“L’amico del popolo”, 10 ottobre 2017

L'amico del popolo
Grandezza Carattere

L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Una nuova rubrica ospiterà il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...

Un film al giorno

LES ÉQUILIBRISTES (Gli equilibristi, Francia, 1991), scritto e diretto da Nikos Papatakis. Fotografia: William Lubtchansky. Montaggio: Delphine Desfons. Musiche: Bruno Coulais Con: Agnes Aubert, Jean Gilles Barbier, Yannick Becquelin, Philippe Cal, Lilah Dadi, Juliette Degenne, Serge Djen, Bernard Farcy, Laurent Hannequin, Luc Kienzel, Mathias Jung, Emmanuel Jourant Briquet, Doris Kunstmann, Jacques Labarriere, Guy Louret, Michel Novak, Olivier Pajot, Michel Palmer, Michel Piccoli, Pascal Ricuort, Nathalie Sevilla, Emiliano Suarez, Polly Walker, Patrick Mille.

Marcel Spadice, poeta e drammaturgo, cerca di sedurre un valletto di pista del circo che sogna di diventare un equilibrista. Per lo scrittore, il circo è sempre stato fonte d'ispirazione, così decide di diventare l'allenatore del valletto per poter penetrare in questo mondo per lui così magico.

“Presentato alla Mostra di Venezia, tratto da uno scritto di Genet. Marcel Spadice è uno scrittore e poeta che si innamora di un ragazzo che fa le pulizie sotto una tenda circense. Usando un'amica quale mediatrice, l'uomo avrà un rapporto d'amore e di lavoro col ragazzo, fino a spremerlo come un limone e poi gettarlo. Grande interpretazione di Michel Piccoli e discreta la regia”.

(Sky cinema)

“Lo scrittore Marcel Spadice, interpretato da Michel Piccoli, è l’ombra di Jean Genet. Nikos Papatakis dedica il suo ultimo film all’amico di una vita, e al suo canto d’amore eseguito con passo danzante. Il funambolo Franz-Ali, il giovane amato dal poeta, incarna un sentimento che sfida la pesantezza del mondo stando pericolosamente in bilico sul filo della diversità: quell’equilibrismo è la vertigine provata quando ci si muove sul sottile crinale che separa il lecito dal proibito. Il rapporto tra quell’uomo maturo, intellettuale famoso e di successo, e quel povero ragazzo che sbarca il lunario pulendo la pista di un circo, mentre vorrebbe diventare un’artista, è l’incontro tra un oscuro desiderio e un sogno luminoso. La loro storia è una favola nata dal letame: quello metaforico che, nella società, circonda l’immagine del pederasta, e quello inteso in senso letterale, che Franz-Ali raccoglie dal suolo con la scopa dopo le esibizioni degli animali. Del resto il ragazzo è figlio della melma: sua madre, dopo la morte in guerra del marito, per tanti anni si è guadagnata da vivere come lottatrice nel fango nel quartiere a luci rosse di Amburgo. A Parigi, dove abita, è malvista perché tedesca, e quindi assassina di ebrei, ma anche perché ha sposato uno sporco arabo, il padre algerino di Franz-Ali. L’emarginazione è il prodotto di un’umanità cieca e vorace, che è violenta col pensiero, e schiaccia al suolo ogni tentativo di sottrarsi alle vigenti definizioni del bene e del male. La vera volgarità è quella forza di gravità che impedisce di provare a volare: Franz-Ali cade, due volte, e finisce per spezzarsi le ali. Guardare solo se stesso, negli specchi che seguono i suoi volteggi sospesi nel vuoto, non basta a tacitare il cupo richiamo del suolo. Anche la passione più intensa si lascia distrarre dai casi della vita e dall’egoismo che ne deriva. Il tradimento è un errore fatale che sta eternamente in agguato. Solo l’innocenza più pura ne è immune, come quella di Franz-Ali, che resta per sempre fedele, nonostante la delusione e il dolore. Tutto il resto si lascia contaminare dal vizio e dalla tentazione del potere. In mezzo a quei macigni che frantumano la felicità, la leggerezza è un’utopia che sbatte duramente contro i propri limiti. Franz-Ali non ce la fa a sollevarsi sulle punte dei piedi. Si infortuna e non riesce a ritornare quello di prima. Si innamora e viene respinto. La realtà ha una naturale tendenza a precipitare, seguendo quello che, forse, è il risucchio della morte. L’altezza ne aumenta il micidiale effetto. E a nulla serve cercare di anticiparne le mosse, assecondandola con la sottomissione, con la volontaria umiliazione. Franz-Ali ci prova, ma perde lo stesso. Les équilibristes ci insegna che il gioco con l’aria non è meno pericoloso di quello col fuoco. E che là sotto, attaccate al terreno, si trovano tutte le atroci risposte finali”.

(La recensione su Les équilibristes di OGM su Filmtv.it)

“Non è un film di voga narcisistico gay, non c'è nemmeno una scena erotica e la passione che viene raccontata è del tutto cerebrale. E' un film sull'umiliazione che ne rivendica il sottile potere di corruzione con un mix di enfasi o freddezza a tratti lancinante”.

(Valerio Caprara, Il Mattino)

 

Una poesia al giorno

Pianto antico, di Giosuè Carducci

L'albero a cui tendevi
La pargoletta mano,
Il verde melograno
Da' bei vermigli fior

Nel muto orto solingo
Rinverdì tutto or ora,
E giugno lo ristora
Di luce e di calor.

Tu fior de la mia pianta
Percossa e inaridita,
Tu de l'inutil vita
Estremo unico fior,

Sei ne la terra fredda,
Sei ne la terra negra;
Né il sol più ti rallegra
Né ti risveglia amor.

  • Ascoltare: Pianto Antico, di Giosuè Carducci, recitata da Arnoldo Foà: www.youtube.com

 

Un fatto al giorno

10 ottobre 1957: un incendio nel reattore per la produzione del plutonio di Windscale, a nord di Liverpool, produce il rilascio di materiale radioattivo, che verrà in seguito ritenuto responsabile di 39 casi di morte per cancro.

Il 7 ottobre 1957 nel reattore nucleare Magnox senza contenimento di Windscale, dove si produceva plutonio per scopi militari, durante la ricottura del moderatore di neutroni di grafite si sviluppò un incendio in un canale che rapidamente si estese agli altri 150 dell'intero nocciolo del reattore nucleare a gas. L'incendio durante i quattro giorni di spegnimento con acqua generò una nube radioattiva imponente, anche perché l'aria di raffreddamento fu rilasciata direttamente in atmosfera, pari ad 1/10 della bomba atomica di Hiroshima. I principali materiali rilasciati furono gli isotopi radioattivi di xeno, iodio (25-43% di quello contenuto del nocciolo), cesio (17-8% di quello nel nocciolo) e polonio. La nube attraversò l'Europa del Nord. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato potrebbe essere sottostimato. La radioattività su Londra giunse fino a 20 volte oltre il valore naturale, e Londra dista da Windscale 500 km. Il consumo di latte venne vietato in un raggio di 50 km.
Livello dell'incidente su scala INES: 5 su 7.
Il peggior incidente nucleare britannico, l’incendio di Windscale (ora Sellafield) in Cumbria, ha liberato il doppio dei detriti nucleari di quanto precedentemente riferito.
Gli scienziati, studiando i modelli metereologici e la quantità di materiale radioattivo distribuito dopo l’incendio del 1957, hanno affermato che le precedenti valutazioni erano state sottostimate nel loro effetto mortale.

“Abbiamo dovuto raddoppiare le nostre stime rispetto all’ammontare di sostanze rilasciate” ha riferito l’ex ricercatore della UK Atomic Energy Authority John Garland.
Al termine di questa revisione, gli scienziati hanno detto che l’incendio - che ha sparso una nube di cesio, iodio e polonio sopra la Gran Bretagna e il nord Europa - può causare diverse dozzine di casi di cancro in più rispetto a quanto valutato in precedenza.
Inizialmente si pensava che il danno causato dal fuoco sarebbe stato limitato, e che soltanto un numero molto piccolo di casi di tumore avrebbero potuto essere innescati dalle sostanze radioattive rilasciate.
Nel 1990 esperti delle radiazioni, utilizzando nuove metodologie epidemiologiche, avevano calcolato che potevano presentarsi fino a 200 casi di cancro - alla tiroide, al seno, e anche leucemie - a causa delle emissioni prodotte dall’incendio.
Ora i ricercatori sostengono di dover aumentare ancora una volta la loro stima. “Potranno presentarsi diverse dozzine di casi di cancro in più, in aggiunta a quanto affermato in precedenza” ha detto l’epidemiologo Richard Wakeford, dell’Università di Manchester.
Tuttavia Wakeford ha detto che è impossibile determinare se un caso specifico di tumore è da collegarsi direttamente con l’incidente di Windscale, ora chiamata Sellafield. “Possiamo soltanto dire che la sproporzione nei casi di tumore è stata causata dall’incendio”.
L’incendio, avvenuto 50 anni fa, si è scatenato quando le barre di grafite utilizzate per controllare la reazione nucleare nel nucleo del reattore hanno preso fuoco. Il nucleo ardente è stato fuori controllo per due giorni interi. Ad un certo punto gli operai hanno usato delle mazze per colpire le barre di combustibile danneggiate, e altamente radioattive, e farle così uscire dal reattore prima di riuscire finalmente a spegnere il fuoco.
Dopo l’incendio, il governo mise un divieto di sei settimane per il consumo di latte di mucca che avevano i pascoli nel raggio di 200 chilometri da Windscale. Tuttavia, il vento e le correnti atmosferiche hanno portato la contaminazione nucleare fuori da questo confine, arrivando a coprire buona parte dell’Inghilterra e alcune zone del nord Europa.
Il reattore è stato lasciato in uno stato di intensa radioattività e ha lavorato indisturbato – troppo pericoloso da smantellare.
L’anniversario dell’incendio cade proprio mentre la consultazione pubblica per la costruzione di un nuovo reattore nucleare lanciata dal Governo britannico si avvia alla conclusione, e la scorsa settimana il punto è stato ampiamente rimarcato da ambientalisti e attivisti verdi. “Questo anniversario dovrebbe servire come monito per quello che può accadere quando un impianto nucleare va male”, ha detto Jean McSorley, di Greenpeace. “La costruzione degli impianti di Windscale era stata fatta in fretta e così pure i piani governativi per nuovi reattori in questo paese. L’energia nucleare non è la risposta ai cambiamenti climatici.”

Ma questa obiezione è stata rigettata dagli ingegneri nucleari. Hanno detto che l’incidente non ha risvolti sui futuri reattori che potrebbero essere costruiti in Gran Bretagna. L’impianto di Windscale - uno dei due impianti costruiti per generare il plutonio destinato al programma militare britannico - era raffreddato ad aria, non aveva adeguate strutture di contenimento e presentava un sistema di monitoraggio delle condizioni del nucleo decisamente insufficiente.
“Gli attuali reattori sono raffreddati ad acqua, adeguatamente isolati e ben monitorati”, sostiene Paul Howarth, del Dalton Nuclear Institute dell’Università di Manchester.
“Abbiamo una grande esperienza nella gestione di impianti nucleare in Gran Bretagna. Saremmo dei pazzi se utilizzassimo questa come ragione per non costruirne dei nuovi e migliori”.
Questo ultimo punto è stato sostenuto da Wakeford. “L’impianto di Windscale era dotato di equipaggiamenti primitivi. Non dobbiamo dimenticarlo.”

(The Observer, Robin McKie, 7 ottobre 2007)

 

Una frase al giorno

“Essere potenti è come essere una donna. Se hai bisogno di dimostrarlo vuol dire che non lo sei”.

(Margaret Hilda Thatcher nata Roberts, Baronessa Thatcher di Kesteven, 1925-2013, politico britannico)

 

Un brano al giorno

Musica della Grecia antica: www.youtube.com

Questa è l'unica composizione musicale che ci sia giunta intera dalla Grecia antica.
Sono quattro versi di cui do qui la traduzione:

"Finchè vivi risplendi
e non darti troppa pena
perchè la vita è breve
e il tempo giunge presto alla fine"

L'Epitaffio fu trovato in Turchia, scolpito su una stele funebre, e risale al secolo II dopo Cristo.
Viene eseguito qui con accompagnamento di Kithara a sette corde in legno di Abete, corde Nylon, plettro in osso.

 

Ugo Brusaporco
Ugo Brusaporco

Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.

INFORMAZIONI

Ugo Brusaporco

e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web www.brusaporco.org