A nonno Ugo “POGNI - Il racconto-poesia fu scritto da Giuliano Bagnoli nel 2009 in omaggio alla memoria del nonno ed è stato presentato a nome di tutti i nipoti ad una festa familiare, dove era presente anche l’ultimo dei suoi figli, allora settantacinquenne.
Pogni e il suo ambiente, la sua pala ed il suo “sempreintesta”, il cappello pesante, anche in estate
Grotte
Mattaione e acqua
Ghiaia e sabbia
Così… da sempre!
Grotte
Arse dal sole. Grotte corrose dalla pioggia e dal vento
Grotte
Bagnate, nella vasta ansa dal Fiume, ora sereno ora in piena
Grotte tremanti per le bombe sul ponte
Grotte dove il silenzio era rotto solo dagli “sciarbi” delle reine e dei barbi
Poi quiete fino al nuovo giorno, quando si udivano i rumori divenuti consueti
Le grotte ascoltavano. E commentavano
Eccolo che arriva! Suoi sono i lenti passi sul greto
È suo il fumo delle sigarette fatte da solo con quel che capita
La giornata ha inizio. Lavoro monotono, faticoso, ma libero “dentro”
E le grotte riconoscevano anche il lamento metallico della pala
Guardavano la sapiente divisione fra la sabbia e la ghiaia
Che avveniva attraverso una rete di fortuna
Grotte dure
Grotte generose
Barrocci che arrivavano. Ripartivano carichi di sabbia o ghiaia
Cavalli sudati, come l’uomo
Ancora! Inesorabile il rumore della pala che lottava con il vaglio
Il corpo era ricurvo, piegato dalla fatica e dagli anni, dalle preoccupazioni
Per la qualità della sabbia, o per la troppa pioggia caduta, o dal sole
Implacabile nei profondi scavi; il cappello sempre in testa!
A sera sulla tavola non mancavano le molliche di pane ed il pepe
Il resto era… se c’era
E pensava già ai carichi del domani
E il domani era come oggi, com’era ieri
Fatica e preoccupazione
A volte un nipote, uno dei tanti, lo andava a trovare alle Grotte, per salutarlo
D’incanto, le sue rughe si distendevano, le preoccupazioni scomparivano
Ed un sorriso accompagnava i suoi occhietti già sorridenti, come di solito, quando ci vedeva
Casabasciana (LU), 18 maggio 2009
Ugo Bagnoli era mio nonno paterno. Nacque nel 1888 a Pagnana, Empoli (FI) e lì è morto nel 1964. Quattro case sulla riva sinistra del fiume Arno. È su questa riva che si è svolta parte della sua vita: a vagliare la sabbia per costruzioni con la sola pala e con delle vecchie reti adattate a vagli.
Le grotte formatesi sulla riva destra dell’Arno in corrispondenza del “suo cantiere” di lavoro, erano nate dal continuo movimento della collina, causato dalle inondazioni che ne corrodevano la base.
In queste grotte, nel 1944, mentre veniva continuamente bombardato il ponte sul medesimo fiume, in corrispondenza della successiva Frazione abitativa, Marcignana, i miei tentarono di costruire dei rifugi antiaereo, ma il terreno era pericolosamente franoso e rinunciarono (io avevo 6 anni ed assistetti ai tentativi di scavo).
Il lavoro di cavatore non fu il solo praticato da Ugo Bagnoli, detto “Pogni”: appartenne anche alla famiglia dei ferrovieri per pochi anni, giovanissimo, nella stazione di Villafranca Bagnone, sulla linea Pontremolese, con la mansione di manovale. Accendeva i lumi a petrolio che illuminavano il piazzale.
Le buche che scavava per ricavarne la sabbia da vendere, se si alzava il livello delle acque del fiume allora si riempivano e talvolta, quando l’acqua si ritirava, il Pogni recuperava del pesce da portare a casa ed era festa anche per noi nipoti: all’epoca non c’era traccia di inquinamento ed il pesce era ottimo (barbi e reine).
INFORMAZIONI
Giuliano Bagnoli
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