Firenze, giugno 2017 - Eccoci qua, al termine della stagione della Pallavolo, di questa lunga corsa ricca di tante emozioni, di tantissimi fermo immagine, che ognuno di noi si porterà sempre nel bagaglio dei ricordi, di quelli che fanno bene al cuore e si vanno a rispolverare per sentirsi meglio ogni volta che se ne ha bisogno.
Non è semplice scrivere un articolo ad un anno esatto da quello dedicatoci dal nostro, ormai ex, Capitano Gaia, pilastro di questa squadra, giocatrice straordinaria, donna e amica insostituibile.
Credo che le parole di Ivan Zytzev, attaccante della nazionale volley, nel suo libro “Mia”, siano le parole in cui ogni giocatore di questo splendido sport si identifica: “... La pallavolo non è meno fisica del rugby, non è meno muscolare della pallanuoto, non è meno diretta del pugilato, non è meno bombarola e bombardiera del basket, non è meno intelligente della vela, non è meno geniale degli scacchi, non è meno di nessun altro sport, ma di più, molto di più, perché dentro c'è tutto, gambe e testa, cuore e fegato, polpastrelli e alluci, e poi responsabilità, coscienza, strategia, coraggio, e una voglia illimitata, bollente, focosa, cocente, incendiaria.”
Non è facile descrivere la pallavolo a chi questo sport non lo mastica, a chi non ha passato tutta la vita, proprio come me, ad amarlo incondizionatamente e visceralmente.
Come lo spieghi il contatto magnetico che si instaura tra un giocatore ed una palla, quella costante necessità di giochicchiarci per il solo gusto di sentirne l’impatto con le dita? Come lo racconti il rapporto che si crea all’interno di un campo così piccolo tra giocatrici, ognuna con la sua personalità, ognuna con la sua storia?
Come si fa a tradurre in parole la sensazione di adrenalina che ti attraversa ogni fibra del corpo mentre sei lì, a pochi secondi tra la scelta di una giocata vincente e una non? Come si descrive quanto può “gasare” avere un pubblico pazzesco che fa tremare gli spalti solo per te e la tua squadra?
La pallavolo, lo avrete ormai capito, per me è uno sport splendido e poterlo praticare tutta la vita, fin da piccola, è stata una fortuna enorme.
Tuttavia, non è sempre così facile coltivare una propria passione, un proprio sogno. La differenza la fanno sempre le persone che si incontrano lungo il cammino.
Per questo, ci tengo a ringraziare il DLF, i miei allenatori, le mie ex e nuove compagne. Quando sei anni fa, dopo tanti anni di stop, ho deciso di ributtarmi in questo sport, venivo da un’esperienza pallavolista stressante, forse troppo competitiva, e non credevo di poter tornare a giocare a buoni livelli.
Eppure ho scommesso su me stessa e ho vinto. E l’ho potuto fare grazie all’accoglienza di chi non fa selezioni, snobbandoti per qualche chilo in più o perché non hai mai giocato; l’ho potuto fare grazie all’appoggio costante di questa squadra, alla comprensione che mi è stata riservata, ai consigli che non sono mai mancati, dentro e fuori dal campo.
Perché il DLF è una grande famiglia, in cui può capitare di litigare ma non si smette mai, e dico proprio mai, di essere l’uno per l’altro.
Ed è proprio dentro questo ambiente che oggi so per certo di aver trovato una seconda casa, amiche vere, insegnamenti preziosi sulla pallavolo, su me stessa e sul prossimo. E tutto questo non è affatto scontato.
Perciò, dall’alto di una finta anzianità di squadra che non mi sono proprio guadagnata, mi sento di dire a tutti coloro che fanno parte di questa realtà che fanno un lavoro prezioso e di continuare a farlo sempre con lo stesso entusiasmo, la stessa energia e passione.
Voglio, poi, consigliare a tutti i genitori che hanno dei figli piccoli e non, di fidarsi dei nostri istruttori e non esitare a portarli nella nostra palestra.
In ultimo desidero dedicare due parole alle pallavoliste, soprattutto alle "nuove" o a chi deve ancora arrivare: avete un gran privilegio, trattate la palestra e chi vi sta intorno come merita, buttatevi con tutte voi stesse, amate quello che fate e fatelo finché vi darà gioia.
Perché lo sport, qualunque esso sia, a qualsiasi livello venga praticato, è e deve essere sempre gioia.
Esso serve a lasciare fuori i problemi, a trasformare in energia positiva e liberatoria lo stress che accumuliamo durante la giornata, ci allontana per un tot di ore dai telefoni, dai computer, dalla virtualità in cui siamo sempre più ristretti e in cui spesso perdiamo il senso e il gusto di stare insieme al prossimo, di fare attività fisica o semplicemente di “giocare”.
La pallavolo mi ha dato un porto sicuro in cui poter fare sempre ritorno, mi ha regalato tanta braccia forti da cui farmi coccolare, sorreggere e indicare la strada giusta, quando io non sono stata capace di vederla. E credetemi, questo non ha prezzo.
Per questo, nonostante le sconfitte e i momenti di difficoltà, questa stagione è stata comunque vincente. Ci siamo confrontate per la prima volta con il campionato “lungo”, iniziando a giocare fin da ottobre, e nonostante l’inesperienza e le ansie da “debutto” abbiamo lottato fino all’ultimo scontro per il secondo posto.
Quanto imparato nella prima parte della nostra stagione, ci ha poi consentito di ripartire in Coppa Italia con maggiore consapevolezza di noi stesse, dei nostri limiti e dei nostri punti di forza, permettendoci di centrare per il secondo anno di fila il secondo posto, dopo essere state, fino quasi alla fine, prime. Ed è proprio da questo grande desiderio di rivincita e di ri-vincere, che ci auguriamo che la squadra possa ripartire a settembre.
Vi aspettiamo numerosi.
Intanto, auguro a tutti una felice estate.
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