Trascorro la vita in treno, ho questa impressione. Per lavoro o per diletto e soprattutto per raggiungere il mio amore lontano viaggio spesso in treno. Diciamo che il treno è una delle “mie case”, considerando in senso lato come casa anche l’ufficio, in base alla quantità di tempo che ci passo…
Sono ferroviera e di Trenitalia sono pure cliente, assidua utilizzatrice del mio accesso online su trenitalia.com. Ogni tanto però mi piace chiacchierare con i colleghi della biglietteria, quando decido di acquistare biglietti facendo la fila allo sportello.
Mi è familiare il rituale del viaggio in treno: la valigia (piccola) da trasportare, l’arrivo in stazione, il tabellone delle partenze, il caffè al bar, la bottiglietta d’acqua, qualcosa da leggere… Riconosco la voce dall’altoparlante, mentre percorro il binario e la pubblicità passa sui monitor.
Gli elementi sempre ricorrenti, le cose in cui inevitabilmente succede di imbattersi, fanno sì che si notino le differenze e le somiglianze tra le stazioni ferroviarie, in bene e in male, come in una variazione infinita dello stesso tema.
Anche sulle carrozze le possibili combinazioni non finiscono mai: come sarà la mia poltrona? Da che parte sarà rivolta? Chi avrò accanto?
Pur nella sua multiforme realtà, mi capita di attribuire una particolare fisionomia all’umanità che popola stazioni e treni, diversa da quella che mi appare in aeroporto o in un’area di servizio sull’autostrada. Probabilmente sento più affine a me chi sceglie di viaggiare in treno, piuttosto che in aereo o in automobile. Io, curiosa dell’Italia, squattrinata ambientalista con lo zaino in spalla, scelgo il treno anche per inquinare di meno.
La cultura del treno mi appassiona, fin dal tempo del trenino Lima con cui giocavo. Vedere un plastico mi emoziona, così come visitare un museo ferroviario e annusare le vecchie locomotive.
Mi piace leggere la storia delle ferrovie, un patrimonio di esperienze che ha creato i suoi miti, ha affermato i suoi valori e a volte ha prodotto dei danni.
Mi entusiasmano le conquiste del movimento sindacale dei ferrovieri, mi commuove l’eroismo dei ferrovieri durante la guerra, resto ammirata di fronte alle ardite soluzioni tecnologiche di alcuni impianti, però non sono affatto d’accordo con la realizzazione del progetto TAV in Val di Susa contro la volontà delle popolazioni locali.
Luci e ombre. Buio in galleria e sole sui paesaggi che scorrono dal finestrino del treno che sfreccia. I binari portano lontano, sempre più velocemente. Da Roma a Milano in 2 ore e 15 minuti, annuncia la pubblicità del nuovo Frecciarossa 1000.
Intanto sul treno continuo a leggere, a scrivere, a sognare, a osservare tutti. Mi piace il mio lavoro, ma mi sarebbe piaciuto tanto anche guidarlo, il treno, guardare i segnali da lontano e le prospettive dei binari che cambiano in continuazione. E invece i treni li guido solo con la fantasia, da brava macchinista mancata.
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Donatella Olivieri
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