Dopo più di un anno e mezzo dall’uscita del libro Il Signore di Notte, scritto da Gustavo Vitali, un libro giallo ambientato nella Venezia del 1605, facciamo un punto della situazione. La storia abbraccia un periodo di diciotto mesi. I lettori lo hanno definito appassionante, avvincente, interessante, coinvolgente, di spessore storico e addirittura istruttivo, con riferimento in tal caso alle informazioni storiografiche che contiene.
Infatti, pur restando un giallo fitto fitto con una trama di pura fantasia, nel racconto rivivono personaggi realmente esistiti all’epoca e divagazioni su usi e costumi dell’antica Venezia, fatti e fatterelli, aneddoti e perfino favole. Il tutto contestualizza il racconto e aiuta il lettore a calarsi nell’atmosfera della città dei dogi tra la fine del Rinascimento e l’inizio del Barocco. Come la corposa bibliografia in coda al libro testimonia, questo ha comportato un certosino lavoro di documentazione per collocare fatti e interpreti al posto giusto e nel momento giusto.
Poi ci sono le recensioni, le segnalazioni e i rilanci delle notizie da parte dei media che hanno sfiorato quota trecento.
La trama scorre agile fin dall’inizio, quando in una misera casupola viene rinvenuto il cadavere di un nobile sull’orlo della rovina. Sul luogo si precipita il protagonista, Francesco Barbarigo, uno dei sei Signori di Notte, magistrati e insieme capi della polizia, tutori dell’ordine pubblico in città. Sulle prime pensa che il caso sia una passeggiata, ma presto le cose si complicano tra scontri, agguati e nuovi omicidi o quelli che riemergono dal passato.
La figura del Barbarigo sta agli antipodi rispetto a quelli di certi investigatori ai quali TV e letteratura gialla ci hanno abituato, quelli che sanno tutto, che capiscono tutto e risolvono tutto. Lui invece è pasticcione, goffo, confusionario, inesperto e pure arrogantello. A volte fa sorridere per i suoi esilaranti fallimenti, altre infastidisce. Indaga a casaccio sull’onda dell’improvvisazione o si lancia in congetture improbabili. È anche un uomo complicato, contorto, sempre indeciso e preoccupato di salvare la faccia, mentre a getto continuo affiorano in lui brutte reminiscenze di un passato che non riesce a buttarsi alle spalle.
Per lo più incappa in una relazione strampalata con una dama tanto bella quanto indecifrabile. Vorrebbe fosse un rapporto disinvolto, giusto per il proprio comodo, ma lo assale la paura dell’innamoramento, situazione che ha già vissuto e con mai assopito dolore. Il timore di perdere la dama da una parte e quello di ripetere la brutta esperienza dall’altro gli procurano nuove angosce oltre a quelle che già lo divorano a causa degli impicci delle indagini nelle quali si è infilato.
In soccorso dell’investigatore improvvisato accorre un capitano delle guardie che ha tutta l’esperienza che a lui manca. Il connubio tra i due porterà alla risoluzione del caso, ma dovranno penare un bel pezzo per arrivarci.
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L’emergenza sanitaria ha costretto l’autore del giallo Il Signore di Notte a soprassedere a organizzare le presentazioni del libro, una scelta presa a malincuore e della quale si riparlerà quando questi brutti tempi saranno alle spalle. Tuttavia la promozione dell’opera procede per altre strade e tra queste alcune lusinghiere recensioni apparse in blog letterari, social e anche grazie ad articoli di stampa.
Circa le prime segnaliamo in Eroica Fenice la recensione di Marianna de Falco: “Ciò che colpisce, infatti, al di là degli sviluppi della trama, sicuramente inaspettati e ben costruiti, è proprio l’accuratezza… Ogni scena, anche quella più banale, è descritta con un’attenzione al dettaglio che rasenta il maniacale; le strade, le case, l’abbigliamento dei personaggi sono dipinti in maniera così precisa che sembra quasi di assistere ad una proiezione cinematografica.”
Per Racconti dal Vicinato Stefania Difrancescantonio ha scritto: “Il mistero e le allusioni cognitive sono un giusto connubio tra la visione e la fantasia, voluta per suggestionare maggiormente il lettore.”
In Attimi di Prosa Ilaria Scopelliti scrive: “La suspense travolge il lettore sin dalle prime pagine, fondendosi perfettamente con lo stile narrativo, … La narrazione è infatti molto fluida, il testo scorre meravigliosamente, in un intreccio studiato di verità storica e finzione narrativa.”
Dalla pagina Instagram di Lettori Sperduti: “Un romanzo giallo a tutti gli effetti, nel quale però anche l'ambientazione svolge un ruolo d'eccezione.”
Dianora Tinti in Letteratura e… Dintorni riporta il commento di un lettore: “Tra nozioni illuminanti e affreschi di scorci suggestivi, vizi e virtù, amori e interessi che si accavallano in un caleidoscopio di emozioni, l’autore ci tiene sul filo degli eventi con maestria.”
Rita Fortunato nel blog Parole Ombra ha aggiunto un singolare curriculum dell’autore che ripercorre le sue letture nei diversi periodi della vita.
E poi hanno segnalato Il Signore di Notte anche Amabili Letture, Lettrici Impertinenti, Libri sul Divano dei Pigri, Zaffiro Magazine, WWW Italia, Bussola Culturale e tanti altri, in tutto circa 120 tra recensioni e notizie.
Venezia, 16 aprile 1605 - Viene rinvenuto nella sua modesta dimora il cadavere di un nobile caduto in miseria, primo delitto di un giallo fitto fitto che ha come sfondo la Venezia alle soglie del Barocco. Sul luogo si precipita il protagonista del racconto, Francesco Barbarigo. Come “Il Signore di Notte”, dà il titolo al racconto e richiama espressamente la magistratura incaricata dell’ordine pubblico, sei giudici e insieme capi della polizia.
Si tratta di una persona realmente vissuta ai tempi così come i principali personaggi della storia che, al contrario, è di pura invenzione. Questo particolare ha comportato un copioso lavoro di ricerca come documentato nella bibliografia del libro.
È solo il primo dei delitti che affiorano in una trama intensa ed intrigante. Sono coinvolte le figure più varie, da quelle di primo piano, a quelle defilate nei contorni. L’autore apre così un’ampia carrellata su aristocratici ricconi e quelli che vivacchiano malamente, mercanti, usurai, bari, prostitute e altri. Nella vicenda tutti recitano i rispettivi ruoli e la contestualizzano in quella società veneziana che si era appena lasciata alle spalle un secolo di splendore per infilarsi in un lento declino. Compaiono anche personaggi sgradevoli, come i “bravi”, perché il tempo del declino è anche il loro, accomunati agli sgherri da una violenza sordida e sopraffattrice.
Sempre nell’ottica di addentrare il libro nella sua epoca, ecco l’aggiunta di brevi divagazioni su curiosità, usi e costumi, aneddoti, fatti e fatterelli. Costituiscono un bagaglio di informazioni sulla storia della Serenissima, senza interrompere la narrazione e senza che gli attori si defilino da questa.
Un discorso a parte merita la figura del protagonista. Se qualcuno spera nello stereotipo dell’eroe positivo, resterà deluso. Il Barbarigo è un uomo contorto che affronta le indagini con una superficialità pari solo alla sua spocchia. Vorrebbe passare come chi sa il fatto suo, spargere sicurezza, ma nel suo intimo covano ansie e antichi dolori. Non sa come cavarsi dagli impicci, cambia idea e umore da un momento all’altro, insegue ipotesi stravaganti e indaga su persone del tutto estranee al delitto. Il linguaggio è spiccio, crudo, spesso beffardo e dissacratorio, mette in ridicolo difetti e difettucci del protagonista e insieme quelli della società del tempo.
Sull’onda dell’improvvisazione e di una acclarata incapacità non si fa mancare nulla, nemmeno una relazione disinvolta, o quella che lui vorrebbe tale, con una dama tanto bella, quanto indecifrabile. Non capisce nulla neppure di questo strambo amore che gli causa presto nuovi turbamenti.
Cosicché nelle indagini, come pure nel letto, finisce con il collezionare una serie di disfatte clamorose fino a quando in suo aiuto accorre un capitano delle guardie che ha tutta l’esperienza e l’astuzia che mancano al magistrato. Tuttavia i due dovranno faticare ancora un bel pezzo per scrivere la parola fine a tutto il giallo che nel frattempo si è infittito di colpi di scena, agguati e delitti, compresi quelli che riemergono dal passato. Il finale sarà inaspettato e sorprendente.
Per ulteriori informazioni sul libro giallo “Il Signore di Notte” contattare l’autore:
Gustavo Vitali mob. 335 5852431 - skype: gustavo.vitali e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web www.gustavovitali.it - www.ilsignoredinotte.it
facebook Il Signore di Notte
Gustavo Vitali è originario di Milano, città con la quale ha conservato alcuni legami. Da oltre trent’anni anni vive nella bergamasca dove si è appassionato di volo libero in parapendio. Nella FIVL (Associazione Nazionale Italiana Volo Libero - parapendio e deltaplano) ricopre da tempo il ruolo di addetto stampa. Ha fondato ed edito per una dozzina di anni una rivista di settore e lavorato come grafico.
Questo suo primo romanzo svela quelle che sono le sue altre passioni, pur tanto distanti dall'esplorazione del cielo: la storia e Venezia. A questo link si possono leggere le vicende che lo hanno portato a scrivere il libro giallo "Il Signore di Notte".
Così ha scritto Silvia Accardi nella quarta di copertina per presentare l'opera:
“Francesco Barbarigo, il Signore di Notte al Criminal, importante carica delle magistrature veneziane, si trova quasi per caso e per gioco a indagare su quello che all’inizio appare un omicidio senza troppi risvolti complicati. È un incarico che assume con leggerezza, senza sapere che arriverà a sconvolgere addirittura la sua vita privata.
Ma non è lui il reale protagonista di questo giallo di ambientazione storica.
L’unica, vera, onnipresente signora del romanzo è Venezia. Una Venezia di cui autore e protagonista sono innamorati. Una Venezia che si svela gradualmente con i suoi canali, i suoi palazzi, i suoi riti e le sue feste. E l’autore divaga con approfondimenti storici documentati, aneddoti e altro ancora che ci consentono di apprendere sempre più curiosità sulla Serenissima e il suo glorioso passato.”
Silvia Accardi
La prefazione di Irene Lodrini al libro:
“Mi piace assai riandare con la mente a Venezia, a quella grande realtà sorta dal grembo del mare come Pallade dal cervello di Giove. (Johann Wolfgang von Goethe)
Come si può conoscere una città? Bisogna viverla.
È Venezia la vera protagonista del romanzo Il Signore di Notte, e il lettore vive e impara a conoscere luci e ombre di questa città attraverso l’abile narrazione che lo trasporta nell’esistenza frenetica della Serenissima.
Un giallo storico, Il Signore di Notte, che fa dell’ambientazione il suo punto di forza e il perno attorno al quale si svolge la vicenda.
Siamo nei primi anni del Seicento, la città dei Dogi è una tavolozza di colori e sfumature che l’autore mostra al lettore accompagnandolo tra canali e vicoli, tra palazzi e isole, tra ricchi ricevimenti e feste sontuose, tra bische e locande malfamate.
Colui che ci porta all’interno di questo mondo è Francesco Barbarigo, Signore di Notte al Criminal. Figura realmente esistita, nella quale l’autore si è imbattuto nel corso delle sue appassionate ricerche storiche, il Barbarigo è un personaggio dalla personalità controversa e di difficile interpretazione.
Nonostante i suoi umori altalenanti e il suo fare indeciso, c’è una costante nella sua esistenza: l’amore per la sua città.
Il Signore di Notte non è solo la storia di un’investigazione e la ricerca di un assassino, ma anche un viaggio. Un viaggio introspettivo all’interno della psiche del protagonista e un viaggio tra calli e canali, in una città che sta attraversando un periodo storico particolare, sulla soglia della decadenza.
Un plauso all’autore per la passione e l’amore che trasuda dalle pagine del libro, mostrando agli occhi di chi legge la vera essenza di una città gloriosa, Venezia.”
Irene Lodrini, Lettori Sperduti
INFORMAZIONI
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