Genova, venerdì 5 ottobre 2018: inaugurazione della nuova sede del Dopolavoro Ferroviario - Il caso ha voluto che all’inizio di luglio si fosse appena concluso il trasloco nei nuovi spazi accanto al cinema Albatros, in Via Roggerone, tra Certosa e Rivarolo e che un mese e mezzo dopo, il Dopolavoro Ferroviario, storica struttura genovese del tempo libero e anche dell’impegno sportivo e solidale non solo dei ferrovieri, con il crollo del viadotto Morandi si sia trovato ad essere un avamposto in Valpolcevera.
E adesso, spiega Rosaria Augello, presidente del DLF Genova, un’inaugurazione vera e propria - venerdì 5 ottobre alle ore 11 - sarà l’occasione per “pensare in grande e ridare dignità a quelle che chiamano periferie”.
Rosaria Augello, come mai la scelta della Vapolcevera?
“Per molte ragioni. La vecchia sede a Piazza Principe, passata a Grandi Stazioni, aveva un costo proibitivo. Abbiamo trovato uno spazio in Via Balbi, ma era piccolo e di difficile accesso per molti anziani a causa di una ripida e lunga scala. La Valpolcevera è una scelta precisa: qui ci sono uffici decentrati, con 600 persone che ora lavorano a Teglia, ad esempio; e i ferrovieri sono moltissimi. Basti pensare alle case di Via Porro, quelle interessate dal crollo... Gran parte dei nostri 3000 iscritti, persone di tutte le estrazioni sociali e non solo ferrovieri, vive nella vallata. Inoltre, abbiamo pensato quanto fosse fondamentale andare verso le periferie, dare un supporto anche culturale e offrire servizi in una zona che ne ha pochi”.
Una decisione precisa, poi c’è stato il crollo del ponte. Cosa è cambiato nei vostri programmi?
“Nostro malgrado e per fortuna siamo diventati un punto di riferimento. Abbiamo iniziato le attività consuete, dai corsi di fotografia e di pittura a quelli sportivi, in collaborazione con Sport&Go al Paladonbosco, Garden Tennis e il Circolo Nautico di Vesima, oltre a molto altro. Ma, soprattutto, in questo grande spazio accanto al cinema Albatros forniamo servizi di ogni genere: dalla vendita di biglietti scontati per l’Acquario alla biblioteca, con 5.000 volumi, dalla sala per riunioni di 70-80 persone ai corsi di lingue straniere. L’elemento fondamentale è proprio il posto in cui adesso siamo, tra l’unico cinema della vallata e la Biblioteca Cervetto: penso che qui si possa costruire un progetto di animazione culturale forte, che non a caso abbiamo chiamato 'Lo scoglio dell’Albatros'. Un posto dove ci si può incontrare, a cui fare riferimento”.
L’Albatros non è più solo un cinema, quindi, ma un presidio dal quale osservare il mare e, possibilmente, superarlo...
“Albatros è il nome del cinema che funziona tutti i giorni in una sala da 200 posti dove, peraltro, la scorsa settimana si è discusso del futuro del ponte con il sindaco Bucci e la segretaria CGIL Camusso. Ma è chiaro che è un simbolo. Abbiamo la possibilità di mettere a disposizione gli spazi per attività culturali, sociali, di aggregazione. Ripeto, per quelle che qualcuno chiama periferie bisogna poter pensare in grande. Noi siamo tutti volontari, ma spero che non saremo soli.”
(Di Donatella Alfonso, Repubblica, 4 ottobre 2018)
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