Verona, lunedì 10 ottobre 2016, ore 18.30 - “Dopo il ‘700 non è più esistita nessun architettura. Un balordo miscuglio dei più vari elementi di stile, usato a mascherare lo scheletro della casa moderna, è chiamato architettura moderna”, così scriveva Antonio Sant’Elia, architetto che riduttivo è chiamarlo futurista, anche se con la sua presenza diede significato maggiore ai futuristi.
Era nato a Como, 30 aprile 1888 e mori durante la Grande Guerra a Monfalcone il 10 ottobre 1916 colpito in fronte da una pallottola di mitragliatrice. Il Cineclub Verona e la Libreria Europa lo ricordano nel centenario della morte lunedì 10 ottobre nella sede della libreria in Via Tezone 6, a pochi passi dall’anagrafe di Verona.
“L’architettura e l’arte spesso seguono binari paralleli, gli influssi e i periodi storici influenzano i movimenti di entrambi. La storia ci insegna che l’arte si muove leggermente in anticipo però, forse perché più rapida da consumare e da realizzare, e con meno obblighi formali rispetto all’architettura... Sant’Elia fu l’unico architetto, o per meglio dire il più coinvolto, che prese parte al movimento. Il suo grande impegno fu incentrato nella realizzazione della città futurista”.
Noto per i suoi progetti, ha il merito di aver intuito la stretta dipendenza tra problema architettonico e problema urbanistico: “Per architettura si deve intendere lo sforzo di armonizzare con libertà e con grande audacia, l’ambiente con l’uomo, cioè rendere il mondo delle cose una proiezione diretta del mondo dello spirito”.
A ricordarlo saranno il noto architetto iraniano Abbas Gharib e lo storico Maurizio Grassi. Libreria Giuridica Europa, Via Tezone 6, ore 18.30, l’ingresso è libero.
INFORMAZIONI
Ugo Brusaporco
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Internet www.brusaporco.org