L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Anno II. La rubrica ospita il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...
Un film al giorno
EN EFFEUILLANT LA MARGUERITE (Miss spogliarello, Francia, 1956), regia di Marc Allégret. Sceneggiatura: Marc Allégret, Roger Vadim. Fotografia: Louis Page. Montaggio: Suzanne de Troeye. Musiche: Paul Misraki. Con: Con Brigitte Bardot, Daniel Gélin, Darry Cowl, Jacques Dumesnil, Mischa Auer, Robert Hirsch.
“Agnese Dupont è la figlia di un rispettabile colonnello di Vichy. La sua passione per la scrittura la porta a scrivere, sotto pseudonimo, lo scandaloso libro erotico Sfogliando la margherita, il quale riscuote uno strepitoso successo senza però trarne un profitto economico. Riferita la verità al padre, dopo una sua sfuriata, Agnese fugge di casa per raggiungere Parigi con lo scopo di strappare un contratto per un suo nuovo manoscritto. Nel treno che la porta alla capitale incontra Daniel e Roger, due giornalisti, che la salvano dalla multa per essere sprovvista di biglietto, e tra Daniel e Agnese nasce una reciproca simpatia.
Arrivata a quella che crede essere l'abitazione del fratello Uberto, scopre solo in seguito, dopo aver venduto un preziosissimo manoscritto originale di Honoré de Balzac per comperarsi dei vestiti, che il posto è l'abitazione-museo del celebre scrittore, in cui Uberto vi lavora in qualità di guida turistica. Per ricavare la somma necessaria per ricomprare il libro, Agnese si iscrive al concorso Miss spogliarello, una gara di strip-tease. Nel locale interessato intravede da dietro le quinte i due giornalisti; per non farsi riconoscere decide di indossare una maschera e di esibirsi con lo pseudonimo di Lolita. Dopo l'esibizione, che suscita un'ovazione, Daniel si reca in camerino per conoscere la donna che ha fatto girare la testa all'intera platea. Riuscito ad avvicinarla, le dichiara di essersi innamorato e che rinuncerebbe a qualsiasi donna per lei, provocando in Agnese un forte dolore.
Divenuta una celebrità, Lolita arriva in finale, organizzata nel casinò della sua Vichy. Qui incontra ancora Daniel, che dichiara a Lolita di essere innamorato di Agnese, che si rivela essere la stessa persona. Venuto a conoscenza della presenza di Agnese, il colonnello si precipita al casinò, dove si riconcilia con la figlia e conosce il futuro genero”.
(Wikipedia)
“Il 27 febbraio del 1957 il film iniziò a essere pubblicizzato in Italia per la sua imminente uscita nelle sale. Su tutta Roma erano affissi grandi manifesti pubblicitari raffiguranti Brigitte Bardot in abiti succinti; in particolare due di essi vedevano la Bardot nuda coperta da una grande mano bianca e un altro in cui era raffigurata in quattro pose. Tali manifesti furono due dei tanti che provocarono l'ira del pontefice papa Pio XII, esternata il 5 marzo in un discorso di Quaresima contro l'immoralità. A causa dello scalpore suscitato i manifesti vennero immediatamente sequestrati il 7 marzo; quelli già affissi coperti sulle parti rappresentanti Brigitte Bardot. Inoltre venne intentata una causa da parte dell'avvocato ed ex deputato democristiano Agostino Greggi contro i capi uffici diffusione della casa distributrice sulla base di una petizione firmata da circa tredicimila persone.
A supporto, sull'amoralità del film, Giulio Andreotti, che sulle pagine di Concretezza, di cui era direttore, si definì stupito dalla concessione alla distribuzione da parte del consiglio di revisione cinematografica, sostenendo che il film potesse esercitare una funzione deleteria, e che quindi non avrebbe dovuto essere ammesso in circolazione”.
- Il film En Effeuillant La Marguerite: www.youtube.com
- E in: ok.ru/video
Una poesia al giorno
Para los que llegan a las fiestas, di Rubén Bonifaz Nuño (da “Los demonios y los días”, 1956 - Traduzione e cura di Tomaso Pieragnolo)
Per quelli che giungono alle feste
avidi di tenere compagnie,
e incontrano coppie impenetrabili
e gentili ragazze sole che fanno paura
- poiché uno non sa ballare, ed è triste -;
quelli che si isolano con un bicchiere
di acquavite oscura e melanconica,
e odiano fino in fondo la propria miseria,
l’invidia che sentono, i desideri;
per quelli che sanno con amarezza
che della donna che bramano rimane loro
solamente un chiodo infisso nella spalla
e qualcosa di tenue ed acre, come l’aroma
che serba il rovescio di un guanto dimenticato;
per quelli che furono invitati
una volta; quelli che indossarono
il meno guasto dei loro due vestiti
e furono puntuali; e in una porta
già molto dopo l’arrivo di tutti
seppero che non si sarebbe compiuto
l’appuntamento, e tornarono disprezzandosi;
per quelli che guardano da fuori,
di notte, le case illuminate,
e a volte vorrebbero essere dentro:
dividere con qualcuno tavola e coperta,
vivere con figli felici;
e poi comprendono che è necessario
fare altre cose, e che vale
molto di più soffrire che essere vinto;
per quelli che vogliono muovere il mondo
con il loro cuore solitario,
che per le strade si affaticano
camminando, chiari di pensamenti;
per quelli che calpestano i propri fallimenti e seguono;
per quelli che soffrono con coscienza,
perché non saranno consolati
coloro che non avranno, coloro che non possono ascoltarmi;
per quelli che sono armati, scrivo.
Rubén Bonifaz Nuño (Córdoba, 12 novembre 1923 - Mexico D. F., 31 gennaio 2013) è stato un poeta e un classicista messicano.
In lingua originale:
PARA LOS QUE LLEGAN A LAS FIESTAS
Para los que llegan a las fiestas
ávidos de tiernas compañías,
y encuentran parejas impenetrables
y hermosas muchachas solas que dan miedo
- pues uno no sabe bailar, y es triste -;
los que se arrinconan con un vaso
de aguardiente oscuro y melancólico,
y odian hasta el fondo su miseria,
la envidia que sienten, los deseos;
para los que saben con amargura
que de la mujer que quieren les queda
nada más que un clavo fijo en la espalda
y algo tenue y acre, como el aroma
que guarda el revés de un guante olvidado;
para los que fueron invitados
una vez; aquéllos que se pusieron
el menos gastado de sus dos trajes
y fueron puntuales; y en una puerta
ya mucho después de entrados todos
supieron que no se cumpliría
la cita, y volvieron despreciándose;
para los que miran desde afuera,
de noche, las casas iluminadas,
y a veces quisieran estar adentro:
compartir con alguien mesa y cobijas
vivir con hijos dichosos;
y luego comprenden que es necesario
hacer otras cosas, y que vale
mucho más sufrir que ser vencido;
para los que quieren mover el mundo
con su corazón solitario,
los que por las calles se fatigan
caminando, claros de pensamientos;
para los que pisan sus fracasos y siguen;
para los que sufren a conciencia,
porque no serán consolados
los que no tendrán, los que no pueden escucharme;
para los que están armados, escribo.
Un fatto al giorno
31 gennaio 1945: il soldato dell'esercito degli Stati Uniti, Eddie Slovik, viene giustiziato per diserzione, la prima esecuzione di un soldato americano dopo la guerra civile.
Edward Donald Slovik (Detroit, 18 febbraio 1920 - Sainte-Marie-aux-Mines, 31 gennaio 1945) è stato un militare statunitense di origine polacca, appartenente alla 28th Infantry Division. Slovik è noto per essere stato l'unico soldato statunitense giustiziato per diserzione dai tempi della seconda guerra mondiale.
Durante la seconda guerra mondiale furono condannati per diserzione 21 000 soldati americani ed emesse 49 condanne a morte, ma Slovik fu l'unico soldato per cui la condanna venne eseguita, mediante fucilazione, il giorno 31 gennaio 1945 presso il villaggio francese di Sainte-Marie-aux-Mines, in Alsazia. La vedova, Antoinette Wisniewski, ha fatto richiesta a sette Presidenti degli Stati Uniti d'America della riabilitazione post mortem, che tuttavia non è stata mai accordata.
- Sul caso esiste un libro: William Bradford Huie, La fucilazione del soldato Slovik, Rizzoli, 1955.
- E un film: Execution of Private Slovik (1974), di Lamont Johnson. Con: Martin Sheen, Mariclare Costello, Ned Beatty
Una frase al giorno
“Non era facile unificare le etnie e modernizzare un Paese come la Jugoslavia, e bisogna ammettere che il maresciallo Tito ha realizzato un'opera straordinaria. Dio voglia che i suoi successori si dimostrino altrettanto capaci”.
(Mohammad Reza Pahlavi, 1919 - 1980, Scià d'Iran).
31 gennaio 1946: la Jugoslavia adotta la nuova costituzione federale, sul modello di quella sovietica. Si costituiscono le repubbliche di Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia e Slovenia
Un brano musicale al giorno
Il Carnevale di Venezia, di Giochino Rossini
VOICES - Landesjugendchor Vorarlberg al concerto "Celebrating Voices" il 2 novembre 2013; Direttore: Oskar Egle.
Librettista: Rossini, Paganini, D'Azeglio, Lipparini. Quartetto vocale, con accompagnamento ad libitum di pianoforte, composto nel 1821 a Roma per le maschere del Carnevale.
Il testo:
Siamo nati, siamo nati,
per campar di cortesia;
in giornata d’allegria
non si niega carità!
Donne belle, donne care!
Per pietà, non siate avare!
Fate a poveri ciechietti
un tantin di carità!
Siamo tutti poverelli
che suonando i campanelli
che scuotendo li batocchi
col do, re, mi, fa, sol, la,
domandiam la carità!
Deh! soccorreteci, donnette amabili!
Siate benefiche col miserabili!
Noi siamo poveri di buona bocca,
siam pronti a prendere quel che ci tocca.
Deh! soccorreteci, per carità,
che carnevale, morendo sta!
“Roma, Carnevale 1821. Tutto è pronto per la prima di Matilde di Shabran, un melodramma giocoso di Rossini. Peccato che, scherzo del destino, il giorno della vigilia muoia il direttore. Sì, un gran bel guaio. Beh, insomma, Rossini supplicò Paganini di sostituire il defunto direttore e l’opera venne fatta ugualmente. Non fu esattamente un successo, ma nonostante questo i due colleghi si apprestarono a festeggiare assieme il Carnevale organizzando una mascherata memorabile: assieme ad altri due amici, misero assieme quattro versacci, Rossini li musicò, si travestirono e andarono a far furore in giro, prima in due o tre case, poi al Corso, poi la notte al Festino...”
(da Il Carnevale di Venezia di Gioacchino Rossini: un Quartetto nato per divertissement)
Ugo Brusaporco
Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.
INFORMAZIONI
Ugo Brusaporco
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