L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Una nuova rubrica ospiterà il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...
Un film al giorno
ONE POTATO, TWO POTATO (La dura legge, USA, 1964) di Larry Peerce. Sceneggiatura: Orville H. Hampton e Raphael Hayes. Fotografia: Andrew Laszlo. Montaggio: Robert Fritch. Musiche: Gerald Fried. Con: Barbara Barrie, Bernie Hamilton, Harry Bellaver, Marti Mericka, Richard Mulligan. Il film fu presentato in concorso al 17º Festival di Cannes, dove Barbara Barrie vinse il premio per la miglior interpretazione femminile. La sceneggiatura fu candidata agli Oscar.
Separata dal marito, Julia giunge con la figlia Ellen in una cittadina di provincia dove stringe amicizia con un gruppo di colleghi di lavoro. Fra questi c'è Frank, un afroamericano che, dopo un garbato corteggiamento, chiede a Julia di sposarlo. La donna accetta nonostante le ostilità, palesi o nascoste, che subito nascono tra gli amici e gli stessi parenti di Frank. Dal matrimonio, nel complesso felice, nasce William. Improvvisamente, però, la serenità della famigliola viene turbata dal ritorno del primo marito di Julia. Costui, malgrado abbia per lungo tempo trascurato del tutto la famiglia, pretende ora che sua figlia Ellen venga tolta dall'ambiente in cui vive ed affidata alla propria custodia. Il giudice, nonostante comprenda la drammaticità della propria decisione, non potrà negare l'assenso ufficiale alla richiesta del padre.
É interessante come un film come questo non abbia avuto una storia in Italia pur essendo ancora oggi di grande attualità.
- Immagini: "One Potato, Two Potato" (Ending Courtroom Scene)
- Interracial Arrangements are SAD - One Potato, Two Potato (1964)
Una poesia al giorno
La morte (1858), di Paul Verlaine, dedicata a Victor Hugo.
Come un mietitore la cui falce cieca
abbatte il fiordaliso e insieme il duro cardo,
come piombo crudele che nella corsa brilla,
sibila e inesorabile fende l'aria a colpirvi;
così l'orrenda morte si mostra sopra un drago,
passando tra gli umani come un tuono,
rovesciando, folgorando ogni cosa che incontri
impugnando una falce tra le livide mani.
Ricco, vecchio, giovane, povero, al suo lugubre impero
tutti obbediscono; nel cuore dei mortali
il mostro affonda, ahimè!, unghie di vampiro!
e sui bambini infierisce come sui criminali:
aquila fiera e serena, quando dall'alto dei tuoi cieli
vedi planare sull'universo quell'avvoltoio nero
non insorge il disprezzo (più che collera, vero?),
o magnanimo genio, nel tuo cuore?
Ma, pur sdegnando la morte e i suoi allarmi,
Hugo, tu sai appenarti per i poveri vinti;
tu sai, quando bisogna, qualche lacrima spargere,
qualche lacrima d'amore per chi non vive più.
La mort
Telle qu'un moissonneur, dont l'aveugle faucille
Abat le frais bleuet, comme le dur chardon,
Telle qu'un plomb cruel qui, dans sa course, brille,
Siffle, et, fendant les airs, vous frappe sans pardon;
Telle l'affreuse mort sur un dragon se montre,
Passant comme un tonnerre au milieu des humains,
Renversant, foudroyant tout ce qu'elle rencontre
Et tenant une faulx dans ses livides mains.
Riche, vieux, jeune, pauvre, à son lugubre empire
Tout le monde obéit; dans le cœur des mortels
Le monstre plonge, hélas! ses ongles de vampire!
Il s'acharne aux enfants, tout comme aux criminels:
Aigle fier et serein, quand du haut de ton aire
Tu vois sur l'univers planer ce noir vautour,
Le mépris (n'est-ce pas, plutôt que la colère)
Magnanime génie, dans ton cœur, a son tour?
Mais, tout en dédaignant la mort et ses alarmes,
Hugo, tu t'apitoies sur les tristes vaincus;
Tu sais, quand il le faut, répandre quelques larmes,
Quelques larmes d'amour pour ceux qui ne sont plus.
- La mort - Paul Verlaine lu par Yvon Jean: www.youtube.com
Un fatto al giorno
11 novembre 1961: eccidio di Kindu. A Kindu, nell'ex Congo belga sono trucidati 13 aviatori italiani facenti parte del contingente dell'ONU inviato a ristabilire l'ordine nel paese.
Dal sito del Ministero della Difesa: “Kindu - 11 Novembre 1961. Due velivoli da trasporto dell’Aeronautica Militare, due “Vagoni volanti” C-119 della 46^ Aerobrigata di Pisa assegnati al contingente delle Nazioni Unite in Congo atterrano all’aeroporto di Kindu, non lontano dal confine con il Katanga, la regione dalla quale è dilagata la sanguinosa guerra civile che minaccia la giovane repubblica africana, proclamata appena il 30 giugno 1960.
I due aeroplani trasportano rifornimenti per i “caschi blu” malesi della guarnigione di Kindu. E’ dall’estate 1960 che i velivoli italiani provvedono a circa il 70% delle esigenze di trasporto aereo del contingente ONU. Una missione come tante almeno fino a quando non si consuma la tragedia.
Terminate le operazioni scarico dei due C-119, i tredici uomini (due equipaggi completi più un ufficiale medico) escono dall’aeroporto per portarsi presso la vicina mensa della guarnigione ONU. I nostri aviatori non hanno armi al seguito; nulla, infatti, lascia presagire quanto sta per accadere e i rapporti con la popolazione sono sempre stati buoni. Stanno ancora pranzando quando vengono sorpresi da militari congolesi ammutinatisi. Nell’aggressione uno degli ufficiali, il medico, viene ucciso, gli altri sono trascinati nella prigione della città. Lì saranno brutalmente trucidati.
A rendere se possibile ancora più tragica la vicenda il ritardo con cui giunge la notizia dell’eccidio. Le informazioni dall’Africa giungono frammentarie. E’ il giornale radio delle 13.00 del 16 novembre a informare l’Italia su quanto avvenuto in Congo. La notizia fa il giro del mondo, mentre il Paese si stringe intorno alle famiglie dei 13 aviatori. Neanche ventiquattr’ore ore la 46^ Aerobrigata perde in Congo altri quattro uomini deceduti in seguito all’atterraggio di fortuna tentato da un C-119.
Tragedia nella tragedia non ci sono tracce dei corpi degli aviatori trucidati. Si teme che i ribelli e la folla ne abbiano fatto scempio o che siano stati gettati nel fiume, infestato di coccodrilli. A dispetto di questa convinzione, che prende sempre più corpo con il passare del tempo, si scoprirà solo in seguito che, subito dopo l’orrenda strage, i resti mortali dei 13 italiani sono stati sepolti in due fosse comuni grazie al gesto di pietà di un graduato della polizia congolese. Saranno riesumati solo quattro mesi più tardi. A identificarli saranno i loro stessi colleghi.
E’ l’11 marzo 1962 quando, in un clima di grande emozione, le salme dei caduti di Kindu arrivano a Pisa a bordo di un velivolo statunitense con la scorta d’onore di caccia dell’Aeronautica Militare. L’indomani viene celebrato il solenne rito funebre, alla presenza del Presidente della Repubblica Antonio Segni.
Le salme vengono tumulate presso il Sacrario dei caduti di Kindu, il tempio aeronautico costruito all’ingresso dell’aeroporto militare di Pisa grazie a una sottoscrizione pubblica lanciata all’indomani della notizia dell’eccidio. A ricordo del sacrificio dei due equipaggi viene anche eretta la stele che oggi sorge all’ingresso dell’aeroporto intercontinentale “Leonardo Da Vinci” di Fiumicino (Roma).
Per la 46^ Aerobrigata l’Operazione “Congo”, antesignana delle attuali missioni “fuori area” svolte dalle Forze Armate italiane, si conclude ufficialmente il 19 giugno 1962. Nonostante si tratti di un teatro operativo particolarmente complesso, visto che gli equipaggi sono costretti a volare per ore senza il supporto delle radioassistenze, con riferimenti geografici spesso approssimativi e senza adeguate informazioni meteorologiche, in Congo l’Aeronautica Militare effettua 2.177 sortite per un totale di 9.165 ore di volo, necessarie per trasportare 8.100 passeggeri e circa 4.700 tonnellate di materiale.
Per la prima delle sue “missioni di pace” nei cieli di tutto il mondo, la 46^ Aerobrigata paga, però, un prezzo altissimo. La perdita di tre velivoli e, soprattutto, di 21 uomini, tra cui i 13 martiri di Kindu, ai quali, nel 1994, è stata tributata la Medaglia d’Oro al Valor Militare (alla memoria). Questi i loro nomi.
A bordo del C-119 India 6002 (nominativo radio “Lyra 5”):
- Maggiore pilota Amedeo Parmeggiani;
- Sottotenente pilota Onorio De Luca;
- Tenente medico Paolo Remotti;
- Maresciallo motorista Nazzareno Quadrumani;
- Sergente maggiore montatore Silvestro Possenti;
- Sergente elettromeccanico Martano Marcacci;
- Sergente marconista Francesco Paga.
A bordo del C-119 India 6049 (nominativo radio “Lyra 33”):
- Capitano pilota Giorgio Gonelli;
- Sottotenente pilota Giulio Garbati;
- Maresciallo motorista Filippo Di Giovanni;
- Sergente maggiore Nicola Stigliani;
- Sergente maggiore Armando Fabi;
- Sergente marconista Antonio Mamone.
La triste pagina di Kindu non impedisce, nel 2006, il ritorno dell'Aeronautica Militare in Congo, questa volta sotto l’egida dell’Unione Europea che per sei mesi vigila sul regolare svolgimento delle prime elezioni democratiche svolte nel Paese africano”.
Immagini:
- Il massacro di Kindu - Tg della storia 1960-1964: www.lastoriasiamonoi.rai.it
- L'eccidio di Kindu: www.storia.rai.it
- Intervista al Gen. Francesco Latorre - Eccidio di Kindu: www.youtube.com
- Parole: www.ilmamilio.it
Una frase al giorno
“L'umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui”.
(Fyodor Dostoyevsky)
Fëdor Michajlovič Dostoevskij (Mosca, Russia, 11 novembre 1821 - San Pietroburgo, Russia 9 febbraio 1881), è stato uno scrittore e filosofo russo. È considerato, insieme a Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi di tutti i tempi. A lui è intitolato il cratere Dostoevskij sulla superficie di Mercurio.
(Wikipedia)
Un brano al giorno
Andrea Zani, Concerto per violoncello No. 8 in Do minore WD 798 - Allegro: www.youtube.com
Violoncello: Martin Rummel
Direttore: Michael Alexander Willens
“Andrea Teodoro Zani (Casalmaggiore, 11 novembre 1696 - Casalmaggiore, 28 settembre 1757) è stato un compositore e violinista italiano. L'opera di Zani mostra l'influenza di Antonio Vivaldi, ma è meno vasta. La sua opera 2, pubblicata nel 1729, è di grande importanza perché si tratta della prima fonte datata di sinfonie che non presenta nessun'ambiguità di genere (Wolf 2004). Le opere della sua maturità mostrano chiaramente un abbandono del barocco in favore del primo classicismo”.
(Wikipedia)
Ugo Brusaporco
Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.
INFORMAZIONI
Ugo Brusaporco
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web www.brusaporco.org