Van Gogh e Gauguin

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Van Gogh e il viaggio di GauguinGenova, fino all'1 maggio 2012.

Aperture straordinarie a Genova per "Van Gogh e il viaggio di Gauguin" per cercare di consentire a tutti di visitare la "mostra dell'anno".

Non c'è dubbio che "Van Gogh e il viaggio di Gauguin" a Genova sia la mostra più visitata in Italia in questa stagione espositiva, e che in queste ultime settimane di apertura sia davvero difficile gestire la folla di chi non vuole perdere l'occasione per ammirare i capolavori concentrati in Palazzo Ducale.

Marco Goldin e Linea d'ombra, in accordo con la Fondazione Palazzo Ducale, hanno prolungato la mostra. E in effetti le opere resteranno a disposizione del pubblico per altre due settimane oltre il termine del 15 aprile inizialmente previsto: sino al primo maggio, compreso.

Ma le richieste di gruppi, scuole e singoli sono tante e tali che questo prolungamento si rivela già insufficiente. Impossibile tuttavia ottenere per ancora più tempo i capolavori concessi, alcuni in via assolutamente eccezionale, per la mostra genovese: basti pensare al celeberrimo "Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?" che Gauguin volle come suo testamento nel 1897, opera che in Italia non si era mai vista, e in Europa una sola volta, a Parigi una decina di anni fa.

Di fronte a tante richieste, e per assecondare il pubblico dei visitatori, Goldin ha deciso di prolungare l'orario di apertura della mostra. Un primo esperimento in tal senso è stato effettuato nelle festività pasquali: nei sei giorni delle canoniche vacanze pasquali (dal 5 al 10 aprile), la mostra è stata visitata da ben 18.000 persone, con una media quindi di 3000 persone al giorno.

Da lunedì 23 a giovedì 26 aprile, l'orario di apertura sarà quello dalle 9 alle 20 e sarà ulteriormente incrementato venerdì 27 aprile, sino alle 22. Mentre da sabato 28 a lunedì 30 aprile la mostra resterà aperta sino a mezzanotte. Infine, martedì primo maggio, ultimo giorno di apertura, il pubblico potrà accedere sino alle ore 20.

Per evitare code, è comunque consigliato premunirsi di prenotazione chiamando il call center (0422 429999) oppure ancor meglio andando sul sito www.lineadombra.it per una prenotazione gestita autonomamente, dunque senza tempi di attesa al telefono.



"Van Gogh e il viaggio di Gauguin", per la straordinarietà delle opere esposte e per la spettacolarità dell'allestimento, si presenta come uno dei più importati eventi espositivi europei dei prossimi mesi.


Il viaggio che Goldin propone a Palazzo Ducale trova il centro ideale, così come effettivamente starà al centro del percorso espositivo, nell'opera simbolo degli interrogativi di una vita d'artista, quel Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? che Gauguin volle come suo testamento nel 1897, avendo deciso di fuggire da ciò che ormai gli pareva insopportabile, ricorrendo all'arsenico, secondo un tentativo di suicidio che poi fallì. Quest'opera, maestosa e sublime, quattro metri di lunghezza per uno e mezzo di altezza, in Italia non si è mai vista, e in Europa una sola volta, a Parigi una decina di anni fa. Il Museum of Fine Arts di Boston, che l'ha eletta a suo simbolo e dove è custodita, fa un'autentica eccezione, concedendola solo per la quarta volta in un secolo. Prestito davvero epocale. Tanto per dire, è stata rifiutata anche alla più grande mostra mai realizzata su Gauguin e coprodotta dalla Tate di Londra e dalla National Gallery di Washington, terminata nella scorsa primavera. Anche per ammirare solo questo capolavoro sommo, varrebbe la pena di fare il viaggio a Genova.

Claude Monet, Ninfee, 1905Marco Goldin, che della mostra è il curatore e l'organizzatore, non nasconde come questa sia la mostra dei suoi sogni: l'ha cullata per oltre un decennio, mentre veniva via via aprendo tante rassegne rimaste famose, e intessendo quei rapporti internazionali che oggi consentono di realizzarla con tutte le opere "giuste", per raccontare di viaggi in capo al mondo e di altri dentro quell'immensità ancora più dilatata che è la propria anima. O il campo del proprio cuore. E Goldin racconta come la suggestione per questo tema fosse nata, ormai trent'anni fa, da una di quelle letture "obbligate" per un ventenne, come On the road di Jack Kerouac. E infatti tutto il primo capitolo del volume che Goldin ha scritto, e che accompagnerà al posto del catalogo l'esposizione, è dedicato alla rifessione sul tema del viaggio partendo dal libro celeberrimo del narratore americano.

Con Gauguin il titolo cita, non a caso, Vincent van Gogh. Di lui a Genova, grazie ai prestiti eccezionali del Van Gogh Museum di Amsterdam e del Kröller-Müller Museum di Otterlo, partner storici di Goldin, troveremo ben 40 opere (di cui 10 disegni), nessuna casuale, tutte "a tesi". A raccontare di una vita che è un viaggio nel colore e nell'abisso, verso la luce del Sud e nel buio del proprio male di vivere. Viaggio che conduce e viaggio che sigilla, testimoniato dal celeberrimo Autoritratto al cavalletto dipinto nel 1888, strepitoso prestito del Van Gogh Museum o nei voli neri sopra le messi gialle del Campo di grano sotto un cielo nuvoloso dipinto ad Auvers appena tre settimane prima della morte, opera questa che manca alla visione diretta del pubblico addirittura da quarant'anni.

Poi il Seminatore, in mostra nella sua versione più famosa e citata, dipinta ad Arles, simbolo di una speranza in future, migliori germinazioni, accanto alle Scarpe cui l'artista dedica un omaggio tenero e forte, simbolo quant'altri mai della terrena quotidianità del camminare. Le Scarpe saranno inserite all'interno della ricostruzione della camera di Van Gogh ad Arles, assieme a due paesaggi di Morandi a Grizzana del 1943. Per dire come il viaggio parta dal luogo chiuso di una stanza e da lì si allarghi alle strade del mondo.

Vincent van Gogh, Barche da pesca sulla spiaggia di Saintes Maries de la mer, 1888Tutti i 10 disegni in esposizione, mai visti in Italia così come la quasi totalità dei dipinti, e che rappresentano un contributo straordinario del solo Van Gogh Museum, sono stati scelti da Goldin, con la collaborazione di Chris Stolwijk, capo delle collezioni del grande museo olandese, per la precisa relazione con i dipinti che saranno presenti a Genova. Dunque anche qui, nessuna scelta dettata dalla casualità o anche solo dal desiderio di stupire. Lo stupore nasce invece dal preciso accordo tra contenuto e immagine.

E tutto intorno altri viaggi, in e da due continenti: America ed Europa.

Quella americana è pittura che esprime l'esplorazione di territori sconosciuti, enunciazione di uno spazio che si identifica con una nazione nuova. Due pittori soltanto a rappresentare, nel XIX secolo, questo anelito, questo pathos, questa forza primordiale che autorizza il viaggio verso l'ignoto di un luogo che si desidera incontrare e quasi abbracciare. Se questo abbraccio non fosse quasi esagerato per la sua dimensione. Edwin Church, il pittore dell'Est, della valle dell' Hudson, della costa del Maine, e poi Albert Bierstadt, il pittore dell'Ovest, della scoperta di Yellowstone e di Yosemite.

E con un salto di qualche anno, il viaggio sulle rive dell'Oceano Atlantico, e precisamente a Prout's Neck lungo la stessa costa del Maine, di Winslow Homer. A cavallo dei due secoli, Homer conclude il suo viaggio nella solitudine di acque tempestose, nel buio di un gorgo che si specchia contro la nera nuvolaglia del cielo. Quella costa del Maine che anche uno straordinario pittore come Andrew Wyeth racconterà per tutta la seconda metà del XX secolo raccogliendo la tradizione figurativa oltre che di Homer anche di Edward Hopper, colui che ha saputo isolare il senso del viaggio nella provincia americana all'interno di una muta sillaba, di un impressionante silenzio. Che ha saputo altresì isolare il senso del viaggio interiore in alcune sue celeberrime figure pensose e mute.

Da certe anse di buio e notte di Hopper, la mostra ripartirà per indicare le superfici quasi monocrome di Mark Rothko, per uno dei viaggi nell'interiorità più straordinari che la storia della pittura ricordi. Viaggio che sente le profondità del territorio e delle acque e tutto trasforma in lividi accenni d'onda. Ma che vivrà anche nell'esaltante confronto, fianco a fianco sulla parete, tra i neri e le terre di Rothko stesso e le marine quasi identiche di Turner un secolo e mezzo prima. E poi mareggiate che Richard Diebenkorn rovescia nei suoi fulminanti Ocean Parks, guardando da una finestra alta sul Pacifico il trafficato scorrere dei fili dell'elettricità.

E se qui si chiuderà la sezione americana, quella dedicata alla pittura europea partirà dal viaggio della mente davanti all'infinito di Caspar David Friedrich, una piccola barca che va nella nebbia e si dirige. Mentre William Turner si confonde - materia nella materia, colore nel colore, cenere nella cenere, acqua nell'acqua, fuoco nel fuoco, pittura nella pittura - nel gorgo di un viaggio che sposa la potenza degli elementi.

Vassily Kandinsky, Improvvisazione con forme fredde, 1914Il viaggio di Paul Gauguin sarà agli antipodi, e il grande quadro lo rappresenterà tutto, isolato nella penombra di una vasta sala, nella quale eccezionalmente è stata ricostruita la capanna di Gauguin stesso a Tahiti. Poi il viaggio di Claude Monet sarà nel recinto protetto del giardino di Giverny, nella fioritura delle ninfee come ghirlande. Il viaggio di Monet è dentro la luce che tocca l'occhio e rivela i colori, ne autorizza la dissolvenza.

Poi ancora il viaggio mentale di Wassily Kandinsky, quel viaggio che ha a che fare quotidianamente con la visione accidentata, talvolta persino malata, che si costruisce nella forma che genera sogni e incanti, tremori e memorie. Viaggio che è cosa prettamente legata alla cultura europea della prima metà del XX secolo. E che a metà di quel secolo, in una sorta di epico, e anche tragico, parallelo con Rothko, vede sulla scena il percorso straziato di Nicolas de Staël.

Ma nel mezzo, monumentale e tragico, accidentato e splendente, Van Gogh continua a giganteggiare, con i suoi campi di grano sorvolati dai corvi o con le fioriture gentili nei parchi. Van Gogh che è il cuore e l'anima di questa mostra straordinaria, che per questo ne allinea tanti e motivati dipinti. E poi l'epocale prestito del "Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?" di Gauguin. E accanto a essi tanti altri capolavori da Hopper a Kandinsky. Non sarà inutile davvero viaggiare fino a Genova.

Van Gogh e il viaggio di Gauguin

Genova, dal 12 novembre 2011 al 15 aprile 2012
Palazzo Ducale, Piazza Matteotti 9, 16123 Genova

Orario mostra:

  • lunedì-venerdì 9-19
  • sabato e domenica 9-20
  • Chiuso 24, 25, 31 dicembre 2011
  • 1 gennaio 2012 ore 10-20

INFO: www.lineadombra.it

Ufficio stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo

Tel. 049 663499
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Internet www.studioesseci.net

Info e prenotazioni

  • Call center: tel. +39 0422 429999 fax +39 0422 308272

Orario: lunedì-venerdì 9.00-13.30 / 14.30-18.00. Chiuso il sabato, la domenica e i festivi. Chiuso 24 e 31 dicembre 2011