“L’amico del popolo”, 10 giugno 2017

L'amico del popolo
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L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Una nuova rubrica ospiterà il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...

Un film al giorno

MONDO CANE (Italia, 1962), regia di Gualtiero Jacopetti, Paolo Cavara e Franco Prosperi. Soggetto: Gualtiero Jacopetti, Paolo Cavara. Fotografia: Antonio Climati, Benito Frattari. Montaggio: Gualtiero Jacopetti. Musica: Nino Oliviero, Riz Ortolani.

“Tutte le scene che vedrete in questo film sono vere e sempre riprese dal vero. Se spesso saranno scene amare è perché molte cose sono amare su questa terra. D'altronde il dovere del cronista non è quello di addolcire la verità, ma di riferirla obbiettivamente”

(Cartello iniziale del film)

“Fu presentato in concorso al 15º Festival di Cannes, dove ottenne il premio per la migliore produzione (la Cineriz di Angelo Rizzoli) alla presenza degli autori. Il film ottenne un grande successo internazionale ed ebbe una nomination all'Oscar nel 1963 per il tema Ti guarderò nel cuore (in inglese, More) contenuto nella colonna sonora di Nino Oliviero e Riz Ortolani. Vinse il David di Donatello per la migliore produzione”.

(Wikipedia)

“Mi presi volentieri, andando a vedere Mondo cane, una soffice vacanza dai film a intreccio. Già mi aveva giovato, questa breve cura disintossicante, e fu quando mi concessi I nuovi angeli; ma che bilancetta di gioielliere sarebbe la mia, se non strizzassi l'occhio ad Alessandro Blasetti, il quale in fondo, con Europa di notte, instaurò il genere? Ciao, Sandro; io e te apparteniamo a una categoria di pionieri indubbi ma jellati: se nelle deserte e molli praterie ci fossimo addentrati noi, i pellerossa ci avrebbero tolto l'iniziativa e messi, nella più favorevole delle ipotesi, a languire in una riserva”.

(Giuseppe Marotta in MyMovies.it)

“Partendo dall'inaugurazione del monumento a Rodolfo Valentino a Castellaneta, passando per il resoconto della pesca alle perle e una serie di uccisioni di animali, il film non è altro che il reportage di avvenimenti curiosi e soprattutto orripilanti, scovati in varie nazioni del nostro pianeta. Fu il primo di una fortunata serie di documentari sensazionalistici negli anni Sessanta. Di pessimo gusto. Celebre colonna sonora di Riz Ortolani”

(FilmTV)

Mondo cane è considerato il capostipite di un filone cinematografico di documentari sensazionalisti, che prese il nome di mondo movie, volto a impressionare il pubblico mostrando usi e costumi insoliti, stravaganti e grotteschi delle etnie di tutto il mondo. Le immagini e l'onnipresente commento pseudo-sociologico fuori campo sottolineano ogni genere di dettaglio raccapricciante: mutilazioni all'interno di sette, asportazioni di organi genitali, lotte fra cani, cure medicinali alternative con l'uso di sangue e interiora animali”.

(laverabestia.org)

“Il genere dei mondo-movie nacque in Italia verso la fine degli anni Cinquanta. Prima di conoscere una controversa fama con Mondo Cane, grazie al sensazionalismo su cui il trio Cavara-Jacopetti-Prosperi puntò, uscì una manciata di altri titoli meno conosciuti: Europa di notte (1958) di Alessandro Blasetti, Il mondo di notte (1959) di Luigi Vanzi, Il mondo di notte numero 2 (1961) di Gianni Proia, America di notte (1961) di Giuseppe Maria Scotese, Mondo caldo di notte (1961) di Renzo Russo.
Dopo questa saga iniziale - che si potrebbe denominare “il filone dei mondo-movie di notte” - Mondo Cane fu il primo documentario a mostrare immagini scomode delle usanze delle popolazioni indigene, africane, orientali; proprio questa idea illuminante divenne in seguito il punto di forza del filone mondo-movie, tanto è vero che al giorno d’oggi, parlando di questo genere, spesso si intende parlare implicitamente (in una certa misura erroneamente) di pellicole altamente scioccanti; in realtà non tutti i mondo-movie presentano filmati atroci al limite dello snuff, ma è anche vero che probabilmente i più famosi ne fanno ampio uso. In Mondo Cane, sebbene all’inizio del film un incipit scritto ci avvisi che tutto quanto vedremo è stato filmato dal vivo, non tutte le scene sono reali, ma alcune sono state ricostruite o manipolate dai registi. Non ci è però dato sapere quali (anche se alcune si possono intuire), e ciò potrebbe aprire un dibattito sulla natura di Mondo Cane quale precursore dei mass media contemporanei, dal momento che per larghissima parte della popolazione mondiale è reale soltanto ciò che si vede al tg o si legge sui giornali; forse davvero il trio Cavara-Jacopetti-Prosperi fu tra i primi a intuire le potenzialità della comunicazione documentaristica nel panorama socio-politico contemporaneo, ma una disquisizione su tale argomento sarebbe invero troppo lunga e dispersiva da fare in questa sede.
Ad ogni modo, reali o no, molte scene in Mondo Cane sono davvero molto spettacolari (oltre che scioccanti): si pensi a quella girata sull’isola resa radioattiva dagli esperimenti nucleari statunitensi, con effetti incredibili sulla fauna locale (pesci che vivono sulla terraferma, gabbiani sterili, tartarughe marine cieche che anziché che raggiungere il mare si spingono sempre più verso il centro dell’isola agonizzando sempre più fino a morire). Si pensi alla scena conclusiva che mostra il culto di una tribù di indigeni che vedendo in cielo gli aerei cargo dei bianchi crede fermamente che siano i mezzi su cui gli antichi antenati ritorneranno da loro. Altre immagini sono fini al raccapriccio o comunque al sensazionalismo, spesso coadiuvato da una neanche troppo velata critica xenofoba (i cani cucinati in Cina, i serpenti in Thailandia, i maiali in Africa); tuttavia i tre registi spesso collegano comportamenti così barbari anche ad altri altrettanto deprecabili del mondo occidentale (primo tra tutti la corrida in Portogallo).
Se le usanze dei popoli lontani vengono per lo più denunciate a scopo meramente sensazionalistico (soprattutto quelle riguardanti le violenze sugli animali), quelle degli occidentali vengono invece più che altro ridicolizzate dal commento dei tre (gli ubriaconi in Germania, le anziane coppie americane in vacanza alle Hawaii). La critica all’Occidente diverrà comunque più accentuata nei Mondo Cane del 1985 e del 1988. In alcuni tratti si devia anche verso la sexploitation (la caccia all’uomo da parte di una tribù africana quasi interamente femminile, le avvenenti bagnine australiane addestrate a salvare e praticare la respirazione artificiale a degli uomini che si prestano al loro training). C’è questo e molto di più in questo gioiellino del genere, considerato quasi all’unanimità - a ragione - come il mondo-movie per eccellenza. E oltre alle immagini anche la musica, a cura di Riz Ortolani, è di livello superiore: al punto che More, il pezzo portante della colonna sonora, venne addirittura candidato agli Oscar”.

(bmoviezone.wordpress.com)

 

Una poesia al giorno

Thiếu nữ ngủ ngày di di Xuân Hương Hồ, poetessa vietnamita vissuta alla fine del 1700 durante la dinastia Lê. (In “Soffia il vento dell'est: Una poetessa vietnamita”)

Mùa hè hây hẩy gió nồm đông
Thiếu nữ nằm chơi quá giấc nồng

Lược trúc lỏng cài trên mái tóc
Yếm đào trễ xuống dưới nương long

Ðôi gò bông đảo sương còn ngậm
Môt lạch đào nguyên suô'i chưa thông
Quân tử dùng dằng đi chẳng dứt
Ði thì cũng dở ở không xong.

Una ragazza assopita in pieno giorno.

Tra i fremiti di una brezza d'estate,
appena distesa si assopì la fanciulla.

Il fermaglio dai capelli è scivolato,
il corpetto di porpora s'è aperto ed allentato.

Non gocce di rugiada sulle due colline del paese delle fate,
e la sorgente dei fiori del peccato ancor non sboccia.

Il gentiluomo, esitante, non riesce a staccarne lo sguardo;
andarsene una pena, sconveniente restare.

 

Un fatto al giorno

10 giugno 1924: I fascisti rapiscono e uccidono il leader italiano socialista Giacomo Matteotti a Roma. “Il 10 giugno 1924 intorno alle ore 16.15 Matteotti uscì di casa a piedi per dirigersi verso Montecitorio decidendo di percorrere il lungotevere Arnaldo da Brescia (per poi tagliare verso Montecitorio), piuttosto che incamminarsi lungo la Via Flaminia per poi raggiungere il Corso attraverso gli archi di Porta del Popolo. Qui, secondo le testimonianze dei due ragazzini presenti all'evento, era ferma un'auto con a bordo alcuni individui, poi in seguito identificati come i membri della polizia politica: Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo. Due degli aggressori appena si accorsero del parlamentare social-unitario gli balzarono addosso. Ciononostante Matteotti riuscì a divincolarsi buttandone uno a terra e rendendo necessario l'intervento di un terzo che lo stordì colpendolo al volto con un pugno. Gli altri due intervennero per caricarlo in macchina. In seguito i due ragazzini identificarono anche la vettura, da altri testimoni descritta semplicemente come "un'automobile, nera, elegante, chiusa", per una Lancia Kappa. I due ragazzini, avvicinatisi al veicolo, furono allontanati rudemente, poi la macchina ripartì ad alta velocità. Nel frattempo all'interno della vettura scoppiò una rissa furibonda e dall'abitacolo della vettura Matteotti riuscì a gettare fuori il suo tesserino da parlamentare che fu ritrovato da due contadini presso il Ponte del Risorgimento. Non riuscendo a tenerlo fermo Giuseppe Viola, dopo qualche tempo, estrasse un coltello e colpì Matteotti sotto l'ascella e al torace uccidendolo dopo un'agonia di diverse ore. Per sbarazzarsi del corpo i cinque girovagarono per la campagna romana, fino a raggiungere verso sera la Macchia della Quartarella, un bosco nel comune di Riano a 25 km da Roma. Qui, servendosi del cric dell'auto, seppellirono il cadavere piegato in due. Poi ritornarono a Roma dove lasciarono la vettura in un garage privato. Subito informarono Filippelli e De Bono degli avvenimenti e poi si allontanarono cercando di nascondersi”.

(Wikipedia)

  • Il film "il Delitto Matteotti", di Florestano Vancini, su youtube 

Giacomo Matteotti

Una frase al giorno

“L'economia e la finanza italiana nel loro complesso hanno continuato quel miglioramento e quella lenta ricostruzione delle devastazioni della guerra, che erano già cominciati ed avviati negli anni precedenti; ma ad opera di energie sane del paese, non per gli eccessi o le stravaganze della dominazione fascista; alla quale una sola cosa è certamente dovuta: che i profitti della speculazione e del capitalismo sono aumentati di tanto, di quanto sono diminuiti i compensi e le più piccole risorse della classe lavoratrice e dei ceti intermedi, che hanno perduta insieme ogni libertà e dignità di cittadini”.

(Giacomo Matteotti, dall'introduzione a “Un anno di dominazione fascista”)

 

Un brano al giorno

Martha Argerich suona Chopin sonata n° 2-3 

Martha Argerich

 

Ugo Brusaporco
Ugo Brusaporco

Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.

INFORMAZIONI

Ugo Brusaporco

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web www.brusaporco.org