non possono mettersi in gioco? Secondo me, tutte e due le cose.

Sono Presidente del DLF di Albenga ormai dal 2002 e sono stati 20 anni di grande impegno ma anche di soddisfazioni e di arricchimento interiore.

Noi donne, purtroppo, siamo le nostre peggiori nemiche e accettiamo di buon grado di fare delle scelte: lavoro o famiglia, carriera o figli. Scelte che nessuno si permette di porre ad un uomo.

Per non parlare di impegno sociale: "una donna con famiglia NON ha tempo".

La mia esperienza, in questo senso, è stata più che positiva. Certamente non è facile conciliare lavoro, famiglia, impegno sociale, ma senz'altro non è impossibile e anche la vita di chi amiamo, dei nostri cari viene migliorata: marito e figli si responsabilizzano, imparano a rispettare le nostre scelte e ciò fa crescere la nostra autostima.

La mia esperienza come Presidente mi ha dato la possibilità di arricchire il mio tempo, di esprimermi culturalmente, di dare alla mia città eventi che hanno creato grande coinvolgimento da parte sia della gente, sia delle Istituzioni.

Ho avuto, nella mia vita e soprattutto in questi ultimi anni, periodi difficili e bui e sempre il mio impegno come Presidente mi ha aiutato a superarli.

Mia figlia, un giorno, mi ha detto: "mi hai insegnato che essere donna, moglie, madre, non deve far paura, anzi è una grande opportunità portare fuori dalla famiglia ciò che siamo e donarlo agli altri”.

 

Associazione DLF Ancona, Presidente Sabatina Rubino

Sabatina RubinoLa motivazione alla base del mio impegno nel DLF ha a che fare con l’aver prestato servizio nelle FS e aver sentito la categoria dei ferrovieri come una grande famiglia.

Al momento del pensionamento ho maturato un “debito di gratitudine” verso i ferrovieri ed ho deciso di servire nell’unica realtà trasversale al mondo ferroviario ormai spezzettato in tante società.

Nel 2011 quando ho accettato la proposta di subentrare nella presidenza, pur essendo già coinvolta quale consigliere del DLF, ho temuto di non avere il temperamento per imprimere un cambiamento allo stile di lavoro. Avrei voluto maggiore collaborazione e collegialità nel prendere decisioni.

La pretesa di voler condividere le responsabilità delle scelte ha prodotto il forzoso azzeramento del precedente consiglio, esperienza vissuta da me con senso di colpa, attenuato dal sostegno del DLF Nazionale e del mio sindacato che mi hanno spinto a non gettare la spugna, ad aver fiducia in me e ad attingere alle risorse di tenacia e perseveranza.

Innestato il cambiamento, nel tempo sono diventata un punto di riferimento per tutti e la mia costante presenza è servita a smussare gli attriti e a facilitare l’impegno di consiglieri e collaboratori. Godo di apprezzamento, stima e finanche affetto che a volte mi imbarazza. È raro che un uomo possa essere oggetto di tale varietà di manifestazioni di benevolenza.

Auspico che altre donne, lavoratrici in FS, prendano spunto dalla mia esperienza di donna Presidente per maturare la consapevolezza che questo ruolo può essere ricoperto e vissuto senza rinunciare alla propria diversità di genere e con questa riflessione decidere di proporsi alle prossime elezioni.

 

Associazione DLF Bolzano, Presidente Milena Parisi

Milena ParisiEssere donna, figlia, mamma, lavoratrice mi ha facilitato nelle relazioni, nella comunicazione, nella capacità di ascolto e di dialogo sia nel gruppo di lavoro sia nelle relazioni con le nostre/i associate/i.

La scelta vincente di avere nel direttivo un'altra donna con cui condividere sempre il mio pensiero e dei collaboratori capaci, disponibili ed empatici hanno contribuito ad alleggerire il mio ruolo ed a creare un clima positivo e collaborativo. Il mondo del DLF è un mondo prettamente maschile. Ricordo la mia timida entrata nel DLF, la mia prima riunione nazionale. Noi donne ci contavamo su una mano, ma forse anche su tre dita. Ricordo che in quell'occasione il mio sorriso ha superato la mia timidezza e il sorriso è stato il mio passepartout per entrare in un mondo a me sconosciuto e fatto di quasi solo uomini.

Posso senz'altro dire che in tutti questi anni sono stata accolta, benvoluta ed anche apprezzata. Ho trovato un mondo maschile ma un mondo molto famigliare. Ho avuto modo di imparare da uomini molto più "tecnici" di me e di crescere.

Ma ciò non toglie che il Dopolavoro Ferroviario sia nato nel 1925 e che nel 2021 si contino solo 6 presidenti donna contro 95 presidenti uomo. Nel DLF i ruoli dirigenziali sono ancora assegnati prioritariamente agli uomini e questo ci dice che abbiamo ancora molta strada da fare.

Non è una critica ma uno stimolo per tutte, per tutti.

Anche il mondo ferroviario era totalmente maschile ma negli ultimi decenni la situazione è decisamente cambiata. Cambierà anche nel DLF?

Ce la faremo e sarà meglio e più bello per tutti!

 

Associazione DLF Genova, Presidente Rosaria Augello

Rosaria AugelloL'inizio non è stato semplice: il DLF di Genova è una realtà non certo piccolissima. Dodici anni fa avevamo 7000 iscritti, le attività erano numerose e non c'erano prescrizioni, regolamenti o leggi che, di fatto, negli anni a venire hanno impedito alle Associazioni DLF di continuare ad occuparsi di tutto, dallo sport, alla gestione delle mense, al volontariato, cultura ecc.

Oggi le Associazioni DLF hanno le stesse responsabilità civili e penali di tutte le altre imprese. Oggi abbiamo 2500 iscritti e un indotto di almeno altri 5000 cittadini che si rivolgono al DLF perché punto di riferimento dell'intera città.

Non è stato facile per me, proprio perché donna. Lo stesso "mio sindacato" pensava che fossi fragile, che non avessi abbastanza grinta da affrontare un mondo tipicamente maschile.

Beh! Si sono ricreduti!

La questione, a mio parere, è che non ci sono pari opportunità alla partenza. Viste le liste dei molti candidati uomini e delle poche donne alle elezioni DLF, ad esempio, per me non ha senso parlare di presidenza al femminile o al maschile.

Fondamentale, certo, è essere capaci senza rinunciare alla propria femminilità.

 

Associazione DLF Padova, Presidente Anna Maria Varroto

Anna Maria VarrotoPresidente DLF Padova dal 2009: dipendente Trenitalia in servizio, allora come tuttora, ho accettato la proposta dal Presidente uscente come una sfida. Non ci ho pensato molto, nonostante il DLF lo conoscessi solo come socio, non avevo mai fatto parte di alcun direttivo; tuttavia, ho ritenuto che uno spazio dopo il lavoro, la famiglia i figli, lo avrei trovato. È stata una sfida personale, non tanto per rompere con i decenni di “reggenze” maschili, ma perché credevo veramente di poter portare un po' di innovazione, non tanto come donna, ma soprattutto per far sentire la voce di chi viveva l’azienda da dentro.

Non sono stati anni facili, sono entrata in un mondo che si era un po' chiuso e fossilizzato. Rompere certi schemi è stato arduo, ma una cosa è certa, non ho mai percepito nei miei confronti una benché minima differenza di genere. Anzi per anni abbiamo collaborato con associazioni che si occupano della tutela di donne vittime della violenza e mai mi è mancato il consenso verso queste iniziative di solidarietà, soprattutto mai è venuto meno il rispetto nei miei confronti, verso il mio impegno lavorativo e quindi la gestione del DLF, spesso da remoto.

La difficoltà maggiore in questo ruolo è, soprattutto nei momenti di crisi come questo, a causa del maggior impegno dovuto in azienda, di dover relegare l’attività DLF ai margini delle mie giornate, a non poter vedere e condividere con gli ormai pochi collaboratori, per lo più anziani, programmi e potenziali obiettivi.

Con il senno di poi? Non credo lo rifarei, non certo perché donna, ma perché è un’attività che merita troppo rispetto: l’associazionismo in genere merita un’attenzione assidua e proficua, è la nostra grande ricchezza e una grande potenzialità, richiede un impegno che chi è in servizio difficilmente riesce a garantire.

Un’esperienza che mi ha insegnato molto e che mi ha dato l’opportunità di conoscere e di sentirmi circondata da PERSONE speciali.

 

Associazione DLF Sulmona-L’Aquila, Presidente Franca Festa

Franca FestaColgo l’invito a rispondere alla tua domanda di “Come mi sento nel ruolo di Presidente”.

Sono passati 25 anni da quando, sospinta dalla mia organizzazione sindacale e dalla consapevolezza che lo spazio ed un ruolo noi donne se vogliamo ce lo possiamo e dobbiamo conquistare, ho scelto di accettare l’incarico di Presidente. Mi ritengo fortunata, perché ho potuto svolgere e svolgo un lavoro che amo.

Erano altri tempi, una Presidente donna tra mille consiglieri uomini, l’inizio di un modo diverso di guardare il DLF, una vera rivoluzione che speravo cambiasse le abitudini più radicate dando nuova cultura, nuovi valori, nuovo senso comune.

Accolta e protetta, giudicata per il mio operato non in quanto uomo o donna, seguita e stimata, un valore aggiunto per la nostra associazione perché sicuramente una donna tende a essere più pratica e coinvolgente, forse più capace di sbrogliare i nodi del presente ed arrivare unitamente alla risoluzione dei problemi.

Oggi però, a parlarti delle nostre sensazioni, purtroppo siamo ancora solo in sei, ciò dimostra che non è sempre facile farsi riconoscere un ruolo. È nostro compito facilitare ed agevolare la partecipazione delle donne nelle nostre attività, considerandole una risorsa aggiunta e soprattutto promuovendo nel mondo dei ferrovieri la presa di coscienza del fatto che le donne nella loro specificità possano rivestire un ruolo nell’associazionismo. Ancor più in questo momento di difficoltà bisogna far emergere le nostre capacità e attitudini tra cui la maggiore disponibilità ad affrontare i cambiamenti che si sono resi e si renderanno necessari. Sarà possibile dimostrare la nostra resilienza e mettendoci in gioco ci potremo riorganizzare e ripartire continuando ad offrire uno sguardo positivo di speranza e reattività verso il futuro.

 

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