Macerata Opera Festival 2024

Cultura e Spettacolo
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Macerata, 20 e 27 luglio, 3 e 8 agosto 2024 - Il Gruppo Lirica dell’Associazione DLF Ancona ha riservato ai Soci i biglietti per il Macerata Opera Festival 2024, che si svolgerà dal 19 luglio all’11 agosto 2024 allo Sferisterio di Macerata. Si andrà al Macerata Opera Festival in pullman, con sosta in un ristorante per l’apericena prima dello spettacolo.

“…e qui la Luna l’abbiamo vicina…” questo verso dalla Bohème di Puccini traccia la linea programmatica scelta dal sovrintendente Flavio Cavalli e dal nuovo direttore artistico Paolo Gavazzeni per il Macerata Opera Festival, dal 19 luglio all’11 agosto 2024 allo Sferisterio: Turandot e La bohème di Giacomo Puccini, Norma di Vincenzo Bellini, tre capolavori del repertorio due dei quali del compositore toscano nel centenario della morte; il terzo titolo è legato invece al significativo traguardo delle 60 stagioni d’opera nel monumento iconico di Macerata, divenute negli anni un appuntamento musicale estivo da non perdere ma soprattutto una occasione di valore assoluto per la città e per tutte le Marche.

LE DATE
  • 20 luglio NORMA, di Vincenzo Bellini
  • 27 luglio LA BOHEME, di Giacomo Puccini
  • 3 agosto TURANDOT, di Giacomo Puccini
  • 8 agosto CARMINA BURANA, di Carl Orff

Per informazioni e/o prenotazioni telefonare in segreteria DLF Ancona: 071 2075130 (lun-mer-ven, ore 9.30-12.30)

BIGLIETTI
  • Posti lirica settore: ROSSO € 89+1 / VERDE € 111-1 / ORO € 147+1
  • Posti concerto settore: ROSSO € 67+1 / VERDE € 78+1 / ORO € 85+1

La quota comprende: Pullman A/R, Apericena, Ingresso allo Sferisterio.

1 euro della quota è devoluto al progetto di solidarietà "Tenda di Abramo" sostenuto da Associazione DLF Ancona.

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Associazione DLF Ancona

Via De Gasperi 36/A, Ancona
Segreteria tel. 071 2075130 (lun. mer. ven. ore 9.30-12.30)
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web www.dlfancona.it
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Lo Sferisterio era in origine una grandiosa arena per il gioco della palla col bracciale, sport molto praticato a metà Ottocento, ricordato anche dal grande Giacomo Leopardi. Ora ospita spettacoli di vario genere e massimamente l’opera lirica

 

 

La Palla al Bracciale affonda le sue radici nell’antichità e probabilmente trae origine da un gioco che i Romani praticavano servendosi del “follicolum”, un piccolo pallone pieno d’aria che si colpiva con il pugno protetto da una fasciatura che arrivava fino all’avambraccio.

Nel Medioevo i giochi con la palla non ebbero molto successo e trovarono praticanti soltanto fra il popolo, mentre nel XVI secolo si diffusero largamente presso le corti.

In Italia le prime regole furono definite nel “Trattato del gioco della palla”, scritto nel 1555 da Antonio Scaino, che descrisse le varie tipologie di giochi in uso. L’autore sottolinea che per proteggere la mano e per aumentare la potenza del colpo veniva utilizzato un “bracciale” che arrivava a coprire tutto l’avambraccio, ma lasciava libera l’articolazione del gomito.

Il gioco, inizialmente praticato nei cortili dei palazzi, venne poi portato all’esterno e le aree generalmente usate furono gli slarghi delle vie e le piazze. Tuttavia la necessità di disporre di un muro d’appoggio laterale vide negli spazi ricavati a ridosso delle mura cittadine o castellane le sedi più adatte.

Tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento in diverse città grandi e piccole, soprattutto in Toscana, Emilia Romagna e Marche, si costruirono edifici specifici: gli sferisteri (dal termine latino “sphaeristerium” che indicava l’ambiente, in genere costruito all’interno delle terme, dove in età imperiale erano soliti ritrovarsi i giocatori di palla). È questo il momento di maggiore popolarità per la palla al bracciale, sport che desta l’interesse anche di letterati come Wolfgang Goethe, Giacomo Leopardi autore dell’ode “A un vincitore nel pallone” dedicata a Carlo Didimi da Treia e Edmondo de Amicis che scrive “Gli azzurri e i rossi” riferendosi alle fusciacche dei giocatori.

Nel XX secolo l’affermarsi di nuovi sport e nuove mode relegarono la Palla al Bracciale ad un ruolo marginale. I terreni degli sferisteri iniziarono ad accogliere le partite di calcio portando pian piano alla definitiva scomparsa del gioco che per più di quattro secoli aveva entusiasmato la folla.

Solo alcuni centri delle Marche e della Romagna hanno continuato a mantenere viva la pratica della Palla al Bracciale con manifestazioni ed incontri. Nel 1992 è stato costituito un Comitato Nazionale e organizzato un regolare Campionato Italiano riconosciuto dal CONI.