Spesso mi viene chiesto dove e quando è nata la mia passione per l'archeologia. A questo punto devo tornare molto indietro nel tempo, quando andai ad abitare nella casa di mia nonna Caterina, dopo la morte di mio padre ucciso in Etiopia. Avevo appena quattro anni, con me tre sorelle.
La casa era un'abitazione in legno ad un solo piano terreno, era letteralmente addossata ad un'arcata tamburata dell'acquedotto antico dell'acqua Paola, che alimentava la Città del Vaticano. Praticamente solo la parte posteriore della casa era in muratura, il resto invece era costituito da tavole e tela cerata e a protezione dalla pioggia un tetto con tegole alquanto sconnesse. Davanti alla casa, un orto-giardino (come i famosi orti di guerra), dove pomodori e fiori si confondevano con i loro odori e profumi, mentre alberi di susine (prugne) creavano angoli d'ombra, rifugio nei pomeriggi assolati, una siepe fitta di sambuchi faceva da recinto.
Un angolo particolare era quello della fontana, dove sgorgava acqua fresca frammista a piccole anguille, era il nostro bagno e lavatoio. Una casetta di legno con a fianco il pollaio era il nostro gabinetto. Un luogo spartano, privo dei servizi essenziali come luce, telefono, ma per noi, specialmente per me, era il paradiso in terra.
Correvo scalzo con gli zoccoli in mano per le marane, i fossati, la fornace vicina, nella parte bassa della valle, la “Valle del Gelsomino”. Nella fornace rimediavo l'argilla per creare parte dei miei giochi, soldati, animali... Ma il gioco dove la fantasia arrivava al massimo era con i reperti archeologici, che allora non sapevo neanche cosa fossero. Parti di ex voto, pezzi di marmo lavorato, lucerne, tessere di mosaico, parte di intonaci con scene di animali mitologici e tanto altro che creava in me curiosità. Inoltre, vicino a una sorgente avevo trovato una fossa (forse una favissa) con reperti di ogni genere: il mio tesoro segreto, a cui attingevo per i miei fantasiosi giochi.
Sotto il porticato di casa vi erano dei basoli estirpati alla vicina Aurelia Antica, su questi basoli imparai a scrivere avendo come gesso il caolino proveniente dalla fornace.
Un giorno per me memorabile fu quello in cui trovai una parte di lapide che riportava tra le altre scritte il nome di Cesare. Con difficoltà, scalpellando su un lato libero della lapide, aggiunsi il mio nome. Dopo anni, armai adulto, riuscii a ritrovare quella lapide infissa ad un muro di una villetta.
Leggevo libri di storia, facevo scambi con i compagni, era il momento storico in cui la romanità aveva raggiunto il massimo. Come seppi più tardi, le fornaci ai due lati dell'Aurelia, una nella valle del Gelsomino e l'altra nella valle dell'Inferno, erano già in funzione ai tempi di Roma Antica. Una parte di mausoleo al lato dell'Aurelia antica era uno dei miei rifugi preferiti. Qui davo via libera alla fantasia, sognavo, ero parte di quel mondo. Mi sentivo un condottiero romano, combattevo contro Cartagine, contro i Galli, la mia spada era di legno e il cavallo una lunga canna, lo scudo, ricordo, era il cofano della Topolino. Ogni reperto faceva lavorare la mia fantasia portandomi indietro nel tempo. Fantasticavo con le legioni romane in battaglia, muovevo eserciti, facevo combattere i gladiatori, udivo il rullare dei tamburi, lo squillare delle trombe, magari mentre rimiravo i frammenti di una piccola fibula.
Avrei voluto studiare, ma con nove fratelli (mia madre si era risposata) nel dopoguerra era quasi impossibile. Sognavo però che questo divenisse realtà. Una realtà che in qualche modo ho realizzato fondando il Gruppo Archeologico DLF Roma. Sacrificandomi e rinunciando a tante cose ho potuto realizzare parte di quei sogni, ho dato vita al Gruppo, ritenuto dalle Soprintendenze e dall'Università La Sapienza uno dei maggiori nel campo del volontariato culturale. Sono il Coordinatore Nazionale dei Gruppi Archeologici DLF d'Italia. Negli anni sono stato ospite di programmi su tv nazionali (alle Falde del Kilimangiaro, Geo & Geo) e locali.
Ho viaggiato dal Tibet al Perù, ho conosciuto le civiltà precolombiane, il Medio Oriente e il Nord Africa (esclusi Algeria e Iraq), ho percorso parte della Via della Seta, ho attraversato il Deserto del Gobi, una volta il Sahara. Ho percorso la Via delle Oasi, parte del deserto dell'Ogaden; con il mio Gruppo siamo stati tra i primi ad entrare nello Yemen, sono entrato nel Tibet occupato dai Cinesi, ho attraversato la Siberia, il deserto del Sinai per arrivare ad Ar Karkom (per alcuni il vero Monte Sinai), ho visto gli ultimi ebrei neri in Etiopia (i Falascià), eredi di quelli che accompagnarono la Regina di Saba nel ritorno da Gerusalemme, ho visitato i 3-4 luoghi dove si crede che sia conservata l'Arca dell'Alleanza e visto tante altre cose interessanti, che prenderebbero troppo spazio e tempo per essere descritte. Ho visitato città nel deserto, monasteri appollaiati su precipizi, ho navigato sul fiume Giallo, sul Volga, sul Nilo, sul Rio delle Amazzoni. Ho visto le sorgenti del Nilo Azzurro, sono stato sul lago Vittoria in Tanzania, nella Rift Valley, sul lago Titicaca, il Machu Picchu. Sono entrato nel cuore della Piramide di Palenque, ho incontrato gli ultimi Maya, i Lacandoni, Madre Teresa di Calcutta, Alberto Moravia in Kenia e Pier Paolo Pisolini in Etiopia. Ho incontrato anche animali di ogni genere:, sono stato a tu per tu con un simpatico Koala in Cina, con un coccodrillo, con un elefante furioso. Sono arrivato a metà del Kilimangiaro, sono arrivato ai piedi dell'Ararat, sono stato sul Nemrut Dhag alla Tomba di Antioco e sono arrivato sull'Eufrate fino a Mari.
Forse ho scritto alla rinfusa, ma ho dato spazio alla memoria, facendo fatica a smettere. Rivedo con la fantasia come in un film questi luoghi. Ho voluto poi scrivere queste righe per i giovani di oggi a cui mi rivolgo direttamente.
Ragazzi, i sogni possono realizzarsi. Basta avere la volontà e il senso del sacrificio, tanta curiosità e interesse, leggere senza stancarsi, far lavorare la fantasia, guardare sempre avanti. Il mondo sarà vostro.
INFORMAZIONI
Marino Giorgetti
Gruppo Archeologico DLF Roma
Presidente Coordinatore Nazionale dei Gruppi Archeologici DLF
Cell. 338 9145283
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