Roma, sabato 6 agosto 2022, ore 18.00 - Vi invitiamo a lasciarvi emozionare dalle storie che alcune strade della Città Eterna, alcuni luoghi più nascosti di altri, custodiscono silenziosamente da secoli. A due passi dal cuore frenetico di Roma, il Ghetto Ebraico rappresenta una fucina di tradizioni e leggende, un intreccio avvolgente di storia e storie, di culti e di persone.
Attraverso una piacevole passeggiata scopriremo la storia e “le storie” di uno dei luoghi più affascinanti, custode di memoria della nostra Città: l’antico Ghetto Ebraico. Un percorso ricco di luoghi ma anche di odori, sapori, suggestioni, memoria e curiosità. Cammineremo per le vie del Quartiere Ebraico, partendo dall’antico Portico d'Ottavia e dalla Chiesa di S. Angelo in Pescheria, testimoni silenziosi di tristi vicende nel corso dei secoli. Attraverso il Pons Judeorum percorreremo il suolo dell’affascinante Isola Tiberina, narrando le vicende storiche e leggendarie che la videro protagonista. Al termine della visita saliremo sul battello, attracco Isola Tiberina, per navigare lungo il Tevere passando sotto: Ponte Garibaldi, Ponte Giuseppe Mazzini, Ponte Principe Amedeo Savoia, Ponte Vittorio Emanuele II e Ponte Sant’Angelo, fino al Ponte Duca D'Aosta (Stadio Olimpico).
Saremo accompagnati da valente storica dell’Arte che c’illustrerà la storia e le bellezze di Roma, viste da una visuale inedita, illuminata dalle luci del tramonto e dalle luci artificiali che riflettono i vari monumenti sull’acqua. Tutto questo mentre degusteremo un gradevolissima cena allietata da ottima musica.
Il ghetto ebraico di Roma è tra i più antichi ghetti del mondo; è sorto infatti 40 anni dopo quello di Venezia che è il primo in assoluto. Il termine deriva dal nome della contrada veneziana, gheto, dove esisteva una fonderia (appunto gheto in veneziano), ove gli ebrei di quella città furono costretti a risiedere; un'altra possibile etimologia fa risalire l'origine di questa parola all'ebraico ghittim, che significa separazione.
L'Isola Tiberina (nota anche come Insula Tiberina, Insula Tiberis, Insula Aesculapi, Isola dei Due Ponti, Licaonia, Isola di San Bartolomeo, o semplicemente Insula), unica isola urbana del Tevere, nel centro di Roma, è nata in modo alluvionale, cioè per accumulo dei sedimenti trasportati dal fiume al di fuori degli argini in seguito ad un'esondazione.
L’isola, lunga poco più di 300 metri e larga non più di 90, è collegata alle sponde del Tevere da due ponti: verso Trastevere dal ponte Cestio, con l’arcata centrale che risale al 46 a. C., in direzione del Ghetto si trova il ponte Fabricio, edificato nel 62 a.C., chiamato ponte Quattro Capi, per le erme romane che ne ornano i parapetti. Ha la forma di una nave, da qui la leggenda che l’isola sorge nel posto di un’imbarcazione sommersa.
Ma numerose sono le leggende legate all’origine di questa piccola isola: una ci riporta nel 509 a.C. quando, spodestato Lucio Tarquinio Superbo l’ultimo re di Roma, il popolo, in segno di odio verso il tiranno, gettò nel Tevere l’enorme deposito di grano del re, per quantità così abbondante da formare un’isoletta.
Ma quella più conosciuta è quella legata al culto di Esculapio, dio della medicina, questa spiega il collegamento, da sempre esistente, di quest’isola con l’attività di assistenza ai malati e anche rende comprensibile il significato di una denominazione che la caratterizza: la Nave di Pietra. Nel 291 a.C. la città di Roma era stata colpita da una terribile pestilenza che aveva mietuto moltissime vittime e i sacerdoti, dopo aver consultato i libri sibillini, avevano inviato una delegazione ad Epidauro, luogo di culto di Esculapio. Gli ambasciatori tornarono a Roma portando sulla nave un serpente, animale caro al dio. All’altezza dell’isola Tiberina, come riporta Ovidio nelle Metamorphosi, il serpente spiccò un salto e nel punto in cui si rifugiò fu innalzato un tempio dedicato ad Esculapio e l’isola stessa fu sistemata architettonicamente come una nave; oltre alle fiancate, alla prua e alla poppa, di questa rimangono notevoli resti, il simulacro del natante aveva nel mezzo un obelisco rappresentante l’albero maestro. Sui resti del tempio venne poi costruita la chiesa di San Bartolomeo all’Isola, che conserva un campanile romanico del XII secolo e, lungo la navata della chiesa, le colonne del tempio.
Le antiche tradizioni mediche di allora non si estinsero con il tempo, nel medioevo l’sola divenne un ricovero per malati gestito da frati, e continuano ancora oggi, sull’isola oggi troviamo l’ospedale “Fatebenefratelli” nato nel 1584 e tutt’ora attivo.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Costo della visita guidata + Nolo wisper + cena + battello: € 60,00
Appuntamento: ore 17.45 al Portico d’Ottavia, Largo 16 Ottobre 1943.
Per poter partecipare alle iniziative del DLF Roma è necessaria l’iscrizione al DLF.
INFORMAZIONI
Associazione DLF Roma
Via Bari 22, 00161 Roma
Segreteria: tel. 06 44180210
Settore Cultura: tel. 06 44180231 - 338 4307461
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