L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Anno II. La rubrica ospita il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...
Un film al giorno
CARMEN (Francia, 1926), scritto e diretto da Jacques Feyder, dall’omonimo racconto di Prosper Mérimée. Fotografia: Maurice Desfassiaux, Paul Parguel. Montaggio: Henriette Caire, Jacques Feyder. Musica di Ernesto Halffter. Con: Raquel Meller (Carmen), Louis Lerch (Don José), Charles Barrois, Luis Buñuel, Andrée Canti, Gaston Modot, Jean Murat, Victor Vina.
Il soldato José (Fred Louis Lerch) abbandona il suo lavoro per amore della bella gitana Carmen (Raquel Meller): l'uomo la ucciderà quando scopre che la donna ha una passione per un altro uomo.
“Carmen va visto almeno due volte, perché solo quando ci si è liberati dell’interesse per il dramma si possono ammirare a piacimento tutta la bellezza di quest’opera, da lodare nella sua interezza. Solo quando si riesce a staccare gli occhi dalla recitazione degli artisti, quando il cuore non è più stretto dalle situazioni strazianti, sarà possibile analizzare il talento e l’arte contenuti in Carmen, dal punto di vista della pura messa in scena, dell’illuminazione, della fotografia. Dalla nascita del cinematografo, abbiamo già potuto applaudire molte belle cose, ma non credo sia mai stato possibile vedere qualcosa di più riuscito degli effetti notturni e degli studi di luce per l’accampamento montano dei contrabbandieri, la strada in cui si trova la taverna di Lillas Pastia, la Porte des Capucins in cui José monta la guardia."
(Jean de Mirbel, Cinémagazine, 49, 1926)
"Donna affascinante, di una bellezza calda e seducente, due occhi nerissimi, una bocca voluttuosa, ma soprattutto una voce carezzevole e al tempo stesso densa e sensuale, Raquel non poteva essere trascurata dal cinema. Il primo film lo girò in Spagna, Los Arlequinos de seda y oro (1919), un'opera in tre parti che negli anni a venire fu rimaneggiata e ripresentata in un unicum con il titolo La gitana blanca, ma fu essenzialmente la Francia che, nel corso degli anni Venti, la volle protagonista di una serie di film costruiti appositamente su di lei. Ed è perlomeno singolare il caso di un'artista il cui pregio maggiore è la voce e che diviene interprete di film in cui la voce non può udirsi. Ma tant'è, il richiamo del nome di Raquel Meller spinse i produttori francesi a realizzare delle opere costose (poi confermatesi redditizie) come Violettes imperiales (1922) di cui interpreterà, con lo stesso regista Henri Roussell, un remake sonoro dieci anni dopo, La Terre promise (1924), Ronde de nuit (1925) e, per la regia di Jacques Feyder, una versione della Carmen (1926), in cui, scapricciandosi da vera diva, la Meller ridisegnava completamente il personaggio di Merimée e ne faceva una povera vittima, preda dei cattivi Don José, Garcia e Lucas il torero.“On ne m'a pas demandé de faire un film sur Carmen avec Raquel Meller, mais de faire avec Raquel Meller quelque chose sur Carmen” (Non mi è stato chiesto di girare un film su Carmen con Raquel Meller, ma di fare qualcosa per Carmen con Raquel Meller). Così dichiarava Feyder su La Revue du Cinéma (1930), ancora col dente avvelenato per i capricci e le stravaganze della focosa spagnola."
(Vittorio Martinelli, in Le dive del silenzio, Recco, Le Mani, 2001)
- Il film: 1926, Carmen
24 maggio 1948 muore Jacques Feyder, attore, regista e sceneggiatore belga (nato nel 1885)
Una poesia al giorno
'O mare, di Eduardo De Filippo (Napoli, 24 maggio 1900 - Roma, 31 ottobre 1984)
'O mare fa paura"
Accussì dice 'a ggente
guardanno 'o mare calmo,
calmo cumme na tavula.
E dice 'o stesso pure
dint' 'e gghiurnate 'e vierno
quanno 'o mare
s'aiza,
e l'onne saglieno
primm' a palazz' 'e casa
e pò a muntagne.
Vergine santa...
scanza 'e figlie 'e mamma!
Certo,
pè chi se trova
cu nu mare ntempesta
e perde 'a vita,
fa pena.
e ssongo 'o primmo
a penzà ncapo a me:
"Che brutta morte ha fatto
stu pover'ommo,
e che mumento triste c'ha passato".
Ma nun è muorto acciso.
È muorto a mmare.
'O mare nuna cide.
'O mare è mmare,
e nun 'o sape ca te fa paura.
Io quanno 'o sento...
specialmente 'e notte
quanno vatte 'a scugliera
e caccia 'e mmane...
migliara 'e mane
e braccia
e ggamme
e spalle...
arraggiuso cumm'è
nun se ne mporta
ca c' 'e straccia 'a scugliera
e vveco ca s' 'e ttira
e se schiaffea
e caparbio,
mperruso,
cucciuto,
'e caccia n'ata vota
e s'aiuta c' 'a capa
'e spalle
'e bracce
ch' 'e piede
e cu 'e ddenoccie
e ride
e chiagne
pecché vulesse 'o spazio pè sfucà...
Io quanno 'o sento,
specialmente 'e notte,
cumme stevo dicenno,
nun è ca dico:
"'O mare fa paura",
ma dico:
"'O mare sta facenno 'o mare".
(1968)
[accussì: così; gghiurnate: giornate; vierno: inverno; onne: onde; a palazz' 'e casa: alte come palazzi; scanza: risparmia; vatte: batte; arraggiuso: rabbioso; s' 'e ttira: le ritira; se schiaffea: si schiaffeggia; mperruso: puntiglioso; ddenocchie: ginocchia; sfucà: sfogarsi]
"Noto anche più semplicemente come Eduardo, è stato un attore, regista, sceneggiatore, drammaturgo, scrittore e poeta italiano. Considerato uno dei più importanti artisti italiani del Novecento, è stato autore di numerose opere teatrali da lui stesso messe in scena e interpretate e, in seguito, tradotte e rappresentate da altri anche all'estero. Autore prolifico, lavorò anche nel cinema con gli stessi ruoli ricoperti nell'attività teatrale. Per i suoi meriti artistici e i contributi alla cultura, fu nominato senatore a vita dal Presidente della repubblica Sandro Pertini e gli furono conferite due lauree honoris causa in Lettere dall'Università di Birmingham nel 1977 e dall'Università degli Studi di Roma La "Sapienza" nel 1980. Fu anche candidato per il Premio Nobel per la letteratura. Eduardo resta ancora oggi, assieme a Luigi Pirandello, Dario Fo e Carlo Goldoni, uno degli autori italiani più apprezzati e rappresentati all'estero”.
(Wikipedia)
Un fatto al giorno
24 maggio 1982: liberazione di Khorramshahr. Gli iraniani riprendono la città portuale di Khorramshahr dagli iracheni durante la guerra Iran-Iraq.
“...Gli iraniani alla fine riconquistarono la città il 24 maggio 1982 dopo due giorni di aspri combattimenti e pesanti perdite”.
- Articolo completo in: en.wikipedia.org
- E in: it.cultura.storia.militare.narkive.com
Immagini:
- Liberation of Khorramshahr, Operation of "Beit-ol-Moghaddas"
- VIVA IRAN Liberation of Khorramshahr سرگرد نورحقیقی: آزادی خرمشهر
Una frase al giorno
“La libertà non fa per noi: siamo troppo ignoranti, boriosi, presuntuosi, codardi, vili e corrotti, siamo troppo legati ai piaceri e all'ozio, siamo schiavi della fortuna a tal punto da non conoscere affatto il prezzo della libertà.”
(Jean-Paul Marat, detto l'Amico del popolo, Boudry, 24 maggio 1743 - Parigi, 13 luglio 1793)
“Jean-Paul Marat è stato un politico, medico, giornalista e rivoluzionario francese di origini sardo-svizzere.
Tra i protagonisti della Rivoluzione francese, che egli sostenne con la sua attività giornalistica, politicamente vicino ai Cordiglieri, fu deputato della Convenzione nazionale francese dal 20 settembre 1792 e, dal 5 aprile 1793, fu eletto presidente del Club dei Giacobini. Fu assassinato dalla girondina Charlotte Corday.
... Raggiunto un accordo con il libraio Dufour, il 12 settembre Marat poté pubblicare il sospirato giornale, Le Publiciste parisien, otto fogli interamente redatti da lui nella sua casa del Vieux Colombier e stampati nella vicina tipografia della vedova Hérissant. Se si accontentava di un quarto dei guadagni realizzati dagli abbonamenti, non era però soddisfatto del titolo troppo freddo della testata, che il 16 settembre mutò infatti in quello più popolare de L'Ami du peuple (L'amico del popolo): sotto il titolo, era stampato il motto del giornale - «Vitam impendere vero» - consacrare la vita alla verità...
... una malattia cutanea della quale si accorse di essere affetto circa dal giorno della morte della madre (24 aprile 1782) e che lo accompagnerà per tutta la sua vita: soffriva di un continuo prurito alla pelle (in seguito anche di piaghe maleodoranti), nonché di frequenti emicranie, di febbre, intensa sete, sbalzi d'umore.-... Questa malattia lo costrinse, col tempo, a stare immerso a lungo all'interno di una curiosa vasca da bagno in rame a forma di scarpa...”
(Articolo completo in Wikipedia)
- Il video di una interessante rappresentazione: Marat/Sade (1967) di Peter Brook. Titolo completo: Persecuzione e assassinio di Jean-Paul Marat interpretato dai detenuti del manicomio di Charenton sotto la direzione del Marchese de Sade.
Il Marchese de Sade è rinchiuso nell'ospedale psichiatrico di Charenton e decide di giocare. I suoi sorveglianti sono d'accordo finché segue certe condizioni. Scrive e dirige gli altri pazienti mentali in uno spettacolo basato sulla vita del Jean-Paul Marat. Mentre il gioco procede, i detenuti diventano sempre più posseduti dalla violenza del gioco e diventano estremamente difficili da controllare. Alla fine, tutto il caos si scatena.
Il 24 maggio 1743 nasce Jean-Paul Marat, medico, giornalista e politico svizzero-francese (morto nel 1793).
Un brano musicale al giorno
Duke Ellington, Rockin' in Rhythm, 1964
Edward Kennedy "Duke" Ellington (Washington, 29 aprile 1899 - New York, 24 maggio 1974) è stato un direttore d'orchestra, compositore e pianista statunitense.
Duke Ellington è considerato uno dei massimi compositori del '900, oltre le etichette di genere; grande è stata e rimane la sua influenza su generazioni di jazzisti: dalle orchestre bianche di Woody Herman e Charlie Barnet a Thelonious Monk e Charles Mingus, e poi le avanguardie più underground di Sun Ra e Archie Shepp. Grande è il debito nei confronti del duca anche da parte dell'esule africano Dollar Brand, Muhal Richard Abrams e di Anthony Davis.
Ugo Brusaporco
Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.
INFORMAZIONI
Ugo Brusaporco
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web www.brusaporco.org