“L’amico del popolo”, 14 maggio 2017

L'amico del popolo
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L’amico del popolo”, spazio politico di idee libere, di arte e di spettacolo. Una nuova rubrica ospiterà il giornale quotidiano dell’amico veronese Ugo Brusaporco, destinato a coloro che hanno a cuore la cultura. Un po’ per celia e un po’ per non morir...

Un film al giorno

GO WEST (Io e la vacca, USA, 1924), regia di Buster Keaton. Sceneggiatura: Raymond Cannon. Fotografia: Elgin Lessley, Bert Haines. Con: Buster Keaton, Kathleen Myers, Howard Truesdale, Ray Thompson.

Un giovane provinciale squattrinato, tenta la fortuna, prima a New York, ma la metropoli rischia di stritolarlo, poi nel selvaggio Ovest che raggiunge con un fortunoso e comico viaggio in treno. Trasformato in un vero cowboy, viene alle prese prima con "Occhi marroni", una mite mucca che lui non riesce a governare, poi con un'intera mandria di bovini che invade Los Angeles.

Un giovane solitario e senza soldi, Friendless (Senza amici), si avvia verso il Far West in cerca di fortuna: caduto dal treno, si ritrova nel mezzo al deserto. Riesce a raggiungere un ranch, dove viene assunto per accudire il bestiame. Friendless viene incaricato di aiutare gli altri cowboys a controllare le mucche. Friendless, però, cade da cavallo e, vicino a lui, vede una mucca zoppicare. Allora le alza la zampa e le toglie una pietra che si era incastrato nello zoccolo. La mucca, riconoscente, inizia a seguire dappertutto Friendless e a proteggerlo. In una scena lo salva anche da un toro. I due diventano amici. Quando il proprietario del ranch vende il bestiame, Friendless non potendo accettare che Brown-eyes finisca al macello, tenta in vari modi di salvarla e finisce con l'imbarcarsi sul treno che sta trasportando il bestiame a Los Angeles. Giunti in stazione, Friendless libera Brown-eyes e le altre mucche che invadono la città. Il proprietario del ranch viene avvertito che nessun capo del bestiame è giunto a destinazione ed egli rischia così la rovina. Parte immediatamente per Los Angeles insieme a sua figlia e arriva giusto in tempo per vedere Friendless riportare il bestiame nel recinto. Salvato dalla rovina, il proprietario del ranch è disposto a concedere a Friendless qualsiasi cosa vorrà chiedergli. "Lei", risponde Friedless indicando dietro di lui. Il proprietario del Ranch crede per un momento che si tratti della figlia la quale si trova proprio dietro al protagonista. In realtà Friendless indicava Brown-eyes che era dietro di lui nascosta da una staccionata.

“Keaton, diventato cow-boy, diviene amico d'una vacca che porta con sé in campagna come in città. Un film un po' lento, ma pieno di una comicità malinconica e di sequenze delicate e spiritose: il gregge per le vie di Los Angeles, l'irruzione del bestiame in un grande magazzino e in un istituto di bellezza, o la passeggiata di Keaton e della vacca in una grande pianura”.

(Georges Sadoul in Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968)

“Buster Keaton: grandissimo regista attore comico, volto immobile, cappello piatto in orizzontale, situazioni surreali e geometriche, il suo essere alieno al nostro mondo. Keaton va all’Ovest, si chiama Friendless e difatti è un vero solitario, finisce in mezzo al deserto troppo grande per lui troppo piccolo, lavora in un ranch, incontra la mucca Brown Eyes, Occhi marroni, e fa coppia con lei. Un film lirico e antilirico, quieto e movimentato, la relazione leale e affettuosa con la mucca, Keaton alle prese con la mungitura, la mandria a spasso per Los Angeles, le scene vicine all’assurdo e quelle malinconiche. “Io e la vacca” è il film che piaceva di più, tra tutti i suoi, a Buster Keaton”.

(Bruno Fornara)

“È senza legami dunque nulla lo trattiene finché dopo anni di peregrinazioni incontra Occhi Bruni. L'amore come spesso accade nei film di Keaton è la molla del cambiamento e poco importa se l'oggetto del sentimento sia una donna o, come in questo caso, una piccola mucca. I cultori del Keaton metacinematografico non sono stati sempre generosi con questo film dal ritmo insolitamente disteso e tradizionale, incline alla tenerezza per non dire, orrore, al sentimentalismo. Eppure il marchio del genio è presente in ogni sequenza. Tra le meravigliose gag che costellano il film e che hanno quasi sempre per oggetto la generosità e l'ingenuità del personaggio messe alla prova dai virili costumi della frontiera, voglio citarne almeno due: Buster che deve ricomprare a caro prezzo gli effetti personali contenuti in una credenza che ha appena venduto; Buster che sotterra il sasso col quale Occhi Bruni si è azzoppata. Solo l'invasione cittadina dei bovini, pur così tipica del suo cinema, risulta inutilmente complicata e dispersiva. Malgrado questo anche “Go west” è un capolavoro”.

(FilmTV)

Go West è un grande film davvero meritevole di essere visto dove alle risate suscitate da un sempre grande Buster Keaton, si accosta la tenerezza e la simpatia per due esseri (l’attore e la mucca) accomunati dallo stesso sentimento: la solitudine. In Italia questo film è conosciuto anche come “Io e la vacca” e bisogna dire che questo titolo è forse più azzeccato dell’originale. Il film inizia con Buster Keaton che, deciso a partire per cercare fortuna nel West, vende tutti i suoi averi per un pezzo di pane e salame. Assunto da un ranchero, Buster Keaton fa amicizia con la figlia del padrone e con una mucca, solitaria come lui. Comicissima la scena in cui la mucca salva Buster Keaton dall’attacco di un toro. Il finale è esilarante. B.K. salva il ranchero dalla rovina e, sotto gli occhi dolci della figlia, come ricompensa chiede lei... la mucca”.

(Cap 2)

“...il successivo Go West (Io e la vacca o Andate al West, 1925) ci consegnò un personaggio ancora più solo e ancor più malinconico, per certi versi simile al vagabondo di Charlie Chaplin.
Friendless (letteralmente “senza amici”, interpretato ovviamente da Buster Keaton) è un giovane solitario e squattrinato che parte per il West. Si fa assumere in un ranch dove diventa prima amico della mucca Brown Eyes, anch’essa solitaria e non amata da nessuno, poi della figlia (Kathleen Myers) del proprietario del ranch (Howard Truesdale) che lo incarica di portare la mandria a Los Angeles. Nonostante la sua evidente goffaggine riesce nell’impresa e per ricompensa, anziché chiedere la mano della figlia, chiede la mucca salvandola dal macello. Non sarà un film perfetto (“Dirigere delle mucche è molto più difficile che dirigere attori” affermò Keaton nella sua autobiografia), sarà anche la pellicola meno keatoniana tra quelle direttamente realizzate da Buster, ma per la “gustosa ironia sugli stereotipi” è davvero imperdibile (l’affetto di un uomo verso una mucca novant’anni prima della canzone demenziale “Vacca boia” del due toscano Cecco e Cipo)”.

(La Sinistra Quotidiana)

 

Una poesia al giorno

Aspettando I Barbari (1908), di Costantino Kavafis (1863-1933). Traduzione di Filippo Maria Pontani.

Che aspettiamo, raccolti nella piazza?
Oggi arrivano i barbari.

Perché mai tanta inerzia nel Senato?
E perché i senatori siedono e non fan leggi?

Oggi arrivano i barbari
Che leggi devon fare i senatori?
Quando verranno le faranno i barbari.

Perché l’imperatore s’è levato
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggiore, incoronato?

Oggi arrivano i barbari.
L’imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzi ha già disposto
l’offerta d’una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.

Perché i nostri due consoli e i pretori
sono usciti stamani in toga rossa?
Perché i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?
Perché brandire le preziose mazze
coi bei caselli tutti d’oro e argento?

Oggi arrivano i barbari,
e questa roba fa impressione ai barbari.

Perché i valenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre?

Oggi arrivano i barbari:
sdegnano la retorica e le arringhe.

Perché d’un tratto questo smarrimento
ansioso? (I volti come si son fatti seri)
Perché rapidamente e strade e piazze
si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?

S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.

 

Un fatto al giorno

14 maggio 1509: Battaglia di Agnadello. “Ci sono episodi che restano impressi nella storia, tramandati di generazione in generazione affinché non ne sia perduto il ricordo; le battaglie rappresentano sovente avvenimenti che nella memoria collettiva più di ogni altra cosa rimangono impressi. Gli eventi bellici sono stati fattori determinanti nella storia dell'umanità; spesso un singolo scontro, anche breve, fu determinante a cambiarne il corso (si pensi alla conquista di Costantinopoli per mano turca nel 1453 o alla celeberrima giornata di Waterloo del 1815). Una sola battaglia può determinare un radicale cambiamento della politica, della società, della storia stessa di una singola entità statale. Questo fu il caso di uno dei più potenti e fieri stati dell'Italia preunitaria, la Repubblica di Venezia; il 14 maggio 1509 rappresenta per la Serenissima la data spartiacque fra il culmine della sua potenza e l'inizio del suo lento declino, cominciato con la giornata di Agnadello. (...) Con furia cieca i fanti veneziani correvano verso gli artiglieri nemici; ma a pochi metri dall'impatto furono colpiti da una seconda scarica dei pezzi e dal tiro incrociato delle balestre e delle armi da fuoco guasconi che proteggevano l'artiglieria. Ciò nonostante, riprendevano l'avanzata, senza avvedersi sul fianco dell'arrivo della cavalleria del Trivulzio e del Chaumont; Saccoccio veniva così preso tra due fuochi, con i cannoni di fronte e la cavalleria francese a lato: il destino suo e dei suoi uomini sembrava segnato. Fu allora che l'Alviano, affiancato dalla sua fedelissima cavalleria, giungeva sulla scena; ignorando l'ordine di ritirata del Pitigliano, comandava immediatamente alle sue lanze la carica; a sua volta il Del Monte portava la fanteria di riserva in soccorso agli uomini di Saccoccio. Tutto era ancora aperto. L'azione combinata riusciva; la cavalleria del Trivulzio veniva travolta e messa in fuga dall'Alviano, mentre la fanteria, rinforzata dall'intervento del Dal Monte, travolgeva i guasconi e superava i cannoni francesi. La situazione sul campo si era capovolta; Venezia era in vantaggio. Le truppe marciane necessitavano però dell'artiglieria, assiduamente richiesta sia dall'Alviano; nel frattempo erano giunti di rinforzo le fanterie del terzo colonnello, 5.400 fanti fra mercenari e cernide bresciana e trevigiana con 560 cavalleggeri fra "uomini d'arme" e cavalleria leggera; presero posizione sull'argine, mentre 800 fanti scelti, al comando di Citolo da Perugia (morto nel 1510), si portavano subito nella mischia. Anche le forze francesi ricevevano aiuti; giungevano sul campo i temuti fanti svizzeri, i quali si scagliarono sulla provata fanteria veneziana; furono però clamorosamente travolti e ributtati indietro: la vittoria sembrava a portata delle truppe di San Marco...”

(Nicolò Dal Grande in "Agnadello o La rotta della Ghiaradadda" - It.Cultura.Storia.Militare)

 

Una frase al giorno

“È difficilissimo parlare molto senza dire qualcosa di troppo”

(Luigi XIV di Borbone. Nome completo Louis-Dieudonné, noto anche come Re Sole, 1638 - 1715. Il 14 maggio 1643 divenne re di Francia, aveva meno di cinque anni. Lo si può scoprire nel film “La prise de pouvoir par Louis XIV”, del 1966, capolavoro di Roberto Rossellini).

Luigi XIV di Borbone

 

Un brano al giorno

Go west dei Pet Shop Boys

(Together) We will go our way
(Together) We will leave someday
(Together) Your hand in my hands
(Together) We will make our plans

(Together) We will fly so high
(Together) Tell all our friends goodbye
(Together) We will start life new
(Together) This is what we'll do

Go West
Life is peaceful there
Go West
In the open air
Go West
Where the skies are blue
Go West
This is what we're gonna do
Go West
Sun in wintertime
Go West
We will do just fine
Go West
Where the skies are blue
Go West
This is what we're gonna do

(Together)
We will love the beach
(Together)
We will learn and teach
(Together)
Change our pace of life
(Together)
We will work and strive

(I love you)
I know you love me
(I want you)
How could I disagree?
(So that's why)
I make no protest
(When you say)
You will do the rest

Go West
Life is peaceful there
Go West
In the open air
Go West
Where the skies are blue
Go West
This is what we're gonna do
Go West
Sun in wintertime
Go West
We will do just fine
Go West
Where the skies are blue
Go West
This is what we're gonna do

I Pet Shop Boys sono un gruppo musicale synth pop britannico, formato da Neil Tennant (cantante ed occasionalmente chitarrista e tastierista) e da Chris Lowe (tastierista e occasionalmente anche cantante). La longevità della loro carriera è generalmente attribuita alla loro abilità di creare musica pop/dance melodica con testi intelligenti (prerogativa del genere musicale synth pop di cui sono tra i principali fautori) e uno stile originale. Il duo è tra quelli di massimo successo nella musica pop, soprattutto in Europa; secondo il Guinness World Record, i Pet Shop Boys sono il duo più famoso e di successo sia nel Regno Unito che in tutta la storia del pop.


 

Ugo Brusaporco
Ugo Brusaporco

Laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea Dams. E’ stato aiuto regista per documentari storici e autore di alcuni video e film. E’ direttore artistico dello storico Cine Club Verona. Collabora con i quotidiani L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, e lo svizzero La Regione Ticino. Scrive di cinema sul settimanale La Turia di Valencia (Spagna), e su Quaderni di Cinema Sud e Cinema Società. Responsabile e ideatore di alcuni Festival sul cinema. Nel 1991 fonda e dirige il Garda Film Festival, nel 1994 Le Arti al Cinema, nel 1995 il San Giò Video Festival. Ha tenuto lezioni sul cinema sperimentale alle Università di Verona e di Padova. È stato in Giuria al Festival di Locarno, in Svizzera, e di Lleida, in Spagna. Ha fondato un premio Internazionale, il Boccalino, al Festival di Locarno, uno, il Bisato d’Oro, alla Mostra di Venezia, e il prestigioso Giuseppe Becce Award al Festival di Berlino.

INFORMAZIONI

Ugo Brusaporco

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web www.brusaporco.org