“L’amico del popolo”, 21 ottobre 2017

L'amico del popolo
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L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Una nuova rubrica ospiterà il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...

Un film al giorno

UN AMOUR DE SWANN (Un amore di Swann, Francia, Germania, 1984), regia di Volker Schlöndorff. Sceneggiatura: Peter Brook, Jean-Claude Carrière, Marie-Hélène Estienne, Volker Schlöndorff, da "Un amore di Swann" di Marcel Proust. Fotografia: Sven Nykvist. Montaggio: Françoise Bonnot. Musica: David Graham, Hans Werner Henze, Gerd Kuhr, Marcel Wengler, Claude Debussy. Con: Jeremy Irons, Ornella Muti, Alain Delon, Fanny Ardant, Marie-Christine Barrault, Anne Bennent, Nathalie Juvet, Philippine Pascal, Charlotte de Turckheim, Jean-François Balmer, Jacques Boudet, Jean-Louis Richard, Bruno Thost, Jean Aurenche, Nicolas Baby, Roland Topor.

Parigi, fine '800. Il sole è già alto quando Charles Swann viene svegliato delicatamente dal suo maggiordomo, si sottopone a una raffinata toelette, si veste con meticolosa cura e - accompagnato dall'amico barone de Charlus, un elegante libertino - si reca in carrozza dal duca di Guermantes, che, per la nota competenza d'arte di Swann, l'ha pregato di fargli la perizia di un quadro d'autore acquistato di recente. Mentre attraversano le sontuose sale di palazzo Guermantes, il duca ricorda a Swann le sue origini semitiche e lo ammonisce che, sposando Odette de Crècy, metterebbe in serio pericolo la propria posizione sociale. Da questa specie di prologo si snoda il racconto dell'amore di Swann per Odette, bella donna di mondo che gli è stata presentata ad un ricevimento, la quale dapprima lo incuriosisce, successivamente lo cattura sempre di più col suo fascino malioso, lo introduce nel salotto dei Verdurin - nobili "arrivati" di serie B - e infine lo ignora con raffinata determinazione, scatenandone la gelosia, fino a ridurlo a un nevrotico quanto vano inseguirla, sempre più maliziosamente sfuggente. Dopo di che, in una specie di epilogo, veniamo a conoscere che Swann l'ha sposata, ma non l'ama più, e si trova, invecchiato e distrutto, emarginato dal bel mondo che sdegna, a discorrere con Charlus, sulla panchina di un viale, del loro comune fallimento e della morte.

"La recitazione è apprezzabile. Jeremy Irons è un sorprendente Swann, scavato, interiormente devastato e come consunto da una passione la quale, più ancora che desiderio sensitivo, appare misteriosa come un mal d'anima. Ornella Muti risulta discretamente calata nel personaggio di una Odette che 'senza essere intelligente ha il dono della naturalezza'. Ben caratterizzato da Alain Delon è pure il personaggio del barone de Charlus, vizioso, scanzonato e impertinente (sebbene quella rivista dei 'grooms' allineati sulla gradinata di palazzo Guermantes, 'immobili, scultorei, inutili' che l'attore compie alla ricerca dell'ambiguo amico di turno, rischi di rasentare il meccanismo marionettistico). Fanny Ardant impersona credibilmente l'altera e ostentatamente distaccata duchessa di Guermantes. La musica di Hans Werner Henze, infine, non richiama per nulla 'la piccola frase' della sonata di Vinteuil, complice, con l'orchidea cattleya, degli incontri amorosi di Swann con Odette, e alla quale Proust attribuisce l'incanto di rappresentare l'ardua sintesi dell''Amore di Swann', rendendone 'visibili' gli incanti e l''essenza'. In compenso è piena di suggestione la colonna dei suoni: il fruscio della seta, il trotto e l'ansimare dei cavalli, il tintinnare delle coppe di champagne... Ma occorre dire che - riletto Proust - si dimentica fatalmente il film."

('Segnalazioni cinematografiche', vol. 98, 1985)

 

Una poesia al giorno

Sonnet, di Samuel Taylor Coleridge (Ottery St Mary, 21 ottobre 1772 - Highgate, 25 luglio 1834. E’ stato un poeta, critico letterario e filosofo inglese).

Oft o’er my brain does that strange fancy roll
Which makes the present (while the flash dost last)
Seem, a mere semblance of some unknown past,
Mixed with such feelings, as perplex the soul
Self-questioned in her sleep; and some have said
We liv’d, ere yet this robe of flesh we wore.
O my sweet baby! when I reach my door,
If heavy looks should tell me, thou art dead,
(As sometimes, through excess of hope, I fear)
I think that I should struggle to believe
Thou wert a spirit, to this nether sphere
Sentenc’d for some more venial crime to grieve;
Did’st scream, then spring to meet Heaven’s quick reprieve,
While we wept idly o’er thy little bier.

Spesso nel mio cervello passa la sensazione strana
Che, per la durata del momento, fa sembrare
Il presente somigliante ad un passato sconosciuto.
Turbato da tali fantasie, perplesso l’animo
Svegliato nel suo sonno: e certi dicono
Che vivevamo già prima di possedere il corpo.
O mio dolce bimbo! Quando la soglia raggiungo,
Se sguardi tristi dovessero dirmi che sei morto
(Come talvolta, per troppa speranza, temo),
Penso che dovrei lottare per convincermi
Che tu fosti uno spirito, a questo mondo più basso
Condannato per qualche colpa veniale da scontare:
Strillasti come un bimbo; quindi ad incontrare
Il perdono del cielo, sùbito tornasti:
E noi qui a piangere sulla tua piccola bara!

 

Un fatto al giorno

21 ottobre 1895: nasce Edna Purviance, attrice americana. Edna Purviance (21 ottobre 1895-13 gennaio 1958) fu un'attrice di cinema muto. È stata la protagonista in molti dei primi film di Charlie Chaplin e in un periodo di otto anni è apparsa in oltre 30 film con lui.
Lei è solamente un’attrice, solamente una grande interprete, solamente un sogno per Chaplin e per chi crede che il Cinema abbia la C maiuscola.

Di Edna Purviance si trova molto nel sito: www.ednapurviance.org
Va ricordata nello straordinario “A Woman of Paris”, il miglior Chaplin senza Charlot. Immagini in www.charliechaplin.com

 

Una frase al giorno

“Il rumore inutile è la più crudele mancanza di attenzione che si possa infliggere a un malato o a una persona sana”.

(Florence Nightingale, 1820-1910, infermiera britannica)

 

Un brano al giorno

Helen Watts, contralto, canta Henry Lawes: www.youtube.com

Esegue 13 canzoni del noto compositore inglese Henry Lawes (1595-1662) con Thurston Dart alla tastiera.

1. A Complaint against Cupid
2. No constancy in man 1:26
3. An eccho (Imbre lachrymarum largo) 3:03
4. Tavola (In quel gelato core una voce) 6:14
5. Parting 8:15
6. Dissuasion from presumption 10:02
7. Sufferance 10:54
8. Hymn to God the Father 12:06
9. Hymn to God the Son 14:59
10. Hymn to God the Holy Ghost 17:49
11. Among rosebuds 20:14
12. A lady to a young courtier 21:29
13. I prithee send me back my heart 22:55

 

Ugo Brusaporco
Ugo Brusaporco

Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.

INFORMAZIONI

Ugo Brusaporco

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web www.brusaporco.org