I Bronzi di Riace a 50 anni dal ritrovamento

Cultura e Spettacolo
Grandezza Carattere

Giovedì 15 settembre 2022, alle ore 17.30, si è tenuto, nel Cineteatro Metropolitano di Reggio Calabria, un incontro culturale dal titolo “I Bronzi di Riace a 50 anni dal ritrovamento”, a conclusione di una serie di iniziative culturali, tenutesi a Piazza Castello e alla Villa Comunale, inserite nel programma Estate DLF 2022, curato dall’Associazione DLF Reggio Calabria.

All’incontro, moderato dal giornalista Giorgio Neri, hanno partecipato:

  • Antonino Malara, Presidente DLF Reggio Calabria;
  • Pino Tuscano, Presidente dell’Associazione Nazionale DLF;
  • Pasquale Amato, Storico, Docente di Storia nell’Università per stranieri di Reggio Calabria;
  • Carmelo Malacrino, Direttore Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria;
  • Eduardo Lamberti Castronuovo, Docente di Etica della Comunicazione UniDA di Reggio Calabria;
  • Antonino Tramontana, Presidente Camera Commercio di Reggio Calabria.

Durante l’incontro, l’associazione l’Amaca ha curato intermezzi artistici come letture e interpretazioni di Annarita Fadda, Damiano Sofo e di Antonio Calabrò, che di questa associazione è il presidente.

Diversi i temi trattati: dal potenziamento dei trasporti, delle infrastrutture da realizzare a beneficio del turismo culturale reggino, alla richiesta di inserimento dei Bronzi nel patrimonio UNESCO; dalle quattro mostre organizzate dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria in relazione al 50° anniversario della scoperta, alla disponibilità dell’Associazione Nazionale DLF nel condividere, tramite la rete delle 100 sedi DLF territoriali, la circolazione delle informazioni in sinergia con il Museo.

 

 

Cinquanta anni fa il ritrovamento dei Bronzi di Riace

(Da www.ansa.it/Calabria del 16 agosto 2022)   

Ha rappresentato una delle figure centrali, anche se quasi dimenticata, nella vicenda che ha segnato un punto di svolta nella storia e nel patrimonio dell'archeologia ellenistica in Calabria e non solo: il ritrovamento e il recupero dei Bronzi di Riace. Avrebbe compiuto cento anni, nell'anno in cui si celebra il cinquantesimo di quell'evento straordinario avvenuto il 16 agosto del 1972 nella spiaggia di Riace Marina, sullo Ionio reggino, Giuseppe Foti all'epoca soprintendente archeologico regionale.

Ad aggiungere un ulteriore tassello al mosaico dei racconti di quelle giornate straordinarie è la testimonianza del figlio del soprintendente Foti, Alessandro, all'epoca poco più che ventenne, e che ha vissuto assieme al genitore quelle fasi concitate ed esaltanti.

"Mio padre era un calabrese al cento per cento - dice Alessandro Foti - e in quell'agosto del '72 di ritorno da un viaggio in nave lungo le coste del Mar Nero fatto in famiglia, ricordo ancora gli occhi di mio padre accesi di contentezza mista a stupore e meraviglia davanti alle foto delle due statue che avrebbero dato nuova vita al museo di Reggio Calabria. Durante quel viaggio tra Odessa e la Crimea, quando possibile, papà era stato in contatto telefonico con gli operatori del recupero ma vedendo quelle immagini non era riuscito a trattenere la forte emozione". Giuseppe Foti era tornato in Calabria, prima lavorava a Villa Giulia a Roma, nel dicembre del '60 come direttore del Museo archeologico nazionale di Reggio e poi era stato nominato Soprintendente archeologico per la Calabria. Rimase in carica fino al 30 giugno dell'81, giorno della sua morte a soli 59 anni".

Ricordi che riaffiorano a mezzo secolo di distanza. Un fatto non da poco, la scoperta fatta a 200 metri dalla spiaggia e ad una profondità di 8 metri, dal sub romano Stefano Mariottini che, durante un'immersione, aveva scorto le due statue parzialmente coperte dalla sabbia. Le opere, risalenti con tutta probabilità alla metà del V sec. a.C. e alte rispettivamente 1,98 e 1,97 metri, certamente realizzate ad Argo nel Peloponneso come venne poi accertato dall'analisi delle terre di fusione, una volta recuperate, si presentarono in un eccellente stato di conservazione.

"Riconobbe le due statue come creazioni della bronzistica greca da ascriversi alla grande tradizione artistica del V sec. a.C. - aggiunge ancora Alessandro Foti - e dopo il primo intervento per la desalinizzazione nella Soprintendenza calabrese, per il restauro scelse il laboratorio della Soprintendenza archeologica della Toscana. Così nel 1975 i guerrieri furono trasportati a Firenze dove c'erano attrezzature e personale con esperienza nel campo della conservazione dei reperti metallici di provenienza archeologica".

 

INFORMAZIONI

Associazione DLF Reggio Calabria

Via Caprera 2/C, 89100 Reggio Calabria (RC)
Tel. 0965 1659776
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
facebook Cine Teatro Metropolitano DLF