“L’amico del popolo”, 12 settembre 2017

L'amico del popolo
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L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Una nuova rubrica ospiterà il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...

Un film al giorno

ORIZZONTE DI SANGUE (Italia, 1943), regia di Gennaro Righelli. Tratto dal Romanzo "I senza Dio" di Federico Sinibaldi. Sceneggiatura: Federico Sinibaldi. Fotografia: Mario Albertelli. Montaggio: Renzo Lucidi. Musiche: Giuseppe Becce. Con: Alberto Capozzi, Valentina Cortese, Luisa Ferida, Harry Feist, Armando Furlai, Guglielmo Leoncini, Carlo Mariotti, Grazia Lucenti, Giovanni Onorato, Giovanni Petti, Mario Pucci, Elvira Betrone, Pietro Sharoff, Rolf Wanka, Osvaldo Valenti.

Una sovietica di dura scorza e di provata fede comunista si innamora di un giovane. Per attirarlo a sé, gli procura un posto di lavoro e gli fa balenare l’idea di una brillante carriera nel partito. Il giovane, abbagliato, lascia la sua ragazza e segue la dura comunista. Poi viene a sapere che la sua ragazza è incinta e aspetta un bambino da lui. Pentito, abbandona Daria e ritorna al primo amore; ma Daria non ci sta e fa in modo di farli imprigionare per pentirsene quasi subito, quando si rende conto della nobiltà d’animo della futura mammina. Si adopera allora per la scarcerazione ma quel gesto le costerà la vita.

Daria, una giovane popolana diventata allo scoppio della rivoluzione, il braccio destro di un truce commissario sovietico, si innamora di un giovanotto che non ha mai dimostrato simpatia per il nuovo regime. Essa gli fa dare un posto negli uffici del commissariato e lo piega al proprio amore col miraggio di una brillante carriera. Per lei il giovane lascia una ragazza di buona famiglia e per lei sopporta lo sprezzo di un amico che con lui aveva diviso il tetto ed il cibo. Ma si ravvede quando apprende che la fanciulla da lui abbandonata l'ha reso padre e, ancor più, quando è costretto a giudicare l'amico caduto in disgrazia e condannato a morte. Daria, inferocita dell'abbandono, lo fa arrestare e tende una turpe insidia alla compagna, ma mentre sta per eseguire il suo piano, essa rimane colpita dalla nobiltà d'animo della sua antagonista; un raggio di luce penetra nel suo cuore indurito e riesce a far liberare i due giovani con il loro pargoletto, pagando però con la vita questo atto generoso.

“Di una sua robusta evidenza, sgrossato in blocchi sommari, raccontato con un costante desiderio dell'effetto, e raggiungendolo sovente, il film è uno dei più importanti tentativi, finora compiuti dal nostro cinema, di ambientare una vicenda nella Russia bolscevica. Un ambiente non certo facile da ricreare in uno studio; ma qui rievocato con tocchi scenograficamente efficaci, dovuti alle ricostruzioni del Bilinskij. I nuclei drammatici non sono certo risparmiati, amore e odio si alternano; e da questa cupa, graveolente atmosfera, a poco a poco si profila il dramma di Sergio”.

(Mario Gromo, La Stampa)

“E’ un racconto cupo di vibrazioni intense e larghe (...) che raggiunge in modo persuasivo il suo intenso documentario (...) Efficaci i quadri dei condannati nei barconi sul fiume (...) concitato il processo contro un attore ribelle alla menzogna comunista”.

(Vice, in Corriere della Sera, 12 settembre 1942)

 

Una poesia al giorno

GUTE NACHT, di Wilhelm Müller, poeta, considerato un autore minore nella letteratura romantica tedesca, soldato e Bibliotecario Imperiale a Dessau in Prussia, morto nel 1827 all'età di 33 anni. Musica di Franz Schubert.

Fremd bin ich eingezogen,
fremd zieh' ich wieder aus.
Der Mai war mir gewogen
mit manchem Blumenstrauss.
Das Mädchen sprach von Liebe,
die Mutter gar von Eh', -
nun ist die Welt so trübe,
der Weg gehüllt in Schnee.

Ich kann zu meiner Reisen
nicht wählen mit der Zeit,
muss selbst den Weg mir weisen
in dieser Dunkelheit.
Es zieht ein Mondenschatten
als mein Gefährte mit,
und auf den weissen Matten
such' ich des Wildes Tritt.

Was soll ich länger weilen,
dass man mich trieb hinaus?
Lass irre Hunde heulen
vor ihres Herren Haus;
die Liebe liebt das Wandern -
Gott hat sie so gemacht -
von einem zu dem ändern.
Fein Liebchen, gute Nacht!

Will dich im Traum nicht stören,
war schad' um deine Ruh',
sollst meinen Tritt nicht hören -
sacht, sacht die Türe zu!
Schreib' im Vorübergehen
ans Tor dir: Gute Nacht,
damit du mögest sehen,
an dich hab' ich gedacht.

BUONA NOTTE

Come un estraneo sono comparso,
come un estraneo me ne vado.
Maggio mi è stato benevolo,
con qualche mazzo fiorito.
La fanciulla parlava d'amore,
la madre addirittura di matrimonio;
ed ora il mondo è tanto triste,
la strada è sepolta nella neve.

Per questo viaggio non m'è dato
di scegliere il tempo,
da me devo trovare la via
in quest'oscurità.
Mi accompagna
l'ombra della luna,
e sulla bianca terra
cerco la traccia di bestie selvagge.

Che cosa mi trattiene,
da quando mi hanno cacciato?
Guaite, cani randagi,
davanti alla casa del padrone!
L'amore ama girovagare -
così l'ha fatto Dio -
dall'uno all'altro.
Amore mio, buona notte!

Non ti turberò nel sonno,
voglio la tua pace;
camminerò in punta di piedi,
pian piano chiuderò la porta!
Passando ti scriverò
sull'uscio: buona notte.
Così avrai la prova
che io t'ho pensato.

  • Da ascoltare nell’interpretazione di Dietrich Fischer Dieskau: www.youtube.com

 

Un fatto al giorno

12 settembre 1910: Première della Sinfonia n. 8 di Gustav Mahler a Monaco di Baviera, con un coro di 852 cantanti e un'orchestra di 171 giocatori. L'assistente direttore di Mahler fu Bruno Walter.

“Non ho mai scritto nulla di simile, nel contenuto e nello stile è qualcosa di completamente diverso dagli altri miei lavori, ed è certamente la cosa più grande che ho fatto, Forse non ho mai lavorato sotto l'impulso di una tale costrizione, è stata come una visione fulminea: improvvisamente tutto stava davanti ai miei occhi e mi è bastato porlo su carta, come se mi fosse stato dettato... Questa Ottava Sinfonia presenta caratteri particolari già per i! fatto che unisce due testi poetici in lingue diverse, la prima parte è un inno latino e la seconda parte niente meno che la scena conclusiva del secondo Faust. Si meraviglia? Già da tempo desideravo comporre questa scena degli anacoreti e la chiusa con la Mater gloriosa, e in modo diverso da ciò che hanno fatto tutti gli altri, che le hanno musicate in modo così dolciastro e debole; ma proprio ora non ci avevo più pensato. Per caso mi è recentemente capitato fra le mani un vecchio libro, e l'ho aperto sull'inno Venì, creator spiritus, e d'un tratto tutto mi sta davanti: non solo il primo tema, ma l'intero primo tempo, e come risposta non potevo trovare nulla di più bello che le parole di Goethe nella scena degli anacoreti! Ma anche nella forma l'Ottava è qualcosa di completamente nuovo: può immaginare una Sinfonia cantata dall'inizio alla fine? Finora ho usato la parola e la voce umana sempre solo per spiegare, come fattore espressivo sintetico, per dire con la concisa precisione possibile soltanto alla parola ciò che in termini puramente sinfonici si sarebbe dovuto esprimere solo con enorme ampiezza. Ma qui la voce umana è al tempo stesso uno strumento; tutto il primo tempo è impostato in forma rigorosamente sinfonica eppure è completamente cantato. Tuttavia è proprio strano che nessuno finora abbia pensato a questa idea - è l'uovo di Colombo: la Sinfonia in sé, in cui lo strumento più bello che esista è portato a compiere il suo destino - e non solo come suono, perché la voce umana è anche portatrice del pensiero poetico”.

(Gustav Mahler)

“La prima esecuzione dell'Ottava Sinfonia, o "Sinfonia dei Mille" come divenne in seguito nota - otto solisti, coro di 850 elementi (comprendente un coro di 350 bambini), organo e l'orchestra allargata (170 orchestrali) del Konzertverein di Monaco diretti dal compositore stesso - ebbe luogo nelle nuova sala da concerto nel Parco Esposizioni della città il 12 settembre 1910. Fu un avvenimento senza precedenti e come nessun'altra delle première di Mahler. Bruno Walter, che era presente, ricorda che al termine dell'esecuzione e mentre il pubblico applaudiva entusiasticamente, Mahler si affrettava a risalire il palcoscenico sino al coro dei bambini e, procedendo lungo le singole file, stringeva ciascuna delle piccole mani protese verso di lui. Fu un simbolico atto di benvenuto alla gioventù. Fra gli innumerevoli amici ed ospiti illustri presenti (tra cui Thomas Mann) v'era anche Alma, a cui l'opera era stata dedicata solo poche settimane prima della première.
Essa racconta: "L'attesa di tutta Monaco e di quelli che erano venuti da fuori per assistere a questa première era enorme. Già la prova generale aveva estasiato tutti quanti. Ma all'esecuzione l'entusiasmo superò ogni limite. All'apparire di Mahler sul podio tutto il pubblico si alzò in piedi. Un perfetto silenzio. Fu l'omaggio più commovente che sia mai stato fatto a un artista. Io ero in un palco sul punto di svenire per l'emozione.
In questa Sinfonia Mahler, assurto ad altezze sovrumane, soggioga masse immani e le trasforma in fonti di luce. Fu un'esperienza indescrivibile, come indescrivibile fu il successo che seguì: tutti si precipitarono verso Mahler.
Dopo - essa conclude - passammo una serata lieta e tranquilla durante la quale Mahler veniva acclamato e complimentato da tutti... Infine, restammo a conversare tra di noi sino al mattino con Gucki (Anna, la seconda figlia dei Mahler, la prima morì nel 1907), la nostra cara bambina che dormiva accanto a noi".

(Da Mahler - Sinfonia n. 8 - Orchestra Virtuale del Flaminio)

 

Una frase al giorno

“Si spera sempre di andare uno verso l'altro ma in realtà non ci si incontra mai”.

(Peter Franz Schubert, 1797-1828, compositore austriaco)

 

Un brano al giorno

I Promise, Radiohead. Il brano fa parte delle sessioni di registrazioni del terzo album della band OK Computer ed è uno dei tre inediti suonati precedentemente solo durante i live che faranno parte dell'album OKNOTOK. Il video è diretto da Michał Marczak e descrive la corsa di un autobus a tarda sera fino ad una rivelazione finale. 

I Promise, Radiohead

I won't run away no more, I promise
Even when I get bored, I promise
Even when you lock me out, I promise
I say my prayers every night, I promise...

I Radiohead hanno pubblicato il 2 giugno 2017 la versione in studio della loro canzone I Promise.

 

Ugo Brusaporco
Ugo Brusaporco

Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.

INFORMAZIONI

Ugo Brusaporco

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web www.brusaporco.org