Verona, martedì 5 dicembre 2017, ore 20.30 - CTG e Cineclub Verona presentano, per il ciclo di incontri “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”: 5 dicembre 1917 le forze austro-tedesche lanciano un’offensiva contro gli italiani nella zona di Asiago. Si vedrà stasera: Addio alle armi (A Farewell to Arms), un film del 1932 diretto da Frank Borzage, tratto dal romanzo omonimo di Ernest Hemingway (1929).
"5 dicembre 1917. Giornata splendida. Sporadici tiri lungo il fronte montano. Mercato Vecchio è pieno di soldati inglesi; anche la casupola di Tessariòl, di fronte all'oratorio, è rigurgitante di inglesi. Verso le tre del pomeriggio attorno alla colonna storica del Mercato Vecchio suonano allegramente una marcia inglese, mentre verso il Grappa e il Piave pare che si riaccendano i combattimenti..."
L’incontro si svolgerà in Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica, il 5 dicembre 2017, alle ore 20.30. Con Ugo Brusaporco.
Ingresso libero.
ARSENAL, di Oleksandr Dovzhenko. Verona, 7 novembre 2017
Arsenale, un film epico sulla lotta dei controrivoluzionari nazionalisti della fabbrica d'armi Arsenal a Kiev, dal maestro Dovzenko. Il film si vedrà martedì 7 novembre, a Santa Maria in Chiavica, nel centro storico di Verona, alle ore 20.30, con ingresso gratuito per il primo festival del cinema sovietico organizzato dal Cineclub Verona nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", voluta dal CGT Verona.
АРСЕНАЛ, traslitterato: ARSENAL (Arsenale, Unione Sovietica, 1929), scritto e diretto da Oleksandr Dovzhenko. Fotografia: Danylo Demutskyi. Musica: Ihor Belza (1929), Viacheslav Ovchinnikov (1972), Yurii Kuznetsov (2010). Cast: Semen Svashenko (Tymish), Mykola Nademskyi (il nonno/Grandfather), Les Podorozhnii (Pavlo), Amvrosii Buchma (soldato tedesco con gli occhiali/German soldier in glasses), Dmytro Erdman (ufficiale tedesco/ German officer), Sergey Petrov (soldato tedesco/German soldier), K. Mykhailovskyi, Aleksandr Evdakov (Tsar Nicholai II).
Il soldato Tymish, politicizzato dagli slogan pacifisti dei bolscevichi, torna dal fronte orientale della prima guerra mondiale a Kiev, dove è stata proclamata una repubblica indipendente del popolo ucraino. Egli assiste all’euforia nazionale ma allo stesso tempo avverte l’incapacità del nuovo governo repubblicano di compiere azioni concrete. Le feste e le preghiere solenni, combinate con la retorica patriottica e il proseguimento della guerra, lo ripugnano. Come delegato del nuovo parlamento, Tymish sfida i deputati rivendicando i diritti della classe operaia. Scontenti delle azioni del neonato governo, gli operai della fabbrica d’armi Arsenal si ribellano e Tymish si unisce alla loro lotta. I militari inviati dal governo a sopprimere la ribellione compiono una feroce strage. L’unico a sopravvivere è Tymish, che, apparentemente invincibile, fronteggia le truppe da solo.
“Dovzhenko aveva raggiunto grandissima fama come regista nel 1928, quando i cinema di Kiev e di Mosca avevano presentato Zvenyhora (La montagna incantata) un “affresco” mitologico che abbracciava un arco di 2000 anni di storia ucraina. Il film non aveva una narrazione unitaria ma era composto da 10 brevi episodi indipendenti in cui gli eventi storici si intrecciavano con leggende e materiali di finzione. Dovzhenko intendeva mirare alla legittimazione della Storia ucraina attraverso l’ideologia comunista, ma nel suo metafisico caleidoscopio visivo l’aspetto ideologico del film andò perduto; emerse invece la dimensione storico-filosofica dell’opera. La ricostruzione e l’aggiornamento dovzhenkiani del particolare sistema mitologico dell’Ucraina furono recepiti dai bolscevichi come una minaccia per la sopravvivenza dell’utopia comunista. Il film fu ritirato quasi subito dalle sale e Dovzhenko fu accusato di sciovinismo. Il successivo lavoro di Dovzhenko, Arsenal, fu un film epico-storico la cui azione era incentrata su eventi realmente accaduti durante la guerra civile. Come avrebbe ricordato in seguito il regista: “I personaggi di Arsenal erano ancora scarsamente personificati. Come avevo già sperimentato in Zvenyhora, più che sulle tipizzazioni preferii basarmi sulle categorie di classe. La grandiosità e l’ampiezza degli eventi mi fecero comprimere il materiale sotto una pressione di molte atmosfere. E questo fu possibile solo ricorrendo a un linguaggio poetico”. Tuttavia, rispetto a Zvenyhora, dove Dovzhenko si era dovuto confrontare con migliaia di anni di storia, l’azione di Arsenal si concentrava su un unico evento: la repressione della rivolta bolscevica nella fabbrica d’armi Arsenal, avvenuta a Kiev nel gennaio 1918 per mano delle truppe del Tsentralna Rada (il consiglio centrale del parlamento ucraino).
Il soggetto del film era familiare a Dovzhenko, che era stato coinvolto di persona nei fatti del 1918 al fianco delle forze anti-bolsceviche. Il direttore della fotografia del film fu Danylo Demustkyi, che realizzò immagini scabre, ascetiche e allo stesso tempo dinamiche, con l’abile uso delle meccaniche di luce e ombra e di sorprendenti movimenti di macchina. Anche se il linguaggio visivo di Arsenal era chiaramente di segno espressionista, artisticamente era più vicino al costruttivismo - la scenografia del film fu ideata da un talentuoso artista costruttivista, Volodymyr Muller. Il montaggio ritmico delle sequenze consentì a Dovzhenko di rafforzare gradatamente l’azione del film dalla rassegnazione meditativa al dramma trionfale. Alcune scene espressioniste - quali il deragliamento del treno, la morte per soffocamento da “gas esilarante” del soldato, e le pallottole che rimbalzano sul petto dell’eroe bolscevico Tymish - sono diventate scene da manuale del cinema mondiale. I critici dell’epoca, e tra questi Mykola Bazhan si entusiasmarono per Arsenal: “La varietà del ritmo narrativo, la profondità concettuale e psicologica delle immagini mostrate sullo schermo, la capacità di trovare qualcosa di caratteristico, inaspettato ma fortemente organico e singolare per ogni evento ed immagine, la varietà nei modi di descrivere l’azione - dalla ballata al racconto epico -, l’acutezza delle emozioni, la straordinaria intensità dell’intero film: queste sono solo alcune delle caratteristiche del lavoro di Dovzhenko”.
Essendo suddiviso in “canzoni” e non in parti, Arsenal era una sorta di sequel di Zvenyhora - o, più precisamente, lo sviluppo di uno dei suoi leitmotiv, la Rivoluzione. In Zvenyhora, il bolscevico Tymish era descritto in modo abbastanza schematico; in Arsenal, antieroi corposamente vitali come il nonno e Pavlo, il patriota “petliurista” (seguace di Symon Petliura, capo della Repubblica e dell’Esercito del Popolo Ucraino e poi leader del suo governo in esilio), sono sviluppati come deiformi e immortali simboli proletari. Come ha scritto lo storico Jay Leyda, con le sue immagini il film “spazza via ogni possibilità di distrazione, si mantiene costantemente a un alto livello di intensità e spazia da inquadrature riflessive, calme come la morte, a episodi di un ritmo da togliere il fiato, simili al battito di un cuore colto dal panico”.
Il restauro
Arsenal fu oggetto di un primo restauro nel 1972 presso gli studi della Mosfilm. Nel 2007, il Centro Oleksandr Dovzhenko effettuò un restauro digitale per l’edizione completa dei film di Dovzhenko in DVD. A questo è seguito nel 2013 un restauro 2k usando materiali di una versione del 1929 e della versione restaurata nel 1972.La musica Nel 2010, il film è stato presentato al festival di cinema muto e musica contemporanea “Mute Nights” di Odessa con un accompagnamento dal vivo eseguito dal musicista jazz ucraino Yurii Kuznetsov, con una replica, sempre nello stesso anno, al GogolFEST, il festival internazionale d’arte contemporanea di Kiev. L’artista eseguirà dal vivo la musica del film anche alle Giornate 2013. Yurii Kuznetsov è un popolare pianista jazz ucraino, un virtuoso dell’improvvisazione polistrumentale e un pedagogo. Onorato Artista dell’Ucraina, è molto stimato in patria e all’estero per le sue esecuzioni di musica jazz sperimentale e d’avangurdia. Nel 1999, nell’ambito del concorso internazionale “One Song” di Pärnu, in Estonia, è stato premiato da Paul McCartney per la migliore interpretazione di Yesterday”.
(Ivan kozLenko in Le Giornate del Cinema Muto, 2013, Catalogo)
Per le "Pagine di storia del cinema" Dunja Dogo scrive un saggio Sulla morte impossibile - Le tormentate vicende di Aleksandr Petrovic Dovženko e il suo Arsenal dal 1925 al 1939. Arsenale, un’epopea rivoluzionaria di Aleksandr Dovženko è il film che nel 1929 segnò la liberazione dell’intera azione cinematografica dai concetti di linearità narrativa, mescolando toni epici e slanci lirici. Il film viene commissionato a Dovženko dal Partito per celebrare l’anniversario dell’Ottobre, dando un volto ai trecento operai della fucina di Kiev, morti da bolscevichi, e sepolti senza lapide, in una fossa comune. Arsenal è un film che racconta a mezzo di quadri sospesi uno scenario storico, con toni poetici e allegorici, servendosi di un montaggio ellittico nel tempo e senza raccordi di spazio. Timos, operaio ucraino, tornato a Kiev dal fronte, è tra i capi della lotta nella fabbrica d'armi Arsenal, centro dell'attività rivoluzionaria che viene soffocata nel sangue dalle truppe cosacche. La repressione dei ribelli viene rappresentata in una scena stridente e pertanto di straordinaria efficacia: essi muoiono sotto i colpi del nemico continuando a ridere istericamente per via del gas esilarante utilizzato dall’esercito russo per ridurre gli avversari all’impotenza, come maschere di morte mummificate nel loro agghiacciante ghigno. Dunja Dogo nel suo saggio parla di "morte impossibile" riferendosi alla sorte di Timos, che costituisce la parte finale del film, ma anche la scena madre, data la dilatazione temporale della durata. L’epilogo di Timos è una sorta di pagana resurrezione: i proiettili dei soldati non riescono ad atterrare Timos, che sprezzante della morte va loro incontro denudandosi il petto dalla camicia strappata, mentre i militari sembrano non riuscire a ucciderlo, non "poterlo" uccidere. Arsenal nasce come film di regime, fortemente voluto dal partito, Dovženko si sente così autore investito del ruolo di "poeta e cantore della classe operaia", promotore della rivoluzione sociale. Dovženko, di origine ucraina, rappresenta le vicende storiche della rivoluzione russa nel momento in cui stringe legami con la rivoluzione in Ucraina e predica il riscatto della sua gente, sostenendo al contempo un paese volto a divenire una federazione di popoli liberi e uguali.
(Anna Gilardelli in Drammaturgia.it - Cineforum n. 463, anno 47, aprile 2007)
- Il film Arsenal online: www.youtube.com
INFORMAZIONI
Centro Turistico Giovanile Verona
Via Santa Maria in Chiavica 7, 37121 Verona
Tel. 045 8004592 fax 045 8021143
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web www.ctgverona.it
Disertori al fronte. Verona, martedì 13 giugno 2017
CTG e Cineclub Verona presentano, per la rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra” la serata dedicata al tema: "Disertori al fronte. Uomini contro o solo uomini?” A Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica, martedì 13 giugno, alle ore 20.30, si discuterà della crescita considerevole del numero dei disertori nell'esercito italiano avvenuta nel 1917.
Intervengono: Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Maurizio Grassi. Ingresso libero.
L’ultimo zar abdica. Una lunga storia termina. Verona, 14 marzo 2017
Per la rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, martedì sera alle ore 20.30 al CTG a Verona, Santa Maria in Chiavica, proiezione di PADENIE DINASTII ROMANOVYKH, ''La caduta della dinastia dei Romanov'', realizzato nel decennale della rivoluzione russa dalla regista ucraina Esfir Sub (1894-1959), una delle più note montatrici del cinema sovietico post rivoluzionario, collaboratrice di Ejzenstejn nel film ''La corazzata Potemkin''.
Lungometraggio notevole, fatto essenzialmente di montaggio: vi si vedono la Russia zarista, la guerra, poi i fatti del febbraio e dell'ottobre 1917. Con lo stesso materiale sono stati messi insieme molti altri film di montaggio, prima e dopo: ma questo lavoro della Sub rimane per molti versi esemplare.
Esfir Sub, specializzata nella ricostruzione storica attraverso il montaggio di documenti del passato, segna con tre film realizzati tra il 1927 e il 1928 (Il grande cammino, La Russia x Tolstoi, La caduta della dinastia dei Romanov) la nascita del documentario storico di repertorio. Film di montaggio, dunque, il cui fine non era tanto ''raccontare'' il passato, quanto rivoluzionare la memoria, proporre ai contadini e agli operai un modo nuovo di guardare al passato, anche al proprio passato.
Il 15 marzo 1917 lo zar russo Nicola II Romanov, in seguito alla cosiddetta Rivoluzione di febbraio, fu costretto ad abdicare a Pskov in favore del fratello Michele (che però, informato il giorno dopo a Pietrogrado, rinuncia). Poche figure di sovrano sono state discusse e criticate come quella di Nicola II Romanov zar di Russia, di cui si è posta in rilievo l'incapacità a reggere uno stato.
Con Ugo Brusaporco, Ingresso libero.
Un poeta al fronte. Verona, 31 gennaio 2017
CTG e Cineclub Verona presentano nell’ambito della rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra” la serata dedicate a Giuseppe Ungaretti “Un poeta al fronte”. Santa Maria in Chiavica, Verona città antica, martedì 31 gennaio 2017, ore 20.30. Nel corso della serata sarà ricordata l’attrice Emmanuelle Riva. Ingresso libero. Conduce la serata: Ugo Brusaporco.
Martedì 31 gennaio 1917, Giuseppe Ungaretti compone una delle sue più celebri poesie:
Mattina
M’illumino
d’immenso
Di soli due versi, è un capolavoro di sintesi poetica. Vista dalla trincea, la vita è soprattutto fango, sporcizia, paura della morte che può arrivare in ogni momento: lo splendore dell’alba getta una nuova luce sull’inferno della terra e sui suoi abitanti. Il poeta trasforma questo motivo in una lirica che ben rappresenta le caratteristiche della nuova poesia ermetica.
Le poesie di guerra di Ungaretti sono frammenti di vita vissuta al fronte, una specie di diario di guerra che ricrea suggestivamente, attraverso la parola, immagini, momenti drammatici di morte, di attesa attonita della fine in un’intensa solidarietà di creature. Il tema del dolore e della morte non è forse mai stato reso, in tutta la storia della nostra poesia, con note più crude e desolate, con parole più angosciose e strazianti. Poche parole e molti significati, pochi vocaboli e molte sensazioni e stati d’animo diversi e contrastanti. E’ una poesia che può sembrare enigmatica ed ambigua, ma che riproduce con efficacia un modo d’essere e di sentire e che comunica con immediatezza, ricca di metafore e similitudini. Per quanto riguarda la forma espressiva, Ungaretti utilizza la parola caricandola di un intenso significato. Essa viene arricchita e resa più forte con accostamenti nuovi e imprevisti. La rapidità ed essenzialità del verso, talora concentrato in una sola parola, è stata chiamata “poetica del frammento”, perché richiama la forma frammentaria in cui spesso la poesia dell’antichità classica è giunta fino a noi.
Esempi di poesia ermetica e di guerra: Veglia, Fratelli, San Martino del Carso, Mattina, Soldati.
Caratteristiche comuni di tali poesie:
- uso del verso libero;
- importanza del titolo come parte integrante del testo;
- indicazione del luogo e della data;
- assenza di punteggiatura;
- pause ed uso dell’analogia;
- essenzialità del verso;
- lessico semplice e poco letterario.
AFFARI DI GUERRA. Gli Stati Uniti comprano isole. Verona, martedì 17 gennaio 2017
Riparte martedì 17 gennaio 2017 la manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra” organizzata dal CTG e dal Cineclub Verona. Giunta al quinto anno, tutto è cominciato nel 2013, questa manifestazione, dedicata agli anni della Prima Guerra Mondiale, presenta a Santa Maria in Chiavica una serata che ricorda un importante centenario: era infatti il 17 gennaio 1917 quando gli Stati Uniti pagando alla Danimarca 25 milioni di dollari acquistarono le Isole Vergini.
Un vero e proprio affare di guerra che si sviluppò nell’ambito del conflitto sottomarino tra tedeschi e alleati. Questo aveva reso impossibili i collegamenti tra le isole e la Danimarca che le possedeva dal 1672. Gli Stati Uniti, temendo un possibile attacco tedesco, proposero al governo danese di vendere queste isole che avevano due porti strategici, quello di Charlotte Amalie e quello di Christiansted. La Danimarca temeva che, nel caso di un'invasione tedesca del paese, gli Stati Uniti potessero occupare le isole. Poi l’affare sembrava, al parlamento danese, proprio vantaggioso dal punto di vista economico. Gli statunitensi presero possesso delle isole il 31 marzo dello stesso anno. La Grande Guerra cambiò anche la geografia del mondo. Ne parleranno gli storici Salvatore Iervolino, Piero Braggio e Maurizio Grassi. Nell'occasione sarà presentato un noto film sulla prima guerra mondiale. L’appuntamento a Santa Maria in Chiavica è alle ore 20.30, l’ingresso è libero. Presenta l'incontro Ugo Brusaporco.
RASPUTIN. Verona, martedì 20 dicembre 2016
Cineclub Verona e Fevoss, per “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, presentano: RASPUTIN. Anno 1916. Mentre i soldati sono in trincea il mondo non si ferma... “Sognavo spesso e piangevo, e non sapevo nemmeno io il motivo, il perché di quelle lacrime”. Non si sa se sia nato nel 1863, nel 1864 o nel 1869. Di certo Grigorij Efimovič Rasputin, destinato a diventare l’uomo più influente della Russia prerivoluzionaria di inizio Novecento, venne alla luce a Pokrovskoe, un poverissimo villaggio della Siberia sudoccidentale. Venne ucciso da tre congiurati (16 dicembre 1916). La zarina lo fece seppellire solennemente a Carskoe Selo, dove, dopo la rivoluzione di febbraio, il cadavere fu dissepolto dalla folla e bruciato.
Centro Fevoss, Via Santa Toscana 9, Porta Vescovo, Verona. INGRESSO LIBERO.
Al termine un semplice augurio di Buon Natale. Presenta l’incontro Ugo Brusaporco.
Fermare la guerra. Verona, lunedì 24 ottobre 2016
Alla Libreria Europa, in Via Tezone 6, alle ore 18, si terrà un incontro nell’ambito della manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra” per ricordare il 21 ottobre di 100 anni fa, quando il socialista Friedrich Adler sparò, uccidendolo, al Conte Karl von Stürgkh, Primo Ministro dell’Impero Austro Ungarico, in un albergo di Vienna, per fermare la Grande Guerra. Un episodio poco noto del primo conflitto mondiale, che mette in rilievo le difficoltà dell’Impero e la sua fragilità.
Il Conte Karl von Stürgkh (Graz, 30 ottobre 1859 - Vienna, 21 ottobre 1916) era primo ministro della Cisletania (nome dato alle terre dell’impero asburgico a occidente del fiume Leitha dopo l’Ausgleich del 1867. Comprendeva i regni di Boemia, Dalmazia e Galizia; gli arciducati dell’Austria al di sotto e al di sopra dell’Enns; i ducati di Salisburgo, Stiria, Carinzia, Carniola, Slesia e Bucovina, i marchesati di Moravia e d’Istria; le contee principesche del Tirolo, di Gorizia e Gradisca; il Vorarlberg e la città di Trieste).
Scoppiata la guerra mondiale, sospese ogni attività del Reichsrat, attirandosi il risentimento dell'opinione pubblica. Adler (Vienna, 9 luglio 1879 - Zurigo, 2 gennaio 1960) dopo averlo ucciso fu condannato a morte, ebbe la pena commutata a 18 anni di carcere, ma fu amnistiato dopo la caduta della monarchia asburgica.
“Fermare la guerra” un’idea che ogni guerra porta insita in sé, anche la Grande Guerra. L’incontro ha inizio alle ore 18, l’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Presenta Ugo Brusaporco.
Olindo Guerrini al CTG. Verona, 18 ottobre 2016
Per gli appuntamenti di “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, CTG e Cineclub Verona presentano: Olindo Guerrini, ovvero Lorenzo Stecchetti, Argìa Sbolenfi, Marco Balossardi, Giovanni Dareni, Pulinera, Bepi e Mercutio. Si tratta di un centenario dimenticato proprio per la statura di un autore che mai ha rinunciato alle sue scelte socialiste e antipapiste. Guerrini, che amava firmarsi con vari pseudonimi, era uomo di grande cultura, fine traduttore, critico letterario oltre che poeta inimitabile.
Il 21 ottobre 1916: muore a Bologna Olindo Guerrini (era nato a Forlì il 4 ottobre 1845); è stato un poeta e scrittore italiano, un erudito e critico letterario militante, agile ed attento ad ogni nuova voce. Amò molto fotografare e andare in bicicletta per tutta Italia. Un tipico esponente del verismo, inteso come rifiuto di idealizzazione della realtà e rappresentazione dei suoi aspetti più bassi e sgradevoli. Inoltre, la sua opera ebbe vasta risonanza ai suoi tempi per gli atteggiamenti anticlericali, vicini al socialismo e per la polemica contro romantici e idealisti.
Indimenticabile il suo "Canto dell'odio" che si apre con i versi:
Quando tu dormirai dimenticata
sotto la terra grassa
E la croce di Dio sarà piantata
ritta sulla tua cassa
Quando ti coleran marce le gote
entro i denti malfermi
E nelle occhiaie tue fetenti e vuote
brulicheranno i vermi...
Presenta la serata Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
Al CTG si ricorda il fondatore degli Alpini. Verona, martedì 4 ottobre 2016
A Santa Maria in Chiavica, per il ciclo di incontri “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, il 4 ottobre, alle ore 20.30, si ricorderà una delle figure fondamentali del nostro Risorgimento: il tenente generale e senatore Giuseppe Domenico Perrucchetti (Cassano d'Adda, 13 luglio 1839 - Cuorgnè, 5 ottobre 1916), considerato il padre degli Alpini. Parente stretto, da parte di madre, del sommo scrittore Alessandro Manzoni, Perrucchetti fu luogotenente di Stato maggiore nella campagna del 1866 contro gli Austriaci; ed il suo valore nella battaglia del 24 giugno meritò a Custoza la medaglia.
Morrone, ministro della guerra, lo ricordò al Senato con queste parole: “Il generale Perrucchetti fu maestro nelle scienze militari e una nobile figura di patriota e di soldato. A lui la Patria e l'Esercito debbono l'organizzazione degli alpini, che oggi sono una delle maggiori glorie delle nostre armi. Profondo e geniale negli studi militari, a contatto dei generali più reputati del nostro esercito, collaboratore in sott'ordine a Verona del generale Pianell, si sentì irresistibilmente attratto dal grandioso problema della nostra difesa alpina.
Versatissimo nella geografia e nell'arte militare, conoscitore profondo di tutta la frontiera alpina e delle regioni finitime, che aveva avuto occasione di percorrere e di studiare personalmente, ebbe modo di mettere in luce i suoi geniali concetti circa la difesa dello stato e riuscì a farli trionfare. E fu fortuna d'Italia, perché in tempi nei quali tutta una schiera di competenti opinava che ad un'invasione nemica l'esercito non potesse opporre valida resistenza se non ripiegando dietro la linea del Po, egli, giovane e di grado non molto elevato, arditamente sostenne il principio opposto”. Giuseppe Perrucchetti sarà ricordato da Mauro Dal Fior con Salvatore Iervolino, Maurizio Grassi, Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
1916, Agosto: la poesia che muore, quella che nasce. Verona, martedì 23 agosto 2016
Il 9 agosto 1916 muore il poeta Guido Gustavo Gozzano (era nato a Torino il 19 dicembre 1883). Il 17 agosto muore a Chievo il pittore e scultore Umberto Boccioni (era nato a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882) uno dei principali teorici ed esponenti del movimento futurista. Il 24 agosto nel Principato di Monaco nasce il cantautore, poeta, scrittore e anarchico Léo Ferré. Il nome completo era Léo Albert Charles Antoine Ferré, morirà a Castellina in Chianti il 14 luglio 1993. Una serata solo per ricordarli. Con William Bertozzo, Mauro Dal Fior, Ugo Brusaporco.
A Verona città antica, Santa Maria in Chiavica, alle ore 21. Ingresso libero.
La politica e la guerra. Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. Verona, martedì 28 giugno 2016
"Allo scoppio della prima guerra mondiale Rosa Luxemburg si oppose ardentemente alle posizione social-scioviniste assunte dalla socialdemocrazia tedesca, che appoggiò apertamente l'aggressione tedesca e le sue annessioni. Insieme a Karl Liebknecht (l'unico parlamentare socialdemocratico che aveva spezzato la fedeltà al partito rifiutando di votare a favore della concessione dei crediti di guerra), abbandonò il partito socialdemocratico ed partecipò alla formazione del Gruppo Internazionale (che presto muterà nome in Lega Spartaco) allo scopo di contrastare il socialismo nazional-sciovinista e di incitare i soldati tedeschi a rivoltare i loro fucili contro il loro governo per abbatterlo.
A causa di questa loro agitazione rivoluzionaria, la Luxemburg e Liebknecht vennero arrestati e imprigionati. In carcere la Luxemburg scrisse quella disamina del movimento socialista, nota come Junius Pamphlet (1916), che suscitò le critiche di Lenin, discorde sul ruolo del partito guida. Il Junius Pamphlet divenne il fondamento teorico della Lega di Spartaco”. Il 28 giugno 1916 Rosa e Karl furono arrestati...
Santa Maria in Chiavica, Verona antica, ore 20.30. Con Ugo Brusaporco, Roberto Altichieri, Maurizio Grassi e altri relatori. Ingresso libero.
Comincia la Rivolta Araba. Verona, martedì 7 giugno 2016
Cineclub Verona e Fevoss presentano: Viaggio al tempo della Grande Guerra. ANNO 1916. Mentre i soldati sono in trincea il mondo non si ferma. Comincia la Rivolta Araba. La Rivolta Araba anti-ottomana (al-Thawra al-Arabiyya), svoltasi fra il 1916 e il 1918, fu avviata dallo Sharif di Mecca al-Husayn ibn Alī dopo la promessa che gli Alleati avrebbero procurato la completa indipendenza degli arabi dal giogo turco-ottomano qualora gli arabi avessero combattuto contro Istanbul nel Primo conflitto mondiale. La Gran Bretagna aveva promesso con la Corrispondenza Husayn-McMahon che avrebbe sostenuto l’indipendenza araba se gli Arabi si fossero ribellati agli ottomani. Le due parti contraenti avevano però dato differenti interpretazioni a questo Accordo. La Gran Bretagna, la Francia e la Russia avevano infatti segretamente concordato di dividersi l’area araba nell’ambito degli Accordi Sykes-Picot (1916). Ulteriori ambiguità e confusioni vennero create dalla Dichiarazione Balfour del 1917, che prometteva l’aiuto britannico agli ebrei per l’istituzione di un “focolare ebraico” (national home) nella Palestina araba. Grande protagonista fu Lawrence d’Arabia.
Centro Fevoss, Via Santa Toscana 9, Porta Vescovo. Ingresso gratuito.
Carlo Stuparich poeta e eroe. Verona, 31 maggio 2016
Il 30 maggio del 1916 il sottotenente Carlo Stuparich, che avrebbe compiuto 22 anni il successivo 3 agosto, è al comando del 3° plotone della 14a Compagnia del 4° Battaglione del 1° Reggimento della Brigata Granatieri di Sardegna, attestato sul ciglione del Monte Cengio, là dove esso digrada sulla Val Silà.
Verso le sette del giorno 30 inizia l'attacco e la lotta divampa furiosa sino alle undici, quando il comandante dell'azione, ten. col. Camera, dopo aver constatato che il continuo afflusso di nuove truppe nemiche rendeva impossibile la riconquista di Punta Corbin, ordina la ritirata. Il cap. Morozzo Della Rocca - anch'egli Medaglia d'oro al valore per le azioni sul Cengio - non vede il plotone comandato da Carlo Stuparich ed invia una pattuglia per informarlo del ripiegamento. La pattuglia non giunge a destinazione, né farà più ritorno al suo reparto e così Carlo Stuparich, che si era dato la morte per non cadere vivo nelle mani dell'odiato avversario.
Per il ciclo di incontri “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, appuntamento a Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica, 31 maggio 2016, ore 20.30. Con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio, Maurizio Grassi. Ingresso libero.
STRAFEXPEDITION 1916, la spedizione punitiva. Verona, martedì 3 maggio 2016
CTG e Cineclub Verona presentano, nell'ambito della manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, STRAFEXPEDITION 1916, la spedizione punitiva austriaca nel Trentino. Con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio, Maurizio Grassi.
Serata speciale al CTG a Santa Maria in Chiavica, nel centro Storico di Verona, martedì 3 maggio per ricordare il centenario della Strafexpedition austriaca, che in quella tarda primavera del 1916 doveva servire a chiudere i conti con l'Italia. Le operazioni austriache dovevano cominciare il 10 aprile, ma il forte maltempo fece scivolare l'inizio al 10 e poi al 15 maggio. La storia di questa operazione coinvolge quelle di Cesare Battisti, Damiano Chiesa e di altri, come i tanti militari italiani di stanza a Peschiera del Garda che tentarono di disertare, per sfuggire la morte e per raggiungere le regioni di provenienza, Sardegna e Sicilia.
Come più di qualche storico ha scritto: "La scelta del Trentino per un attacco in forze era una vecchia idea del Capo di Stato Maggiore austriaco Conrad von Hötzendorf. Il piano presentava il rischio di sferrare un assalto in forze su un terreno difficile come la montagna, ma era potenzialmente in grado, in caso di successo, di isolare completamente le armate italiane schierate ad est sull’Isonzo e di arrivare al Po. Si sarebbe potuta forse allora verificare una completa debacle italiana nella pianura veneta, con l’accerchiamento della parte più numerosa e meglio armata del nostro esercito".
Per gli abitanti dei numerosi paesi e contrade attorno al Lago di Garda, il 1916 fu un anno piuttosto triste, perché molti dovettero essere evacuati, gli italiani verso Verona, gli austriaci verso Bolzano. La Strafexpedition (15 maggio-18 giugno 1916) non cambiò di molto la situazione militare nella zona, i battelli armati che controllavano il lago furono fermati nel porto di Salò e uomini ed armi inviati sul monte Altissimo di Nago, catena del Baldo. Le operazioni belliche furono affidate ai cannoni dei rispettivi eserciti, d'altro canto il piano generale di guerra dell'esercito italiano prevedeva per il Trentino una azione difensiva, concedendo solo misure atte a migliorare tale difesa. Tuttavia anche nel settore Ledro-Riva non mancarono tra i soldati italiani casi di simulazione di malattie, disobbedienza, insubordinazione e diserzione, erano soprattutto soldati provenienti da Sardegna e Sicilia.
L’appuntamento è alle ore 20.30, nel corso della serata si vedranno immagini d’epoca e una curiosissima lettura dell’operazione fatta da Lubitsch con il suo mitico tocco nel 1920. Ingresso Libero.
17 aprile: la mina sul Col di Lana. Verona, martedì 19 aprile 2016
Grande serata al CTG martedì 19 aprile per ricordare, nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" la grande mina del Col di Lana. L'appuntamento è alle ore 20.30, l'ingresso è libero. Partecipano gli storici Salvatore Iervolino e Maurizio Grassi insieme a Piero Braggio. Presenta Ugo Brusaporco.
Nel gennaio del 1916 venne presa una decisione che sembrò definitiva: piazzare sotto la cima una mina in modo da eliminare per sempre la presenza asburgica e liberare il passaggio verso ovest. Venne quindi scavato per oltre tre mesi un lungo tunnel sotterraneo ed armato con circa 5 tonnellate di gelignite. Il 3 marzo vengono percepiti rumori di scavo: gli austriaci stanno lavorando ad una galleria di contromina. Inizia allora un febbrile lavoro, per entrambi gli schieramenti è prioritario arrivare primi. Il 12 aprile la galleria di mina italiana è terminata ed inizia il caricamento della gelatina esplosiva nei fornelli; contemporaneamente le truppe che dovranno prendere d'assalto la cima del Col di Lana si ammassano nelle trincee sottostanti. Il giorno 17 tutto è pronto, si attende solo l'ordine di brillamento. Per gli austriaci, che hanno captato il cessare dei lavori, inizia una drammatica attesa: l'ordine è di non abbandonare la cima, mentre tutta l'artiglieria italiana del settore Tofane-Fedaia bombarda da ore le loro posizioni. Alle ore 23.35 esplodono i 5.500 chilogrammi di gelatina della mina, provocando un cratere di metri 30x55 profondo 12. Migliaia di metri cubi di roccia vengono scagliati in aria e ricadono sulle posizioni austriache circostanti: alle ore 1 del giorno 18 aprile le truppe italiane terminano il rastrellamento delle poche caverne intatte, il Col di Lana è italiano. Metà del contingente austriaco rimase ucciso dal crollo di circa 10 mila tonnellate di roccia mentre i restanti 140 soldati furono fatti prigionieri quando gli italiani giunsero sulla sommità. Agli austriaci rimase la vicina cima del monte Sief.
La strada però non era ancora libera: per poter controllare i passaggi verso nord ed ovest bisognava liberare definitivamente anche la cima dello Sief. Gli attacchi proseguirono fino all'ottobre del 1917 (anche con l'installazione di un'altra mina) ma le difese austro-ungariche furono invalicabili. Il corridoio verso il Trentino rimase così bloccato.
Il 2 novembre 1917, a causa dello sfondamento del fronte a Caporetto, la quarta armata abbandonerà le posizioni così duramente conquistate per ritirarsi sul monte Grappa; il Col di Lana torna austriaco."
Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica, 19 aprile 2016, ore 20.30. Ingresso libero.
Con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio, Maurizio Grassi.
Lawrence d’Arabia e la rivolta araba al CTG. Verona, martedì 5 aprile 2016
Era il 1916 quando nel Medio Oriente oggi segnato da fatti luttuosi e infernali lotte religiose scoppiava quello che viene chiamata la “Rivolta Araba” (1916 - 1918) e nasceva una leggenda, quella del tenente colonnello Thomas Edward Lawrence (Tremadog, 1888 - Wareham, 1935) conosciuto in tutto il mondo come “Lawrence d’Arabia”.
Celebrato da un capolavoro del cinema (“Lawrence of Arabia”) firmato nel 1963 da un maestro come David Lean, e premiato con 7 Oscar, Lawrence è stato di volta in volta e qualche volta nello stesso tempo agente segreto, militare, archeologo e scrittore, straordinario il suo “Seven Pillars of Wisdom” (I sette pilastri della saggezza), testo indispensabile per comprendere il Medio Oriente anche oggi.
La Rivolta Araba venne avviata dallo Sharif di Mecca al-Husayn Ibn Alī, che intervenne per la promessa di indipendenza araba dal dominio turco-ottomano che gli fecero gli Alleati in cambio di un appoggio contro Istanbul nella Prima Guerra Mondiale. Dopo la presa del potere dei Giovani Turchi (1908) la politica ottomana verso i non turchi che vivevano nell’Impero era cambiata e si era fatta ferocemente discriminante.
Dopo l’alleanza della Turchia con gli Imperi centrali nel 1914, di questa situazione approfittarono inglesi e francesi, Sharif al-Ḥusayn Ibn Alī concluse un'alleanza con loro e un giovane ufficiale britannico fu mandato a combattere al loro fianco: era il Capitano T. E. Lawrence. Di questo si parlerà martedì 5 aprile al CTG a Santa Maria in Chiavica nell’ambito della manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra” organizzata dal CTG e dal Cineclub Verona. L’appuntamento è alle 20.30 l’ingresso è libero.
L’affondamento del SS SUSSEX e la morte di Enrique Granados. Verona, 29 marzo 2016
Presentato da FEVOSS e Cineclub Verona. Il 24 marzo 1916 il ferry francese SS Sussex è silurato dal sommergibile SM UB-29 nel canale della Manica. L’affondamento causa la morte di 50 passeggeri, incluso il compositore Enrique Granados.
Si pensa che queste vittime come quelle del Lusitania fossero il pegno da pagare per far entrare in guerra gli USA. Enrique Costanzo Granados y Campiña (Lleida, 27 luglio 1867 - La Manica, 24 marzo 1916) è stato un compositore e pianista spagnolo. Dedito alla musica impressionista, è comunemente considerato un esponente del nazionalismo musicale e la sua musica è caratterizzata da uno stile unicamente spagnolo. Fu inoltre un bravo pittore sullo stile di Francisco Goya.
Alla Fevoss, Via Santa Toscana 9, Porta Vescovo, Verona, 29 marzo 2016, ore 20.30.
Con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio, Giorgio Bagnoli. Ingresso libero.
L’ultimo imperatore. Verona, martedì 22 marzo 1916
L’ultimo Imperatore della Cina, Yuan Shikai, abdica lasciando il trono e viene restaurata la Repubblica Cinese. Il sogno di un uomo che vollefarsi imperatore fallì segnando la fine di un mondo medievale.
Santa Maria in Chiavica, Verona città antica, ore 20.30. Con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio, Maurizio Grassi. Ingresso libero.
Alla FEVOSS si ricordano le donne in guerra. Verona, lunedì 7 marzo 2016
Fevoss e Cineclub Verona presentano in occasione della Festa della Donna, l’8 marzo, nell’ambito della manifestazione: “Viaggio al tempo della Grande Guerra - Anno 1916”, una serata dedicata alle “Donne in guerra” ricordando “Le portatrici: Maria Plozner Mentil”.
Nella prima guerra mondiale furono migliaia le donne usate al fronte per potare ordini, armi, vivande, biancherie a lavare e poi quelle lavate. Un avanti e indietro faticoso e spesso mortale. Come successe poi nel mondo partigiano durante la seconda guerra mondiale, chi non ricorda lo splendido film “L’Agnese va a morire”? Durante il primo conflitto eroica è la figura di Maria Plozner Mentil (Timau, Paluzza 1884-1916). Fu una portatrice carnica, unica donna cui verrà dedicata una Caserma per ricordare il suo eroismo.
Dopo che il marito fu mandato a combattere sul Carso, si ritrovò sola a mantenere i suoi quattro figli mentre le montagne che circondano il suo paesino, Timau, erano trasformate in campi di battaglia. Qui erano dislocati 31 battaglioni, la Carnia aveva un'importanza strategica nel quadro generale del fronte, in quanto rappresentava l'anello di congiunzione tra le Armate schierate in Cadore alla sinistra, e quelle delle Prealpi Giulie e Carso sulla destra. Come molte altre donne del luogo si trovò a rispondere all'appello fatto dell'esercito italiano che cercava dei volontari per trasportare i rifornimenti dalle retrovie alla prima linea ed era disposto per questo a pagare qualche lira, necessaria a queste donne per mantenere la famiglia.
Erano dotate di un apposito bracciale rosso con stampato il numero del reparto da cui dipendevano. Il carico dei rifornimenti da portare alle prime linee, sui 30-40 kg e anche più. L'età variava da quindici a sessant'anni, e nelle emergenze, venivano affiancate anche da vecchi e bambini. Se necessario, venivano chiamate ad ogni ora del giorno e della notte. Ricevettero il compenso di una lira e cinquanta centesimi a viaggio, equivalenti a circa 3 euro di oggi. Così nacquero le portatrici carniche che con le loro pesanti gerle (riempite con vettovaglie, armi e munizioni) ogni giorno salivano a piedi lungo i versanti del Pal Piccolo, Pal Grande, Freikofel, Cima Avostanis e Passo Pramosio. Il loro motto era: "Anin, senò chei biadaz ai murin encje di fan", "Andiamo, altrimenti quei poveretti muoiono anche di fame".
Il 15 febbraio Maria venne colpita a morte da un cecchino austriaco, appostato a circa 300 metri, a Malpasso di Pramosio, sopra Timau. Era stata colpita mentre assieme alla sua inseparabile amica Rosalia di Cleulis, si concedeva un piccolo riposo dopo aver scaricato la gerla da un pesante carico di munizioni. Aveva solo 32 anni e spirò la stessa notte nell'ospedale da campo di Paluzza. Ricordare queste donne è un dovere perché ancora oggi quando si parla i guerra si ricordano gli eroi, i maschi, non loro, eroine capaci di morire per far vivere i propri figli in nome di una Madrepatria incredibilmente avara verso loro.
L’appuntamento è alla Fevoss, in Via Santa Toscana, a pochi passi da Porta Vescovo, martedì 8 marzo alle ore 20.30, ingresso libero.
A febbraio 1916 nasce il Dadaismo. Verona, martedì 2 febbraio 2016
Serata ricordo, martedì 2 febbraio, nella sala video della Fevoss in Via Santa Toscana 9, a pochi passi da Porta Vescovo, dove il Cineclub Verona presenta una serata dedicata al “Dadaismo”. Mentre i soldati sono in trincea, anche in quel 1916, il mondo non si ferma. Nella neutrale Svizzera, a Zurigo, il 9 febbraio 1916, alle ore 18, Tristan Tzara, al Cabaret Voltaire, “fonda” il “Dadaismo” con Hans Arp.
Zurigo quest’anno celebra il dadaismo, persino con un ballo di carnevale dadaista. Tristan Tzara, pseudonimo del poeta francese di origine romena Samuel Rosenstock (Moinesti 1896 - Parigi 1963), illustrò il dadaismo con il dramma antipoetico: “La première aventure céleste de M. Antipyrine” (1916). Come ben si spiega “Carattere dominante del movimento era la rottura di ogni schema razionale, di ogni rassicurante certezza, di valori stabili e costituiti, che formano la mentalità dei benpensanti e definiscono le aspettative del pubblico borghese. Caratteristiche furono il rifiuto della mercificazione dell’arte, la riflessione sui nessi arte-vita e arte-rivoluzione, la ricerca di forme espressive derivanti dalla fusione di più linguaggi artistici, l’esaltazione del caso nel processo creativo, l’interesse per la follia e per l’inconscio, la componente ludica e paradossale nell’attività dell’artista. Ma il merito maggiore del dadaismo sta forse nell’aver promosso, in virtù della sua ostinata asistematicità, la più ampia sperimentazione in tutti i campi della produzione estetica, compresi il cinema, la danza e la fotografia”.
Nel corso della serata alla Fevoss si vedranno alcuni filmati riferiti a questo movimento e si ascolteranno le poesie di Tzara e i suoi con Mauro Dal Fior.
L’appuntamento è alle 20.30, l’ingresso è libero.
La dittatura messicana. Verona, martedì 12 gennaio 2016
CTG e Cineclub Verona presentano, per la rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, a Santa Maria in Chiavica, martedì 12 gennaio 2016, alle ore 20.30: “The American and German voice: la dittatura messicana”. Ingresso libero.
Victoriano Huerta (1850 -1916) fu uno dei primi dittatori servi degli Stati Uniti che consegnarono il paese ai cartelli della droga e alla distruzione della civiltà che un popolo paga ancora. Contro di lui per la prima volta entrarono in campo brigate internazionali in appoggio alla lotta di Pancho Villa e Emiliano Zapata. Tutto questo mentre in Europa si combatte la Grande Guerra. Huerta fu affiancato dall’esercito tedesco, con il silenzio USA. Importante era fermare la rivoluzione popolare!
La grande guerra e la nascita delle canzoni. Verona, martedì 10 novembre 2015
Ammore 'n campagna, Beale Street blues, La Campana di San Giusto, Canzone di Silva, 'O Surdato 'nnammurato… Gli italiani cominciano ad ascoltare canzoni allontanandosi dall’opera. La nascita del disco, che riproduce la canzone, condanna l'opera.
L’opera era nata come unico spettacolo fruibile anche dal popolo, come spiegava Antonio Gramsci, ma ora, troppo lunga, proprio per la sua natura non risponde alle esigenze dell'industria discografica appena nata. Un evento micidiale più che rivoluzionario per la storia musicale, soprattutto italiana. Il mondo della musica fa il conto con la sua possibilità di essere riprodotto. Per i nostri migranti il disco diventa il legame con la lingua e con la terra d'origine. E le canzoni popolari prendono il posto del melodramma, condensandolo in poche battute.
L'appuntamento con la rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra” è martedì 10 novembre 2015, alle ore 20.30, sede CGT a Santa Maria in Chiavica, nel pieno centro antico di Verona. Raccontano Salvatore Iervolino e Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
"DIE VERWANDLUNG - La metamorfosi” di Franz Kafka. Verona, martedì 3 novembre 2015
Nel 1915 - correva la prima guerra mondiale - venne pubblicata in Germania la novella di Franz Kafka "Die Verwandlung", La Metamorfosi: “Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto. Sdraiato nel letto sulla schiena dura come una corazza, bastava che alzasse un po' la testa per vedersi il ventre convesso, bruniccio, spartito da solchi arcuati; in cima al ventre la coperta, sul punto di scivolare per terra, si reggeva a malapena. Davanti agli occhi gli si agitavano le gambe, molto più numerose di prima, ma di una sottigliezza desolante”.
Se ne parlerà al CTG di Verona martedì 3 novembre, ore 20.30, per la rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, con William Bertozzo e Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
Nasce una Diva. Verona, martedì 27 ottobre 2015
Nel 1915 esce nelle sale "Assunta Spina", con Francesca Bertini, che lo dirige insieme a Gustavo Serena. E’ considerato uno dei film di maggiore successo del cinema muto italiano. Fuori dall'Italia è conosciuto anche con il titolo di Sangue Napolitano.
Nasce una Diva: "E chi poteva fermarla? La Bertini era così esaltata dal fatto di interpretare la parte di Assunta Spina, che era diventata un vulcano di idee, di iniziative, di suggerimenti; in perfetto dialetto napoletano organizzava, comandava, spostava le comparse, il punto di vista, l'angolazione della macchina da presa e se non era convinta di una scena pretendeva - e otteneva - di rifarla secondo le sue vedute. Era in un vero stato di grazia, lei, ma anche io, anche Benetti e l'operatore Carta, bravissimo…” (Gustavo Serena, regista del film).
CTG e Cineclub Verona presentano, in collaborazione con Acque Veronesi, martedì 27 ottobre 2015, alle ore 20.30, per la rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”: NASCE UNA DIVA. Francesca Bertini è “Assunta Spina”. Con Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
ASSUNTA SPINA
- Data di uscita: 28 ottobre 1915 (Roma)
- Registi: Francesca Bertini, Gustavo Serena
- Durata: 1h 15m
- Scritto da: Salvatore Di Giacomo
- Cast: Francesca Bertini, Gustavo Serena, Carlo Benetti, altri
- Sceneggiatura: Francesca Bertini, Gustavo Serena
Link "Assunta Spina" su youtube: CLICCA QUI
Battaglia navale. Verona, martedì 20 ottobre 2015
23 ottobre 1915: silurata da un sommergibile britannico, la corazzata SMS Prinz Adalbert (1901), vanto della Kaiserliche Marine, affondò nel mar Baltico, mentre difendeva le coste dalle navi russe.
Il sommergibile era l’E8 e la corazzata si trovava a 20 miglia al largo di Libau. Il siluro entrò in un deposito munizioni. L'esplosione sollevò lo scafo che si aprì in due tronconi affondando immediatamente. Vi persero la vita 672 uomini. Solo tre se ne salvarono. Il relitto è stato ritrovato nel 2007 ad 80 metri di profondità. L'interno a tutt'oggi non è ancora stato esplorato. Battaglia navale.
CTG e Cineclub Verona, in collaborazione con Acque Veronesi, organizzano l’incontro nell’ambito della rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio. Ore 20.30, ingresso libero.
EDITH CAVELL, Santa o Spia. Verona, martedì 6 ottobre 2015
Edith Cavell fu fucilata dal plotone di esecuzione alle 2 di mattina del 12 ottobre, al poligono di tiro di Schaerbeek. Da alcuni resoconti si evince che i soldati del plotone erano reticenti a spararle, tuttavia l'esecuzione fu portata a termine senza alcun contrattempo.
Assieme a lei fu fucilato anche Baucq, che lasciò moglie e due figli, mentre agli altri tre condannati a morte la pena fu commutata in prigione. Cavell fu frettolosamente seppellita sul luogo. La sua morte scandalizzò enormemente l'opinione pubblica mondiale e venne usata dalla propaganda alleata, specie quella britannica, che proclamava Edith Cavell martire e dipingeva i tedeschi come bruti assassini.
Il reclutamento di soldati raddoppiò nelle otto settimane successive all'annuncio della sua morte e sul lungo periodo essa fu anche una delle cause che contribuì alla discesa in campo degli Stati Uniti. La sua esecuzione venne paragonata al sacco di Lovanio e all'affondamento del Lusitania e provocò un grave danno alla Germania in termini di propaganda.
Per la rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, appuntamento al CGT martedì 6 ottobre, alle ore 20.30, con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio, Michael Benson. Ingresso libero.
I GAS VELENOSI sul Fronte Occidentale. Verona, martedì 29 settembre 2015
Al CTG si ricorderà, nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", voluta da CTG e Cineclub Verona con Acque Veronesi, la cruenta battaglia di Loos, in cui gli inglesi adoperarono una enorme quantità di gas, costringendo le proprie truppe a avanzare tra i fumi del gas mortale.
Parteciperanno alla discussione gli storici Salvatore Iervolino, Piero Braggio e Maurizio Grassi. Presenterà Ugo Brusaporco. L'appuntamento è alle ore 20.30 del 29 settembre a Santa Maria in Chiavica. ingresso libero.
25 Settembre - 14 Ottobre, Battaglia di Loos: Gli inglesi usano i gas velenosi su larga scala. I tedeschi battezzarono i luoghi della battaglia Die Leichenfeld von Loos, il campo di cadaveri di Loos, a testimonianza dell’atrocità dello scontro. L’offensiva iniziò il 25 settembre del 1915, dopo un bombardamento preliminare di quattro giorni, in cui vennero sparati 250.000 proiettili di artiglieria, e terminò tre giorni dopo, con un sostanziale nulla di fatto. La netta superiorità numerica di sette a uno di cui godevano gli inglesi sui difensori tedeschi li convinse a tentare ugualmente la carta dell’offensiva, il cui obbiettivo era raggiungere Lens. Le cose cominciarono subito male per gli attaccanti: buona parte delle 140 tonnellate di gas di cloro lanciate contro le linee germaniche tornarono indietro a causa del vento, provocando più di 2.400 perdite tra i soldati britannici.
Raggedy Ann. Una bambola e i suoi amici in Guerra. Verona, martedì 22 settembre 2015
Serata molto speciale al CTG a Santa Maria in Chiavica per “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, manifestazione promossa da Cineclub Verona, CTG e Acque Veronesi, che da ottobre 2013 accompagna settimanalmente il cammino centenario del primo conflitto mondiale: si parlerà di una bambola patriottica che, nata nel settembre del 1915, ancora spopola nei cuori delle bambine e dei bambini americani, "Raggedy Ann doll".
“Raggedy” significa esattamente “povera, stracciona” e nella versione classica il suo viso è davvero povero e felice. Era “Annie la povera”, un’orfanella. Da lei è nato il termine “Rag Doll”, ossia bambola semplice, di pezza, quella che noi chiamiamo anche Pigotta. Il suo autore Johnny Gruelle (1880-1938) la inventò per la sua bambina e la rese protagonista di una serie di libri per l’infanzia che ebbero grandissimo successo, tanto da influenzare l’opinione pubblica negli Stati Uniti.
Raggedy Ann servì a consolare le bambine con il papà o i fratelli al fronte e presto divenne anche protagonista di tanti film d’animazione, soprattutto grazie ai fratelli Fleischer; addirittura finì in un episodio di Star Trek, poi divenne musical, serial tv, e ancora oggi fa parte del corredo di ogni bambina e anche di tanti bambini, visto che Raggedy Ann ha un amico Raggedy Andy.
Oggi nelle case degli americani questa bambola amatissima è quasi sempre presente, perché appartiene alla loro storia, così come nella nostra abbiamo Pinocchio. Donne di ogni età collezionano le Raggedy, molto spesso create con le proprie mani, fin dai tempi dell’infanzia.
Nel corso della serata si parlerà di lei e del rapporto tra l’immaginario per bambini e la Grande Guerra. L’appuntamento è alle 20.30, l’ingresso è libero.
Una serata speciale: Lenin. Verona, martedì 15 settembre 2015
Alle ore 20.30, al CTG a Santa Maria in Chiavica, si parlerà di Lenin, nell'ambito della rassegna "Oh Uomo! Quale Grande Guerra". Allo scoppio della guerra mondiale, in Svizzera, Lenin denunciò il fallimento dell'Internazionale e aprì una durissima polemica con i partiti socialisti europei che, tradendo lo spirito dell'internazionalismo, avevano sostenuto lo sforzo bellico dei rispettivi governi.
Contribuì dunque all'organizzazione delle conferenze di Zimmerwald (1915) e Kienthal (1916) nelle quali sostenne la necessità di trasformare in rivoluzione la guerra imperialista e l'edificazione di un nuovo internazionalismo socialista.
Con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio, Mauizio Grassi. Ingresso gratuito, da non mancare!
Gallipoli. Gli anni spezzati di una generazione. Verona, martedì 18 agosto 2015
Gallipoli, agosto 1915. Prima Guerra Mondiale. Serie di offensive degli Alleati a Gallipoli: nuovi reparti britannici sbarcano a Suvla mentre gli anglo-francesi ingaggiano gli ottomani nella battaglia di Pino Solitario (fino al 10 agosto), nella battaglia del vigneto di Krithia (fino al 13 agosto), nella battaglia del Çunukbahir (fino al 19 agosto) e nella battaglia di Sari Bair (fino al 21 agosto); viene conquistato molto terreno, ma il fronte ottomano resiste.
A Gallipoli: “Le spiagge si trasformano rapidamente in un immenso carnaio, il cui odore, presto insopportabile, arriva persino sulle navi che sono all'ancora al largo. A causa del calore e di condizioni d'igiene deplorevoli, si sviluppa una epidemia di febbri tifoidi e di dissenteria. Il gran numero di cadaveri non seppelliti attira miriadi di mosche. Inoltre, per mancanza di imbarco possibile su navi ospedale, i feriti non vengono più neanche curati”, così riferì un testimone di una delle più sanguinose battaglie della Grande Guerra. La Turchia la celebra, altri paesi la ricordano.
Il Cineclub Verona, martedì 18 agosto, nell’ambito della manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra” ricorderà quell’immane massacro. Dalle ore 20.30 al CTG a Santa Maria in Chiavica. Ingresso libero.
La ritirata russa, il tempo del Dottor Zivago. Verona, martedì 4 agosto 2015
Ctg Verona e Cineclub Verona in collaborazione con Acque Veronesi, per “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, presentano martedì 4 agosto 2015, ore 20.30, a Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica, una serata che mescola Storia e Letteratura.
4 agosto 1915. Sul fronte orientale, l’esercito tedesco lancia una vasta offensiva e, nell’arco di un mese, conquista Polonia e Lituania, facendo quasi 1.000.000 di prigionieri russi. Un mese dopo, lo zar Nicola II di Russia rimuove dal comando in capo dell’esercito russo, ormai allo sbando, il granduca Nikolaj Nikolaevič Romanov, assumendo egli stesso l'incarico.
Con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio. Ingresso libero.
1915. Infuria la guerra ma i musicisti non fermano le note. Verona, martedì 7 luglio 2015
Mentre il mondo va a fuoco: Ferruccio Busoni compone Rondò arlecchinesco per orchestra Op.46. Gian Francesco Malipiero compone Impressioni dal vero II parte. Alfredo Casella compone Pupazzetti per pianoforte a 4 mani. Mario Castelnuovo Tedesco compone Stelle cadenti.
Claude Debussy compone En blanc et noir per 2 pianoforti. Darius Milhaud compone Le Coefore, da Eschilo. Ernest Bloch compone Schelomo, rapsodia ebraica per violoncello e orchestra. Manuel de Falla compone L'amor stregone (El Amor brujo) e Notte nei giardini di Spagna. Serghej Prokofiev compone Suite scita (Ala e Lolli) Op.20.
Verona Città antica, Santa Maria in Chiavica, martedì 7 luglio, ore 20.30. Con Giorgio Bagnoli, Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio. Ingresso libero.
Il Sud Africa entra in guerra e sconfigge la Germania. Verona, martedì 30 giugno 2015
Per la manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra” martedì 30 giugno al CTG si parlerà di una delle pagine meno note legate alla Prima Guerra mondiale: "IL SUD AFRICA ENTRA IN GUERRA E SCONFIGGE LA GERMANIA"; il 1° luglio 1915 con la battaglia di Otavi (Namibia) la Germania perde le sue colonie nel sud ovest dell'Africa che vengono prese dal Sud Africa e condivideranno con quel paese il dramma dell'apartheid fino al 1990.
Una pagina di storia importante. L'appuntamento, coordinato dal Cineclub Verona, è alle ore 20.30, a Santa Maria in Chiavica, sede del CTG Verona. Ingresso libero.
Un sunto della vicenda: la sproporzione delle forze era tale che i Tedeschi non potevano far altro che cercar di ritardare una sconfitta inevitabile. Disponevano di 1.600 effettivi, rinforzati da 6.000 riservisti mobilitabili su di una popolazione bianca di 6.000 persone. Il colonnello Heydebreck non poté impedire la manovra sudafricana: Botha sbarcò a Swakompund con 12.000 uomini, Smuts a Lüderitz con 6.000, ed oltre 30.000 uomini passarono il fiume Orange. Il 5 maggio 1915 venne occupata Windhoek, la capitale della colonia tedesca; una sporadica resistenza continuò ancora, favorita dalla vastità della steppa, fino al 9 luglio 1915, quando ad Otavi, dopo la battaglia del 1 luglio, fu sottoscritta la resa delle truppe del Reich. La campagna era stata breve e le perdite umane limitate: con essa Botha diede all’Unione il protettorato sull’Africa sud-occidentale.
La Prima Battaglia dell'Isonzo. Verona, martedì 23 giugno 2015
Un importante martedì ancora una volta al CTG Verona dove nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" organizzata con il Cineclub Verona e appoggiata da Acque Veronesi si parlerà della Prima Battaglia dell'Isonzo come ha scritto uno storico: "La prima battaglia dell’Isonzo si svolse dal 23 giugno al 7 luglio 1915 e vide gli italiani in netta superiorità numerica rispetto agli austro-ungheresi, centomila uomini da contrapporre ai duecentomila schierati dalla II e III Armata; anche il parco artiglierie italiano risultò prevalente. Gli austriaci avevano il vantaggio di occupare posizioni naturali di un territorio che conoscevano, mentre gli italiani non avevano mai combattuto in quella zona. L’attacco frontale al grido di Avanti Savoia! non pagò dal punto di vista strategico e le perdite furono subito rilevanti. Artiglieria e truppe non erano ancora ben amalgamate nello svolgimento dei compiti e nel coordinamento delle azioni, di conseguenza gli assalti s’infransero contro i reticolati delle trincee austro-ungariche".
In sostanza gli austriaci riuscirono a respingere il primo assalto e a tenere saldamente le posizioni sul Carso, a Gorizia e dintorni, ma in ogni caso gli italiani misero a segno qualche punto riuscendo a mettere piede sul Monte Nero e sul Colovrat e nella conca di Plezzo, nel settore dell’Alto Isonzo. L'Italia perse 15000 soldati.
L'appuntamento è alle ore 20.30 nella sede del CTG a Santa Maria in Chiavica, nel pieno centro antico di Verona. Ingresso libero.
San Marino in guerra. Verona, 16 giugno 2015
Importante incontro al CTG Verona, martedì 16 giugno con il ricordo dell'entrata in Guerra della Repubblica di San Marino, un evento fondamentale nella storia del piccolo paese, che cercava, entrando in guerra a fianco dell'Italia, di ottenere l'isola dalmata di Arbe dove nacque San Marino.
Anche in Repubblica di San Marino si costituì un movimento favorevole alla guerra ed uno contrario. Il 4 giugno 1915 Giuliano Gozi, futuro capo del fascismo locale, all'epoca studente universitario, divulgò un proclama in cui esaltava l'Italia e l'azione bellica da lei intrapresa, criticando con parole forti i non interventisti e invitando la gioventù locale ad offrire il proprio contributo e la propria partecipazione alla guerra.
Si parlerà di questo con gli storici Salvatore Iervolino e Piero Braggio. L'appuntamento, che fa parte della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", curato dal Cineclub Verona e patrocinato da Acque Veronesi, é fissato per le ore 20.30, nella sede del CTG a Santa Maria in Chiavica, nell'omonima via del Centro Storico di Verona. L'ingresso è libero.
24 maggio 2015 Italia in guerra. Verona, domenica 24 maggio 2015
Il Cineclub Verona insieme al CTG domenica 24 maggio ricorderà il centenario dell'entrata in Guerra dell'Italia. Dopo aver stipulato un patto di alleanza con le potenze della Triplice Intesa e aver abbandonato lo schieramento della Triplice alleanza, l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria il 23 maggio 1915, iniziando le operazioni belliche il giorno dopo.
L'appuntamento è a Santa Maria in Chiavica alle ore 20.30 per un momento di riflessione. Nel 2013 abbiamo iniziato i nostri incontri, con la manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", che termineranno il 28 dicembre 2019, per comprendere quello che portò alla Guerra e quello che divenne il nostro mondo durante quel primo tragico conflitto mondiale. La data del 24 Maggio è piena di significati, un popolo fu mandato in una Guerra che già era una carneficina, il perché se lo chiesero in molti, come mostra questa poesia di Piero Jahier:
Perché facevi onestamente tanti figliuoli,
nostra forza, gloria d’Italia
più di tutti ne devi sacrificare.
Perché sei sano
buon sangue che cicatrizza presto
sempre abile a risoffrire.
Perché sei povero
ora che il denaro ridicolo
non compra più nulla
che vale più solo il lavoro del povero
che la vita è sospesa tra un raccolto e l’altro
e il tuo pane scuro è diventato a tutti pane
perché, santo popolo d’Italia,
perché più di tutti devi morire?
I dirigibili italiani, la terza flotta mondiale. Verona, Santa Maria in Chiavica, 12 maggio 2015
Grande serata martedì 12 maggio al CTG, alle 20.30, per la manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, giunta al terzo anno: il comandante Alessio Meuti, Presidente del Circolo del 72, parlerà dei dirigibili italiani della Grande Guerra; interverrà anche il Presidente del Cineclub Verona, Michael Benson.
L'impiego militare del dirigibile inizia in Italia con la Guerra di Libia (1911) e si esaurisce con il primo conflitto mondiale. Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale la flotta italiana, con dodici dirigibili, era la terza dopo quelle di Germania e Francia. Gli italiani progettano e costruiscono, durante la guerra, numerosi dirigibili, soprattutto semirigidi, che impiegano intensamente per bombardamento notturno, ricognizione, controllo delle rotte navali. In particolare le caratteristiche del nostro teatro operativo con distanze modeste e condizioni climatiche non estreme portano gli italiani a privilegiare rispetto a velocità o autonomia, la capacità di portarsi a quote elevate per sfuggire alla reazione nemica durante le missioni di bombardamento.
L'incontro è ingresso libero.
Ugo Brusaporco è direttore e programmatore della manifestazione.
Aprile 1915: inizia il genocidio armeno. Verona, mercoledì 22 aprile 2015
“Il cittadino armeno non ha mai perdonato che si sia sgozzato suo padre sulla montagna curda, ma lui ti ama perché neppure tu hai mai perdonato a coloro che hanno marchiato con questa nera macchia la fronte del popolo turco”. Così scriveva il grande poeta Nazim Hikmet parlando del genocidio armeno, di quella memoria che ancora annebbia tragicamente il pensiero del popolo turco.
Ogni popolo ha paura della sua cattiva memoria, gli Stati Uniti del genocidio dei pellerossa, gli italiani dei popoli libici e eritrei, i belgi dei congolesi, i tedeschi degli ebrei, inglesi e spagnoli di intere nazioni.
Molti popoli hanno un genocidio da nascondere e che fa male ricordare. "Hushèr" in armeno vuol dire "memoria" ed è il ricordare che ferisce. Difficile rispondere a una domanda: "Che cosa sognava Primo Levi prima di cedere al desiderio di morire? Che cosa sognano i sopravvissuti a un genocidio?" domanda che risuonerà mercoledì 22 aprile al CTG a Santa Maria in Chiavica in una serata intitolata “Il genocidio armeno” e dedicata alle vittime del primo grande genocidio del XX secolo.
Fu proprio nelle notti di aprile di cento anni fa, nel 1915, che si concretizzò quella assurda idea di purificare un popolo dalla presenza di concittadini dalle idee religiose diverse. La Turchia, vedova rabbiosa dell'Impero Ottomano che aveva infestato violentemente Balcani e Medio Oriente, subdola alleata dei tedeschi e degli storici nemici cattolici austro-ungarici dall'inizio della Prima Guerra Mondiale, non ebbe migliore idea che sfogare la sua violenza anticristiana sui miti armeni, provocandone insieme al genocidio la diaspora. Fu una tragedia segnata da un sadismo inumano, anticipatore crudele di quanto faranno nazisti e Isis poi, arrivarono a crocifiggere le donne: al CTG si parlerà di questa follia inumana, nell'ambito della rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, voluta da CTG e Cineclub Verona in una serata speciale a partire dalle ore 20.30. Ingresso libero.
E arrivò il gas. Verona, martedì 21 aprile 2015
La seconda battaglia di Ypres (chiamata anche seconda battaglia delle Fiandre) combattuta sul fronte Occidentale, durante la prima guerra mondiale, iniziò il 22 aprile del 1915 e divenne uno dei momenti fondamentali e più tragici della Grande Guerra. Per la prima volta venne usato il gas! L'inizio di quella che oggi é diventato un incubo: la guerra chimica.
Fu il comando tedesco il primo a usarlo. Verso le ore 5 del pomeriggio di quel 22 aprile l'Armata Tedesca riversò 171 tonnellate di gas di cloro, 5730 bombe colme di gas dal peso di circa 41 kg l'una, su un fronte di oltre sei chilometri. L'effetto fu tremendo su quella parte di fronte difesa dalle truppe coloniali francesi, marocchine e algerine, la 45esima e la 87esima divisione.
Tre mesi prima, sul fronte orientale, durante la battaglia di Bolimov, i tedeschi avevano tentato di usare il gas, ma per il freddo il gas si liquefò e divenne inerte. Questa volta il gas causò oltre seimila feriti, la maggior parte dei quali morì, oltre cinquemila, nei primi minuti, per effetto dell'azione del gas sui polmoni e del tentativo di fuggirne uscendo dalle trincee finendo sotto i colpi dei tedeschi. Si parlerà di questa battaglia e dell'uso dei gas, martedì 21 aprile, al CTG a Santa Maria in Chiavica, con gli storici Salvatore Iervolino, specialista di armi e armamenti, Maurizio Grassi, di tattiche militari, e Piero Braggio.
L'appuntamento, che fa parte della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" organizzata dal CTG (Centro Turistico Giovanile) di Verona con il Cineclub Verona, è alle ore 20.30. L'ingresso è libero.
Anche Peter Pan muore! Verona, martedì 17 marzo 2015
Al CTG per la manifestazione “Oh Uomo! Quale grande Guerra”, organizzata da Cineclub Verona e Cineclub Verona, alle ore 20.30 si ricorda la morte in azione, il 15 marzo 1915, sul fronte occidentale di George Llewelyn Davies, soldato inglese che, bambino, aveva ispirato la figura di Peter Pan.
L'incontro sarà condotto da Ugo Brusaporco in Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica. Ingresso libero.
Una pallottola alla testa, un colpo solo, e Peter Pan cadde a terra con tutti i suoi sogni, era il 15 marzo del 1915, sul fronte occidentale, in una trincea vicino al Belgio. Lui, vestito da sottotenente del glorioso King's Royal Rifle Corps, non era sposato, non aveva figli, aveva solo i suoi 21 anni. Era nato il 20 luglio 1893 a Londra, la governante sua e quella dei suoi fratelli amava portarli nei giardini di Kensington e fu qui che incontrarono James Matthew Barrie, e qui divennero nella fantasia dello scrittore i personaggi eterni di Peter Pan e dei bambini perduti. Lui era George Llewelyn Davies, i suoi fratelli Jack, Peter, Michael e Nicholas, la loro storia ben diversa da quella dei sogni, Michael si suicidò a 21 anni, era nato nel 1900, Peter si suicidò anni dopo. George e i suoi fratelli trovarono in Barrie l'uomo che li aiutò dopo la morte del padre e della madre. Lui trovò in loro la poesia di Peter Pan. Si ricorderà George Llewelyn Davies martedì 17 marzo al Ctg a Santa Maria in Chiavica nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" organizzata dal CTG con il Cineclub Verona e Acque Veronesi. Si vedranno immagini di lui, dei suoi fratelli e di Barrie, del primo grande film dedicato a questa storia, l'incredibile "Peter Pan" del 1928, uno delle migliori commedie hollywoodiane, e si parlerà di Peter Pan, dei bambini perduti, di quelle storie che nonostante le guerre saranno sempre raccontate "E così, via via, avverrà, sempre, finché i bambini saranno spensierati, innocenti e senza cuore", come scriveva J. M. Barrie.
La fine del Dresden e della guerra tedesca nel Pacifico. Verona, martedì 10 marzo 2015
Un primo verdetto della Grande Guerra fu dato già il 14 marzo del 1915, nei pressi dell'isola cilena di Más a Tierra (oggi conosciuta come Isola di Robinson Crusoe) dove l'ultimo dell'Ostasiengeschwader ("Squadrone dell'Asia orientale") della Marina Imperiale tedesca, l'incrociatore leggero Dresden, guidato dell'ammiraglio Graf Maximilian von Spee, fu affondato.
Era la fine di un sogno coloniale, che gli squadroni britannici seppellirono nell'Oceano incuranti delle polemiche cileno-tedesche che accusarono i sudditi di sua maestà di pirateria per aver invaso nell'inseguimento della Dresden le acque territoriali cilene. Ma come dimenticare come stava agendo la Marina Imperiale tedesca in quel mare che sembrava terra di nessuno: l'incrociatore legero SMS Emden, fece irruzione nell'Oceano Indiano, razziando affondando o catturando una trentina di navi alleate, fossero mercantili o navi da guerra, bombardando Madras e Penang, e distruggere un ponte radio sulle Isole Cocos, prima di essere affondato lì dal suo corrispondente HMAS Sydney della marina australiana. Lo stesso Squadron, comandato dall'ammiraglio Graf Maximilian von Spee, aveva navigato attraverso il Pacifico, con raid a Papeete e vincendo la battaglia di Coronel prima di essere distrutto nella battaglia delle Isole Falkland, preludio all'ingloriosa fine di Mas a Tierra, dove il Dresden si era rifugiato fidando della neutralità cilena ma dimenticando l'eredità inglese di Sir Drake.
The Birth of a Nation. Verona, martedì 17 febbraio 2015
Al CTG per la rassegna "Oh Uomo! Quale grande Guerra" il 17 febbraio si vedrà “Nascita di una nazione” (The Birth of a Nation) diretto da David Wark Griffith. Film muto, immesso nel circuito cinematografico l'8 febbraio 1915, è stato uno dei film privi di sonoro che hanno fatto registrare i maggiori incassi della storia ed è stato molto importante per la storia del cinema per le tecniche innovative che apportava alla settima arte.
"The Birth of a Nation", ovvero l'opera più complessa, spettacolare, emozionante, viva e naturalmente controversa, nella storia del cinema, è il film che si ama e che molti odiano ma dal quale non si può prescindere. Chi lo detesta lo fa perché lo pensa razzista, ma chi lo attaccò all’epoca sono coloro che hanno voluto il colonialismo, le guerre mondiali, gli intolleranti che Griffith accuserà in “Intollerance”.
In Francia trionfava l'antisemitismo, la cultura machista era un fiore all'occhiello dell'Italia. Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Italia occupavano i territori africani per dominarli e questo non era scandaloso. Griffith mostra l'idea del tempo. Fa spavento? Sì, ma non si dovrebbe entrare nel Colosseo pensando alle vittime dei romani. Resta il fatto che il film rappresenta la massima realizzazione cinematografica di tutta la Storia del Cinema e nessuno riesce a superarlo per l'umanità che lo caratterizza.
Martedì 17 febbraio 2015, ore 20.30, Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica. Con Igino Maggiotto e Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
Il primo bombardamento aereo della storia. Verona, martedì 20 gennaio 2015
Primo raid dei dirigibili Zeppelin tedeschi sull' Inghilterra, è il 19 gennaio 1915 e vengono bombardate la cittadina di Great Yarmouth e alcuni villaggi vicini, oltre 20 le vittime. Ma fu l'orgoglio inglese ad essere più colpito.
Martedì d'eccezione, questo 20 gennaio, al CTG a Santa Maria in Chiavica, dove per la manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", apertasi nel novembre del 2013 e in programma fino al dicembre 2019, si parlerà di Great Yarmouth, città inglese, che é stata la prima città della storia ad essere colpita da un bombardamento aereo diretto verso civili.Accadde il 19 gennaio 1915 e causò la morte di oltre venti persone oltre a danni all'abitato. La mattina di quel martedì di gennaio, due Zeppelin dell'imperiale aviazione tedesca, segnati L3 e L4, partiti dall'aeroporto tedesco di Fuhlsbüttel, avevano un autonomia di 30 ore di volo, e portavano 8 bombe e 25 dispositivi incendiari. Avevano avuto il permesso dallo stesso imperatore Guglielmo II di attaccare obiettivi militari e industriali dell'Humberside.
Un altro Zeppelin, il dirigibile L6, era partito nello stesso tempo da Nordholz, diretto alla foce del Tamigi, sempre per ordine dell'imperatore che aveva comunque vietato l'attacco a Londra per evitare problemi alla famiglia reale di cui era parente. Ma per problemi tecnici il dirigibile dovette ritornane prima di raggiungere la costa inglese. Per il brutto tempo gli altri due dirigibili dovettero rinunciare al loro obiettivo e puntare sulle città costiere del Norfolk. Gli Zeppelin L3 e L4 attraversano la costa a Est, trovandosi a Nord di Great Yarmouth, L3 curva a Sud Est puntando verso la città, mentre L4 gira a Nord Ovest verso Kings Lynn che poi bombarderà. Intanto L3 é su Great Yarmouth e lascia cadere le bombe causando la prima vittima, Samuel Alfred Smith, il primo civile britannico a essere ucciso da un bombardamento aereo.
Alla serata parteciperà Alessio Meuti, tenente Colonnello della riserva, che è stato comandante del 72° Gruppo IT di Bovolone. Meuti ha prestato servizio per oltre 40 anni nell’Aeronautica Militare ed è stato presente nel teatro afgano nel 2007 come addetto stampa. Attualmente è Presidente dell’associazione di cultura aeronautica “Il Circolo del 72”.
L'appuntamento é alle ore 20.30. Ingresso libero. Presenta Ugo Brusaporco.
100 anni fa il terremoto nella Marsica. Verona, martedì 13 gennaio 2015
Il 13 gennaio del 1915, giusto 100 anni fa, l'Italia venne sconvolta dal terrificante terremoto che colpì la Marsica. Oggi come ben spiega l'enciclopedia Treccani ben pochi sanno cosa sia la Marsica a parte gli abitanti, in realtà il conoscerla spiega meglio il nostro presente, visto che anche allora all'epicentro c'era la città de L'Aquila.
La Marsica é quel territorio che dai confini estremi della provincia romana raggiunge l'Abruzzo, una regione "assai segregata ad economia prevalentemente pastorale", il cui destino cambiò con il prosciugamento nel 1875 del Lago Fucino che mise a disposizione un florido terreno agricolo con la crescita di centri come Avezzano, Pescina e Sora e la nascita di altri come San Benedetto. La crescita si bloccò il 13 gennaio 1915 per un terremoto che rase al suolo Avezzano, Collarmele, S. Benedetto, Paterno, Gioia dei Marsi, S. Pelino e altri paesi, arrivando a fare gravi danni a L'Aquila.
Ufficialmente i morti furono 28.237 e le aree coltivate subirono danni notevoli. Alcune fonti parlano di oltre trentamila morti e di migliaia di feriti, degli oltre undicimila abitanti di Avezzano sopravissero solo poche centinaia. Lo Stato mandò l'esercito a aiutare i sopravvissuti, ma l'avvicinarsi dell'entrata in guerra, consigliò i comandi militari a lasciare la Marsica al suo destino, richiamando le truppe.
Si parlerà di questo, con l'aiuto di immagini dell'epoca, nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" voluta dal CTG e Cineclub Verona in collaborazione con Acque Veronesi, martedì 13 gennaio a Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica, sede del CTG. Interverranno il sismologo Giangaetano Malesani, insieme agli storici Piero Braggio, Maurizio Grassi, Salvatore Iervolino. Conduce Ugo Brusaporco.
L'appuntamento é alle ore 20.30, l'ingresso è libero.
Buon Compleanno CINEMA! Verona, domenica 28 dicembre 2014
Ci sono film importanti, ci sono capolavori, ma sono pochi i film che cambiano la STORIA raccontandola e uno di questi pochi è JOYEUX NOËL di Christian Carion, film del 2005 che racconta quanto accadde la notte di Natale del 1914 su una parte del fronte occidentale.
Un episodio tenuto nascosto da tutte le autorità militari e politiche dei due fronti per il suo valore rivoluzionario nel nome della fraternità. La trasmissione Uomini e Profeti con le voci di Gabriella Caramore e di padre Bianchi, ha definito il film necessario per comprendere il Natale e l'umanità.
CTG, Cineclub Verona e Acque Veronesi vogliono ricordare quella Notte Santa, presentando il film, nell'ambito della manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, domenica 28 dicembre, data dedicata nel mondo alla nascita del Cinema, nella sede in Via Santa Maria in Chiavica.
JOYEUX NOËL (Francia, 2005, 116') di Christian Carion. Con Diane Kruger, Benno Fürmann, Guillaume Canet, Natalie Dessay.
Un pastore scozzese, un tenente francese, un tenore tedesco "star" dell’epoca e una soprano danese, la notte della vigilia del Natale 1914, si ritrovano a fraternizzare con i soldati delle trincee tedesche, francesi e britanniche. Uno straordinario incontro notturno che sconvolgerà il destino dei quattro personaggi e della Prima Guerra Mondiale.
Inizio ore 20.30, ingresso libero. Presentano Ugo Brusaporco e Michael Benson. Serata dedicata a Piero Barzisa, Sirio Luginbühl, Declan McLoughlin.
Anche la Grande Guerra ebbe la sua musica. Verona, martedì 9 dicembre 2014
Ancora un incontro sulla Musica della Prima Guerra Mondiale al CTG martedì 9 dicembre per la lunga manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" partita nel novembre dello scorso anno grazie all'impegno del Ctg Verona e del Cineclub Verona e all'appoggio di Acque Veronesi.
"Certamente le canzoni di guerra sono uno degli elementi fondamentali per la cristallizzazione della memoria della Grande Guerra. Sono al centro di una specie di reversibilità di qualità civili e militari che, durante il conflitto, vengono richiamate a guisa di anatema e ragione ultima per la quale si soffre, si combatte e si sogna un rientro nella società civile della pace. L’ideale di quest’ultima aiuta il combattente a sopportare fatiche, privazioni e dolori, mentre le virtù e le doti militari, legate al senso del dovere, coadiuvano analogamente gli sforzi per l’agognata pace"
La musica della prima guerra mondiale è un argomento che spesso sfugge agli storici, impegnati a ricordar battaglie e eventi, che mai come oggi, a cento anni di distanza, ci sembrano lontani e appannati. Sembrano passati in fretta secoli da quel lontano 1964 in cui al Festival dei Due Mondi a Spoleto successe uno scandalo per una canzone popolare del 1916 "Gorizia tu sei maledetta" che offese tutti gli ufficiali presenti che vedevano offesa la loro divisa da quelle parole: "Voi chiamate il campo d’onore /questa terra di là dei confini; /qui si muore gridando “Assassini!” /maledetti sarete un dì". Addirittura allora un gruppo di estremisti di destra organizzò una marcia a Spoleto per difendere l'onore della Patria.
In quel tempo le parole avevano un peso che oggi non hanno più. Lo stesso ricordare la musica di quegli anni di guerra non vuol dire ricordare solo i canti che hanno reso leggendari gli alpini, ma ricordare come, per esempio in Francia, un'intera generazione di musicisti si trovò finalmente a fare i conti con la realtà, cosa che in Italia toccò ai poeti. Oltralpe Vincent Dubois si ispirò nel 1915 al bombardamento di Reims per il suo "Evocation" e Louis Vierne dedicò al figlio, morto per la patria, il suo Quintetto con pianoforte. Ancora diversamente dallo spontaneismo dei canti alpini si situa il mondo musicale inglese, dove è l'apparato militare che fornisce ai soldati insieme alle armi le canzoni per farsi coraggio.
Di tutto questo si parlerà a Santa Maria in Chiavica in compagnia di Igino Maggiotto e Ugo Brusaporco. L'appuntamento è alle 20.30, l'ingresso è libero.
Ricordare Luigi Pirandello. Verona, martedì 26 novembre 2014
Una serata importante per la Storia d'Italia, ricordare Luigi Pirandello, 80 anni dopo il Nobel, al CTG Verona, in Via Santa Maria in Chiavica 7, nell’ambito della rassegna “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, all'interno dell'omonima splendida chiesa sita nel centro antico della città scaligera, martedì 26 novembre 2014, ore 20.30, ingresso libero. Intervengono gli storici Salvatore Iervolino, Piero Braggio, Maurizio Grassi. Conduce la serata Ugo Brusaporco.
“Eccellenza, sento che questo è per me il momento più proprio di dichiarare una fede nutrita e servita sempre in silenzio. Se l'E.V. mi stima degno di entrare nel Partito Nazionale Fascista pregherò come massimo onore tenermi il posto del più umile e obbediente gregario. Con devozione intera”.
17 settembre 1924, il 16 agosto era stato ritrovato il corpo di Giacomo Matteotti, durante la guerra Pirandello aveva scritto molto per il teatro, anche “Pensaci Giacomino”.
In un articolo del 1900 Pirandello scrisse: “Il nostro spirito consiste di frammenti, o meglio, di elementi distinti, più o meno in rapporto tra loro, i quali si possono disgregare e ricomporre in un nuovo aggregamento, così che ne risulti una nuova personalità, che pur fuori dalla coscienza dell'io normale, ha una propria coscienza a parte, indipendente, la quale si manifesta viva e in atto, oscurandosi la coscienza normale, o anche coesistendo con questa, nei casi di vero e proprio sdoppiamento dell'io. [...] Talché veramente può dirsi che due persone vivono, agiscono a un tempo, ciascuna per proprio conto, nel medesimo individuo. Con gli elementi del nostro io noi possiamo perciò comporre, costruire in noi stessi altri individui, altri esseri con propria coscienza, con propria intelligenza, vivi e in atto.”
La Turchia entra in guerra decretando la sua fine imperiale. Verona, martedì 18 novembre 2014
Serata di gran Storia al CTG Verona che per la manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", organizzata con il Cineclub Verona e patrocinata da Acque Veronesi, presenta una riflessione sul tema "La Turchia entra in guerra - La fine dell'Impero Ottomano" giusti cento anni dopo la dichiarazione di guerra con cui la Turchia entra nel primo conflitto a fianco di Germania e Austria.
A quel tempo la Turchia esisteva come entità principale di quell'Impero Ottomano che, nato nel 1299, finirà dopo oltre sei secoli, nel 1922, come conseguenza della sconfitta proprio nella Grande Guerra. Guidato da Maometto V, forse il più inetto della sua dinastia, l'Impero si era scontrato con l'Italia poco prima della Guerra, e proprio durante il conflitto si macchiò del massacro degli Armeni.
Già il 2 agosto 1914, il Gran Visir Said Halim, concludeva un accordo segreto di alleanza con la Prussia, che sarebbe entrato in vigore nel caso in cui la Russia avesse attaccato l’Impero Ottomano. E questo accadde il 29 ottobre 1914, il pretesto uno scontro navale nel Mar Nero tra la flotta Russa e quella ottomana. Proprio l'accordo del 2 agosto pone in luce il particolare rapporto tra Germania e Turchia, un rapporto che negli anni ha fatto dei turchi i maggiori immigrati in Germania, e dei tedeschi la fonte turistica più importante per il vecchio alleato.
Partecipano all'incontro Igino Maggiotto e gli storici Pietro Braggio, Salvatore Iervolino e Maurizio Grassi. Coordina l'incontro Ugo Brusaporco. L'appuntamento è a Santa Maria in Chiavica, centro antico di Verona, sede del CTG, martedì 18 novembre alle ore 20.30, ingresso libero.
Una Storia Italiana. Verona, 4 novembre 2014
CTG e Cineclub Verona presentano, in collaborazione con Acque Veronesi, per il ciclo di incontri: “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”: 4 NOVEMBRE, UNA STORIA ITALIANA, ore 20.30.
Il 4 novembre 1918 aveva termine il 1° conflitto mondiale - la Grande Guerra - un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l'inizio del '900 e che ha determinato radicali mutamenti politici e sociali.
La data, che celebra la fine vittoriosa della guerra, commemora la firma dell'armistizio siglato a Villa Giusti (Padova) con l'Impero austro-ungarico ed è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate.
Il 4 novembre non è una festa armata ma è la festa della PACE. In questa giornata si intende ricordare, in special modo, tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e quelli di oggi. Valori che solo l’idea di Pace ricorda.
Intervengono gli storici Salvatore Iervolino, Piero Broggio e Maurizio Grassi. Coordina l'incontro Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
Ottobre 1914 nasce una stella: Beniamino Gigli. Verona, martedì 28 ottobre 2014
Al CTG un centenario da non dimenticare. Nell' ambito della manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra”, voluta da CTG e Cineclub Verona, con il patrocinio di Acque Veronesi, si ricorderà la nascita artistica del grande tenore Beniamino Gigli.
"Il vero esordio di Beniamino Gigli (20 marzo 1890 - 30 novembre 1957) ebbe luogo il 14 ottobre 1914 al teatro Sociale di Rovigo ne La Gioconda di A. Ponchielli, replicata poi al teatro Verdi di Ferrara sotto la direzione di Tullio Serafin. Questi lo fece scritturare dal teatro Carlo Felice di Genova nella stagione 1914-15, ove apparve accanto a Rosina Storchio in Manon di J. Massenet, ottenendo consensi di pubblico e di critica, quindi in Tosca di G. Puccini, e ancora ne La Gioconda". Considerato il prototipo del tenore italiano, dominò per oltre quarant'anni le scene di tutto il mondo, divenendo uno dei beniamini del pubblico, e resta tutt'oggi, alla luce di una tradizione che dal romanticismo giunge sino ai nostri giorni, mirabile esempio di una vocalità naturale tipicamente italiana. La sua voce fu straordinaria per purezza d'emissione, padronanza tecnica, "perfetta omogeneità di registri, smalto limpidissimo, timbro delicato e dolcissimo, ma anche pieno, pastoso, intenso, sonoro". (Celletti, in Le grandi voci)
Appuntamento alle ore 20.30 a Santa Maria in Chiavica, Centro Storico di Verona. Intervengono il musicologo Giorgio Bagnoli e gli storici Salvatore Iervolino e Maurizio Grassi. Coordina l'incontro Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
"Mine sull'Adriatico". Verona, martedì 21 ottobre 2104
Per tutto il 1914 la guerra navale nel mare Adriatico fu caratterizzata da ripetute incursioni della flotta francese la quale, però, dovendo appoggiarsi sulla lontana base di Malta, non fu mai in grado di esercitare una pressione continua sulle basi nemiche. Si accontentò quindi di stendere dei campi minati.
Dal canto suo la flotta austro-ungherese, come poi avrebbe fatto con la flotta italiana dal 1915 al 1918, non tentò mai di affrontare il nemico in mare aperto, preferendo tenere le unità maggiori al sicuro entro le munitissime basi della costa dalmata che, per la ricchezza di isole, penisole e calali (i valloni), si prestava magnificamente a una condotta difensiva della guerra. Anche le operazioni di blocco della costa montenegrina vennero interrotte da parte delle unità di superficie e proseguite invece mediante altri sbarramenti di mine.
Fu appunto su una di queste mine che, nel gennaio 1915, saltò in aria e affondò un cacciatorpediniere francese.
Sabato 2 ottobre 1914 "Il Giornale d'Italia" titola: "La Grande Guerra si risolverà in primavera. Le mine austriache in Adriatico offendono la neutralità dell'Italia". In seguito alla dichiarazione di guerra la flotta anglo-francese si diresse nell'Adriatico per creare un blocco navale sul Montenegro nei confronti dell'Austria. Quest'ultima, al pari delle potenze avversarie, dispose una serie di campi minati in modo da colpire le navi nemiche nei quali tuttavia incapparono anche pescherecci italiani. Tali eventi contribuirono ad incrinare la posizione di neutralità dell'Italia, dimostrando altresì come la Regia Marina dovesse adeguarsi ai nuovi mezzi offensivi resi disponibili dall'evoluzione tecnologica di quegli anni: mine, appunto, sommergibili e piccole unità siluranti.
Al CTG Verona, Cineclub Verona e Acque Veronesi presentano, per la rassegna Oh Uomo! Quale Grande Guerra, "Mine sull'Adriatico" con Maurizio Grassi, Salvatore Iervolino, Piero Braggio. Presenta Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
Berto Barbarani. Il Poeta di Verona. Verona, martedì 7 ottobre 2014
Al Ctg sbarca il Berto Barbarani più scomodo, quello che parla del malessere della società veronese prima dell'entrata in guerra. Un Poeta forte e politicamente schierato con un sottoproletariato schiacciato da una borghesia insensibile, un mondo che sogna di emigrare per trovare finalmente dignità.
Crepà, la vaca che dasea el formaio,
morta la dona a partorir 'na fiola,
protestà le cambiale dal notaio,
na festa, seradi a l'ostaria,
co un gran pugno batù sora la tola:
“Porca Italia” i bastiema: “andemo via!”
L'appuntamento che fa parte della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" organizzato dal Ctg con il Cineclub Verona e il patrocinio di Acque Veronesi, è alle ore 20.30, nella ex chiesa di Santa Maria in Chiavica.
Con Salvatore Iervolino. Igino Maggiotto, con la sua fisarmonica, accompagnerà la lettura di Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
Architettura e Grande Guerra. Verona, 23 settembre 2014
“Dopo l’unità d’Italia, Verona registrò una discreta crescita demografica, poiché gli abitanti della campagna veronese, che stavano vivendo i momenti più difficili e poveri della loro storia moderna, diedero vita a un flusso migratorio dalle zone rurali e dai centri minori verso il capoluogo. Tutto questo causò un forte aumento di domanda di abitazioni e la necessità urgente, da parte degli organi pubblici, di rispondere a tale esigenza.
Nacquero proprio in quel periodo i primi quartieri popolari a San Bernardino, a Porta Palio e a Porto San Pancrazio. Nonostante questi provvedimenti, la richiesta di alloggi popolari non fu soddisfatta e si rese necessario realizzare altri interventi in zona Tomba e Tombetta, a sud della città.
Il fenomeno del primo inurbamento porto all’emanazione del R.D. del 10 novembre 1910, che consenti la prima vera espansione della città. Furono programmati i piani d’ampliamento che in seguito daranno vita ai quartieri Venezia, San Pancrazio, Roma, e si permise di costruire anche in Spiana, sino a quel momento bloccata per motivi militari. Gli edifici del centro storico, dove possibile, aumentarono di volume con sopraelevazioni e superfetazioni." (www.italianostravr.it)
23 Settembre 2014, ore 20.30, Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica. Con: Michele Demori, Marco Campolongo, Abbas Gharib, Salvatore Iervolino. Moderatore: Ugo Brusaporco. Ingresso libero.
“MALEDETTO XV”. Benedetto XV, il Papa più odiato dagli italiani. Verona, martedì 16 settembre 2014
Elevato alla porpora nel giugno 1914, Giacomo Della Chiesa (Genova 1854 - Roma 1922) il 3 settembre diveniva Papa Benedetto XV.
Nelle difficili circostanze della guerra, pur con qualche oscillazione, si sforzò di portare la pace, serbandosi insieme imparziale fra i belligeranti: e il 1º agosto 1917 presentava ai capi degli stati in guerra un programma di pace con l'invito di sostituire "alla forza materiale delle armi la forza morale del diritto". Ma la diminuzione degli armamenti e l'istituzione di un arbitrato obbligatorio, la libertà dei mari, il condono reciproco delle spese di guerra, il regolamento delle questioni territoriali secondo le aspirazioni dei popoli, e gli altri punti del programma non furono accettati dai belligeranti, mentre la sua definizione della guerra come "inutile strage" suscitò sospetti e diffidenze, specie in Italia.
Cercò di alleviare le sofferenze intervenendo a favore delle popolazioni civili, dei prigionieri e dei feriti, e dopo la fine del conflitto si adoperò per agevolare le sistemazioni di pace.
Se ne parlerà a Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica, 16 settembre 2014, ore 20.30. Con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio, Maurizio Grassi. Ingresso libero.
Il cinema e la grande guerra al CTG. Verona, martedì 9 settembre 2014
Si parlerà di Cinema e Grande Guerra al CTG di Santa Maria in Chiavica, martedì 9 settembre alle ore 20.30. Nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! La Grande Guerra", promossa da CTG e Cineclub Verona e patrocinata da Acque Veronesi, sarà presentato il libro "L'ultimo rifugio delle canaglie - Il cinema e la Grande Guerra" di Enrico Giacovelli.
Un testo pubblicato da Quaderni di Cinema Sud che analizza i film girati su il tema della prima guerra mondiale dal punto di vista del pacifismo: "La cosiddetta Grande Guerra è stata uno dei più feroci e insensati crimini della storia dell'umanità, se di umanità si può parlare, e ha conosciuto livelli tali di barbarie da diventare lo sfondo ideale di quasi tutti i grandi film pacifisti e antimilitaristi del ventesimo secolo".
Basato su una documentazione storica approfondita, il libro è un pamphlet pacifista, pieno di amarezza di fronte a più di 9 milioni di sodati morti, sette milioni di civili morti, 21 milioni di feriti... La Grande Guerra.
Ingresso libero.
La Germania dichiara guerra alla Russia. La Guerra diventa mondiale. 1° Agosto 1914. Verona, 1 agosto 2014
Alle cinque della sera il Kaiser Guglielmo II ordina la mobilitazione generale in Germania, che riguarda più di tre milioni di uomini. Due ore più tardi, dopo che la Russia ha respinto l’ultimatum di Berlino, l’ambasciatore tedesco a San Pietroburgo consegna al ministro Sazonov la dichiarazione di guerra della Germania alla Russia.
Monaco di Baviera - La folla che riempie l’Odeonsplatz accoglie con grida di giubilo le notizie che arrivano da Berlino. Parigi - In mattinata la Francia, alleata della Russia dal 1894, ha risposto negativamente alla richiesta di una sua neutralità in caso di conflitto tra Germania e Russia. Anche Parigi decide la mobilitazione, a partire dal 2 agosto: coinvolti quasi tre milioni di uomini…
Con Ugo Brusaporco, Salvatore Iervolino, Piero Braggio.
Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica, 1 agosto 2014, ore 20.30. Ingresso libero.
Al CTG con Elektra e la Duse. Verona, martedì 15 luglio 2014
C'è un testo nel mondo del teatro che è diventato leggendario, si tratta di "Elektra", non quella di Sofocle, che appartiene alla Storia del Teatro Classico, ma un atto unico, un gesto di stima e di amore, che Hugo von Hofmannsthal scrisse in francese per Eleonora Duse nei primi anni del XX secolo, che la mitica attrice mai recitò e che dopo essere scomparso per settant'anni venne casualmente ritrovato in un archivio.
Da allora le grandi attrici di tutto il mondo si sono confrontate con questo testo che porta in sé il peso intellettuale di un mondo che si frantuma e si inizia a una guerra mai conosciuta dall'umanità intera. Proprio l’Elektra di Hofmannsthal sarà protagonista dell'incontro di martedì 15 luglio al CTG per la manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", promossa dal CTG con il Cineclub Verona e Acque Veronesi.
Ne parlerà il critico musicale e teatrale Giorgio Bagnoli insieme agli storici Pietro Braggio e Salvatore Iervolino che inquadreranno l'opera nel tempo e a confronto con le nascenti ideologie. Si ascolteranno brani da questa preziosa "Elektra" con le voci di Gloria Girelli Bruni, Cecilia Botturi, Giovanna Rossignoli e Lorenzo Bassotto accompagnati dal maestro Tiziano Cappelletto. Per una sera a Santa Maria in Chiavica, nel cuore di Verona antica risuonerà la storia di Elettra, figlia di Agamennone, che vive lunghi anni accanto a chi le ha ucciso il padre, aspettando il ritorno a Micene di Oreste, suo fratello cui è affidato il compito della vendetta. Una storia ri-raccontata cento anni fa da un grande poeta prima di una tragedia ben più grande.
CTG e Cineclub Verona, in collaborazione con Acque Veronesi, nell’ambito di “Oh Uomo! Quale Grande Guerra?”, presentano: "Elektra", per Eleonora Duse, di Hugo von Hofmannsthal. Con Gloria Girelli Bruni, Cecilia Botturi, Giovanna Rossignoli, Lorenzo Bassotto. Tiziano Cappelletto klarinette.
Intervengono:
- Giorgio Bagnoli, storico teatrale e musicale
- Salvatore Iervolino, storico
- Piero Braggio, storico
Presenta: Ugo Brusaporco
Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica, 15 luglio 2014, ore 20.30. Ingresso libero.
Mabel Normand l'unica rivale di Charlie Chaplin. Verona, martedì 8 luglio 2014
Martedì speciale, 8 luglio, al CTG a Santa Maria in Chiavica, dove per la manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", organizzata da CTG e Cineclub Verona con l'appoggio di Acque Veronesi, si vedrà, per la serata "Si ride nei giorni prima della guerra", un omaggio a "Mabel Normand - l'unica diva del comico".
Mabel Normand é stata la prima e l'unica grande attrice e regista della commedia cinematografica statunitense. Un personaggio unico avvolto nella leggenda e capace di suscitare tremende invidie in un mondo del cinema volto al maschile che lei seppe tenere a bada e dominare, prima di cadere vittima delle purghe puritane guidate da Hayes. Era nata il 9 novembre 1892 (o forse era il 1894 o '95) a Staten Island (New York) ma forse era un altro luogo, suo padre era un pianista, lei divenne campionessa di tuffi, ed è morta di tubercolosi, a 37 anni, nel sanatorio di Monrovia (California) il 23 febbraio 1930 o forse era un altro giorno.
Mack Sennett, "King of Comedy", l'amava più di ogni altra tra le centinaia di donne che amava, perché era l'unica a vincerlo con il suo scatenato humour. Charlie Chaplin, che da lei fu diretto e che con lei recitò, oltre a innamorarsene la trovava il solo motivo di fascino dei film di Sennett, di cui era geloso proprio per via di lei. Mabel era la grazia fatta donna, non solo conquistava con la sua aria ingenua e con quel disarmante candore, ma era il film comico, la commedia, l'umanità, mai prima si era vista un'attrice così piena di comicità, mai si è vista dopo. Anche la sua vita fu spettacolo, ma drammatico, divenne persino soggetto del film "Sunset Boulevard" di Billy Wilder. Droga, omicidi, amanti, e troppi uomini con cui combattere, il suo destino.
Nel corso della serata si vedrà anche il ritrovato "Won in a Closet" una comica del 1914 creduta perduta ma ritrovata recentemente in Nuova Zelanda. Appuntamento alle ore 20.30, ingresso libero. La serata é dedicata a Giovanna Zofrea, amica della Cultura e del Cineclub.
Musica al tempo della Grande Guerra. Verona, martedì 17 giugno 2014
Incontro speciale al CTG a Santa Maria in Chiavica (splendida ex chiesa nell'omonima via nel Centro Antico di Verona), dove nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", apertasi lo scorso novembre, sarà protagonista, martedì 17 giugno, insieme alla musica di quel tempo, un personaggio che come pochi influenzò la cultura di quegli anni: Erik Satie (1866-1925).
“Satie ci è indispensabile” scriveva John Cage di quello che è considerato, insieme a Duchamp, il vate di tutta la concezione moderna dell’arte. Non un teorico - non era proprio un saggio solone, ma era spesso un irritante calabrone - che con ironia e sapiente sarcasmo indica cammini nuovi non solo alla musica ma all'idea filosofica del vivere. Riusciva a essere originale tra Debussy a Stravinsky, a districarsi tra e Diaghilev e Max Jacob e Picasso, Tzara e Cocteau, lui oracolo ascoltato del nuovo.
Capace di sfidare le pene dei tribunali pur di non tacere, nel 1917 viene condannato per un bigliettino scritto a un critico: "Signore, lei non è che un culo, ma un culo senza musica". Ci ha lasciato opere straordinarie come Gymnopedie e Parade.
L'appuntamento, promosso da Acque Veronesi, CTG e Cineclub Verona, è alle ore 20.30, ingresso libero.
Il mito del Titanic nasce da Atlantis. Verona, martedì 10 giugno 2014
Ci sono film, pochi, che da soli diventano leggende e insieme riescono a creare dei miti, pensiamo a "Via col vento" e la Guerra di Secessione vista dai sudisti oppure a "Casablanca" e le storie d'amore in fuga dal nazismo. Di più riesce a fare un film straordinario, sotto tutti i punti vista, come "Atlantis" di August Blum, un film danese del 1913, nato dall'omonima novella di Gerhard Hauptmann, che diventa volontariamente il primo film sulla tragedia del Titanic, il film che ne crea il mito.
Incredibile come lo scrittore, premio Nobel nel 1912, abbia saputo immaginare una storia che diventava realtà, ma ancor di più è la prodigiosa messa in scena ad abbagliare lo spettatore e a fargli rivivere un'emozione raccontata in tutto il mondo. Nel cast Ida Orloff, diva dell'opera di Vienna, nata a San Pietroburgo nel 1889 e morta suicida nel 1945 durante la battaglia di Vienna, impaurita dall'idea di vivere sotto la Russia. Fu scelta dallo stesso Hauptmann, di cui era divenuta amante quando aveva sedici anni. Assistente alla regia era un giovane Michael Curtiz. Di August Blum (1869-1947) vale quanto scrissero alla sua morte: "Sapeva di non essere un genio come regista, ma ha dimostrato di essere il più intelligente e raffinato regista del suo tempo". Di lui, considerato il padre della cinematografia nordica, restano oltre cento titoli, ma "Atlantis" è il suo film di maggior successo.
Lo si vedrà martedì 10 giugno al CTG di Santa Maria in Chiavica, Verona Città antica, nell'ambito della rassegna "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" curata dal Cineclub Verona e sostenuta da CTG e Acque Veronesi.
ATLANTIS. Regia di August Blom (Danimarca 1913). Con: Olaf Fønss, Frederik Jacobsen, Ida Orloff, Carl Lauritzen, Ebba Thomsen.
L'appuntamento è alle 20.30, l'ingresso è libero. Igino Maggiotto accompagnerà il film che sarà presentato da Ugo Brusaporco.
La Settimana Rossa. Verona, martedì 3 giugno 2014
Al CGT si ricordano la Settimana Rossa e Filippo Corridoni. Quando Mussolini voleva un'Italia socialista. “Il popolo non crede ai cultori delle cedole bancarie. Crede all'azione, a chi gli indica le vie del destino. Crede soprattutto a chi gli aprirà le strade vere della giustizia sociale” così pensava Filippo Corridoni (19 agosto 1887 - San Martino del Carso, 23 ottobre 1915) sindacalista, socialista, rivoluzionario che influì in modo determinante al compimento della Storia italiana prima della Grande Guerra, tanto da essere conteso come immagine dal fascismo mussoliniano. Di Vittorio lo ricorda per il suo impegno socialista: i due furono legati d'amicizia, sia dal sindacalismo della CGIL.
Corridoni fu tra i protagonisti del maggior evento interno della Storia dei primi anni del XX secolo: quella "Settimana Rossa" che fu un'insurrezione popolare scoppiata a Ancona il 7 giugno 1914 e subito propagatasi in Romagna, Toscana e ad altre parti d'Italia per chiudersi nel sangue il 14 giugno. Il pretesto fu la protesta contro una serie di riforme introdotte dal Governo di Giovanni Giolitti. Si pensò per la prima volta che l'Italia potesse avere una sua Rivoluzione e ancora oggi gli storici dibattono su quanto successe, sempre partendo da posizioni politiche lontane da un'idea libera.
Si discuterà di Mussolini socialista, di Filippo Corridoni e della Settimana Rossa, martedì 3 giugno, alle 20.30 al CTG a Santa Maria in Chiavica, Verona antica, nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! La Grande Guerra". Interverranno, tra gli altri, il professor P. Braggio, e gli storici M. Grassi e S. Iervolino. Ingresso libero.
Il più lungo giorno. Verona, martedì 27 maggio 2014
Serata di grande poesia al CTG di Via Santa Maria in Chiavica a Verona Antica: nell'antica chiesetta martedì 27 maggio risuoneranno i Canti Orfici di Dino Campana, uno dei pochi grandi poeti del XX secolo.
Libero da ogni inibizione, desideroso di libertà si ritrovò a essere classificato matto per essere reso silenzioso. Dino Campana (1885-1932) nel 1913 consegnò una raccolta delle sue opere, visionarie, dirompenti per la loro stravinskiana modernità, a suoi colleghi scrittori, Papini e Soffici, ma questi mai glieli resero. Il titolo della raccolta era "Il più lungo giorno". Ricompose i testi a memoria e li pubblicò a sue spese presso un tipografo di Marradi (Canti orfici, 1914). Venne la Grande Guerra, inutilmente cercò di arruolarsi e, proprio nel 1918, quando fini, Dino Campana venne rinchiuso in un manicomio dove morirà nel 1932. I Canti orfici restano il suo testamento e segnano la pietra su cui si costruirà la poesia di Luzi, di Pasolini, dei pochi grandi italiani non asserviti.
L'appuntamento, che fa parte della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", promossa da CTG Verona, Cineclub Verona e Acque Veronesi, é alle 20.30. Protagonisti Ugo Brusaporco e la fisarmonica di Igino Maggiotto, ingresso libero.
"venuto l'inverno andavo a Firenze al Lacerba a trovare Papini che conoscevo di nome. Lui si fece dare il mio manoscritto (non avevo che quello) e me lo restituì il giorno dopo e in un caffè mi disse che non era tutto quello che si aspettava ma che era 'molto molto' bene e mi invitò alle Giubbe rosse per la sera... per tre o quattro giorni andò avanti poi Papini mi disse che gli rendessi il manoscritto ed altre cose che avevo, che l'avrebbe stampato. Ma non lo stampò. Io partii non avendo più soldi (dormivo all'asilo notturno ed era il giorno che facevano le puttane sul palcoscenico alla serata futurista incassando cinque o seimila lire) e poi seppi che il manoscritto era passato in mano di Soffici. Scrissi 5 o 6 volte inutilmente per averlo e mi decisi di riscriverlo a memoria...” Dino Campana
Une fantaisie "à la manière" de Schnitzler al CTG. Verona, martedì 22 aprile 2014
"Klimt" è un film del 2005, utile per affrontare la mostra a Palazzo Reale a Milano dedicata a Gustav Klimt, e per ripensare all'arte prima della Grande Guerra. Raoul Ruiz (Puerto Montt, 25 luglio 1941 - Parigi, 19 agosto 2011) ne è il regista, di intrattenibile genialità, eclettico maestro del cinema, nato in Cile ma apolide, uno dei pochi registi della storia del cinema sostenuto dagli attori che desideravano girare con lui, da Marcello Mastroianni a John Malkovich, passando per Catherine Denevue e molti altri.
Ruiz in "Klimt" vuol far vivere non un pittore, Gustav Klimt (1862-1918), attualmente celebrato in una importante mostra a Milano, ma la sua pittura. Il regista dirige con l'occhio di Klimt, come se fosse il pittore stesso a "pennellare" il film. Ed ecco che l'artista più viennese e nello stesso tempo più universale che Vienna abbia generato diventa il centro di un romanzo sognante, di una "traum novelle" che ha proprio Schnitzler come referente preciso. Quella che Ruiz mostra è la Vienna che muore come impero, una Vienna che già puzza incancrenita e che si perde in una guerra suicida. Un film che mostra un'epoca in cui il mondo è il teatro dove va in scena una distruzione di massa.
Presentato a Berlino nel 2006 e poi a Taormina, questo lavoro di Raoul Ruiz non ha trovato la strada del pubblico italiano, scelto per raccontare l'arte per la manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" organizzata dal CTG Verona, insieme al Cineclub Verona e a Acque Veronesi, e patrocinata dalla Provincia di Verona.
"KLIMT". Regia di Raoul Ruiz (Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, 2005). Con John Malkovich, Saffron Burrows, Emilie Floge, Stephen Dillane, Sandra Ceccarelli, Paul Hilton.
L'appuntamento è martedì 22 aprile nella sede del CTG a Santa Maria in Chiavica alle ore 20.30, presenta Ugo Brusaporco, l'ingresso è libero.
Ludlow un massacro 100 anni dopo. Verona, martedì 15 aprile 2014
A Ludlow, località ad una ventina di chilometri da Trinidad, nella contea di Las Animas, Colorado, il 20 aprile 1914, la Colorado National Guard uccise, come conseguenza della feroce repressione degli scioperi dei minatori da parte delle guardie private dei proprietari delle miniere, per rappresaglia una decina di minatori, fra i quali due donne, dodici bambini, sei minatori e sindacalisti, a conclusione di una serie di scontri fra 1.200 scioperanti e i soldati della guardia nazionale.
Morì anche un soldato. Woody Guthrie lo ricordò con una canzone che è diventata l'inno di lotta di tutti i lavoratori statunitensi. Nell'occasione il mandante degli omicidi, John D. Rockefeller disse: "I miei soldi me li ha dati Dio". Oggi Ludlow, è una città-fantasma. Il sito dove il massacro fu perpetrato appartiene all’UMWA, che ha fatto erigere un monumento di granito per ricordare gli scioperanti uccisi e le loro famiglie. Cento anni dopo, questo evento che caratterizzò la vita sindacale, non solo negli USA, ma nel movimento sindacale mondiale, la richiesta dei minatori di Ludlow era di un contratto con le 8 ore di lavoro, sarà ricordato questo martedì 15 aprile nella sede del CTG Verona a Santa Maria in Chiavica, nell'ambito della manifestazione " Oh Uomo! Quale Grande Guerra". Interverranno insieme a Ugo Brusaporco il sindacalista Dante Lo e gli storici Piero Braggio e Salvatore Iervolino.
L'appuntamento è alle ore 20.30, l'ingresso è libero e gratuito.
Siamo tutti colonialisti? Un libro parla di noi. San Giovanni Lupatoto (VR), martedì 8 aprile 2014
Sarà presentato martedì 8 aprile alla Libreria Turella, in Via Ca' dei Sordi a San Giovanni Lupatoto un libro: "Colonialista a me?. Perché noi occidentali siamo ricchi, presuntuosi e spesso razzisti" opera di esordio di Giovanni Lanza, politico impegnato, per anni apprezzato insegnante, sempre attento al valore delle lezioni di civiltà.
Pubblicato dalle edizioni Gwynplaine, il volume affronta con ampio respiro un tema che condiziona quotidianamente il nostro apporto con gli altri e il nostro apporto alle idee politiche: il nostro pensare da colonialisti.
L'idea di non comprendere che: "L'Europa, e l'Italia in particolare, non vogliono gli immigrati ma le sue politiche di impoverimento dell'Africa sono la causa basilare dell'emigrazione", è retaggio di politiche di fine Ottocento che hanno segnato poi, malamente e spesso drammaticamente il XX secolo. In pratica, se noi deprediamo le ricchezze di quel continente, ci condanniamo a vederci invadere da una marea di poveri, da noi resi poveri.
Le seicentomila persone pronte a attraversare il Mediterraneo per approdare sulle coste italiane e europee, non sono i "trecento" longobardi che invasero l'Italia dopo la caduta dell'impero Romano, ma rischiano di compromette la tenuta di popoli incapaci di criticare le proprie idee razziste, quelle idee che permettono alle nostre nazioni di depredare i deboli, per pagare meno il gas, il petrolio, i minerali più vari, e la dignità dei popoli.
Tra le figure centrali del volume, che ripercorre la storia colonialista con un focus sugli ultimi cent'anni si ritrovano Carducci con Marinetti, Mussolini con Enrico Mattei, insieme a altri tanti intellettuali e politici inebriati da nazionalismi fatui. il libro di Lanza affonda una lama infuocata contro il nostro perbenismo vuoto, contro l'assordante silenzio delle nostre coscienze. L'appuntamento è alle 18.30. L'autore, Giovanni Lanza, sarà presente. Introdurrà la serata Ugo Brusaporco, insieme all'Assessore alla Cultura del Comune lupatotino, Marco Taietta. L'ingresso è libero.
Ugo Brusaporco cell. 348 2296619
Quando gli italiani amavano la donna più bella del mondo e la mossa di Ninì Tirabusciò. Verona, martedì 25 marzo 2014
Incontro di antiche emozioni martedì 25 marzo a Santa Maria in Chiavica dove CTG e Cineclub Verona presentano nell’ambito della manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra” una serata dedicata a “Gli italiani e la musica prima della guerra”, un viaggio che racconta sogni e rabbia di un popolo che faticava a scavalcare un secolo che aveva sconvolto la loro esistenza di veneti, calabri, piemontesi, toscani, divenuti tutto d’un tratto “Italiani”.
Le musiche, le voci, i sogni di ognuno erano stravolti e nuovi canti e nuovi personaggi cominciarono a diventare patrimonio comune e la prima donna che divenne sogno fu la leggendaria Lina Cavalieri.
Definita in quel tempo, in tutta Europa e di là dell’Oceano, "la donna più bella del mondo" e Gabriele D'Annunzio non esitò a dire di lei "la massima testimonianza di Venere in terra". Lei, nata povera, fu dapprima soubrette di Cafè-Concerto, poi soprano, sposa di principi reali e attrice cinematografica. E mentre la sua favola si compiva, intorno in Italia c'erano i canti di lotta socialisti, quelli delle mondine, le canzoni dei Varietà, le mosse che Monica Vitti ricordò in “Ninì Tirabusciò” e la musica colta. Un panorama in vivace movimento che sarà ricordato con immagini e parole dagli storici Salvatore Iervolino, Maurizio Grassi e Piero Braggio.
L’appuntamento a Santa Maria in Chiavica è alle 20.30. Ingresso libero.
Giuditta prima eroina della storia. Verona, martedì 11 marzo 2014
Ci sono film che si nascondono alla leggenda e a nasconderli sono le produzioni che rinnegano i loro autori, il primo caso clamoroso della Storia del Cinema è "Judith of Bethulia" di David W. Griffith.
Il film fu girato nell'estate del 1913, la produzione era della Biograph Corporation, una delle prime grandi importanti case cinematografiche del mondo, specializzata in film corti da uno o due rulli. Il costo previsto era di 18 mila dollari, alla fine fu del doppio, 36 mila dollari, ma Griffith aveva girato il doppio del previsto e aveva consegnato il suo primo lungometraggio.
La Biograph divorziò da Griffith, presentò, si dice, il film a puntate come fosse un serial, ma molti distributori ascoltarono il già potente Griffith e presentarono il film nella versione, in quattro rulli, che il pubblico veronese potrà vedere. Di più la Biograph prima di fallire, nel 1917 presentò il film, non originale, in sei rulli, usando anche quello che Griffith aveva scartato in montaggio. In quel 1917 Griffith era il regista più potente negli USA e il suo nome serviva da richiamo.
"Judith of Bethulia" é tratto dal dramma biblico di Bailey Aldrich "Judith and Oloferne", la fotografia è del leggendario Billy Bitzer, il cast stellare con Blanche Sweet (Giuditta), Henry Walthall (Oloferne), Robert Harron (Nathan), Mae Marsh (Naomi) e in un ruolo minore anche il mito Lillian Gish.
Claude Beyle scrisse: "Un'opera di costante freschezza e libertà di ispirazione e di estrema accuratezza nello scenario" e ricorda tra le scene più belle: "L'idillio fra Nathan e Naomi, l'affollarsi della gente sulla piazza del mercato, l'attacco al fortino da parte delle armate di Nabucodonosor e la scena della seduzione nella tenda dell'accampamento", ma è tutto il film che vive con un'eroina unica e straordinaria.
L'appuntamento, nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", è martedì 11 marzo, al CTG a Santa Maria in Chiavica, nell'omonima via del centro antico di Verona, alle 20.30. Ingresso libero.
Pascoli, 1914, la poesia diventa amara profezia. Verona, martedì 25 febbraio 2014
Una serata speciale di "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" con il pensiero del grande poeta Giovanni Pascoli alla vigilia del primo conflitto mondiale. Le sue parole dette da Ugo Brusaporco saranno accompagnate dalla musica di Igino Maggiotto, al CTG - Centro Turistico Giovanile, Santa Maria in Chiavica, martedì 25 febbraio 2014, ore 20.30.
“Viaggiare più velocemente, sapere più presto e dare le proprie notizie, aver qualche agio di più, che cosa è mai se non un rimpianto maggiore per chi deve morire? Il morire doveva essere tolto dalla scienza; ed ella non l’ha tolto. A morte dunque la scienza! Noi torniamo alla fede (è verità? è solo illusione? ma illusione, a ogni modo, che ci vale per verità) che non solo ha abolita la morte, ma nella morte ha collocata la vita e la felicità indistruttibile!”, così scriveva Giovanni Pascoli, inascoltato, alla vigilia della Grande Guerra. Le sue parole abbandonano la poesia per diventare un manifesto di pace per un’umanità ormai avviata verso le trincee.
Si ricorderà questo Pascoli, politico sociale ispirato dal cristianesimo, questo martedì 24 febbraio al CTG a Santa Maria in Chiavica, nell’ambito della manifestazione “Oh Uomo, la Grande Guerra!” che, iniziata lo scorso novembre, si chiuderà nel dicembre 2019. L’appuntamento, voluto da CTG, Cineclub Verona e Acque Veronesi, è alle 20.30, ad accompagnare il detto di Pascoli la fisarmonica di Igino Maggiotto. Ingresso libero, fino a esaurimento dei posti.
Politica italiana prima della Grande Guerra. Verona, martedì 18 febbraio 2014
Si torna a parlare di politica italiana prima della Grande Guerra martedì 18 febbraio al Ctg Verona a Santa Maria in Chiavica nell'ambito del progetto "Oh Uomo! Quale Grande Guerra". Un'analisi sulla politica italiana dal 1900 al 1914 per capire come si è arrivati a entrare in guerra aspettando un anno sprecato in neutralità o risparmiando vittime nel conflitto. L'Italia di allora, come quella di oggi, è il vero problema.
Allora l'Italia veniva da un lungo periodo detto giolittiano, in cui aveva cercato di darsi una forma un paese nato quasi per forza. Benedetto Croce parlò proprio di un periodo fondante, dall'omicidio di Re Umberto all'ascesa della famiglia Agnelli al papato di Pio X, alla guerra in Libia, all'emigrazione biblica. Un periodo che non può stare nascosto dietro l'evento Grande Guerra, visto che questa nasce proprio da quel periodo. Interverranno Salvatore Iervolino, Paolo Broggio, Maurizio Grassi. Coordina l'incontro Ugo Brusaporco L'appuntamento è alle ore 20.30 a Santa Maria in Chiavica. Ingresso libero
Eravamo tutti colonialisti. Verona, martedì 21 gennaio 2014
Appuntamento con la grande Storia questo martedì 21 gennaio al CTG in Via Santa Maria in Chiavica, gioiello del centro più storico di Verona antica. Per la manifestazione “Oh Uomo! Quale Grande Guerra” si parlerà del “Colonialismo prima della guerra” mettendo anche a confronto quello italiano che si era concretizzato in Africa nel 1885 in Eritrea, nel 1889 in Somalia, nel 1911 in Libia (prima dell’avventura fascista del 1935 in Etiopia), con quello inglese, proprio nel 1914, cento anni fa, prima della guerra, la Nigeria diventava colonia britannica, e degli altri paesi.
Poche grandi potenze europee, che, “con fasi alterne e fra grandi contrasti d'interesse, si erano assicurate a partire dal Quattrocento grandi imperi oltremare, sfruttandoli per secoli. Fra l'ultimo ventennio dell'Ottocento e il primo decennio del Novecento, esse si affrontarono, pur senza mai incrociare le armi frontalmente, in una corsa alla definitiva spartizione del mondo”. All’interno di questa grande questione l’Italia manteneva una peculiare specificità derivante dal permanere della Questione Romana. Autorevoli voci del cattolicesimo italiano assunsero posizioni di condanna contro il colonialismo. La rivista dei gesuiti "La Civiltà cattolica", considerato organo ufficioso della Santa Sede, negò, per esempio, recisamente l'esistenza di un diritto "della civiltà contro la barbarie", che potesse in qualche modo legittimare la presenza italiana in Africa.
Si parlerà di questo, martedì 20 gennaio a Santa Maria in Chiavica, con gli storici Salvatore Iervolino, Maurizio Grassi, Piero Braggio e Abbas Gharib, coordina l’incontro Ugo Brusaporco, si inizia alle 20.30, ingresso libero.
IN FONDO A QUESTA PAGINA il file "Colonialismo.pdf" da scaricare.
“SOUTH. Sir Ernest Shackleton’s Glorious Epic of the Antarctic”, regia di Frank Hurley (Gran Bretagna, 1919). Martedì 14 gennaio 2014
Proprio nei giorni in cui il ghiaccio del Polo Sud tiene prigioniere navi e equipaggi di ogni Continente, nella sala del CTG in Via Santa Maria in Chiavica 7, nel pieno centro storico di Verona, tra le Arche Scaligere e Via Sottoriva, si presenta un film, "South - Sir Ernest Shackleton's Glorious Epic of the Antarctic" che racconta un'impresa al Polo Sud iniziata giusto cent'anni fa, nel 1914, quella dell'australiano Ernest Shackleton a bordo della nave Endurance. Un'impresa straordinaria, oscurata in parte dalla tragica avventura di Scott. Anche Shackleton rischiò la tragedia: "Il suo ambizioso piano fallì poco dopo la partenza dalle Falkland, in eccezionali condizioni meteorologiche, allorché l'Endurance, la nave della spedizione, rimase intrappolata tra i ghiacci. Bloccati senza rimedio, Shackleton e i suoi uomini andarono impotenti alla deriva verso nord nel lungo inverno antartico, accompagnati dal sinistro concerto di gemiti e scricchiolii dell'Endurance lentamente stritolata dai ghiacci. La vicenda che seguì rappresenta una delle più epiche saghe di lotta per la sopravvivenza mai raccontate: Shackleton si prodigò con tutte le forze per salvare i suoi uomini e vi riuscì, superando difficoltà pressoché sovrumane".
Quello che il film mostra è solo parte della sua coraggiosa lotta per salvare il suo equipaggio e il film firmato da Frank Hurley ne racconta solo una parte. Il film doveva servire a raccogliere fondi per recuperare finanziariamente le spese sostenute nell'impresa.
Frank Hurley era già un esperto esploratore antartico allorché, nel 1914, assunse l’incarico di fotografo e cineoperatore ufficiale nella spedizione transantartica imperiale di Ernest Shackleton. Raccogliere finanziamenti per la spedizione transantartica imperiale, nel momento in cui già incombeva lo spettro della guerra con la Germania, fu uno sforzo di volontà di cui poteva essere capace solo un uomo della determinazione di Shackleton; i diritti d’autore sui film e sulle fotografie di Frank Hurley avrebbero però recato un contributo prezioso. South di Hurley (1919) fu, dopo quello di Amundsen, il primo film confezionato appositamente per la proiezione autonoma nei cinema; esso però conserva ancora, in notevole misura, l’atmosfera e il sapore della conferenza, poiché comprende fotografie e didascalie esplicative. Uscì in Australia nel 1920 con il titolo In the Grip of Polar Ice.
L'appuntamento, a cura del Cineclub Verona, è questo martedì 14 gennaio alle ore 20.30, ad accompagnare le straordinarie immagini sarà Igino Maggiotto, presentazione di Ugo Brusaporco. L'ingresso è libero.
1913 I cattolici entrano nel Governo italiano, inizia una nuova storia. Martedì 17 dicembre 2013
Incontro di grande importanza martedì 17 dicembre al CTG in Via Santa Maria in Chiavica, dove, nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra" in corso fino al dicembre 2019 per raccontare quello che il primo conflitto mondiale significò per l'Italia. Si discuterà sul tema: "1913 i cattolici entrano nel Governo italiano, inizia una nuova Storia". Cento anni sono passati da quelle storiche elezioni in cui, grazie al cosiddetto Patto Gentiloni, nel Parlamento entrarono 26 nuovi deputati cattolici, esaudendo così un desiderio di Papa Pio X, che per frenare le avanzate della sinistra socialista non aveva trovato altra soluzione che contraddire il suo predecessore Pio IX e il suo "non expedit", con l'enciclica "Il Fermo Proposito" dell'11 giugno 1905. Le elezioni politiche del 1913 si svolsero il 26 ottobre e il 2 novembre. Ricordare quell'evento fondamentale della Storia italiana e della sua dipendenza dal mondo cattolico,dopo i fatti del 1870.
A parlare della questione introdotta da Ugo Brusaporco, saranno lo storico e polemista Salvatore Iervolino, il giornalista e storico Maurizio Grassi, insieme al grande architetto iraniano Abbas Gharib, che concentrerà la sua attenzione sul tema attualissimo del rapporto tra potere politico e religione. L'appuntamento è alle ore 20.30 nella Chiesa di Santa Maria in Chiavica, nell'omonima via nel pieno centro antico di Verona, l'ingresso è libero.
Ridevamo con Ridolini. Verona, martedì 10 dicembre 2013
In Italia era più famoso di Chaplin, tutti ridevano come pazzi per le sue strampalate comiche, in quegli anni ’10 del XX secolo che nato per promettere progresso, aveva nascosto le tragiche conseguenze di quel vitalismo. Lui Larry Semon (1889-1928) in Italia era noto come Ridolini, un nome che diventò proverbiale in tutta la nazione.
Lui era semplicemente un grande clown, re delle slapstick comedies. Caratterizzato da un viso truccato di bianco e da due grandi orecchie, da un pantalone esageratamente tenuto su da impossibili bretelle, Ridolini si affermò in tutto il mondo fondando con Charlie Chaplin e Harold Lloyd il trio comico più pagato e famoso del tempo. Sarà ricordato questo martedì 10 dicembre, nell’ambito della manifestazione “Oh Uomo!” che il CTG dedica alla scoperta del mondo intorno alla Grande Guerra, alla vita dei nostri compatrioti.
L’appuntamento con le comiche di Larry Semon-Ridolini accompagnate da Igino Maggiotto e presentato da Ugo Brusaporco è nella sala di Santa Maria in Chiavica, alle ore 20.30; ingresso libero.
La poesia di Tagore cent'anni dopo il Nobel, martedì 3 dicembre 2013
"Chi sei tu, lettore, che leggerai le mie poesie tra cento anni?", così si chiedeva Rabindranath Tagore (1861-1941) il grande poeta, drammaturgo, musicista e filosofo indiano, l'uomo che Albert Schweitzer definì: "Un poeta che non appartiene a un popolo solo, ma a tutta l’umanità".
Premio Nobel per la letteratura nel 1913, il grande poeta sarà ricordato cento anni dopo tale riconoscimento nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", organizzata dal CTG Verona con il Cineclub Verona, martedì 3 dicembre nella sede del CTG, la bella chiesa di Santa Maria in Chiavica, nell'omonima via del centro antico di Verona, stretta tra le Arche Scaligere e Via Sottoriva.
L'idea è quella di ricordare come la Grande Guerra pronta a arrivare conoscesse, al di là di chi voleva la guerra, un mondo della cultura che era profondamente contro quella tragica idea. Scrive la Treccani: "si fece portavoce di un messaggio di armonia universale che valica i confini tra razze e popoli". Il suo canto risuonerà a Santa Maria in Chiavica dalle 20.30, con Ugo Brusaporco accompagnato da Igino Maggiotto, per una serata che con l'emozionante poesia ricorda l'ultimo dicembre di pace prima della Grande Guerra. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.
Rabíndranáth Thákhur, in inglese Rabindranāth Tagore (Calcutta 1861 - Śānti Niketan, Bolpur, 1941). Poeta, drammaturgo, musicista e filosofo indiano, portavoce di un messaggio di armonia universale che valica i confini tra razze e popoli. Premio Nobel per la poesia nel 1913.
"La Parisina", Verona, martedì 26 novembre 2013
Cent'anni dopo la Parisina che D'Annunzio scrisse per Mascagni. Serata d'onore al CTG per gli incontri dedicati alla prima guerra mondiale, alla descrizione del mondo e della cultura prima che iniziasse e poi durante e come furono le conseguenze, un lungo cammino che si chiuderà nel dicembre del 2019, raccolto sotto il titolo "Oh Uomo! Quale Grande Guerra".
Questo martedì sera, 26 novembre, protagonista sarà la poesia di Gabriele D'Annunzio con il libretto de "La Parisina" dramma in quattro atti musicato da Pietro Mascagni e presentato cento anni fa, il 15 dicembre 1913, al Teatro alla Scala a Milano.
Una selezione di quei versi, che provocando celebravano davanti a una società perbenista, l’amore incestuoso fra Ugo e Laura Malatesta, la Parisina, rispettivamente figlio e consorte di Niccolò d’Este, verrà recitata dall'attore Lorenzo Bassotto.
Nell'occasione il detto dannunziano sarà accompagnato dall'arpa di Diana Peters. Presto dimenticata per la sua lunghezza da grand operà, gli spettatori dell'epoca non vi erano più abituati, l'opera non ebbe la fortuna che meritava, d'altra parte fu, per l'epoca, l'ultima inaugurazione della Scala in tempo di pace.
Già si respiravano venti di guerra e un'opera in fondo intimista, dove ogni dialogo è avvolto dalla passione, dalla lussuria e dalla maliziosità dello spirito dannunziano qui più audace e sensuale, sembrava fuori tempo. Il pubblico restò sconcertato e anche la critica, costretta però a ammettere che il problema era la durata non l'immensa qualità del lavoro del poeta e del musicista.
L'appuntamento al CTG a Santa Maria in Chiavica è alle ore 20.30, l'ingresso è libero.
"L’albero degli zoccoli", martedì 19 novembre 2013
Regia di Ermanno Olmi. Italia 1978. Con Carlo Rota, Luigi Ornaghi, Francesca Moriggi, Ornar Brignoli, Antonio Ferreri.
Il CTG (Centro Turistico Giovanile) di Verona insieme al Cineclub Verona, nell'ambito della manifestazione "Oh Uomo! Quale Grande Guerra", presentano una rassegna cinematografica.
Ci sono film che appartengono come pagine indelebili alla storia di un Paese, anche se questo paese volentieri li dimentica. Uno di questi è "L'albero degli zoccoli" di Ermanno Olmi, un film che, vincitore della Palma d'oro a Cannes nel 1978, è stato lentamente dimenticato perché racconta di parole che oggi sono state cancellate come onore, dignità, lavoro. Perché ricorda che il nostro paese nasce contadino e già oppresso dai padroni, perché ricorda la povertà di una terra capace solo di dar uomini come servi o migranti, per niente differente dal nostro oggi.
Un film che non fa ridere, né si preoccupa di compiacere lo spettatore, anzi si pone come principio di educarlo, concetto inviso nei nostri tempi che celebrano l'effimero e si lamentano di non avere futuro.
Rivedremo questa storia ambientata tra l'autunno 1897 e l'estate 1898, con protagoniste quattro famiglie vivono in una cascina della Bassa Bergamasca. Un film scelto per mostrare un mondo che sarebbe stato segnato e definitivamente cambiato da una guerra che sacrificò i suoi figli, un mondo di campagna che appartiene a un paese perduto definitivamente. L'appuntamento è alle ore 20.30, l'ingresso è libero fino a esaurimento dei posti.
"Shoulder Arms" (1918). Verona, martedì 12 novembre 2013
Una data importante per Verona e il Veneto, si inaugura, infatti al Centro Turistico Giovanile in Via Santa Maria in Chiavica, martedì 12 novembre, una manifestazione, “Oh Uomo! Quale Grande Guerra. La Grande Guerra per non dimenticare”, che si chiuderà nel dicembre del 2019.
L’intento è quello di provare anno dopo anno, centenario dopo centenario, a raccontare e a capire la Prima Guerra Mondiale, quella che gli italiani chiamano la Grande Guerra, quella che nel mondo non sanno che è stata combattuta anche dagli italiani.
Il CTG (Centro Turistico Giovanile) di Verona insieme al Cineclub Verona hanno insieme deciso di percorrere un cammino di cinque anni che sarà spiegato proprio questo martedì 12 alle 20.30, tra letture di testi riguardanti quel periodo, la visione in prima italiana di un corto del 1903 sulle migrazioni verso gli Stati Uniti e del capolavoro di Charlie Chaplin "Shoulder Arms" del 1918, considerato un capolavoro sulla Prima Guerra Mondiale con in visione speciale di più di dieci minuti tagliati dallo stesso Chaplin; è previsto anche un brevissimo documentario sul primo conflitto mondiale recuperato dalla sezione Alpini di Verona; il tutto sarà accompagnato da Igino Maggiotto, per una serata che non è solo un'inaugurazione.
Sarà presente Maurizio Delibori presidente del CTG.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.
INFORMAZIONI
Centro Turistico Giovanile Verona
Via Santa Maria in Chiavica 7, 37121 Verona
Tel. 045 8004592 fax 045 8021143
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Internet www.ctgverona.it