MartRovereto, dal 26 ottobre 2012 al 2 febbraio 2014.
La magnifica ossessione sono 2.784 oggetti, un chilometro di cammino, 275 artisti, 418 dipinti, 144 disegni, 100 incisioni, 70 sculture, 11 film e video, 6 installazioni, 6 arazzi, 103 manifesti, 328 fotografie, 217 documenti, 1074 mail art, 64 libri d'artista, 20 modelli d'architettura, 78 multipli...
Il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto celebra i suoi primi dieci anni di vita attraverso una mostra che ridisegna la relazione delle sue collezioni con il pubblico, riflette sul proprio patrimonio e intraprende un modo inedito di osservarlo.
Si tratta di raccolte ricchissime che il Mart ha spesso presentato in prospettive tematiche, con focus di approfondimento di nuclei circoscritti. L’occasione del traguardo dei dieci anni è quello di costruire un panorama più esteso ed aperto sulla collezione, permettendo al pubblico di esplorarla nella sua integrità ed eterogeneità, secondo un’esperienza inaspettata.
Spesso il gusto orientato dalle ossessioni proprie di ogni collezionista ha guidato la costituzione e la crescita di molte delle raccolte donate o in deposito presso il Mart.
Da questa attitudine nasce “La magnifica ossessione”, una mostra per la quale il Mart ricorre in toto alle proprie professionalità interne, affidandone la curatela ad un vero lavoro di squadra dei suoi curatori e conservatori. Allo stesso tempo, l’esposizione racconta tutte le attività che riguardano le collezioni, la conservazione, il restauro, le relazioni istituzionali e lo studio, rivelando il proprio cuore pulsante, l’essere un organismo attivo e in perenne evoluzione.
“La magnifica ossessione” durerà quasi un anno intero, dal 26 ottobre 2012 al 6 ottobre 2013, e occuperà tutto il secondo piano del Mart.
Il visitatore potrà incontrare i protagonisti e le opere più significative dell’arte italiana e internazionale: dipinti, sculture, documenti d’archivio, grafica, fotografia, libri, rarità editoriali, manifesti, arte applicata e arredi, con sezioni dedicate sia ai capolavori del Museo, come quelli dell’avanguardia futurista, sia a opere meno note - ma altrettanto sorprendenti come quelle appartenenti all’arte italiana degli anni Trenta (Astrattismo, Architettura Razionalista, Mario Sironi, Giorgio De Chirico) o degli anni Sessanta e Settanta (Lucio Fontana, Pop Art, Poesia Visiva). La mostra ospita lavori pensati e realizzati da artisti contemporanei che interverranno offrendo il loro sguardo alla successione storica delle opere: Paco Cao, Liliana Moro, Emilio Isgrò e Agne Raceviciute sono i primi artisti invitati a confrontarsi con questa “magnifica ossessione”.
Il percorso ha quindi una scansione cronologica, che non va intesa come sequenza di tendenze e movimenti storicizzati, bensì come una visione inedita, aperta al tema della ricerca dell’identità stessa di un Museo che si è contraddistinto per la propria dinamicità: si parte dalle opere di Andrea Malfatti e attraverso l’irredentismo e l’irruzione della modernità si giunge alla “Trento Ellipse” di Richard Long, realizzata con pietre di porfido trentino.
Le opere saranno disposte senza gerarchie visive, mischiando le collezioni ed esaltando le differenze tra le categorie, attraverso uno slittamento temporale che vedrà dialogare i decenni, all’insegna delle “anticipazioni del futuro” offerte dal passato, o della “archeologia del presente” offerta dalla stessa attualità. Una rievocazione, in un certo senso, dello spirito dei salons ottocenteschi, esposizioni che rappresentavano un diverso modo di osservare le opere d’arte.
“La magnifica ossessione” propone una sensibilità prossima ai criteri del collezionismo e alle condizioni visive della realtà, piuttosto che alla presunta neutralità ed asetticità delle sale espositive moderne e contemporanee.
“La magnifica ossessione” ospita anche lavori pensati e realizzati da artisti contemporanei, che intervengono offrendo il loro sguardo alla successione storica delle opere: dalla residenza di Paco Cao agli special guest Emilio Isgrò, Liliana Moro, Christian Fogarolli, Paolo Meoni, Emanuele Becheri, Giuseppe Caccavale, Andrea Mastrovito e Michele Spanghero. Dal 22 giugno 2013 i nuovi artisti invitati a dialogare con l'allestimento sono Andrea Crosa, Christiane Löhr, Giulia Niccolai, Agne Raceviciute.
La magnifica ossessione. Autodidatta, rabdomante, auto da fé di opere. Succube o protagonista, collezione ricomposta, perturbante e conturbante, maniacale e feticista. Oscuro oggetto del desiderio. Segreto, condivisione, ebbrezza, festa. Vertigine della mescolanza. Una cura contro la dispersione, la confusione e la frammentarietà in cui versano le cose di questo mondo che dureranno più del nostro oblio e non sapranno mai che ce ne siamo andati. La magnifica ossessione: una storia dell'arte apocrifa secondo il Mart.LA MAGNIFICA OSSESSIONE Biografie artisti
Paco Cao. Nato nelle Asturie (Spagna), nel 1965, l’artista attualmente vive e lavora a New York dove si è trasferito negli anni Novanta, appena terminati gli studi di storia dell’arte. Cao opera, da subito, su differenti fronti artistici senza preferire nessun medium in particolare e connettendo varie discipline all’interno del suo lavoro. Spesso i suoi processi artistici coinvolgono la dimensione collettiva e le diverse identità culturali dei gruppi sociali. Sin dal primo provocatorio progetto Rent a Body (1993-98) ad uno degli ultimi lungometraggi El veneno del baile (2009), Cao ha spaziato dalla performance al cinema indagando i rapporti profondi che definiscono i fenomeni di aggregazione o di frammentazione socio-culturale. Tra i suoi più rilevanti progetti degli ultimi anni: Look-alike Contest Series (2001-2004), sul tema del ritratto individuale e pubblico, e Don’t touch the white woman (2006) che prosegue l’indagine sulla rappresentazione del sé e degli altri. Nel 2011 ha esposto alla ottava Mercosul Biennale e nella mostra Facets of Figuration al MoMA di New York.
Emilio Isgrò. Nato a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1937, Emilio Isgrò è fra i più poliedrici artisti e intellettuali critici della sua generazione. Celebre per le sue cancellature, opere che ottengono in negativo una rasura del testo iniziale, mediante ossessive e puntuali barrature nere che lasciano talvolta intravedere alcune parole, Isgrò si è inoltre dedicato alla Poesia, il giornalismo e la drammaturgia. Esordisce nei primi anni Sessanta inserendosi da subito nel filone di ricerche, fra immagine e testo, della Poesia Visiva, che anticipa già alcuni temi e intuizioni che saranno, successivamente, dell’Arte Concettuale. Nel corso degli anni, Isgrò esplora anche altri linguaggi delle arti visive sfociando nell’installazione e nella recente “scultura” il Seme d’arancio (1998) per la sua città natale. Sue mostre personali si sono recentemente tenute presso il Centro per l’Arte Contemporanea Pecci di Prato (2008), la Fondazione Marconi di Milano (2012) e nel complesso di Santa Maria dello Spasimo a Palermo (2000-2001). Nel 2007 Alberto Fiz ha raccolto in un volume antologico molti dei suoi scritti dal 1963 sino ad oggi.
Liliana Moro. Nata a Milano nel 1961, dove vive e lavora, Liliana Moro ha esordito nelle arti visive sul finire degli anni Ottanta, dopo aver studiato all’Accademia di Brera con Luciano Fabro. Nel fermento culturale milanese di quegli anni, Liliana Moro è fra i fondatori di uno degli spazi espositivi alternativi che rivitalizzò il clima culturale della città, quello di via Lazzaro Palazzi. Sin da subito, l’artista ottiene importanti riconoscimenti con l’invito alla IX Documenta di Kassel (1992) e alla Biennale di Venezia del 1993. Il suo lavoro non privilegia nessun media in particolare, esso si concentra sull’esperienza individuale dello spettatore che è spesso invitato a oltrepassare ciò che è reso visibile e ridotto all’essenziale dall’’artista. Tra le sue personali presso istituzioni pubbliche si ricordano quella all’ARC Museé d’Art Moderne di Parigi (1993), al MUHKA di Antwerpen (1996) ed all’Istituto di Cultura Italiana di Los Angeles (2007).
Agne Raceviciute. Nata a Klaipeda in Lituania nel 1988, vive e lavora a Venezia. Raceviciute opera attraverso la scultura e la fotografia, creando mediante il connubio di questi media un ambiente unico e di incerta decifrabilità. L’artista propone spesso una mise en scene fluttuante, velata, che chiede allo spettatore un responso emotivo dinanzi al paesaggio sconosciuto e sofisticato nel quale viene proiettato dalle sue installazioni. Appartenente alla più giovane generazione di artisti operanti in Italia, la sua prima mostra personale si è tenuta nel 2009.
Emanuele Becheri (Prato, 1973) lavora sull’idea di disegno e di traccia, come processo di contrasto fra luce e oscurità, ma si esprime anche attraverso video e la performance. Al Mart porterà alcune sue opere a parete che verranno allestite nella sala “La Conquista dello spazio”, dedicata all’arte italiana degli anni Cinquanta e Sessanta. I quadri della serie delle Impressioni di Becheri si basano infatti su un unico gesto creatore - erede dei “concetti spaziali” di Lucio Fontana: su una carta adesiva distesa e pressata su una parete, restano impressi segni non premeditati dalla volontà compositrice dell’autore.
Giuseppe Caccavale (Afragola, NA, 1960), formatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, è ora docente di Arti murali presso l’Ensac di Parigi, e non a caso la sua opera al Mart instaurerà uno speciale rapporto con la superficie parietale. Caccavale esporrà nella sala del “Segno inciso” l’opera Osso, una serie di disegni preparatori per affresco, realizzati su carta da spolvero e derivati da tecniche tradizionali. A Caccavale interessa il momento latente del disegno, la “costruzione scheletrica” da cui scaturisce, attraverso il trasferimento sul muro, la composizione finale dell’affresco.
Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978), si diploma presso l’Accademia Carrara di Bergamo nel 2001. Il suo percorso è costituito dalla reinvenzione degli spazi della pittura, sia in forma bidimensionale o più spesso ambientale, dove la carta rappresenta il medium privilegiato. La costante ricerca plastica di Mastrovito sul segno è declinata nella sala “Hollywood sul Tevere” con l’opera site specific Sotto il vestito niente, ma proprio niente: una bianca e sensuale Marilyn è mostrata sul punto di essere trascinata via dall’eccessiva intensità del getto d'aria dei ventilatori sottostanti. E’ un’installazione citazionista e ironica, chiaramente ispirata alla celebre scena del film Quando la moglie va in vacanza di Billy Wilder.
Michele Spanghero (Gorizia, 1979), conduce una ricerca che spazia liberamente tra percezione acustica e percezione visiva. Per il Mart, Spanghero presenta un progetto sonoro che mira a far “risuonare” le sculture della prima sala della mostra, la “Gipsoteca Malfatti”, ricavando dall’interno dei gessi dello scultore ottocentesco Andrea Malfatti un suono, che verrà diffuso nell’ambiente circostante. Il lavoro di Spanghero allude a quella coralità che la disposizione delle statue ottocentesche sembra suggerire ai nostri occhi.
INFORMAZIONI
MartRovereto
Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN)
Tel. 0464 438887
Numero Verde 800 397760
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Internet www.mart.trento.it
Orari
- mar-dom 10.00-18.00 ven 10.00-21.00
Tariffe
- Intero: 11 Euro
- Ridotto: 7 Euro
- Gratuito fino ai 14 anni
Ufficio stampa
Tel. 0464 454127-124
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