L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Anno II. La rubrica ospita il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...
Un film al giorno
ROPE (Nodo alla gola, USA, 1948), diretto e prodotto da Alfred Hitchcock. Tratto dal lavoro teatrale di Patrick Hamilton e da un fatto di cronaca nera: l'uccisione di Leopold Loe. Sceneggiatura: Arthur Laurents, Hume Cronyn. Fotografia: William V. Skall, Joseph A. Valentine. Musiche: Leo S. Forbstein - musica basata sul tema del "Movimento Perpetuo n. 1" di Francis Poulenc. Montaggio: William H. Ziegler Con: James Stewart (Rupert Cadell), John Dall (Brandon Shaw), Farley Granger (Philip Charles), Cedric Hardwicke (Mr. Kentley), Constance Collier (Mrs. Atwater), Joan Chandler (Janet Walker), Douglas Dick (Kenneth Lawrence), Edith Evanson (Mrs. Wilson), Dick Hogan (David Kentley).
Poco prima di un ricevimento nel loro appartamento a New York, Brandon Shaw e Phillip Morgan, due giovani raffinati presunti omosessuali e conviventi, nel corso di una lite uccidono strangolandolo con una corda l'amico David Kentley, giunto in anticipo all'appuntamento, e ne nascondono il corpo in un baule antico sul quale, per evitare che possa essere aperto, viene preparata la tavola per il party. Nonostante l'accaduto s'inizia la festa, a cui sono stati invitati anche il padre del ragazzo ucciso, la sua fidanzata Janet Walker e il suo ex migliore amico Kenneth, che in precedenza aveva avuto una relazione con Janet. Brandon ha invitato anche il loro ex professore Rupert Cadell, ammirato per le sue teorie sulla relatività dei concetti di bene e male e sull'omicidio come privilegio riservato a pochi eletti. Brandon, ormai eccitato dalla situazione imprevista e drammatica, non perde occasione per far battute a doppio senso in modo da dimostrare la sua superiorità intellettuale, sperando che il professore le colga e apprezzi il gesto da lui compiuto. Phillip invece si abbandona all'alcool per tentare inutilmente di nascondere il suo nervosismo: è pentito di quel che ha fatto, ha paura di essere scoperto e, in alcuni momenti, questo fa vacillare la sua sudditanza psicologica nei confronti del disinvolto Brandon. Mentre tutti gli invitati si interrogano sull'assenza di David e se ne preoccupano, Brandon si diverte a cercare di far cadere Janet nelle braccia del suo ex fidanzato Kenneth. Cadell intuisce che è avvenuto qualcosa di grave e cerca conferme ai suoi sospetti. Ritornato in casa con un pretesto dopo la fine della festa, il professore induce Brandon a confessare e poi condanna le sue azioni, assicurando i due assassini alla giustizia.
Film decisivo, film-esperimento, film-svolta, Nodo alla gola è tanto famoso quanto poco visto. Molti sanno che si tratta del paradigma del piano-sequenza, girato, senza effettuare tagli, con tutte riprese di 10 minuti ciascuna: utilizzando cioè solo il tempo di durata del caricatore, 300 metri di pellicola. Pochi, invece, immaginano che il film è dedicato allo smontaggio di un'idea nicciana e superomistica dell'«atto superfluo», allo psicodramma di un assassinio «ispirato» a Dostojewski, Gide e Poe. La superiorità «ideologica» e intellettuale dei due ricchi snob vuole arrogarsi il diritto di eliminare l'amico «insignificante», che vuole sposare un altro essere insignificante e che soprattutto vuole sposare una donna. Il mosaico si compone a partire da questa piccola ma micidiale reazione a catena: applicazione di una teoria (ricorrente) alla pratica, più frustrazione amicale, più revanche omosessuale. La commedia teatrale su cui si basava il film si svolgeva in tempo reale, e l'azione non prevedeva i tradizionali intervalli; per ottenere sullo schermo l'effetto cronologico continuato, Hitchcock dovette pianificare i sia pur minimi spostamenti della macchina da presa ed «inventarsi» un metodo per non ricorrere al montaggio: facendo passare un personaggio davanti all'obiettivo per oscurarlo proprio nel momento preciso in cui la pellicola del caricatore finiva («Così c'era un primissimo piano sulla giacca di un personaggio e all'inizio della bobina successiva si riprendeva ancora col primissimo piano sulla sua giacca»).
Ci troviamo di fronte ad un'esemplare soluzione di problemi scenografici, squisitamente teatrali: tutto il film si svolge nell'ambito di un ingresso, un soggiorno e un angolo di cucina, e, sullo sfondo, una grande vetrata «apre» la prospettiva sul cielo e sui grattacieli newyorkesi. La natura sperimentale della produzione (per la prima volta, inoltre, Hitchcock lavorava col colore) significò un milione e mezzo di dollari in quanto a costi, aggravati da alcuni errori commessi dall'operatore (un tramonto arancione costrinse il regista a rifare le ultime cinque bobine) e dall'esorbitante compenso (300.000 dollari) pagato a James Stewart. Il pauperismo ambientale, insomma, si tramutò in palestra tecnica di primaria importanza cinematografica e industriale.
Ispirato ad un «caso» di cronaca nera di duraturo scalpore (il delitto Leopold-Loeb), Nodo alla gola esclude l'improvvisazione e s'affida ad un ritmo cadenzato, ad una fissità angosciosa che pietrifica a poco a poco la suspense in percorso obbligato alla perdizione. La gratuità del crimine e la sfida antisociale raggiungono una macabra durezza: nella cassapanca, che diventa il fulcro della messa in scena, giace il cadavere, cioè la sostanza blasfema e disumana del ragionamento; ma nel cocktail, affollato da ignari partecipanti, i bluff di Brandon avvolgono il misfatto - la sua concretezza agghiacciante - in una rete indistruttibile di sofismi logici. Il doppiofondo morale degli studenti-boia fa «esplodere», in un certo senso; - l'innocente complicità del professor Cadell: il quale rinnega i propri postulati filosofici man mano che accetta le provocazioni dialettiche. Alle spalle di questo simposio, oscillante tra false apparenze e nette evidenze, la giornata trascorre da un assolato pomeriggio al crepuscolo alla notte, trapunta di luci metropolitane: paesaggio «finto» (come la normalità della situazione) ed insieme contrappunto dell'unità di tempo, di luogo e d'azione, nel segno stilistico della tragedia classica.
Per realizzare il film furono necessari solo diciotto giorni di riprese, ma Nodo alla gola è considerato addirittura metafora centrale del cinema hitchcockiano: pensiamo alla continuità della bobina di pellicola, srotolabile linearmente proprio come l'interminabile inquadratura, dai raccordi invisibili, che «contiene» la vicenda. Certo, l'opera di Sir Alfred è tutta giocata sulla frammentazione e sul virtuosismo del montaggio (e Gli uccelli è l'antitesi esatta di Nodo alla gola), ma quest'esperienza spericolata serve benissimo a svelare il sostrato unitario e omogeneo, rigidamente «incatenato», di un racconto hitchcockiano.
Gli «eroi» del mortuario balletto sono John Dall e Farley Granger: due volti persino biechi nella loro liscia proprietà espressiva, nella loro eleganza, più che volgarmente omosessuale, viziosa. Al primo è affidato il compito di condurre praticamente il gioco, da croupier nichilista che tenta di barare al suo stesso tavolo; al secondo, uno show nevrotico di pause e di occhiate, culminate nella splendida scena in cui suona il piano per scaricare la tensione.
Una battuta del dialogo li inchioda definitivamente: «Voi scegliete spesso delle parole per il loro suono piuttosto che per il loro significato». James Stewart, all'esordio hitchcockiano, è ancora compresso da un understatement imperfetto: ma la sua intelligenza scenica gli permette un'andatura sorniona, sospesa tra ingenuità e determinazione, ed un surplus ironico solo apparentemente fuori registro. I suoi primi piani sono pour cause caratterizzati dalla curiosità, carta vincente in una comunità che, al massimo, concepisce sentimenti di sospetto e di preoccupazione. L'imprevedibilità delle situazioni è accentuata dalla sua presenza disinvolta; l'esito del puzzle, legato alla minaccia involontaria di cui è portatore.
Resta impresso di forza il climax finale, tipica partitura di corrispondenze ipnotiche: gli ospiti escono, Brandon e Charles sono frustati dallo squillo di telefono che annuncia il ritorno del professore, la verità è «pronunciata» («lui era migliore di voi...»), un colpo di pistola lacera l'aria della notte, le sirene della polizia squarciano finalmente la cappa paralizzante di una pace perversa. Nodo alla gola, con la sua catarsi sonora, stabilisce il trionfo della verità (del «fuori») sull'apparenza (del «dentro»).
(Natalino Bruzzone, Valerio Caprara, I film di Alfred Hitchcock, Gremese Editore, 1982)
Il film: Rope, 1948
Una poesia al giorno
Quello che veramente ami rimane, di Ezra Pound (da “Canti Pisani” - Canto LXXXI)
What thou lovest well remains,
the rest is dross
What thou lov’st well shall not be reft from thee
What thou lov’st well is thy true heritage
Whose world, or mine or theirs
or is it of none?
First came the seen, then thus the palpable
Elysium, though it were in the halls of hell,
What thou lovest well is thy true heritage
The ant’s a centaur in his dragon world.
Pull down thy vanity, it is not man
Made courage, or made order, or made grace,
Pull down thy vanity, I say pull down.
Learn of the green world what can be thy place
In scaled invention or true artistry,
Pull down they vanity,
Paquin pull down!
The green casque has outdone your elegance.
“master thyself, then others shall thee beare”
Pull down thy vanity
Thou art a beaten dog beneath the hail,
A swollen magpie in a fitful sun,
Half black half white
Nor knowst’ou wing from tail
Pull down thy vanity
Fostered in falsity,
Pull down thy vanity,
Rathe to destroy, niggard in charity,
Pull down thy vanity,
I say pull down.
But to have done instead of not doing
this is not vanity
To have, with decency, knocked
That a Blunt should open
To have gathered from the air a live tradition
or from a fine old eye the unconquered flame
This is not vanity.
Here error is all in the not done,
all in the diffidence that faltered
Quello che veramente ami rimane,
il resto è scorie
Quello che veramente ami non ti sarà strappato
Quello che veramente ami è la tua vera eredità
Il mondo a chi appartiene, a me, a loro
o a nessuno?
Prima venne il visibile, quindi il palpabile
Elisio, sebbene fosse nelle dimore d’inferno,
Quello che veramente ami è la tua vera eredità
La formica è un centauro nel suo mondo di draghi.
Strappa da te la vanità, non fu l’uomo
A creare il coraggio, o l’ordine, o la grazia,
Strappa da te la vanità, ti dico strappala
Impara dal mondo verde quale sia il tuo luogo
Nella misura dell’invenzione, o nella vera abilità dell’artefice,
Strappa da te la vanità,
Paquin strappala!
Il casco verde ha vinto la tua eleganza.
“Dominati, e gli altri ti sopporteranno”
Strappa da te la vanità
Sei un cane bastonato sotto la grandine,
Una pica rigonfia in uno spasimo di sole,
Metà nero metà bianco
Né distingui un’ala da una coda
Strappa da te la vanità
Come son meschini i tuoi rancori
Nutriti di falsità.
Strappa da te la vanità,
Avido di distruggere, avaro di carità,
Strappa da te la vanità,
Ti dico strappala.
Ma avere fatto in luogo di non avere fatto
questa non è vanità. Avere, con discrezione, bussato
Perché un Blunt aprisse
Aver raccolto dal vento una tradizione viva
o da un bell’occhio antico la fiamma inviolata
Questa non è vanità.
Qui l’errore è in ciò che non si è fatto, nella diffidenza che fece
esitare.
19 febbraio 1949: Ezra Pound riceve il primo premio Bollingen in poesia dalla Bollingen Foundation e dalla Yale University.
Un fatto al giorno
19 febbraio 1986: massacro di Akkaraipattu. L'esercito dello Sri Lanka massacra 80 contadini tamil nello Sri Lanka orientale.
"Il massacro di Akkaraipattu è avvenuto il 19 febbraio 1986 quando circa 80 lavoratori agricoli tamil srilankesi sono stati presumibilmente uccisi dal personale dell'esercito dello Sri Lanka e i loro corpi bruciati nella provincia orientale dello Sri Lanka. Sebbene il presunto massacro sia avvenuto il 19 febbraio 1986, l'incidente è venuto alla luce solo pochi giorni dopo che i leader della comunità hanno visitato la remota località nei pressi della città di Akkaraipattu, dove sono stati fucilati i contadini. Secondo i leader della comunità, i contadini stavano battendo le risaie quando le truppe apparvero dalla vicina giungla sparando in aria. Le donne furono liberate, ma i soldati radunarono gli uomini, legarono le loro mani e li fecero sedere sulla strada. I contadini sono stati riportati alle risaie e fucilati. Diversi casi vuoti di munizioni sono stati trovati nel campo. Più tardi i corpi furono ammucchiati sopra il raccolto di riso secco e bruciati.
(Wikipedia)
Una frase al giorno
“Sono assolutamente conscio che non mi avete eletto come vostro presidente tramite voto, quindi vi chiedo di confermarmi con le vostre preghiere”.
(Gerald Rudolph Ford Jr)
Gerald Rudolph "Jerry" Ford Jr, nato Leslie Lynch King, Jr. (Omaha, 14 luglio 1913 - Rancho Mirage, 26 dicembre 2006), è stato un politico statunitense, 38° presidente degli Stati Uniti d'America dal 1974 al 1977. È stato l'unico a divenire Presidente senza essere stato eletto nemmeno come vicepresidente, venendo infatti nominato da Nixon alla seconda carica dell'Unione soltanto dopo le dimissioni del vicepresidente eletto con Nixon, Spiro Agnew.
Immagini:
- Gerald Ford Biography: U.S. President and Congressman
- A Time to Heal: Gerald Ford's America
Un brano musicale al giorno
Elfrida Andrée, Concerto Ouverture in Re maggiore (1873). Orchestra: Sveriges Radios Symfoniorkester. Direttore: Michael Bartosch
Elfrida Andrée (19 febbraio 1841 - 11 gennaio 1929) fu organista, compositrice e direttrice d'orchestra svedese.
Ugo Brusaporco
Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.
INFORMAZIONI
Ugo Brusaporco
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