Verona, lunedì 14 gennaio 2013.
IL FILM CHE STALIN USÒ CONTRO IL CINEMA.
Dall'8 al 13 gennaio del 1935 si svolse a Mosca il primo grande processo sul cinema: da una parte gli accusatori guidati da Sergei Vasiliev e Georgi Vasiliev, non erano neppure parenti, ma erano gli autori di "Chapaev" il film che Stalin aveva amato e che il pubblico aveva osannato, dall'altra a doversi pentire, Ėjzenštejn, Pudovkin, Dovzhenko e tutto il grande cinema muto.
A Stalin non serviva il cinema che aveva portato l'idea dell'Unione Sovietica nel mondo, serviva un cinema popolare, capace di parlare al grande popolo russo, capace di coinvolgerlo e convincerlo, non una cinematografia critica, ma una cinematografia di regime. Ėjzenštejn fu accusato di pensare i film avvolto in una vestaglia cinese, i Vasiliev di pensare ai russi alla maniera sovietica.
"Chapaev" era stata definita una "Tragedia ottimistica", raccontava con toni eroici e trionfalisti l'eroismo di un grande comandante, figlio del popolo, che porta alla vittoria, anche con il suo sacrificio le idee della Rivoluzione d'Ottobre. La vicenda del film è tratta da una storia vera, romanzata fino al punto di farla diventare epica.
Prodotto dalla Lenfilm, che nell'occasione non badò a spese, nel 1934, sceneggiato dagli stessi Sergei Vasiliev e Georgi Vasiliev, partendo dal diario, pubblicato, di Dmitri Furmanov riguardante la sua esperienza durante la Guerra Civile Russa nell'anno 1919, fotografato in modo magistrale da Sigayev e Xenofontov, con la coinvolgente musica di Gavrill Popov, il film è interpretato dall'indimenticabile Boris Babochkin. E chiara la dipendenza del film dal linguaggio che caratterizzava il cinema delle avanguardie, tradotto per il grande pubblico, sciolto in un romanticismo borghese e tranquillizzante.
Il Cineclub Verona presenta "Chapaev", questo lunedì 14 gennaio al CTG in via Santa Maria in Chiavica, alle ore 21, con una nuova copia appena arrivata dalla Russia e, nell'occasione, sarà presentato il programma del Festival del Cinema Russo organizzato da Eurasia, l'ingresso è libero.