L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Anno II. La rubrica ospita il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...
Un film al giorno
WIZARD OF OZ (Il mago di Oz, USA, 1925), regia di Larry Semon. Sceneggiatura: Larry Semon, Frank Joslyn Baum, Leon Lee dal romanzo Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum. Fotografia: Frank B. Good, H.F. Koenekamp, Leonard Smith. Montaggio: Sam S. Zimbalist. Con: Larry Semon, Bryant Washburn, Dorothy Dwan, Virginia Pearson, Oliver Hardy, Charles Murray.
Un fabbricante di giocattoli costruisce una bambola spaventapasseri per sua nipote, che gli chiede di raccontarle la storia di Oz. Il nonno racconta così che il Paese di Oz è guidato dal primo ministro Kruel, dopo che la giovane principessa Dorothea di Oz, erede al trono e promessa sposa al principe, è stata misteriosamente rapita dalla sua culla. Nel frattempo in Kansas la giovane Dorothy apprende dalla sua gentile zia Emma e da una lettera che attendeva i suoi diciott’anni per esserle consegnata di essere proprio lei la principessa. Un tornado trasporterà lei, lo zio Henry e due braccianti proprio a Oz, dove li attende una mirabolante avventura.
Il mago di Oz (Wizard of Oz) è un film muto del 1925, per la regia di Larry Semon, tratto dai libri di L. Frank Baum. Fra gli interpreti Oliver Hardy (famoso Ollio del duo Stanlio & Ollio) nel ruolo del boscaiolo di latta oltre a Semon che interpreta il giocattolaio che racconta la storia e all'uomo di paglia. Il film fu uno degli ultimi e più felici del regista, sceneggiatore e attore Larry Semon (West Point, 16 luglio 1889 - Victorville, 8 ottobre 1928), più conosciuto come la maschera comica di Ridolini. Infatti egli morirà tre anni dopo, a soli 39 anni, per una polmonite, dopo essere caduto in disgrazia.
Nel marzo del 1928 Larry Semon dichiarò bancarotta e ciò lo porterà ad andare incontro verso un rapido declino fisico che lo condurrà prima al ricovero in sanatorio per la cura di una grave polmonite, accompagnata ad uno stato di profondo esaurimento nervoso, e successivamente in ottobre a morire in circostanze che non furono mai ben chiarite. Nessuno, neppure la vedova, poté vedere la salma, che fu rapidamente sottoposta a cremazione, in rispetto, si asserì, alle ultime volontà del defunto. Alcuni sostennero potesse essere un'uscita di scena per sfuggire i creditori che lo assillavano; di fatto a 39 anni su Larry Semon calò definitivamente il sipario.
Il film:
Una poesia al giorno
In morte di Ugo Foscolo, di Dionysios Solomos
Pianse Tua patria, o splendidissim’alma,
Il dì che ‘l Tuo partir da lei le spiacque;
E pianse poscia, e invidiò la palma,
Che italica, e non sua, tanto Ti piacque.
Ed or più piange, e batte palma a palma,
E nullo accento di dolor si tacque,
Gridando: Ahi che m’è tolta anche la salma,
Che già famosa in terre stranie, e giacque!
Deh! per quei, che Tu avesti, incliti fregi
D’ingegno e di virtù, che fur di tempre
Che intellette saran sol dagli egregi,
Se non vuoi che Tua patria si consigli
Col dolor del suo danno, e pianga sempre,
Fa che nasca per lei chi Ti somigli.
“Solomos ritiene che l’Italia è stata una patria “ingrata” e deplora il fatto che le spoglie di Foscolo riposino in un paese straniero. Effettivamente all’epoca era così, perché solo dopo l’unità d’Italia le spoglie di Foscolo furono trasferite nella chiesa di S. Croce a Firenze”.
(In viadellebelledonne.wordpress.com)
“Dionysios Solomos (Zante, 8 aprile 1798 - Corfù, 9 febbraio 1857) è stato un poeta greco. Uno dei massimi se non il maggiore dei poeti in lingua greca moderna, sostenitore dell'indipendenza greca e autore dell'attuale inno nazionale. Nato da nobile famiglia, dal 1809 al 1818 visse in Italia stabilendosi a Cremona, Venezia (dove studiò per un anno presso l'allora Liceo di Santa Caterina, oggi Liceo M. Foscarini) e Pavia, dove iniziò a comporre le sue prime opere in cui si sente l'influenza artistica del conterraneo Ugo Foscolo.
Tornato nell'isola natale, Zacinto, venne affascinato dall'ideale della "rivoluzione ellenica" e di conseguenza cominciò a comporre nella sua lingua materna. La sua opera più famosa è il Dialogo sulla lingua serrata, testo in forma dialogica in cui un poeta ed un pedante difendono rispettivamente la lingua parlata (demotica) e la lingua pura (variante colta).
Celebre è anche L'inno alla libertà, che limitatamente alle prime due strofe divenne l'inno nazionale greco. Altre opere importanti sono I liberi assediati (dedicato alla eroica resistenza della città di Messolongi), L'ode a Byron e L'Elogio del Foscolo, che costituiscono il suo trittico autobiografico e romantico.
Perfezionista, fortemente autocritico, rifiutò di portar a termine la maggioranza delle sue composizione perché le giudicava insoddisfacenti. Dopo la sua morte, avvenuta a causa dell'apoplessia, alcune di esse furono date alle stampe dall'amico Iakovos Polylas”.
(Wikipedia)
Un fatto al giorno
Di questo si è parlato poco in Italia. 9 febbraio 1951: massacro di Geochang condotto dal terzo battaglione del 9° reggimento dell'11a Divisione dell'esercito sudcoreano tra il 9 febbraio 1951 e l'11 febbraio 1951 su 719 cittadini disarmati a Geochang, nel distretto sud di Gyeongsang, nella Corea del Sud. Le vittime includevano 385 bambini. L'undicesima divisione ha anche condotto il massacro di Sancheong-Hamyang due giorni prima. Il generale che comandava la divisione era Choe Deok-sin.
Nel mese di marzo 1951, Shin Jung-Mok, un deputato di Geochang, ha parlato del massacro durante un incontro nationale. Una commissione investigativa ha cercato di indagare ma è stata fermata dall'esercito. Nel maggio 1951, una seconda commissione riuscì a dimostrare il coinvolgimento dell'esercito. A seguito di questa ricerca, il maggiore Han Dong-seok e il colonnello Oh Ik-gyun sono stati condannati all'ergastolo da un tribunale militare. Poco dopo, sono stati graziati dal presidente Syngman Rhee.
Questo massacro non fu un caso unico durante la guerra di Corea; ciò che lo rende unico è che è stato il solo caso in cui i membri del governo hanno cercato di scoprire la verità e una dichiarazione è stata pronunciata. Durante gli anni di dittatura che seguirono, i sopravvissuti non poterono chiedere riparazioni o chiarimenti. Solo nel 1996 l'assemblea di governo ha promulgato una legge speciale riguardante gli eventi di Geochang per facilitare il lavoro della memoria.
Nel 2001 il tribunale locale ha chiesto al governo di risarcire le vittime; tuttavia, i tribunali superiori hanno dichiarato che il periodo di prescrizione è stato superato, il che è stato confermato dalla Corte Suprema il 5 giugno 2008. Un parco commemorativo è stato aperto nell'aprile 2004 nel comune di Sinw”.
(Wikipedia)
Una frase al giorno
“Il tuo amore è sceso su di me come un dono divino, inatteso, improvviso, dopo tanta stanchezza e disperazione”.
(Fëdor Michajlovič Dostoevskij, Mosca, 11 novembre 1821 - San Pietroburgo, 9 febbraio 1881)
Immagini: L'idiota - Fëdor Dostoevskij (1, 2, 3 di 6), di Giacomo Vaccari con Giorgio Abertazzi, Sergio Tofano, Gianmaria Volontè, Anna Proclemer, ecc. Produzione RAI)
Un brano musicale al giorno
Alban Berg (1885-1935): Three Pieces for Orchestra, op.6 (1914/1915). The Hungarian State Symphony Orchestra diretta da Claudio Abbado. Registrazione Live, Erkel Theatre Budapest, 30 Settembre 1969.
“Alban Marie Johannes Berg (Vienna, 9 febbraio 1885 - Vienna, 24 dicembre 1935) è stato un compositore austriaco. È stato tra i protagonisti della vita musicale del primo Novecento. Fece parte della cosiddetta seconda scuola di Vienna assieme al suo maestro Arnold Schönberg e ad Anton Webern. I suoi lavori tendono all'emancipazione della tonalità prima attraverso l'uso della tonalità allargata, poi dell'atonalità e infine delle tecniche dodecafoniche, anche se i critici assegnano alle composizioni di Berg una funzione più conservatrice rispetto a quella dei suoi due colleghi”.
(Wikipedia)
“Berg, Alban. - Musicista (Vienna 1885 - ivi 1935). Dapprima autodidatta, dal 1904 al 1910 studiò regolarmente con A. Schönberg, divenendo uno dei suoi più insigni allievi e uno dei principali rappresentanti della nuova scuola viennese. Compose musica teatrale, orchestrale, vocale-orchestrale e da camera. Particolarmente notevoli sono le sue opere teatrali Wozzeck (1925) e Lulu (rappresentata postuma nel 1937 con la revisione di A. Schönberg e completata nelle parti strumentali da Fr. Cerha, 1979), la Suite lirica per quartetto d'archi (1926), l'aria da concerto per soprano e orchestra Der Wein (1929), il Concerto per violino e orchestra (1935), varî Lieder. Dopo aver esordito con lavori concepiti nell'ambito della musica dei tardo romanticismo, dal 1909 B. adottò l'atonalità e anche il Wozzeck è scritto in un libero linguaggio atonale: quest'opera sollevò al suo apparire grande scalpore, sia per la novità del suo linguaggio, sia per il fatto di essere costruita secondo forme chiuse tipiche della musica strumentale anziché di quella operistica; oggi essa è considerata uno dei capolavori del teatro musicale del nostro secolo. A partire dal Concerto da camera (1925) e dalla Suite lirica, Berg si valse dei procedimenti dodecafonici, ma egli, fra gli esponenti della scuola viennese, fu quello che maggiormente sentì i legami con il passato e cercò di conciliare la dodecafonia con alcune esigenze armoniche derivate dalla concezione tonale. Nella musica di B. si constata comunque un efficace superamento d'ogni tecnica in vera e commossa ispirazione lirica, soprattutto nei momenti di struggente desolazione e d'incubo.”
(Treccani)
Ugo Brusaporco
Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.
INFORMAZIONI
Ugo Brusaporco
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web www.brusaporco.org