Il vincitore 2013: Andrea Luschi, con “L'espresso di mezzanotte”.
Andrea Luschi ha vinto la XV edizione del Premio LiberEtà (Casa Editrice e Rivista Mensile SPI CGIL). Il vincitore è stato dichiarato l'11 maggio 2013 nell'auditorium dei Cantieri culturali della Zisa di Palermo e alla quale hanno partecipato le delegazioni dello Spi provenienti da tutta Italia per partecipare alla XX festa nazionale di LiberEtà.
Andrea Luschi, sessant'anni di Grosseto racconta la sua storia di macchinista di una locomotiva a vapore. Il suo diario è intitolato "L'espresso di mezzanotte". La giuria si è trovata più volte in imbarazzo nella selezione dei testi, che hanno rappresentato con successo i più vari aspetti della vita privata e lavorativa, in un quadro sociale ricco di sfaccettature e angolazioni di grande interesse. Grazie anche all’aiuto dei gruppi di lettura dello Spi Cgil di Campania, Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia, la giuria è riuscita a selezionare sei finalisti. Eccoli: Giampaolo Cattaruzza con “Le scarpe di Paolino”; Anna Maria de Lena con “Tonio che visse due volte”; Costantina Frau con “Ammentos. Una barbaricina a Roma”; Ave Govi con “L’ombra lunga del campanile”; Paola e Carlo Rinaldi con “Il mistero Zefferina” e Andrea Luschi con “L’espresso di mezzanotte” che è risultato il vincitore.
Andrea Luschi, toscano, macchinista delle Ferrovie oggi in pensione, ha vinto il Premio LiberEtà, XV edizione, con questi brevi racconti, “piccole, preziose tracce di vita” in cui rievoca, in maniera precisa e suggestiva, il mondo antico dei ferrovieri e la sua trasformazione.
In uno stile scarno, essenziale, che è graffito più che scrittura, Luschi affronta la pagina. Vite scandite dal “caffè espresso” prima del turno e dalla partenza del “treno espresso” della mezzanotte da portare a destinazione.
Storie “impastate con la ghisa”, proprio come Dighedò, il vecchio macchinista della locomotiva a vapore. E di personaggi ne incontra molti Andrea nel lungo viaggio sui binari della memoria: fra treni e vaporiere spunta Gemisto, il macchinista-pugile, detto anche Resisto per via di un incontro di boxe finito male, e il campione di scacchi che fra una stazione e l’altra intavola partite “volanti”, e la Biondina, la figlia del casellante, e Ceppo detto così per le sue “fisime sul freno”, e Bùccica con il suo eterno mezzo toscano, e Cencio che “scandisce la giornata seguendo il traffico dei treni”. C’è anche la “puttana” di Lavagna che staziona nel tratto di strada a fianco della ferrovia e ogni notte, al passaggio di quel treno, può considerare finita la “giornata di lavoro”, il ciclista in fuga che, con la complicità di Pietro il casellante, ruba qualche minuto di vantaggio al gruppo grazie al sopraggiungere del treno nel momento giusto, il giorno che il giro d’Italia transitò da quel passaggio a livello. E Nello, il macchinista del primo Pendolino, la cui vita è completamente dedita alle Ferrovie, vittima di un destino beffardo...
La vita dentro e intorno alle stazioni brulica di vita e di storie, mentre i treni vanno su e giù per il Paese.
- Video YouTube con presentazione del libro alla Festa democratica nazionale 2013
- Regolamento per la partecipazione al 16° Premio LiberEtà 2013-2014
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