L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Anno II. La rubrica ospita il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...
Un film al giorno
POT O' GOLD (Un sacco d'oro, USA, 1941), regia di George Marshall. Fotografia di Hal Mohr. Montaggio di Lloyd Nosler. Musica di Louis Forbes. Con: James Stewart (Jimmy Haskell), Paulette Goddard (Molly McCorkle), Horace Heidt (Himself), Charles Winninger (C.J. Haskell), Mary Gordon (Ma McCorkle), Frank Melton (Jasper Backus).
Jimmy, dopo aver chiuso il suo negozio di musica, va a lavorare da suo zio in una fattoria. Vicino abita una famiglia irlandese amante della musica in lotta con lo zio che non apprezza. Jimmy aiuterà e metterà pace tra tutti, conquistando la bella Molly.
- Il film: Pot o' Gold (1941)
- E anche: Pot o' Gold (1941) versione restaurata
Il 20 maggio 1908 nasce James Stewart, attore americano (morto nel 1997)
Una poesia al giorno
Sonetto 3, di William Shakespeare (Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1564 - Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1616)
Look in thy glass, and tell the face thou viewest
Now is the time that face should form another;
Whose fresh repair if now thou not renewest,
Thou dost beguile the world, unbless some mother.
For where is she so fair whose unear’d womb
Disdains the tillage of thy husbandry?
Or who is he so fond will be the tomb
Of his self-love, to stop posterity?
Thou art thy mother’s glass, and she in thee
Calls back the lovely April of her prime:
So thou through windows of thine age shall see
Despite of wrinkles this thy golden time.
But if thou live, remember’d not to be,
Die single, and thine image dies with thee.
Guardati allo specchio e di’ al volto che vedi
che è ormai tempo per quel viso di crearne un altro,
se non rinnovi ora la sua giovane freschezza
inganni il mondo e rinneghi la gioia d’ogni madre.
Vi è forse donna tanto pura il cui illibato grembo
disdegni il seme della tua virilità?
O forse uomo tanto folle da voler essere la tomba
del suo proprio amore per non aver progenie?
Tu sei lo specchio di tua madre e come lei in te
ricorda il leggiadro Aprile della sua primavera,
così dai vetri del tuo crepuscolo tu rivedrai
a dispetto delle rughe, questo tuo tempo d’oro.
Ma se invece vuoi vivere senza esser ricordato,
muori celibe e la tua immagine morirà con te.
20 maggio 1609: i sonetti di Shakespeare vengono pubblicati per la prima volta a Londra, forse in modo illecito, dall'editore Thomas Thorpe.
Scritti probabilmente fra il 1595 e i primi anni del 1600, i Sonetti di Shakespeare costituiscono uno dei grandi vertici della letteratura d’amore di tutti i tempi, rappresentano anche un momento centrale della produzione letteraria del grande drammaturgo inglese.
Un fatto al giorno
20 maggio 325: si apre il primo Concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico della Chiesa cristiana.
L’Opus Dei la pensa così: “Il Concilio I di Nicea è il primo Concilio Ecumenico, cioè a dire, universale, in quanto parteciparono vescovi di tutte le regioni dove ci fossero cristiani. Ebbe luogo quando la Chiesa poté godere di una pace stabile e disponeva di libertà per riunirsi apertamente. Si svolse dal 20 maggio al 25 luglio dell’anno 325. Ad esso parteciparono alcuni vescovi che avevano nei loro corpi i segni dei castighi che avevano sofferto per mantenersi fedeli alle persecuzioni passate, che ancora erano molto recenti.
L’imperatore Costantino, che all'epoca non si era ancora battezzato, facilitò la partecipazione dei vescovi, mettendo a loro disposizione i servizi delle poste imperiali perché facessero il viaggio, e offrendo loro ospitalità a Nicea di Bitinia, vicino alla sua residenza di Nicomedia. Di fatto, considerò molto opportuna questa riunione, giacché dopo aver ottenuto con la sua vittoria contro Licinio nell’anno 324 la riunificazione dell’Impero, desiderava anche vedere unita la Chiesa, che in quei momenti era scossa dalla predicazione di Ario, un sacerdote che negava la vera divinità di Gesù Cristo. Dall’anno 318 Ario si era opposto al suo vescovo Alessandro di Alessandria, e fu scomunicato in un sinodo di tutti i vescovi d’Egitto. Ario fuggì e andò a Nicomedia, presso il vescovo Eusebio, suo amico.
Fra i Padri Conciliari si contavano le figure ecclesiastiche più rilevanti del momento. C’era Osio, vescovo di Cordova, che probabilmente presiedette le sessioni. Erano presenti anche Alessandro di Alessandria, assistito dall’allora diacono Atanasio, Marcello di Ancira, Macario di Gerusalemme, Leoncio di Cesarea di Cappadocia, Eustachio di Antiochia, Spiridione di Trimitonte e alcuni presbiteri in rappresentanza del Vescovo di Roma, che non poté assistere a causa della sua avanzata età. Non mancarono neanche i sostenitori di Ario, come Eusebio di Cesarea, Eusebio di Nicomedia e altri ancora. In totale i vescovi partecipanti furono circa trecento.
I sostenitori di Ario, che contavano anche delle simpatie dell’imperatore Costantino, pensavano che al momento di esporre i loro punti di vista la assemblea avrebbe dato loro ragione. Tuttavia, quando Eusebio di Nicomedia prese la parola per dire che Gesù Cristo non era che una creatura, sebbene molto eccelsa ed eminente, e che non era di natura divina, la immensa maggioranza degli assistenti notarono subito che questa dottrina tradiva la fede ricevuta dagli Apostoli. Per evitare così gravi confusioni i Padri Conciliari decisero di redigere, sulla base del credo battesimale della Chiesa di Cesarea, un simbolo di fede che riflettesse in modo sintetico e chiaro la confessione genuina della fede ricevuta e ammessa dai cristiani dalle origini. Si dice in esso che Gesù Cristo è “della sostanza del Padre, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, homoousios tou Patrou (consustanziale al Padre)”. Tutti i Padri Conciliari, eccetto due vescovi, ratificarono questo credo, il Simbolo Niceno, il 19 giugno dell’anno 325.
Oltre a questa fondamentale questione, a Nicea si fissò la celebrazione della Pasqua nella prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera, seguendo la prassi abituale della Chiesa di Roma, e molte altre cose. Furono pure trattate alcune questioni disciplinari di minore importanza, relative al funzionamento interno della Chiesa.
Per quello che si riferisce al tema più importante, la crisi ariana, poco tempo dopo Eusebio di Nicomedia contando con l’aiuto di Costantino ottenne di tornare alla sua sede, e lo stesso imperatore ordinò al vescovo di Costantinopoli che ammettesse Ario alla comunione. Frattanto, dopo la morte di Alessandro, Atanasio era subentrato all’episcopato in Alessandria. Fu una delle maggiori figure della Chiesa in tutto il secolo IV, e difese con grande altezza intellettuale la fede di Nicea, ma proprio per questo fu inviato in esilio dall’imperatore.
Lo storico Eusebio da Cesarea, anche lui vicino alla tesi ariana, esagera nei suoi scritti l'influenza di Costantino nel Concilio di Nicea. Se si disponesse soltanto di questa fonte, si potrebbe pensare che l’imperatore, oltre al pronunciare alcune parole di saluto all’inizio delle sessioni, fu protagonista della riconciliazione degli avversari e della restaurazione della concordia, imponendosi anche nelle questioni dottrinali al di sopra dei vescovi che partecipavano al Concilio. Si tratta di una versione distorta della realtà.
Seguendo tutte le fonti disponibili si può dire, certamente, che Costantino propiziò la celebrazione del Concilio di Nicea e influì nel fatto della sua celebrazione, prestando tutto il suo appoggio. Tuttavia, lo studio dei documenti mostra che l’imperatore non influì nella formulazione della fede che si fece nel Credo, perché non aveva capacità teologica per dominare le questioni che lì si dibattevano”.
(In opusdei.org)
“...Una minoranza, forse nemmeno 300 dei 1.800 dei vescovi dell’impero, dunque, decise le sorti della chiesa. E pochi sono quelli che hanno speso una parola sulla legalità di questo fatto storico. La nascita della chiesa cattolica, i revisionisti della quale si danno molto da fare per produrre prove per dimostrare l’indimostrabile, cioè che essa risale al tempo apostolico, inizia così con il Concilio di Nicea. Essa divenne “chiesa di Stato” con l’imperatore Teodosio. Quella libertà di culto, così dolorosamente ottenuta, altrettanto dolorosamente cominciò, da allora, ad essere negata agli altri. Seguirono molto presto le persecuzioni dei pagani, quelle degli Ebrei e quelle più orribili e di inaudita durata e crudeltà dei cosiddetti “eretici”, cioè di quei cristiani che intendevano vivere in pace e adorare Dio secondo coscienza.”
Una frase al giorno
“La burocrazia è un gigantesco meccanismo azionato da pigmei”.
(Honoré de Balzac, Tours, 20 maggio 1799 - Parigi, 18 agosto 1850)
Honoré de Balzac è stato uno scrittore, drammaturgo, critico letterario, saggista, giornalista e stampatore francese, considerato fra i maggiori della sua epoca. È considerato il principale maestro del romanzo realista francese del XIX secolo. Scrittore prolifico, ha elaborato un'opera monumentale: La Commedia umana, ciclo di numerosi romanzi e racconti che hanno l'obiettivo di descrivere in modo quasi esaustivo la società francese contemporanea all'autore o, come disse più volte l'autore stesso, di "fare concorrenza allo stato civile". La veridicità di quest'opera colossale ha portato Friedrich Engels a dichiarare di aver imparato più dal "reazionario" Balzac che da tutti gli economisti. Di grande influenza (da Flaubert a Zola, fino a Proust e a Giono, tanto per restare in Francia), la sua opera è stata anche utilizzata per moltissimi film e telefilm”.
(Wikipedia)
Immagini: lo sceneggiato Papà Goriot - Honoré de Balzac, 1 di 2, di Tino Buazzelli.
Un brano musicale al giorno
Clara Schumann, Piano Variations, pianista è Micaela Gelius.
Clara Schumann scrisse Le Variazioni su un tema di suo marito, Robert Schumann. Clara Josephine Wieck Schumann (Lipsia, 13 settembre 1819 - Francoforte sul Meno, 20 maggio 1896) è stata una pianista e compositrice tedesca, moglie del compositore Robert Schumann. È stata una delle pianiste più importanti dell'era romantica.
Ugo Brusaporco
Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.
INFORMAZIONI
Ugo Brusaporco
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web www.brusaporco.org