Ricordi di viaggio

Cultura e Spettacolo
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Ricordi di viaggioGenova, fino al 6 gennaio 2013.

Musei di Strada Nuova, Palazzo Bianco.

Borse, copricapi, stoffe da preghiera e tanti altri oggetti straordinari. La mostra “Ricordi di viaggio. Abiti e accessori dal Vicino Oriente donati alle Collezioni Tessili” - prorogata fino al 6 gennaio 2013 - si arricchisce di una nuova sezione dedicata ad una raccolta di ricami provenienti dall’Afghanistan e dall’Asia Centrale, che si unisce alla sezione di abiti e accessori provenienti dall’Europa dell’Est, dal Vicino Oriente e dall’Africa Settentrionale.

Si tratta di un universo femminile di insospettabile ricchezza e varietà, un'esplosione di colori e di forme che raccontano un mondo in cui continuano ad essere tramandate antiche tecniche e raffinate culture.
Un nucleo di oggetti di grande fascino, quasi sempre acquisiti nel corso di viaggi, espressione di curiosità intellettuale, apertura e interesse profondo per culture diverse da quella occidentale, con una netta prevalenza dei manufatti prodotti in paesi dell’area islamica: Afghanistan, Giordania, Yemen, Turchia, Siria e Paesi Balcanici.

Il percorso espositivo, concepito con l’obiettivo di favorire il dialogo interculturale, propone indumenti coloratissimi e decorati con preziosi ricami, gioielli e accessori, presentandoli come documento di culture figurative, conoscenze tecniche e fogge vestimentarie di antica origine.

Viaggi in Paesi Asiatici: dall’Afghanistan alla Palestina

L’interesse per l’arte e la cultura dei paesi orientali ha una lunga storia nel mondo occidentale. Dopo le varie ondate di esotismo e chinoiseries che si susseguono nei secoli e che determinano un enorme afflusso di manufatti utilizzati in Europa dalle classi più abbienti come arredi di lusso o preziosi accessori per l’abbigliamento, nel Novecento l’attenzione di viaggiatori sempre più colti e consapevoli si concentra spesso sul variegato mondo degli abiti tradizionali, frutto di tecniche artigianali raffinatissime. Accomunati da alcuni elementi strutturali che da secoli caratterizzano il modo di vestire degli orientali - come si rileva anche dalle descrizioni e dalle immagini dei libri di viaggio del XVII e XVIII secolo - gli abiti presentati in questa sala si differenziano profondamente l’uno dall’altro per i disegni, i colori e le tipologie delle stoffe e dei decori utilizzati: dall’abito afghano, espressione del mosaico di culture che caratterizzano questo Paese, luogo di incontro di popoli diversi, al Thob palestinese dai variopinti ricami, dal Chyrpy turkmeno al severo abito yemenita.

Viaggiatori europei in Turchia: il fascino del mondo Ottomano

Centro del grande Impero Ottomano e principale interlocutore dell’Occidente, la Turchia sin dal XVI secolo è meta di innumerevoli viaggiatori europei, spesso autori di dettagliati resoconti che illustrano luoghi, edifici, usi e costumi. L’interesse per l’arte ottomana - che nel corso dei secoli aveva determinato un ininterrotto affl usso di tessuti, tappeti, armi, ceramiche - si intensifi ca ulteriormente nel corso del XIX secolo, in concomitanza con l’orientalismo che caratterizza la cultura ottocentesca. In questo periodo, anche la famiglia genovese dei Luxoro, collezionisti e viaggiatori, non rimane insensibile al fascino delle “turcherie”, come testimonia la serie di tovaglioli ricamati (yaglik) che figurano nelle loro raccolte, poi pervenute al Comune di Genova. Espressione di un interesse di matrice diversa rispetto alla tradizionale “turcomania”, meno convenzionale, è invece la sontuosa sopravveste femminile (entari), acquisita intorno alla metà del Novecento da Sofia Goldschmied nel corso dei suoi viaggi.

L’Oriente in Europa: i Paesi Balcanici

Considerati per secoli alla stregua di paesi orientali, a causa della lunga dominazione ottomana sulla zona, Albania, Montenegro, Macedonia e stati limitrofi sono divenuti meta di viaggio e di interesse solo a partire dal XIX secolo, quando, sulle orme di George Byron, gli Europei hanno iniziato a scoprire lo straordinario patrimonio costituito dagli abiti e dagli accessori tradizionali di quelle culture. La contiguità con l’Impero Austro-Ungarico ha favorito i contatti di questi territori con l’Austria, dove infatti erano collocati originariamente i due splendidi pezzi donati alle Civiche Raccolte dalla famiglia Garbarino. Testimonianza dell’incrocio tra tradizioni figurative diverse, i capi d’abbigliamento provenienti dai Paesi Balcanici sono caratterizzati da sontuosi ricami in filati metallici o in sete policrome che rivelano l’influsso sia dell’arte ottomana, sia di culture più antiche, come quella bizantina.

Ricordi di viaggioLa Raccolta Goldschmied alle Civiche Collezioni

Nel Novecento sono numerosi i viaggiatori mossi semplicemente da curiosità intellettuale e spirito d’avventura che raccolgono abiti e altri manufatti per le loro qualità estetiche. Si formano così collezioni un po’ frammentarie, ma ugualmente ricche d’interesse, specchio di un “viaggio dell’anima” attraverso altre culture alla ricerca della propria identità. È questo il caso della raccolta formata da Sofia Arvanitis Goldschmied intorno alla metà del XX secolo e recentemente oggetto di un dono alle Collezioni Tessili genovesi. Nel corso dei suoi numerosi viaggi compiuti negli anni Sessanta e Settanta, Sofia, di origine greca ma residente per alcuni anni a Genova dove trova rifugio all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, ha occasione di visitare numerosi paesi del Medio Oriente che, come l’Afghanistan, lo Yemen o, più recentemente, la Siria, saranno poi coinvolti da atroci vicende belliche che li precluderanno completamente ai viaggiatori. In questo modo, spinta dalla sua sensibilità artistica e da interesse sincero per le culture locali, ha occasione di acquistare abiti e accessori che costituiscono una testimonianza importante di un mondo femminile coloratissimo, in cui sopravvivono tecniche artigianali di antica origine.

INFORMAZIONI

Musei di Strada Nuova, Palazzo Bianco

Via Garibaldi 11, 16124 Genova
Tel. 010 5572193 fax 010 2475357
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Internet www.palazzobianco.museidigenova.it