“L’amico del popolo”, 27 giugno 2017

L'amico del popolo
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L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Una nuova rubrica ospiterà il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...

Un film al giorno

LA PISCINE (La piscina, Francia-Italia, 1969), diretto da Jacques Deray. Sceneggiatura: Jacques Deray. Jean-Claude Carrière. Fotografia: Jean-Jacques Tarbes. Montaggio: Paul Cayatte.Musica: Michel Legrand. Con: Jane Birkin, Thierry Chabert, Paul Crauchet, Alain Delon, Steve Eckardt, Suzie Jaspard, Hadyi Madki, Romy Schneider, Maurice Ronet.

“Jean Paul, un giovane scrittore fallito, e Marianne, una giornalista, stanno passando le loro ferie in una lussuosa villa prestata loro da amici. Un giorno, mentre sono nella piscina, ricevono una telefonata che preannuncia l'arrivo di un loro vecchio amico, Harry. Questi, ex amante di Marianne e amico di infanzia di Jean Paul, giunge alla villa con la figlia diciottenne Penelope e viene invitato a restare per qualche giorno. L'atmosfera semplice e allegra dei primi momenti comincia a cambiare dopo una festa. L'atteggiamento affettuoso di Harry verso Marianne colpisce Jean Paul, che si avvicina a Penelope quasi a volersi vendicare dell'amico del quale, inoltre, ha sentito sempre la superiorità. La seduzione, consenziente la ragazza, lascia scossi sia Marianne che Harry: la prima dichiara a Jean Paul di essere pronta ad andarsene mentre Harry decide di partire con la figlia. Ma, durante la notte, i due uomini hanno uno scontro verbale e, dopo essersi sentito rinfacciare il suo sconveniente comportamento con Penelope e il suo fallimento nella vita, Jean Paul getta nella piscina l'amico e Io fa affogare. L'inchiesta della polizia porta solo alla scoperta di alcuni indizi che, però, non risultano validi appigli per una accusa ma bastano a Marianne per convincersi della colpevolezza di Jean Paul; mentre Penelope, delusa, si allontana, Marianne decide di rimanere per sempre accanto a Jean Paul”.

(ComingSoon.it)

“Titolo di culto dall'effimero sottotesto trasgressivo, La piscina rappresenta il lungometraggio più noto del francese Deray, regista poco avvezzo ai lavori di fino. L'intrusione della coppia estranea, che sconvolge gli equilibri all'interno di un microcosmo votato alla superficialità, è il pretesto per ravvivare una pellicola di una noia mortale che non ha nulla da dire, se non virare verso il thriller un dramma metafisico decisamente troppo ingessato. Tra silenzi e dialoghi letterari, rimangono il clima misterioso, l'assolata Costa Azzurra in tutto il suo fascino altezzoso e, soprattutto, la dirompente presenza dei divi protagonisti: quattro figure iconiche dallo charme inarrivabile, seducenti e bellissime, tra cui spicca lo statuario Delon che, sdraiato a bordo vasca, è entrato nell'immaginario collettivo. Sceneggiatura di Jean-Claude Carrière e dello stesso Deray, musiche di Michel Legrand”.

(Long Take)

“Questo è davvero un culto assoluto, un film-leggenda. Sì, il film di cui Luca Guadagnino ha tentato il remake - secondo me abbastanza riuscito, anche se non all’altezza dell’originale - con il recente e molto controverso A Bigger Splash. La piscina è, semplicemente, un caposaldo nella storia dello psycho-thriller, un film che si porta dietro tutte le voglie di oltrepassare la morale, soprattutto sessuale, dei suoi anni (siamo nel 1969) e le traduce in una narrazione ambiguissima, sospesa, sudata, dove ti sembra di sentire l’odore dei corpi e del desiderio. Stranamente diretto da Jacques Deray che era uno specialista di polar e che qui, pur esondando dal suo genere di riferimento, realizza un colpaccio da storia del cinema. Siamo in Costa Azzurra, terra di ogni dolcezza e anche perversione, nella villa con meravigliosa e molto usata piscina della coppia Jean-Paul e Marianne, lei giornalista, lui scrittore in cerca di successo (era il tempo in cui Alain Delon, con quel fisico e quella travolgente e assoluta bellezza, poteva credibilmente essere sullo schermo uno scrittore, e questo perché scrittore ancora non si identificava con intellettuale sfigato e perdente come oggi). Indovina chi arriva a bordo vasca? Harry, ex di Marianne, con tanto di figlia diciottenne al seguito. Tra i quattro cominceranno seduzioni tacite e incroci desideranti assai pericolosi, finché qualcosa succederà, e niente sarà più come prima. Meravigliosa riuscita anche per via degli attori, semplicemente fantastici. Oltre a Alain Delon, una Romy Schneider al vertice della sua bellezza, che con questo film cominciò la sua seconda e migliore carriera (tornando a fare coppia schermica con Delon, già suo fidanzato: e che coppia, mio Dio). Più il roccioso e sempre inquietante e minaccioso Maurice Ronet, più una strepitosa Jane Birkin quale fanciulla innocentemente perversa, o perversamente innocente. Colonna sonora di Michel Legrand, l’autore delle musiche di Les Parapluies de Cherbourg, per capirci”.

(Nuovo Cinema Locatelli)

La durata è diversa, l’originale ha 12 minuti in più

 

Una poesia al giorno

La coppia, di Tomas Tranströmer (traduzione di Franco Buffoni)

Spengono la luce ma la sua bianca campana di vetro
Riluce ancora un istante prima di svanire del tutto
Come una pastiglia in un bicchiere di oscurità. Poi si alza.
E le pareti dell’albergo si slanciano nel buio del cielo.
I movimenti dell’amore si esauriscono e loro dormono
Ma i pensieri più segreti si incontrano
Come quando due colori si fondono
Sulla carta umida del disegno di un bimbo.

Buio e silenzio. Ma la città stanotte si è avvicinata.
Con le finestre spente. Sono giunte le case.
Stanno molto vicine nell’attesa affollata,
Di gente dal volto inespressivo

 

Un fatto al giorno

27 giugno 1980: un aereo di linea Douglas DC-9-15 della compagnia aerea italiana Itavia, decollato dall'Aeroporto di Bologna e diretto all'Aeroporto di Palermo, si squarciò in volo all'improvviso e cadde nel braccio di mare compreso tra le isole tirreniche di Ustica e Ponza, chiamata posizione Condor. Nell'evento persero la vita tutti gli 81 occupanti dell'aereo. Conosciuto in Italia anche come il disastro o strage di Ustica. La Francia ha deciso a sorpresa di collaborare all’inchiesta sulla strage di Ustica. E alcuni ex militari dell’Armée de l’air hanno ammesso per la prima volta davanti ai magistrati italiani che il 27 giugno 1980 i caccia della base di Solenzara in Corsica, sospettati di essere direttamente coinvolti nell’abbattimento del DC9 Itavia, volarono fino a tarda sera. Viene così smentita la versione che Parigi ha accreditato per 34 anni, secondo cui la base chiuse alle 17. Cioè, quattro ore prima che l’aereo civile italiano con 81 persone a bordo esplodesse nel cielo di Ustica”.

 

Una frase al giorno

“C'era un aereo francese che si mise sotto il Dc 9 Itavia e lanciò un missile per sbaglio”.

(Francesco Cossiga)

“Non c'era nessun aereo in prossimità del DC9 nel momento dell'abbattimento. Gli Americani e i Francesi hanno risposto settanta volte alle nostre rogatorie, ci sono lettere personali di Clinton e di Giuliano Amato. Potete chiedere a lui, che è ancora vivo, come ho fatto io. E Giuliano Amato vi risponderà che Cossiga ha sempre parlato di bombe a bordo”.

(Carlo Giovanardi)

 

Un brano al giorno

Joan Sutherland suona "Serenata", di Francesco Paolo Tosti. Richard Bonynge, piano Perth 1982

 

Ugo Brusaporco
Ugo Brusaporco

Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.

INFORMAZIONI

Ugo Brusaporco

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web www.brusaporco.org