“L’amico del popolo”, 5 aprile 2017

L'amico del popolo
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L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Una nuova rubrica ospiterà il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...

Un film al giorno

HIGH NOON (Mezzogiorno di Fuoco, Usa, 1952), regia di Fred Zinnemann. Sceneggiatura: John W. Cunningham e Carl Foreman, basato sul cortometraggio pulp “The Tin Star”. Fotografia: Floyd Crosby. Montaggio: Elmo Williams. Musica: Dimitri Tiomkin. Con: Gary Cooper, Grace Kelly, Thomas Mitchell, Lloyd Bridges, Katy Jurado, Otto Kruger.

“1898. Il film è ambientato nella cittadina di Hadleyville, nel Territorio del Nuovo Messico, e narra la vicenda di uno sceriffo che si sente moralmente obbligato ad affrontare un manipolo di fuorilegge che sta per giungere in città, ma viene tradito e abbandonato da tutti i cittadini.
Will Kane, dopo aver riportato la legge e l'ordine, sposa la quacchera Amy Fowler. Subito dopo il matrimonio dà le dimissioni e la cittadina attende per il giorno successivo l'arrivo del nuovo sceriffo. Kane riceve però un telegramma, dal quale apprende che con il treno di mezzogiorno arriverà Frank Miller, un uomo da lui arrestato e condannato all'ergastolo cinque anni prima, ora sorprendentemente graziato. Ad attendere Miller alla stazione ci sono altri tre banditi che lo aiuteranno a portare a termine la promessa vendetta. Lo sceriffo cerca di formare una squadra di agenti giurati per affrontare Miller, ma, con vari motivi pretestuosi, tutti i cittadini preferiscono abbandonarlo al suo destino e molti gli chiedono di lasciare la cittadina per evitare la sparatoria, che darebbe a Hadleyville una cattiva reputazione. Qualcuno, come il titolare di un albergo-saloon, arriva a rimpiangere i tempi in cui Miller spadroneggiava spavaldamente in città prima che Kane lo arrestasse e ponesse fine all'anarchia ed alle prepotenze del bandito e della sua banda.
La giovane moglie di Kane, che per motivi religiosi professa avversione a ogni genere di violenza, vorrebbe che il marito lasciasse subito la città, ma Kane rifiuta, consapevole che Miller, assetato di vendetta, lo cercherà per ucciderlo e prima o poi lo troverà. Amy decide allora di partire da sola con il treno, pur essendo combattuta dal desiderio di restare con il suo uomo quando questi dovrà affrontare i fuorilegge. Convinta a non abbandonarlo dalla ex amante di Kane, Helen Ramirez, sarà proprio Amy l'unica persona ad aiutarlo, sparando a uno dei banditi. Dopo questo fatto, Frank Miller, rimasto solo, riesce a catturare Amy e se ne serve per costringere Kane al duello in strada nel quale Kane riesce ad avere la meglio uccidendo Miller. Solo allora, mentre Kane abbraccia Amy i cittadini si riversano nelle strade dopo averle lasciate deserte durante l'azione abbandonando Kane al suo destino. Accortosi di essere circondato da questi cittadini che l'avevano lasciato solo nella lotta, senza una parola Kane alza lo sguardo mutando l'espressione dalla gioia al disprezzo e, prima di allontanarsi in calesse con la moglie, getta con disprezzo nella polvere la sua stella di sceriffo.”

(Wikipedia)

“La brutta notizia: "Hanno graziato Frank Miller". Miller, un assassino arrestato anni prima dallo sceriffo, aveva giurato di ucciderlo. La cittadina si schiera subito con Cane. Il sindaco lo induce a partire ma Will, che "non è mai fuggito una volta in tutta la sua vita", decide di rimanere e di organizzare l'accoglienza al bandito, che arriverà col treno di mezzogiorno, aiutato da tre complici già sul luogo. A poco a poco tutti gli amici dello sceriffo, chi per una ragione chi per un'altra, si tirano indietro, compreso il suo aiutante, compresa la stessa giovane moglie. Cane rimane dunque solo ad affrontare i nemici, ma riesce a farcela lo stesso, grazie anche all'aiuto della moglie che ha avuto un ripensamento all'ultimo momento. Il film dura 85 minuti, che è il tempo esatto dell'azione, scandita minuto dopo minuto dagli orologi. Il regista Zinnemann non era uno specialista del genere e infatti Mezzogiorno di fuoco non è una normale storia di frontiera, la sua è una comunicazione (senza indiani, senza praterie, senza cavalli) che potremmo definire "intellettuale". Determinante per il suggestivo sostegno che trasmette è la colonna sonora di Dimitri Tiomkin che compose la memorabile canzone cantata da Tex Ritter. Gary Cooper (premio Oscar) che cammina solo, vestito di scuro, col passo cadenzato dalla musica, in cerca di aiuto, è un altro dei grandi, perfetti disegni che fanno parte del patrimonio iconografico che non è solo dei film. A Mezzogiorno di fuoco furono attribuite implicazioni particolari, forse complicate, come quella che lo vuole un'opera contro il maccartismo: il produttore Stanley Kramer si affidò a sceneggiatori iscritti nelle famigerate liste nere e Gary Cooper (che comunque non aveva manifestato sentimenti libertari, in quel senso) avrebbe rappresentato l'uomo solo e innocente tradito, incomprensibilmente, da tutti: nemici, amici, congiunti. Il film non entusiasmò tutti, proprio per quello che poteva apparire artificio, ma abbiamo già notato (nelle “ricostruzioni” di Casablanca, per esempio) che l'artificio spesso finisce per trasformarsi in uno strumento valorizzatore, una sorta di plusvalore espressivo. È una delle tante licenze del cinema, che brilla di una sua particolare illogicità. Gary Cooper alla fine, abbracciando dolorosamente sua moglie, getta a terra la stella di sceriffo, sale sul carro e abbandona i traditori. Ben vengano artifici come questo.”

(MyMovies.it)

“Nella Hollywood del 1952 il film suscitò qualche perplessità. Nell'America del maccartismo molta irritazione. Perché Mezzogiorno di fuoco (High Noon), pur restando un western con tutte le carte in regola, pur parlando di sceriffi e di gangster, di buoni e di cattivi, racconta una storia che va molto al di là del normale mondo del West. Racconta un modo di resistere e di battersi per una causa forse perdente ma giusta che nell'atmosfera di prudenza, vigliaccheria e conformismo dell'era maccartista tutti - o molti - lessero nel modo giusto: come un dito puntato contro chi lasciava soli i giusti di fronte alla minaccia della forza ingiusta.”

(Irene Bignardi)

“In un paese del West lo sceriffo appena sposato sta per lasciare la carica: ma sono segnalati tre banditi in attesa del loro capo, appena dimesso dal carcere. Lo sceriffo resta al suo posto, abbandonato da tutti che, reputandolo in eccesso di zelo, non vogliono avere grane, e dovrà infine battersi da solo contro i quattro fuorilegge. Lo sceriffo Gary Cooper (l’unico attore che ha vinto un Oscar con un film western) si trova solo a fronteggiare i banditi. In un clima d’ipocrisia e di diffidenza che rispecchia il tetro periodo maccartista, la vicenda è condotta con ritmo impeccabile a un finale amaro.”

(Gian Piero dell'Acqua)

“Negli anni 1950-1951 Carl Foreman scrisse una sceneggiatura che aveva per protagonista uno sceriffo non più giovane che viene abbandonato dai suoi concittadini e da sua moglie e si trova a dover fronteggiare da solo una banda di fuorilegge. Ad evitare eventuali controversie legali di copyright vennero acquistati i diritti di un racconto scritto da John W. Cunningham “The Tin Star”, che presentava un intreccio molto simile; dopodiché la lavorazione di Mezzogiorno di fuoco poté iniziare. Il film, un western in bianco e nero, modesto e a basso costo, doveva essere l'ultimo prodotto di una lunga collaborazione tra Foreman e il produttore indipendente Stanley Kramer. Il regista Fred Zinnemann, che aveva già lavorato con Foreman e Kramer per Il mio corpo ti appartiene (The Men, 1950), venne chiamato a dirigere il film e a Gary Cooper - cinquantunenne attore in declino - fu affidato il ruolo dei protagonista, lo sceriffo Will Kane.
Si era in pieno periodo maccartista e Foreman, sospettato di essere comunista, durante la lavorazione di Mezzogiorno di fuoco fu chiamato a testimoniare davanti alla Commissione d'indagine sulle attività antiamericane, ma si rifiutò di fare nomi o di pronunciarsi sulle sue convinzioni politiche. Foreman finì nella lista nera e, snobbato da HolIywood, dovette continuare la sua carriera in Europa. Tale situazione ha contribuito a far considerare Mezzogiorno di fuoco un’amara allegoria del maccartismo, enfatizzandone le allusioni simboliche. Il gesto di Kane che, dopo aver allontanato il pericolo dei fuorilegge, getta nella polvere la stella di sceriffo, è stato interpretato come la sdegnosa risposta di Foreman alla giustizia e alla società americane.
A parte ciò, il ritmo serrato dei film non lascia certo tempo al pubblico di interrogarsi sui significati allegorici della storia. Mezzogiorno di fuoco racconta 85 minuti della vita di una piccola città, a partire dalle 10 e 35 del giorno in cui Kane si sposa per terminare poco dopo le 12. In questo lasso di tempo lo spettatore partecipa alla spasmodica attesa dell'arrivo del treno di mezzogiorno con il quale giungeranno i banditi, è coinvolto nella fortissima tensione che precede lo scontro e infine assiste al duello durante il quale ogni angolo, ogni marciapiede della cittadina sembrano minacciare una pallottola fatale allo sceriffo, rimasto a battersi da solo, fino al rapido finale in cui Kane abbraccia la moglie e assieme voltano le spalle alla città.
La tensione e la rapidità del trascorrere del tempo trovano una sottolineatura stilistica nell'uso di frequenti primi piani di orologi che scandiscono le ore e le cui lancette si avvicinano al temuto, e insieme atteso, mezzogiorno; tale artificio rende pienamente l'atmosfera tormentata del racconto, rivelandosi perfettamente funzionale al ritmo narrativo e suggerendo anche una dimensione psicologica. Il ticchettio degli orologi viene interiorizzato come un rumore martellante nella mente di Kane, brillantemente interpretato da Gary Cooper.
Senza dubbio lo sceriffo ha paura: a mano a mano che i minuti passano, il suo incedere per le strade assolate della città si fa sempre più rigido e meno sciolto, ma nello stesso tempo acquista una risolutezza strana e solenne, che sembra derivare più dal rifiuto di cedere alla paura che da un granitico coraggio. Ad un certo punto entra nel suo ufficio, si prende il capo tra le mani e scoppia in singhiozzi. Ma il momentaneo cedimento non è altro che la presa di coscienza della sua natura di uomo, e in quanto tale vulnerabile e destinato a morire, un accenno di debolezza che acquista il valore di sottolinearne la forza: poco dopo Kane, con il solo aiuto della moglie, si sbarazza dei suoi nemici.
Questo richiama alla mente un altro film, Il cavaliere della valle solitaria (Shane, 1953) con l'eroe che, noncurante delle canzonature dei cowboys, entra nello spaccio e ordina una soda, dimostrando una sorprendente umiltà che contrasta con la micidiale abilità dei suoi pugni e della sua pistola. Sia lo sceriffo Kane sia Shane rappresentano delle figure chiave nel maturo western degli Anni Cinquanta: le loro grandi riserve di coraggio e di forza si accompagnano a tratti con sentimenti quali la paura, l'amore della pace e la gentilezza.
Kane è costretto a superare - e ci riesce - non solo la sua solitudine e la paura della morte, ma anche l'umiliante minaccia di essere abbandonato da Amy, divenuta sua moglie da pochi minuti. Dopo la deludente accoglienza riservata all'anteprima del film, Kramer chiese al compositore Dmitri Tiomkin di scrivere una canzone per il film. Il risultato fu “Do Not Forsake Me, Oh My Darling”, un’accorata ballata che fu aggiunta alla colonna sonora per legare insieme le varie sequenze. Il tono vibrante del motivo e il disperato refrain, “Che cosa farò se mi lascerai?” che sembra indirizzato da Kane ad Amy, lasciano intuire un sentimento di sconforto nei momenti di disperazione, come a suggerire il vero motivo del tormento riflesso sul viso di Kane.
La performance amara e dolorosa di Cooper nella parte dello sceriffo di Hadleyville fece ottenere all'attore il suo secondo Oscar e rilanciò la sua carriera di divo del western. Il film fu premiato anche con l'Oscar per la migliore canzone, per la migliore colonna sonora e per il miglior montaggio e ottenne un grande successo di pubblico.
Allegoria politica, western psicologico tesissimo o apoteosi di un eroismo pervaso di inquietudini, Mezzogiorno di fuoco è un film dal fascino intramontabile e le immagini di Will Kane mentre perlustra la strada principale di Hadleyville sono da annoverarsi tra le più memorabili dei cinema americano”.

(Il Cinema. Grande storia illustrata, vol. 4, Istituto Geografico De Agostini)

HIGH NOON (Mezzogiorno di Fuoco, Usa, 1952), regia di Fred Zinnemann

 

Una poesia al giorno

Il tempo passato, di Percy Bysshe Shelley

Come il fantasma d'un amico amato
è il tempo passato.
Un tono che ora è per sempre volato
via, una speranza che ora è per sempre andata
un amore così dolce da non poter durare
fu il tempo passato.

Ci furon dolci sogni nella notte
del tempo passato.
Di gioia o di tristezza, ogni
giorno un'ombra avanti proiettava
e ci faceva desiderare
che potesse durare
quel tempo passato.

C'è rimpianto, quasi rimorso, per
il tempo passato.
È come il cadavere d'un bimbo molto
amato che il padre veglia, sinché
alla fine la bellezza è un
ricordo, lasciato cadere
dal tempo passato.

 

Un fatto al giorno

5 aprile 1951 Ethel and Julius Rosenberg sono condannati a morte per spionaggio. In America è stato il più clamoroso caso di spionaggio nell’era della guerra fredda. I segreti dell’atomica Usa custoditi nella base di Los Alamos, in New Mexico, furono venduti all’Unione Sovietica. E con l’accusa di tradimento finirono sulla sedia elettrica i coniugi Julius e Ethel Rosenberg. Era il 1953, e il presidente Dwight D. Eisenhower respinse gli ultimi appelli per graziare la coppia, giustiziata nel penitenziario di Sing Sing. Ma il vero colpevole era David Greenglass, un sergente dell’esercito americano che per salvare la pelle accusò i Rosenberg: compresa Ethel, che altro non era che sua sorella. Innocente, come confessò moltissimi anni dopo, mentre il cognato Julius faceva in pieno parte del complotto insieme ad altri personaggi. Come Morton Sobell, che nel 1951 fu condannato per spionaggio con i Rosenberg, ma solo a 18 anni di galera. Poi divenne attivista per la pace a Cuba e in Vietnam. Julius Rosenberg era un ingegnere elettronico. Era nato a New York nel 1918, da una famiglia di immigrati di origine ebraica. Ethel Greenglass aveva tre anni più di lui, era nata anche lei in una famiglia di origine ebraica, a New York, nel 1915. Entrambi erano attivisti politici di sinistra e si conobbero frequentando la Young Communist League, un’organizzazione giovanile di estrema sinistra.

Ethel and Julius Rosenberg

 

Una frase al giorno

“Vedere un mondo in un grano di sabbia
e un universo in un fiore di campo,
possedere l'infinito sul palmo della mano
e l'eternità in un’ora.”

(William Blake)

 

Un brano al giorno

Love Hurts, di Joan Jett

 

Ugo Brusaporco
Ugo Brusaporco

Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.

INFORMAZIONI

Ugo Brusaporco

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