L’Oriente, quella parte del cielo dove sorge il sole, ha il pregio di esercitare un fascino esotico: attrae, coinvolge, piace. Avevo conosciuto gran parte dei paesi asiatici attraverso la lettura dei racconti reportage del giornalista scrittore Tiziano Terzani. Avevo viaggiato con la mia mente assieme a lui, nelle sue esperienze asiatiche di giornalista, viaggiatore e osservatore.
Da qui è nata la voglia di vedere con i miei occhi il principale paese del comprensorio asiatico: la Cina. Di conoscere le numerose testimonianze della sua storia millenaria, la sua cultura, le credenze, le tradizioni e le diversità del vasto territorio che compongono un mosaico di interesse notevole. Di scoprire un paese, che per diversi secoli è parso all’Occidente una realtà remota, esclusiva. Di vedere quella Cina che ha aperto le porte al mondo e alla modernità. Un approfondimento del lungo e travagliato percorso storico. Una riflessione, con la voglia di capire il modello di vita cinese e con la speranza di trovare una prima risposta ai miei pensieri occidentali.
Così, recentemente, tramite il DLF Udine ho deciso di aderire ad uno dei tour classici, organizzati per visitare le principali città della Cina: un viaggio di quasi due settimane, con tappe a Pechino, Xi’an, Guilin e Shanghai.
Dopo un volo di dieci ore, siamo arrivati a Pechino, capitale della Repubblica popolare cinese, dove abbiamo trascorso le prime giornate. La metropoli, sede del potere politico cinese, è anche un’importante vetrina commerciale. Uno splendido microcosmo della Cina contemporanea. Nuove vie, con ai lati nuovissimi ed enormi grattacieli che s’intrecciano con tortuose stradine dai vecchi edifici bassi. Un groviglio di vecchio e nuovo che testimonia il passato nella corsa frenetica verso la modernità.
In determinate ore della giornata il traffico è intenso, ma ordinato. Con un pulmino riservato, abbiamo visitato: il tempio tibetano, Piazza Tienanmen, la Città proibita, il Palazzo imperiale d’estate, le Tombe imperiali con la Via sacra e il Tempio del cielo.Il “Flying acrobatics show”, è una rassegna di spettacolari numeri acrobatici, con artisti e artiste di fama internazionale che ci hanno fatto trascorrere una serata indimenticabile. La scuola di acrobazia cinese ha una tradizione che risale a duemila anni fa. Chi apprezza questo genere di spettacolo si può divertire con prezzi modici.
Nella capitale, abbiamo apprezzato molto anche la cucina cinese, conosciuta in tutto il mondo. Presenta un’interminabile varietà di pietanze; il piatto tipico pechinese è l’anatra laccata.
L’indomani ci siamo recati a Badaling, località situata in una zona di montagna, a settanta chilometri dalla capitale. Qui si snoda, in modo impressionante, una parte del lungo percorso della Grande Muraglia: una delle sette meraviglie del mondo moderno.
Nella sera, dopo un volo di due ore, arriviamo a Xi’an, una delle città storiche più importanti della Cina. Da qui partiva la Via della seta. Durante il soggiorno abbiamo visitato la imponente cinta muraria, la Pagoda buddista e la Moschea mussulmana. Nei dintorni della città si trovano frammenti di storia imperiale e i resti primitivi. Il più stupefacente di tutti è il museo dell’Esercito di Terracotta.
Allo Shaanxi Grand Opera House si è svolta la serata di gala. La cena era a base di jiao zi “ravioli al vapore”. I ravioli hanno un’infinità di forme e di ripieni, tritati a base di carni, pesci e verdure varie. Vengono serviti al tavolo nei tipici contenitori di bambù, dove si cucinano. I cinesi dicono che mangiare ravioli propizia fortuna, per questo motivo il consumo di questa pietanza è molto diffuso. Per mangiare si usano le bacchette, che costringono a gustare lentamente, favorendo la digestione: il gusto è gradevole! Lo spettacolo di danze coreografiche è stato apprezzato da tutti, con scenari da “Mille e una notte”. Le musiche, con l’uso di tipici strumenti locali, erano armoniose, dolci e melanconiche.
Il giorno successivo ci siamo trasferiti in volo a Guilin, nel sud tropicale. Questa località, con i suoi paesaggi fluviali, incorniciati da verdi e ripide colline, a forma di pan di zucchero, ha fatto sognare generazioni di viaggiatori, poeti e pittori. Un’indimenticabile crociera sul fiume Li ci ha fatto scoprire uno degli itinerari fluviali più affascinanti della Cina. Lungo una sessantina di chilometri, verso sud, si snoda attraverso boschetti di bambù, villaggi tranquilli, in mezzo agli affioramenti calcarei, ricoperti di vegetazione.
Le ultime giornate sono state dedicate alla scoperta di Shanghai, che vuol dire “sul mare” e rappresenta una parte importante della storia della Cina: quella del tè, della seta, del cotone e del riso. Ma soprattutto quella delle lotte per la libertà e l’emancipazione del popolo cinese.
Qui abbiamo visto la città vecchia con i tetti a pagoda, il famoso giardino di Yu e il Tempio del Budda di Giada. Infine, abbiamo fatto un salto nel futuro, con la visita del modernissimo quartiere di Pudong: un nuovo mondo, fatto di grattacieli altissimi, alberghi di lusso e banche. Con un ascensore super veloce, si può salire in cima al Jin Mao Tower, il più alto: 430 metri. Da sopra si può ammirare un panorama mozzafiato. Oppure andare nel bar più alto del mondo a farsi un cocktail tra le nuvole, all’ottantottesimo piano. Per i cinesi superstiziosi, ottanta è un numero perfetto. Da queste parti, si può ammirare da vicino anche la fantastica treppiedi, la torre della tv “Perla d’Oriente”, a fianco del cristallino Jinmao Dasha, alto 420 metri, con l’hotel più alto del mondo. Gli altri grattacieli, più bassi, hanno le forme più svariate.Questo viaggio è stata un’occasione importante, che mi ha permesso di approfondire l’affascinante storia ultramillenaria della cultura cinese. Mi ha dato la possibilità di visitare la Città Proibita e l’Esercito di Terracotta, di camminare sulla Grande Muraglia. Di godere di uno scenario naturale incantevole sul fiume Li. I grattacieli di Pechino e di Shanghai, come quelli di altre città del mondo moderno, sono in contrasto con la storia e la cultura di un popolo. Fanno parte di un futuro che capisco, ma che stento a condividere.
INFORMAZIONI
Sergio Virginio
Associazione DLF Udine
e-mail dlfudine@dlf.it
L’Oriente, quella parte del cielo dove sorge il sole, ha il pregio di esercitare un fascino esotico: attrae, coinvolge, piace. Avevo conosciuto gran parte dei paesi asiatici attraverso la lettura dei racconti reportage del giornalista scrittore Tiziano Terzani. Avevo viaggiato con la mia mente assieme a lui, nelle sue esperienze asiatiche di giornalista, viaggiatore e osservatore.
Da qui è nata la voglia di vedere con i miei occhi il principale paese del comprensorio asiatico: la Cina. Di conoscere le numerose testimonianze della sua storia millenaria, la sua cultura, le credenze, le tradizioni e le diversità del vasto territorio che compongono un mosaico di interesse notevole. Di scoprire un paese, che per diversi secoli è parso all’Occidente una realtà remota, esclusiva. Di vedere quella Cina che ha aperto le porte al mondo e alla modernità. Un approfondimento del lungo e travagliato percorso storico. Una riflessione, con la voglia di capire il modello di vita cinese e con la speranza di trovare una prima risposta ai miei pensieri occidentali.
Così, recentemente, tramite il DLF Udine ho deciso di aderire ad uno dei tour classici, organizzati per visitare le principali città della Cina: un viaggio di quasi due settimane, con tappe a Pechino, Xi’an, Guilin e Shanghai.
Dopo un volo di dieci ore, siamo arrivati a Pechino, capitale della Repubblica popolare cinese, dove abbiamo trascorso le prime giornate. La metropoli, sede del potere politico cinese, è anche un’importante vetrina commerciale. Uno splendido microcosmo della Cina contemporanea. Nuove vie, con ai lati nuovissimi ed enormi grattacieli che s’intrecciano con tortuose stradine dai vecchi edifici bassi. Un groviglio di vecchio e nuovo che testimonia il passato nella corsa frenetica verso la modernità.
In determinate ore della giornata il traffico è intenso, ma ordinato. Con un pulmino riservato, abbiamo visitato: il tempio tibetano, Piazza Tienanmen, la Città proibita, il Palazzo imperiale d’estate, le Tombe imperiali con la Via sacra e il Tempio del cielo.
Il “Flying acrobatics show”, è una rassegna di spettacolari numeri acrobatici, con artisti e artiste di fama internazionale che ci hanno fatto trascorrere una serata indimenticabile. La scuola di acrobazia cinese ha una tradizione che risale a duemila anni fa. Chi apprezza questo genere di spettacolo si può divertire con prezzi modici.
Nella capitale, abbiamo apprezzato molto anche la cucina cinese, conosciuta in tutto il mondo. Presenta un’interminabile varietà di pietanze; il piatto tipico pechinese è l’anatra laccata.
L’indomani ci siamo recati a Badaling, località situata in una zona di montagna, a settanta chilometri dalla capitale. Qui si snoda, in modo impressionante, una parte del lungo percorso della Grande Muraglia: una delle sette meraviglie del mondo moderno.
Nella sera, dopo un volo di due ore, arriviamo a Xi’an, una delle città storiche più importanti della Cina. Da qui partiva la Via della seta. Durante il soggiorno abbiamo visitato la imponente cinta muraria, la Pagoda buddista e la Moschea mussulmana. Nei dintorni della città si trovano frammenti di storia imperiale e i resti primitivi. Il più stupefacente di tutti è il museo dell’Esercito di Terracotta.
Allo Shaanxi Grand Opera House si è svolta la serata di gala. La cena era a base di jiao zi “ravioli al vapore”. I ravioli hanno un’infinità di forme e di ripieni, tritati a base di carni, pesci e verdure varie. Vengono serviti al tavolo nei tipici contenitori di bambù, dove si cucinano. I cinesi dicono che mangiare ravioli propizia fortuna, per questo motivo il consumo di questa pietanza è molto diffuso. Per mangiare si usano le bacchette, che costringono a gustare lentamente, favorendo la digestione: il gusto è gradevole! Lo spettacolo di danze coreografiche è stato apprezzato da tutti, con scenari da “Mille e una notte”. Le musiche, con l’uso di tipici strumenti locali, erano armoniose, dolci e melanconiche.
Il giorno successivo ci siamo trasferiti in volo a Guilin, nel sud tropicale. Questa località, con i suoi paesaggi fluviali, incorniciati da verdi e ripide colline, a forma di pan di zucchero, ha fatto sognare generazioni di viaggiatori, poeti e pittori. Un’indimenticabile crociera sul fiume Li ci ha fatto scoprire uno degli itinerari fluviali più affascinanti della Cina. Lungo una sessantina di chilometri, verso sud, si snoda attraverso boschetti di bambù, villaggi tranquilli, in mezzo agli affioramenti calcarei, ricoperti di vegetazione.
Le ultime giornate sono state dedicate alla scoperta di Shanghai, che vuol dire “sul mare” e rappresenta una parte importante della storia della Cina: quella del tè, della seta, del cotone e del riso. Ma soprattutto quella delle lotte per la libertà e l’emancipazione del popolo cinese.
Qui abbiamo visto la città vecchia con i tetti a pagoda, il famoso giardino di Yu e il Tempio del Budda di Giada. Infine, abbiamo fatto un salto nel futuro, con la visita del modernissimo quartiere di Pudong: un nuovo mondo, fatto di grattacieli altissimi, alberghi di lusso e banche. Con un ascensore super veloce, si può salire in cima al Jin Mao Tower, il più alto: 430 metri. Da sopra si può ammirare un panorama mozzafiato. Oppure andare nel bar più alto del mondo a farsi un cocktail tra le nuvole, all’ottantottesimo piano. Per i cinesi superstiziosi, ottanta è un numero perfetto. Da queste parti, si può ammirare da vicino anche la fantastica treppiedi, la torre della tv “Perla d’Oriente”, a fianco del cristallino Jinmao Dasha, alto 420 metri, con l’hotel più alto del mondo. Gli altri grattacieli, più bassi, hanno le forme più svariate.
Questo viaggio è stata un’occasione importante, che mi ha permesso di approfondire l’affascinante storia ultramillenaria della cultura cinese. Mi ha dato la possibilità di visitare la Città Proibita e l’Esercito di Terracotta, di camminare sulla Grande Muraglia. Di godere di uno scenario naturale incantevole sul fiume Li. I grattacieli di Pechino e di Shanghai, come quelli di altre città del mondo moderno, sono in contrasto con la storia e la cultura di un popolo. Fanno parte di un futuro che capisco, ma che stento a condividere.
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Sergio Virginio
Associazione DLF Udine
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