“L’amico del popolo”, 22 ottobre 2017

L'amico del popolo
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L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Una nuova rubrica ospiterà il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...

Un film al giorno

FAUST - EINE DEUTSCHE VOLKSSAGE (1926), regia di Friedrich Wilhelm Murnau. Sceneggiatura: Hans Kyser, Gerhart Hauptmann, da Johann Wolfgang von Goethe. Con: Gösta Ekman (Faust), Emil Jannings (Mefisto), Camilla Horn (Gretchen), Frieda Richard (la madre di Gretchen), Wilhelm Dieterle (Valentin), Yvette Guilbert (Marthe Schwerdtlein), Eric Barclay (il duca di Parma), Hanna Ralph (la duchessa di Parma), Werner Fütterer (l’arcangelo), Hans Brausewetter, Lothar Muthel, Hans Rameau, Hertha von Walther, Emmy Wida.

Mefistofele scommette con l'Arcangelo Gabriele che riuscirà a corrompere il Dottor Faust e a conquistare il dominio sulla Terra; per ottenere il suo scopo diffonde la peste sulla Terra e convince Faust a stringere un patto: in cambio della sua anima il dottore riuscirà a guarire le persone dalla malattia, egli inoltre tornerà giovane e otterrà l'amore della bella Margherita. Ma è proprio grazie all'amore sofferto per lei, arrivando ad accettare di dividere il rogo con la sua amata, che Faust riuscirà a svincolarsi dal patto con il diavolo.

“L’inizio del film è straordinario. Dopo un colloquio tra Dio Padre e Mefistofele (Jannings), il demonio va a tentare Faust (Gösta Ekman) e lo trasporta in volo sul proprio mantello attraverso l’Europa fino in casa della duchessa di Parma. La macchina da presa di Carl Hofmann svolazza al disopra dei plastici con splendido movimento da opera lirica (la duchessa dà una festa nello stile del music-hall tedesco del 1925). Il successivo idillio con Margherita fa pensare alle cartoline postali o alle fotografie artistiche 1910: la donna dalle lunghe trecce è insipida, e Faust effeminato.”

(Georges Sadoul)

“Se Goethe fosse vivo, sono sicuro che questo film gli piacerebbe, e gli piacerebbero soprattutto cose di questo tipo (il plastico del volo sulle Alpi), le uniche capaci di ricordargli la sua opera”.

(F. W. Murnau)

Faust è da considerarsi opera personale di F. W. Murnau, che ne modificò più volte la sceneggiatura fino a giungere alla definizione della propria visione del mito del vecchio alchimista. È la sua opera più curata dal punto di vista plastico, quella in cui più evidente risulta la convinzione del regista della possibilità di trasformare il cinema in un’arte dotata di leggi proprie. Ma di questo film circolavano copie provenienti da negativi tra loro assai diversi, realizzati a partire da riprese parallele. Era necessario ricostruire il montaggio originariamente voluto da Murnau, ignorando le modifiche introdotte dall’Ufa all’epoca della distribuzione della pellicola, avvicinandosi nello stesso tempo alla qualità fotografica di tale originale.

IL RESTAURO DEL FILM
Il dato più interessante di questo restauro risiede probabilmente in un suo aspetto che, in un certo senso, lo ha reso una novità assoluta: esso è riuscito a richiamare l’attenzione sul problema delle doppie versioni nel cinema muto, fatto apparentemente fin troppo conosciuto, ma al quale non si era mai riservato l’interesse che meritava.
Il restauro di Faust ci ha portato a scoprire che, per quanto logico possa sembrare, tale pratica non nacque agli inizi del sonoro perché ancora non esisteva o non era diffuso il sottotitolaggio o il doppiaggio. Essa venne allora semplicemente recuperata poiché già era abituale nel cinema muto, per quanto possa sembrare assurdo, dato che gli intertitoli potevano essere tradotti e sostituiti.
Studiando i diversi materiali di Faust conservati in tutto il mondo ho potuto verificare l’esistenza di almeno sette differenti negativi del film! Essi erano chiaramente destinati ai grandi mercati cinematografici, gli stessi che, soltanto tre o quattro anni più tardi, avrebbero obbligato i produttori a realizzare diverse versioni sonore di un film.
Il restauro è stato realizzato duplicando il negativo americano di Berlino, modificandone il montaggio seguendo quello della copia danese, sostituendo le scene contenenti testi inglesi con i corrispondenti tedeschi tratti dalla copia danese e dal lavander di Wiesbaden, integrando le scene eliminate negli USA da Murnau e tutte quelle deteriorate nel negativo americano con altre tratte a volte dalla copia danese, a volte dal controtipo Turner, abbastanza completo ma la cui qualità fotografica lascia piuttosto a desiderare. Il lavoro è stato completato dalla sostituzione degli intertitoli americani con quelli originali tedeschi che quasi sempre occupavano lo stesso posto.

LA MUSICA
“Quando Murnau partì per Hollywood il 22 giugno 1926, egli considerava la sua opera terminata. Aveva compilato una lista di musiche di accompagnamento insieme a Ernö Rapée (che di lì a poco avrebbe a sua volta lasciato l’Ufa per Hollywood), comprendente temi dell’opera di Gounod. Il 25 agosto il film venne presentato a Berlino con questo accompagnamento, che alcuni critici di prestigio, come Hans Feld, non approvarono sostenendo che un film del genere avrebbe meritato musiche originali. Il produttore dell’Ufa, Hans Neumann, ritirò l’accompagnamento di Rapée e incaricò della composizione di una partitura originale dapprima Giuseppe Becce, che finì col rinunciarvi, poi Werner Richard Heymann che utilizzò temi originali insieme ad altri di repertorio nel suo accompagnamento che venne eseguito all’uscita del film a Berlino.
Poiché l’accompagnamento di Heymann, che prevedeva cori e un grande numero di strumenti, non poteva essere eseguito in piccole sale, Paul A. Hensel preparò una lista di musiche (48 brani) facilmente eseguibili da piccole orchestre. La compilazione di Hensel, molto ben accolta dalla critica, è l’unica a cui si è potuto accedere integralmente, grazie alla sua pubblicazione sul n. 283 (26 novembre) del “Licht-Bild-Bühne”. La musica di accompagnamento di Paul A. Hensel è stata sincronizzata secondo un’orchestrazione originale da Berndt Heller, con la collaborazione dei musicisti spagnoli Armando e Carlos Pérez Mántaras, completando i piccoli frammenti che Hensel aveva lasciato incompiuti nella sua compilazione, come il saluto di Mefisto al suo apparire (Hensel annotava: utilizzare una figura umoristica di flauto a ogni saluto di Mefisto), o il crescendo agitato del finale della prima scena tra il diavolo e l’arcangelo (Hensel annotava soltanto: gran crescendo agitato).

(Luciano Berriatúa, Cinegrafie, VI, n. 9, 1996)

 

Una poesia al giorno

Dedica, dal Faust di Johann Wolfgang Goethe. Traduzione di Andrea Casalegno.

Vi avvicinate ancora, ondeggianti figure
apparse in gioventù allo sguardo offuscato.
Tenterò questa volta di non farvi svanire?
Sento ancora il mio cuore incline a quegli errori?
Voi m'incalzate! E sia, vi lascerò salire
accanto a me dal velo di nebbia e di vapori;
aleggia intorno a voi un alito incantato
che al mio petto dà un fremito di nuova gioventù.

Voi recate le immagini di giorni spensierati,
ed affiorano ombre che mi furono care;
simili ad un'antica, quasi svanita saga
ritornano con voi gli amici e i primi amori;
si rinnova il dolore, il pianto ripercorre
il corso labirintico di una vita errabonda,
e nomina i magnanimi prima di me scomparsi,
frodati dalla sorte di belle ore felici.

Non potranno ascoltare i canti che verranno
le anime alle quali i miei primi cantai;
la ressa degli amici si è dileguata, ormai,
l'eco prima dei canti è, purtroppo, svanita.
La mia canzone suona ad una folla ignota,
che perfino se applaude fa tremare il mio cuore,
e chi allora ascoltava lieto la mia canzone
erra, se vive ancora, disperso per il mondo.

Ed una nostalgia da tempo sconosciuta
mi prende di quel grave, calmo regno di spiriti,
si libra adesso in indistinti suoni
sussurrando il mio canto, simile all'arpa eolia,
un brivido mi afferra, lacrima segue lacrima,
si sente molle e tenero questo cuore severo;
quel che adesso possiedo lo vedo da lontano,
e quello che svanì diventa reale e vero.

Zueignung

Ihr naht euch wieder, schwankende Gestalten,
Die früh sich einst dem trüben Blick gezeigt.
Versuch ich wohl, euch diesmal festzuhalten?
Fühl ich mein Herz noch jenem Wahn geneigt?
Ihr drängt euch zu! nun gut, so mögt ihr walten,
Wie ihr aus Dunst und Nebel um mich steigt;
Mein Busen fühlt sich jugendlich erschüttert
Vom Zauberhauch, der euren Zug umwittert.
Ihr bringt mit euch die Bilder froher Tage,
Und manche liebe Schatten steigen auf;
Gleich einer alten, halbverklungnen Sage
Kommt erste Lieb und Freundschaft mit herauf;
Der Schmerz wird neu, es wiederholt die Klage
Des Lebens labyrinthisch irren Lauf,
Und nennt die Guten, die, um schöne Stunden
Vom Glück getäuscht, vor mir hinweggeschwunden.
Sie hören nicht die folgenden Gesänge,
Die Seelen, denen ich die ersten sang;
Zerstoben ist das freundliche Gedränge,
Verklungen, ach! der erste Widerklang.
Mein Lied ertönt der unbekannten Menge,
Ihr Beifall selbst macht meinem Herzen bang,
Und was sich sonst an meinem Lied erfreuet,
Wenn es noch lebt, irrt in der Welt zerstreuet.
Und mich ergreift ein längst entwöhntes Sehnen
Nach jenem stillen, ernsten Geisterreich,
Es schwebet nun in unbestimmten Tönen
Mein lispelnd Lied, der Äolsharfe gleich,
Ein Schauer faßt mich, Träne folgt den Tränen,
Das strenge Herz, es fühlt sich mild und weich;
Was ich besitze, seh ich wie im Weiten,
Und was verschwand, wird mir zu Wirklichkeiten.

 

Un fatto al giorno

22 ottobre 1883: Metropolitan Opera House di New York inaugura con una performance del Faust di Gounod. Christine Nilsson interpreta Marguerite e Franco Novara Méphistophélès. “Metropolitan opera house Teatro d'opera di New York, inaugurato nel 1883 e diventato il principale teatro musicale degli Stati Uniti. Chiuso nel 1966, è stato sostituito, nello stesso anno, da un nuovo edificio nel Lincoln Center, il complesso che comprende anche il New York State Theatre e la Philharmonic Hall”.

L’opera: FAUST, dramma lirico in cinque atti di Charles Gounod su un libretto in lingua francese di Jules Barbier e Michel Carré tratto dal lavoro teatrale Faust e Marguerite di Michel Carré, a sua volta tratto dal Faust di Johann Wolfgang von Goethe. Faust: Alfredo Kraus. Mefistófeles: Nicolai Ghiaurov. Margerite: Mirella Freni. Valentin: Robert Wilbert. Director: George Prêtre. Chicago, 1980.

 

Una frase al giorno

“Compagni - gridava, e i suoi lineamenti tirati, i suoi gesti disperati esprimevano una sincera angoscia - quelli che sono al potere reclamano da noi sacrificio su sacrificio, ma quelli che posseggono tutto sono lasciati tranquilli”.

(Da “I dieci giorni che sconvolsero il mondo”, di John Reed, giornalista e militante comunista statunitense, Portland, 22 ottobre 1887 - Mosca, 17 ottobre 1920)

 

Un brano al giorno

“Eine Faust-Sinfonie in drei Charakterbildern”, “La Sinfonia del Faust", 1857, Franz Liszt: www.youtube.com

Chicago Symphony Orchestra e Coro. Tenore: S. Jerusalem. Direttore: Sir Georg Solti.

"La Faust-Symphonie", che debutta a Weimar nel 1857, in occasione dell'inaugurazione del monumento in bronzo dedicato a Goethe e a Schiller, ritratti uno accanto all'altro, in piedi, lo sguardo fisso in avanti. Era tenace, allora, la fiducia nel futuro. Lo stesso Liszt ne è il primo direttore. La vastissima Sinfonia si divide in quattro movimenti. I primi tre il compositore li definisce Charakterbilder. Ritratti psicologici, dedicati alla trinità inseparabile del romanzo di Goethe; nell'ordine: lui-lei-l'Altro. Faust, Margherita, Mefistofele (e che Altro, indubbiamente ingombrante e più interessato a lui che a lei). Questo il progetto originario, sul quale, durante i tre anni che separano la conclusione del lavoro di scrittura dalla prima esecuzione, si innesta la decisione di aggiungere, come pannello conclusivo, un Chorus mysticus.

Franz Liszt, compositore, pianista, direttore d'orchestra e organista ungherese, nasce in Austria il 22 ottobre 1811, e muore il Germania il 31 luglio 1886.

 

Ugo Brusaporco
Ugo Brusaporco

Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.

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Ugo Brusaporco

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