PERÙ: UN PAESE SPECIALE

In Viaggio...
Grandezza Carattere

Quella di Juanita è una stupefacente storia peruviana che affascina e commuove. Era l’anno 1995. Due appassionati archeologi di alta quota, salgono sulla cima del vulcano Ampato a 6.312 metri di altezza. Di fronte a loro si mostrano le creste del vulcano Misti, forse la più conosciuta elevazione andina alle spalle di Arequipa. Quasi casualmente si imbattono in un fagotto che emerge dal ghiaccio, parzialmente liquefatto da un’eruzione di un altro vicino vulcano. Lo strano involucro sembra essere rotolato dall’alto.

Incredibilmente al suo interno scoprono la mummia di una ragazzina seduta, perfettamente conservata, morta probabilmente all’età di dodici anni tra il 1440 e il 1450. Al suo fianco dopo oltre cinquecento anni ritrovano anche monili, statue e cibo che gli Inca offrivano agli dei, in particolare agli Apu, le leggendarie divinità delle montagne andine che gli Inca adoravano e temevano nello stesso tempo. Su questi ghiacci, Juanita, ribattezzata “la Vergine congelata” ha riposato per secoli mantenendo le sue fattezze dolci di ragazzina, i suoi capelli e gli organi interni, che hanno permesso agli studiosi di capire la dieta e le abitudini degli Inca.

Questo eccezionale ritrovamento è stato definito da Time una tra le dieci scoperte più importanti al mondo. Juanita non è l’unica mummia ritrovata a quote così elevate ma è sicuramente la meglio conservata e quella che ha destato più interesse. Oggi è conservata ad Arequipa presso l’Università Cattolica in una teca refrigerata donata dalla National Geographic Society di Washington.

La temperatura all’interno della vetrina è stabilizzata a 20 gradi sottozero per impedire l’aggressione dei batteri. La mummia è ancora impregnata dal ghiaccio originale che l’ha preservata in questo lungo viaggio. Due volte all’anno viene cosparsa da un delicato velo di acqua pura onde evitare anche la minima disidratazione.

Le deboli e giallastre luci della sala in cui è custodito questo prezioso reperto rendono ancora più spettrale quel piccolo corpo gelato. E’ di sicuro una grande emozione osservarlo così da vicino. I suoi capelli neri raccolti in un’acconciatura elegante, realizzata probabilmente poco prima della sua morte apre nell’immaginario di tutti i visitatori i momenti e le scene del suo doloroso percorso di salita sulla grande montagna di Arequipa. Lei sulla vetta dell’Ampato ci è arrivata con le proprie gambe tra le mille difficoltà e le immaginabili sofferenze che una bambina di 12-14 anni può aver patito in questa lunga ascesa ai seimila metri del grande vulcano, nel XV secolo.

Il cammino è stato probabilmente lungo e molto faticoso. Juanita era stata protetta dal gelo soltanto con un paio di sandali e con qualche umile indumento di stoffa. Una lenta processione, gli sguardi dei sacerdoti nel corso della cerimonia, i volti dei parenti e gli occhi enigmatici di questa fanciulla sono gli ingredienti di una scena raccapricciante anche se perfettamente in linea con le credenze del tempo.

Juanita è stata scelta per un sacrificio destinato a placare l’ira degli dei e a mitigare le nefaste conseguenze di terremoti, carestie ed eruzioni. La bimba era stata forse preparata a questa missione e al messaggio che il popolo le aveva affidato. Forse Juanita ha affrontato il colpo di clava sulla fronte con un orgoglio non comune e soltanto in parte mitigato dalla miscela di droghe e allucinogeni che le erano stati somministrati. Questo di Juanita è un pezzo di storia degli Inca, che con le loro tradizioni, i loro riti e i loro idoli è giunto quasi intatto fino a noi ma è anche una crudele rappresentazione della storia di tutto il Perù.

È una storia che si avvita dentro agli innumerevoli misteri delle Linee di Nazca, di Machu Pichu, e di quelli contraddittori fatti di magia e religione che ancora oggi sopravvivono tra le pieghe di questo affascinante paese che ti prende per i suoi colori, per quei cieli cobalto su cui si infrange la potenza di una tavolozza che sembra non finire mai.

PERÙ: UN PAESE SPECIALE

È davvero un posto che resta nel cuore. È un caleidoscopio fatto di silenzi, di sorrisi, di luci intense e primordiali, di immense praterie, di montagne altissime e di storia.

Il Perù entra prepotentemente nel calderone delle emozioni personali. È un coacervo di immagini che si srotolano durante il viaggio e si mescolano a sensazioni forti fatte di suggestioni, di persone, di profumi, di brezze fresche e frizzanti. Qui ci si porta addosso quella incredibile magia che sfuma nella certezza di trovarsi davvero in un mondo a parte, non il solito mondo a parte ma in un non luogo che è la somma di tanti luoghi.

Anche le Ande Peruviane hanno un loro carattere particolare, seppure brulle e misteriose, così come le tante etnie che caratterizzano il paese, ciascuna, portatrice di antichi segni che rendono la visita di questo grande territorio un’esperienza unica e vibrante. Dalla garrua di Lima (il velo di nebbia e di umidità che sale dall’Oceano Pacifico e che avvolge ogni cosa) un ideale viaggio si snoda tra la costa occidentale, dentro quinte desertiche fino all’imbarco per le Isole Ballestas che aprono scenari inconsueti di uccelli, foche, pinguini, pellicani e delfini.

Seguendo per lunghi tratti la mitica Panamericana, l’impressionante strada che per migliaia di chilometri costeggia l’oceano collegando le due Americhe, si sale lentamente verso Arequipa, la città di Juanita e del Vulcano Ampato. È il primo contatto con la quota che sarà una compagna costante di tutto il viaggio. Cusco è ancora più in alto, sopra i tremila metri tanti quanti sono le meraviglie alle quali si accede da questo posto incantato: la Valle Sacra dell’Inca, l’Urubamba, Machu Pichu, i ghiacciai delle Ande e la salita alla Puna Peruviana, i grandi altopiani andini, sul filo dei quattromila metri, tra cieli incredibili e colori smaltati che tingono ogni dettaglio e ogni manufatto. La policromia dell’ambiente è resa perfettamente da un’illuminazione intensa e tagliente che esagera i contrasti su un nero assoluto.

Il viaggio classico si snoda ancora su quote elevate fino a Puno, ai suoi dintorni misteriosi, al Lago Titicaca e alle sue Isole Taquile. Il Perù è un’esperienza che lascia un segno indelebile. Forse retoricamente il pensiero corre alle dimensioni magiche della storia di questo paese ma è una storia che non ti corre accanto: è una storia che ti entra dentro, magari guardando da vicino, ad Arequipa, quel piccolo corpo di Juanita.

Galleria di immagini

Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale
Perù un Paese speciale

Fabrizio ZanfagniniFABRIZIO ZANFAGNINI

La montagna, la natura, i viaggi, la fotografia e l’arte sono i punti fissi che caratterizzano il profilo artistico dell’udinese Fabrizio Zanfagnini. La curiosità e il desiderio di conoscenza gli hanno fatto sperimentare fin da giovane, seppure in modo dispersivo, numerose e complesse esperienze. La passione per la musica lo ha portato alla RAI di Trieste negli anni Settanta per registrare brani di sua composizione in alcune trasmissioni radiofoniche. E’ stato conduttore nelle prime radio private. Ha praticato l’alpinismo in modo continuativo per molti decenni. Il volo sportivo è un’altra sua grande passione che gli ha consentito di totalizzare oltre mille ore ai comandi di un aereo ultraleggero. Si è dedicato alla pittura con numerose mostre al suo attivo.

Lavora in agricoltura e si occupa di comunicazione, un settore in cui la fotografia assume un ruolo molto importante sia in termini di supporto video nel contesto delle conferenze in cui è relatore che di immagini su carta stampata. E’ stato direttore responsabile di una rivista di settore.

E’ giornalista pubblicista dal 1981. E’ stato corrispondente per alcune importanti testate nel settore agricolo.
Ha pubblicato cinque libri per Campanotto Editore (Terre sopra il tempo 1997 - Geometrie di pietra 2002 - Spicchi di cielo 2003 - Carnia di terra, di sasso e di legno 2006 - Un fiore racconta 2009). Ha collaborato e collabora con numerosi articoli e fotografie per prestigiose riviste italiane.

Alcune sue poesie, in lizza in diversi concorsi letterari italiani, sono state lette in alcune trasmissioni in onda su Rai Radio Uno. E’ stato ospite in alcune trasmissioni della Rai regionale. Ha partecipato in concorso al Filmfestival di Trento del 2002.

E’ socio del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna).
Ha realizzato e curato personalmente numerosi documentari video-fotografici di viaggio (Perù, Namibia e Ladakh) e culturali, che sono stati presentati con successo in diverse località italiane.

Ha recentemente collaborato alla pubblicazione di un diario sulla Guerra di Russia del padre Antonio per Aviani e Aviani Editore e sta realizzando alcuni volumi monografici dedicati alle bellezze naturalistiche della regione Friuli Venezia Giulia.

INFORMAZIONI

Associazione DLF Udine

Viale XXIII Marzo 1848, n° 26 Udine
Tel. Segreteria 0432 522131 fax 0432 522179
Dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00. Sabato dalle ore 9.00 alle 12.00
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Internet www.dlfudine.it