L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Anno II. La rubrica ospita il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...
Un film al giorno
THE GREATEST SHOW ON EARTH (Il più grande spettacolo del mondo, USA, 1951) di Cecil B. De Mille. Sceneggiatura: Barré Lyndon, Fredric M. Frank, Theodore St. John. Fotografia: George Barnes. Montaggio: Anne Bauchens.Musiche: Victor Young. Con: Charlton Heston, James Stewart, Betty Hutton, Cornel Wilde, Dorothy Lamour, Gloria Grahame, Henry Wilcoxon, Lyle Bettger, Lawrence Tierney, John Kellogg, Emmett Kelly, Antoinette Concello, John Ringling North, Tuffy Genders, Julia Faye, Frank Wilcox, Bobby Burns.
Per poter fare stagione completa, senza rimetterci, Braden, il giovane direttore di un colossale circo, ingaggia Sebastian, celeberrimo ginnasta, che sarà la maggiore attrattiva degli spettacoli. È un gran dolore per Holly, finora la migliore ginnasta, che dovrà cedere a Sebastian l'ambito numero di centro. Fra lei e Sebastian inizia una gara d'abilità e di audacia: una sera Sebastian, punto da un'osservazione di Holly, fa togliere la rete, che Braden aveva fatto stendere, e cade in malo modo. Non muore; ma il suo braccio destro resta paralizzato. Vorrebbe lasciare il circo, ma Holly, pentita, lo trattiene fingendo d'amarlo. Intanto il circo continua la sua marcia trionfale, procurando a Braden delle soddisfazioni, ma anche molte preoccupazioni. Deve allontanare dal circo un domatore d'elefanti che, mosso da gelosia, ha tentato d'uccidere un'artista. Il domatore, per vendicarsi, fa lega con certi gangsters e insieme danno l'assalto ad uno dei treni del circo, provocando il deragliamento del treno successivo con conseguenze disastrose. Braden, che non perde la testa, dà ordini precisi ai suoi; ma egli è stato gravemente ferito e viene curato e salvato da un clown, sotto la cui truccatura si nasconde un chirurgo, ricercato dalla polizia. Malgrado le perdite subite, il circo sarà in grado d'allestire la sera dopo, all'aperto, il consueto spettacolo.
“Di film in film De Mille si conferma con un'esattezza imperturbabile. È il tipico regista hollywoodiano della vecchia guardia; vede tutto con ingenue lenti d'ingrandimento, anche i costi dei suoi film; e sarebbe un pittoresco caso di megalomania se i suoi film non rendessero poi fior di quattrini. Siamo quindi entro i limiti dello spettacolo per lo spettacolo; e di solito con preferenze per figure e ambienti remoti nel tempo, affrontati con una disinvoltura tutta americana. Da I dieci comandamenti a Il Re dei Re; da I crociati a Il segno della croce, al recente Sansone e Dalila, De Mille è sempre partito contro la storia lancia in resta; ogni suo nuovo film era per lui come una sua nuova personale crociata; e non s'accorgeva di dare a quella crociata una vibrazione da circo equestre...”
(Mario Gromo su La Stampa)
“Il gigantismo del regista Cecil B. De Mille ben si adatta al variopinto mondo del circo: inquadrature brulicanti, scenografie maestose, colori vivaci e un ritmo trascinante (grazie anche agli impressionanti numeri acrobatici) che non lascia spazio a pause di sorta. Le passioni e le tragedie nascoste dietro gli scintillii dello show business, alternate in modo fluido agli inserti puramente spettacolari, sono raccontate con spirito partecipe e sincero: l'invidia di Angela nei confronti della bella e corteggiata Holly; l'infortunio di Sebastian che gli paralizza un braccio e lo costringe all'inattività; il tormento di Brad, diviso tra l'amore e il lavoro. La morale di fondo appare però lievemente buonista e didascalica, soprattutto a causa di una moraleggiante voce narrante (dello stesso De Mille, doppiato nella versione italiana da Lauro Gazzolo); e l'unico personaggio a bucare realmente lo schermo è quello di James Stewart, pagliaccio triste lacerato da un dramma interiore. In ogni caso, un film girato con mano sapiente, godibile nonostante la durata impegnativa (152 minuti). Vincitore di due Oscar (miglior film e soggetto) e tre Golden Globe (miglior film drammatico, regia, fotografia).”
Il 21 gennaio 1959 moriva Cecil B. De Mille, regista, produttore e sceneggiatore americano (nato nel 1881)
Lo stesso giorno, nel 1938, moriva anche Georges Méliès, attore, regista e produttore francese (nato nel 1861) e lo vogliamo ricordare con il magnifico "À la conquête du pôle", del 1912, con due versioni, una muta e una musicata:
- la prima www.youtube.com
- la seconda www.youtube.com
Una poesia al giorno
Bilancio 1926, di Vahan Tekeyan (traduzione di Padre Mesrop Gianascian)
Bilancio: che cosa mi è rimasto, della mia vita che cosa è rimasto?
Strano, solamente quello che ho dato ad altri:
Una nascosta tenerezza, benedizioni silenziose,
A volte uno svuotarsi del cuore, oppure una lacrima muta...
Quello che è andato ad altri, è ritornato reso più dolce
E reso più forte per rimanermi nell’anima per sempre;
Quello che Amore mi tolse, Iddio non lo perdette,
Me lo ridiede, profumando in tal modo la vita...
Signore, sebbene adesso abbia tormenti
E per me ormai sia prosciugata la sorgente di gioia,
Ancora mi inebrio di vino vecchio straripato...
E non dico: “Che cosa è rimasto?”.
Sotto la terra che cosa rimane
Delle flessuose canne, delle querce robuste,
Se non la consolazione senza fine di aver bevuto il sole?
21 gennaio 1878 nasce Vahan Tekeyan, poeta e attivista armeno (morto nel 1948).
Un fatto al giorno
21 gennaio 1749: il Teatro Filarmonico di Verona viene distrutto da un incendio. È ricostruito nel 1754.
21 gennaio 1793: dopo essere stato riconosciuto colpevole di tradimento dalla Convenzione nazionale francese, Luigi XVI di Francia viene ghigliottinato a Parigi in piazza della Rivoluzione.
Una frase al giorno
“La maggior parte dei socialisti si limita a evidenziare che una volta instaurato il socialismo saremo più felici in senso materiale e presuppone che ogni problema venga a cadere quando si ha la pancia piena. Invece è vero il contrario: quando si ha la pancia vuota non ci si pone altro problema che quello della pancia vuota. È quando ci lasciamo alle spalle lo sfruttamento e la dura fatica che cominciamo davvero a farci domande sul destino dell'uomo e sulle ragioni della sua esistenza”.
(George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, nato a Motihari, 25 giugno 1903, morto a Londra, 21 gennaio 1950. È stato un giornalista, saggista e scrittore britannico).
ANIMAL FARM è un film d'animazione diretto nel 1954 da John Halas e Joy Batchelor, basato sull'omonimo romanzo di George Orwell. È il primo lungometraggio d'animazione britannico a distribuzione internazionale. Nel 1956 è stato nominato al premio BAFTA per il miglior film d'animazione. All’epoca fu considerato dal New York Times ‘un capolavoro’ e venne nominato al premio BAFTA per il miglior film d’animazione.
“Uno dei più bei film a disegni animati della storia del cinema, in cui i personaggi sono volutamente "adulti" e non realizzati solo per i più piccoli.”
(Mymovies.it)
Solo diversi anni dopo il suo rilascio si venne a sapere che fu voluto e finanziato dalla CIA, che fornì al produttore Louis de Richemont i fondi necessari per acquisire i diritti del romanzo dalla vedova di Orwell. L’intento dei servizi d’intelligence statunitensi era di creare un film da distribuire nei paesi sotto l’influenza statunitense o in buoni rapporti con gli USA, in modo da usarlo come strumento di contrasto e manipolazione nei confronti dell’Unione Sovietica di Stalin durante la guerra fredda. In Italia la pellicola non è mai stata rilasciata nei cinema, ma nel 1989 fu distribuita in VHS”.
(su www.fumettologica.it)
Il 21 gennaio 1950 muore George Orwell, scrittore, saggista e critico britannico (nato nel 1903).
Un brano musicale al giorno
Todor Skalovski, "Prispivna" (Lullaby)
"A lullaby from the Shar Mountain", di Todor Skalovski (1909 - 2004). Esecuzione: Marija Muratovska - Naumovska. Testi e musica di Todor Skalovski.
Traduzione inglese:
Sleep, sleep my child, so that you grow and grow up.
Come, come oh white sun, oh white sun from Solun! (Thessaloniki)
Sleep like a lamb, like a lamb from Shar Mountain. X2
Sleep and grow, grow up to be a great hero,
Great hero like Goce.
Sleep, sleep dear child.
Ah!
Todor Skalovski (21 gennaio 1909 - 1 luglio 2004), famoso compositore macedone, direttore d'orchestra e di coro. Tra le sue opere famose è l'inno nazionale della Repubblica di Macedonia.
Un anno fa, 21 gennaio 2017, moriva Igino Maggiotto, poeta, fisarmonicista, sindacalista, imprenditore, politico, marito, padre, amico, ma soprattutto Uomo Umano, con tutto quello che vale per cultura e civiltà. Questa notte ho voluto ricordarlo con queste parole.
È notte Igino!
Ed è passato un anno
E tu non te ne sei accorto,
Come quando,
Senza guardare,
Trovavi gli accordi giusti
Sulle tue fisarmoniche,
Amate come madri,
Per il senso del vivere
Che ti davano.
E ora,
Che la musica è finita,
La tua musica:
I tuoi valzerini
E le polke e le mazurke
E le tante improvvisazioni
Per accompagnare un film,
Un testo teatrale, una poesia,
Cosa resta
Nel sapore
Di un bicchiere di vino
Se non il tuo silenzio,
La tua assenza,
L’esserci detti “A domani!”
E non avere più domani?
Il tuo non esserci
È vuoto incolmabile!
E il dire poesie
Non è più lo stesso,
E le serate
Hanno preso altri colori
E sembra che tutto vada bene
Meglio.
Sai, Igino
Le serate si riempiono di gente
Al 23!
Ti ricordi
Quante ne abbiamo fatte,
E quante in pochi,
In quattro gatti?!
E allora
Forse non ci siamo accorti
Di essere vecchi
E la nostra gente
Ora
Fatica a venire
Impaurita
Dal non sentire la tua musica.
Sai, Igino,
Sono stato su Ponte Pietra
A far recitare Barbarani,
Dove tu amavi suonare
Alla luna e all’Adige.
Vicino a quel Liceo Classico
Che ti aveva fatto amare
Platone e i poeti latini
E il tuo Dante, da contrapporre
Al mio Foscolo e al mio Dino Campana.
E ancora mi sei mancato!
E avanti Igino,
Avanti bisogna andare!
E tu aspettami,
Non tarderò a venirti a trovare,
Preparati!
Ugo Brusaporco
Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.
INFORMAZIONI
Ugo Brusaporco
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web www.brusaporco.org