All’inizio degli anni ‘60 ho visto un film che se ben ricordo si intitolava “Totò Truffa” e ancor oggi ricordo la scena di cui gli interpreti, il grande Totò, Nino Taranto e Ugo D’Alessio, si trovavano in Piazza Trevi a Roma. Durante la gag, Totò nei panni di un consumato imbroglione con l'assistenza del suo collaboratore Nino Taranto tentava di vendere a un italo-americano di nome Decio Cavallo (per Totò era Caciocavallo) nientemeno che la fontana di Trevi.
Lavorando di fantasia, mi viene di associare i due attori a due miei colleghi, volontari anch’essi e personaggi assai noti nell’ambito del Progetto Scuola Ferrovia dell’Associazione DLF Milano, in pieno svolgimento di una “Lezione di treno” al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano, mentre sono in trattative con un gruppo di studenti, per vendere loro la locomotiva a vapore FS 691 022, ossia la Regina delle Regine, la più elegante macchina nel Padiglione ferroviario del museo.
I nostri amici sono dei veri professionisti negli “affari”, hanno già venduto il sommergibile TOTI ad una coppia di svedesi e hanno tentato di vendere il LUNA ROSSA a due vecchi gondolieri veneziani, ma figuriamoci! Quella volta ai nostri imbroglioni è andata buca, hanno trovato quelli giusti: i due simpatici burloni veneziani sono stati al gioco e si sono divertiti, poi con una stretta di mano e un caloroso abbraccio hanno pronunciato in segno di ringraziamento: “Qua non s’imbarca cucchi”. Complimenti ragazzi, perseverate con i vostri intrallazzi, qualche mammalucco in giro c’è sempre!
LEZIONE DI TRENO
I nostri due amici, ferrovieri in pensione, sono in realtà dei bravi istruttori di Scuola Ferrovia e nel fare Lezioni di treno ai ragazzi rappresentano l’autentica coppia del personale di macchina, gli inseparabili Fuochista e Macchinista, il braccio e la mente.
Nell’ambito delle loro professioni: Edigo il Macchinista, Gaenino il Manovratore, sono dei veri maestri, raccontano degli aneddoti della loro vita lavorativa in modo eccezionale, da incantare chi li ascolta.
Edigo quando inizia le sue lezioni di treno perde la nozione del tempo, qualcuno lo deve fermare. Gaenino il fido assistente lo tiene d’occhio e cronometra il tempo, ad un certo punto interviene ed impone il suo altolà! Stop.
Gaenino oltre ad essere un bravo assistente e moderatore, si destreggia bene nelle operazioni di calcolo matematico, quindi richiama il Maestro Edigo e mediante un macchinoso calcolo algebrico gli presenta la somma dei minuti utilizzati: a conti fatti caro il mio Maestro Edigo, lei è già in rosso con 5 minuti 13 secondi e 8 decimi, cambio! Oh, ooooo.
Ho provato ad assistere alcune lezioni di Edigo, ed è molto bello ascoltare quando risponde alle domande degli studenti.
“Maestro con quali macchine lei ha viaggiato?”
Edigo: Nei primi tempi ho viaggiato con la BAYARD, sulla prima tratta ferroviaria in Italia, la Napoli-Portici, inaugurata il 3 ottobre 1839. Ho viaggiato con moltissime locomotive a vapore, Ve le posso elencare tutte con i loro soprannomi. Dovete sapere che ad ogni modello di macchina era dato un nome, a volte un epiteto determinato da difetti caratteristici, altre volte un nomignolo coniato dagli stessi costruttori. Agli albori della storia ferroviaria, i costruttori erano pochi e principalmente artigianali, non era raro che la macchina fosse contraddistinta col nome del costruttore.
Ad esempio, il costruttore francese di fama mondiale Thomas Crampton ha associato il proprio nome ad una moltitudine di macchine, tanto da renderlo coincidente con treni passeggeri che presero il nome comune di “Crampton”.
Continua Edigo: Ricordo con grande affetto La piccola locomotiva a vapore PARENZANA, questa macchina per me era un vero giocattolo, a scartamento ridotto cm 760, sulle montagne Istriane da Trieste a Parenzo, 123 km di binari dei quali più della metà in curva, si andava a 25 km/ora.
Ho viaggiato con la REGINA GR 691 022, nel tempo che faceva la linea Milano-Venezia, il suo ultimo viaggio fu nel 1959. Mentre con la sorella della Regina stessa, la 691 011, abbiamo raggiunto la velocità di 150 km/ora nella tratta Verona-Vicenza nel 1955.
NOTA SULLA MATRICOLAZIONE
Le locomotive sono matricolate con un numero di sei cifre, le prime tre indicano la serie, le altre tre indicano il numero progressivo di fabbricazione, questo vale sia per le locomotive a vapore sia per quelle elettriche. Ecco quindi alcuni esempi di soprannomi delle macchine con cui Edigo ha viaggiato.
Locomotive a vapore (Gruppo, serie e soprannome):
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- GR 552 … - Valigia delle indie
- GR 685 … - Mastodonte dei Giovi
- GR 670 … - Mucca
- GR 290 … - Cagabasso
- GR 380 … - Inglessina
- GR 736 … - Americana
- GR 746 … - Krassin
- GR 625 … - Signorina
- GR 640 … - Caprottina
- GR 740 … - Regina
- GR 800 … - Cubo
- GR 835 … - Ochetta
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Locomotive elettriche (Gruppo, serie e soprannome):
GR FCU
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- L 152 … - Pippo
- E 632 - E 633 - E 652 … - Tigre
- E 444 … - Tartaruga
- E 444R … - Tartaruga Ribollita
- E.656 … - Caimano
- E 636 … - Camilla
- E 412 … - Brennero
- E 428 … - Pirata
- E 550 … - Mulo dei Giovi
- E 330 … - Cammello
- E 431 … - Levriero
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FNM
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- E 620 … - Tigrotto
- ETR 220 … - Polifemo
- ETR 230 … - Valentino
- ETR 250 … - Arlecchino
- ETR 300 … - Settebello
- ETR 401 - 450 - 460 - 470 - 480 - 485 … - Pendolino
- ETR 470 … - Cisalpino
- ETR 600 … - Papero
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LA LEZIONE RIPRENDE
Edigo: Ho viaggiato con la prima elettrica Italiana E 626 001, col rapido ETR 33 Freccia del Sud Milano-Palermo; col Pendolino; col Frecciargento e per ultimo col FRECCIAROSSA 1000.
Gli studenti erano affascinati dai racconti dei nostri bravi Relatori. Un ragazzo alza la mano e si rivolge a Edigo: “Mi scusi Maestro se le faccio una domanda indiscreta: quanti anni ha? mi sembra di capire che Noè ne aveva qualcuno di meno, anche il suo collaboratore Gaenino non è da meno di lei come età…”
Qualche dubbio sorge anche allo scrivente. Io non sono bravo come Gaenino in matematica, però ho provato a fare la somma e, come aveva osservato lo studente, a conti fatti Edigo ha più anni del diluvio universale… Anche Gaenino non scherza in quanto a età, racconta d’essere “figlio d’arte”, non solo il padre ma anche il nonno ha fatto il ferroviere e proprio come lui, faceva il manovratore.
A quei tempi collegavano i vagoni con la corda di canapa. Più avanti con l’evoluzione tecnologica sono passati ad altro tipo di materiale, quindi Gaenino agganciava i vagoni con filo di ferro, era dotato di una borsa con attrezzature speciali e dai suoi racconti si evince che di anni lavorativi ne ha fatti tanti quasi come Edigo.
Non è un caso se hanno fatto coppia, di macchina, s’intende!
INFORMAZIONI
Sante Mazziero - DLF Milano
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