Fausto Melotti al Mart

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Fausto Melotti. Angelico Geometrico, Mart Rovereto, dal 23 giugno al 30 settembre 2012Mart Rovereto, dal 23 giugno al 30 settembre 2012.

“L’arte è stato d’animo angelico, geometrico. Essa si rivolge all’intelletto, non ai sensi”. Così Fausto Melotti descriveva la propria poetica nel testo di presentazione alla sua prima mostra personale alla Galleria del Milione (1935) di Milano, dove si era trasferito da Rovereto negli anni Venti.

Un’esposizione come quella, in Italia, non si era mai vista: un’astrazione purissima e integrale. “Angelico geometrico” è quindi un’auto-definizione in cui l’artista accosta immaginazione e raziocinio, concretezza tattile degli oggetti e impalpabilità eterea della loro forma.

La mostra del Mart, a cura di Denis Viva, punta a interpretare questa convivenza di leggerezza e rigore con un percorso che metterà in luce, in tutta la vicenda artistica di Melotti, una coerenza di intenti molto forte.
Le cento opere in mostra, dal 23 giugno al 30 settembre 2012, propongono inoltre un’ampia serie di confronti con le opere di artisti come Kenneth Armitage, Agostino Bonalumi, Alexander Calder, Carlo Carrà, Enrico Castellani, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Alberto Giacometti, Piero Manzoni, Marino Marini, Joan Miró, Louise Nevelson, Pablo Picasso.

La mostra sarà anche l’occasione per presentare al pubblico il restauro di “Scultura H (La grande clavicola)”, del 1971, un’opera monumentale di Melotti, che verrà posizionata nel Parco delle Sculture del Mart.

Il progetto complessivo su Melotti - mostra e restauro - inaugura la nuova programmazione del Mart, incentrata sulle collezioni e sul contemporaneo. Un momento centrale per la definizione del nuovo corso saranno le celebrazioni per i dieci anni di attività del museo, in programma per il dicembre 2012.

Fausto Melotti. Angelico Geometrico, Mart Rovereto, dal 23 giugno al 30 settembre 2012LA MOSTRA

“Angelico Geometrico” si concentra sulla fase di rinascita dell’opera di Melotti a partire dagli anni Sessanta.

In un clima di profondo e generalizzato cambiamento in atto nel paese, i giovani astrattisti di quegli anni guardavano con ammirazione e stupore alle pionieristiche opere di Melotti negli Trenta, come “Scultura n° 23”, del 1935. Gli elementi geometrici di gusto classicheggiante erano accostati all’eliminazione non solo del colore, ma anche di ogni elemento soggettivo: una sorta di dichiarazione d’amore dell’artista per la ragione come guida della civiltà.

Sono opere da cui emergono le radici metafisiche dell’arte di Melotti, comprese dalla critica d’arte verso la fine degli anni Sessanta, ma mai proposte al pubblico in una mostra.

L’esposizione del Mart colma questa lacuna, accostando le opere astratte degli anni Trenta di Melotti a tele di Giorgio De Chirico, Carlo Carrà e Alberto Savinio.

Parallelamente, “Angelico Geometrico” ripercorre l’evoluzione più personale dell’opera di Melotti negli anni Sessanta, con opere quali “Città” (1963) ed “Ellissi”(1964). In questi anni, Melotti svilupperà maggiormente la sua componente onirica e appunto metafisica, in cui l’ambiguità fra astrazione e figurazione prevale sull’iniziale rigore geometrico. In questo periodo, il senso di sospensione, di leggerezza angelica, accomuna in un’atmosfera trasognata sia gli elementi geometrici, sia le creature antropomorfe e immaginarie delle sue sculture. Il suo linguaggio si apre e si rinnova inglobando nuovi materiali. Le sue opere assumono una scala ed un rapporto con l’ambiente che le trasforma in installazioni o scenografie, come per “I testimoni velati”, 1977.

Il percorso della mostra gioca liberamente con le due fasi chiave della produzione di Melotti - gli anni Trenta e gli anni Sessanta - per proporre accostamenti che daranno al visitatore l’opportunità di ricostruire i termini di un dibattito che, come si vede, attraversa i decenni in entrambe le direzioni.

Una sala, in particolare, affianca le opere di Melotti degli anni Trenta a quelle degli anni Sessanta di Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Lucio Fontana e Piero Manzoni.

Le ceramiche e i teatrini degli anni Quaranta e Cinquanta vengono invece proposte a fianco di analoghe opere di Lucio Fontana, mentre alcune delle opere in cui è più evidente il lato “angelico” della scultura di Melotti saranno accostate a una tela di Pablo Picasso, ai bronzi di Alberto Giacometti e Kenneth Armitage e a un mobile di Alexander Calder.

“LA GRANDE CLAVICOLA”, 1971

In occasione della mostra a Rovereto, la città che ha dato i natali al grande scultore, ritrova la monumentale opera di Melotti “Scultura H (La grande clavicola)”. Si tratta di una scultura in acciaio alta quattro metri, realizzata da Melotti nel 1971 ed esposta alla XXXVI Biennale di Venezia del 1972. Ne “La grande clavicola” le sperimentazioni degli anni Trenta e le ricerche più contemporanee di Melotti convivono con grande naturalezza, come rilevato da importanti studi critici di Maurizio Fagiolo dell’Arco e Germano Celant.

La “grande Clavicola” sarà installata nel Parco delle Sculture del Mart, accessibile da una scalinata a nord della piazza centrale del museo, e resterà liberamente fruibile dal pubblico in via permanente.

Il progetto è stato reso possibile grazie a un finanziamento del Comune di Rovereto, che ha donato l’opera al museo, e al prezioso contributo del Lions Club Rovereto Host, che ha sostenuto un accurato restauro che ha coperto sia aspetti artistici che strutturali.

Fausto Melotti, I beduini, 1973Fausto Melotti

(Rovereto, 8 giugno 1901 - Milano, 22 giugno 1986)

Fra i pionieri dell’astrattismo italiano, Fausto Melotti si trasferì da Rovereto a Firenze - con in tasca una laurea in ingegneria e una grande passione per la musica - ed in seguito a Torino e a Milano. Nel capoluogo lombardo studierà scultura a Brera con Adolfo Wildt, e conoscerà Lucio Fontana nel 1928, per poi entrare in contatto con gli artisti ed i critici della galleria “Il Milione”, unico baluardo dell’avanguardismo nazionale durante l’ultimo decennio fascista.

Assieme al cugino Carlo Belli, teorico eclettico dell’astrazione, Melotti svilupperà un linguaggio autonomo e rigoroso, ispirato dalla sua passione musicale e dal fermento delle avanguardie internazionali. Il risultato di queste innovative ricerche si tradusse nella prima mostra italiana di sculture totalmente astratte, tenuta dall’artista proprio al Milione nel 1935. Un’impresa, quest’ultima, assai in anticipo sui tempi, che non incontrò all’epoca né il favore del pubblico, né quello della critica.

Proprio a seguito della tiepida accoglienza di questa mostra e delle sue ricerche, Melotti si defilò lentamente dalla scena artistica e preferì dedicarsi alla collaborazione con gli architetti razionalisti Luigi Figini e Gino Pollini, destinando ora la sua scultura all’integrazione con gli spazi architettonici ed il design.

Dalla fine degli anni Trenta, dunque, Melotti abbandonò quasi totalmente l’attività espositiva e si concentrò sull’insegnamento, la collaborazione con gli architetti e la ceramica. Questa lungo intermezzo della sua carriera si interruppe soltanto all’ inizio degli anni Sessanta quando il clima artistico italiano mutò completamente. L’affacciarsi sulla scena delle giovani generazioni e delle cosiddette neo-avanguardie incoraggiò Melotti a riprendere l’attività, conscio di aver anticipato con la sua scultura astratta, molte delle nuove ricerche. In una lettera di quegli anni al cugino Belli, l’artista constatava: “Si deve tornare al lavoro e si scrive la storia dell'astrattismo italiano (…), ci voleva un coraggio ben maggiore trent'anni fa e l'avevamo”.

Con una mostra a L'Aquila del 1963, curata da Enrico Crispolti, l'artista veniva rivalutato in senso neoplastico e riconosciuto come precursore delle ricerche astratte contemporanee. Tuttavia, proprio da questo momento di ripresa dell'attività espositiva, Melotti andrà invece sviluppando la sua matrice metafisica e surrealista più spiccata.

INFORMAZIONI

MartRovereto

Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN)
Numero Verde 800 397760
Tel. 0464 438887
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Internet www.mart.trento.it

Orari: mar-dom 10.00-18.00 ven 10.00-21.00.

Tariffe:

  • Intero € 11,00
  • Ridotto DLF € 7,00
  • Gratuito fino ai 14 anni