C'è la nebbia?

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Dormitorio di Genova. Quattro del mattino. Interno saletta del distributore del caffè. Capotreno e conduttore stavano preparandosi a partire. Il capotreno, ritirando il bicchierino di carta con il caffè dal distributore automatico, disse: “Siamo degli zombie!”

Giore il conduttore (guarda chi si rivede!) guardò fuori dalla finestra, poi si stropicciò gli occhi e disse: “Già, alzarci a quest’ora dopo che non abbiamo dormito quasi per nulla! È da criminale! Se la giornata è cominciata male, figuriamoci il finale!”

“Che bella rima!”

“Grazie”

Il capotreno girò il caffè con la piccola paletta di plastica. Quel gesto non serviva a nient’altro che a sciogliere lo zucchero.

“C’è ancora nebbia fuori?” chiese.

“E che ne so: non si vede niente!” rispose Giore.

“Ti fa bene dormire poco la notte! Ehi, spiritosone, lo vuoi il caffè o metto via la scheda magnetica?” Giore il conduttore con un salto fu accanto al capotreno e al distributore del caffè. “Eh no; questa volta che tocca a te non me lo perdo il mio caffè !” disse.

“Parli sempre in rima, stamattina? Tieni e stai zitto!” disse il capotreno, passandogli il bicchiere di carta col caffè nero bollente, che però a prima vista sembrava marrone scuro. Il sapore non sarebbe comunque cambiato perché non dipendeva dal colore!

“Grazie - disse Giore -. Certo che dormire a casa è meglio”

“Lo so anch’io che dormire a casa è meglio; però è proprio per questo che prendiamo più soldi di chi fa orari d’ufficio” gli ricordò il capotreno.

“Eh… i soldi mi fanno comodo, specialmente adesso che è nato mio figlio...” La voce di Giore il conduttore si intenerì.

Il capotreno parlò con voce paterna: “Ho visto le foto; è davvero un bel maschietto.

Tua moglie è contenta o voleva una femminuccia?”

“No, no: voleva proprio un maschietto anche lei. Sai, è il primo...” Giore il conduttore pensò al momento in cui la moglie lo aveva svegliato per farsi accompagnare all’ospedale. Erano le due e trenta di un mattino d’inverno. Lei lo svegliò dolcemente...

“Caro, penso sia giunto il momento” disse con un sorriso da futura mamma, leggermente preoccupata.

“Cosa devo indossare?” fu la prima domanda di Giore, che si stava ancora stropicciando gli occhi.

“Ti sembra questo il momento di pensare a cosa indossare?”

“Certamente lo è: in fondo, vado al primo appuntamento con mio figlio!”

“L’importante è sapere e volere quello che si fa” riprese il capotreno, facendolo ritornare al presente. “Penso che voi abbiate deciso in comune di avere un figlio...”

“Beh, queste cose non si dicono; però no, l’abbiamo deciso a casa nostra, in camera da letto” precisò Giore. “In comune siamo andati dopo per denunciarne la nascita”. Il capotreno, sputando via il caffè, lo mandò a quel paese. Giore, da buon ferroviere ligio al suo dovere, andò dove lo aveva mandato il suo superiore diretto, ma solamente dopo aver svolto il servizio sul treno di ritorno! Il capotreno, d’altronde, ne fu contento: anche uno come Giore può servire, quando non hai altro personale a disposizione!

C'è la nebbia? di Domenico Ippolito

 

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Domenico Ippolito

Nulla di personale... Viaggiante! 
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NEOS Edizioni

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