Livorno (data da destinarsi).
FEGATO, L’ULTIMO SGUARDO DI SALVADOR ALLENDE, di Giacomo Fanfani. La Compagnia Con-fusione presenta un nuovo spettacolo all’Ex Cinema Aurora di Livorno. Con Rafael Porras Montero. Allestimento Silvia Avigo. Produzione Con-fusione.
La mattina dell’11 settembre 1973, le forze armate cilene, guidate dal generale Pinochet, tradiscono il governo di Salvador Allende e compiono un colpo di stato. Con il motto “Salvador Allende non si arrende”, il presidente e una cinquantina dei suoi uomini più fedeli decidono di rinchiudersi nel palazzo del governo e resistere. Hanno una sola speranza, che il popolo che li ha eletti insorga contro i militari. Hanno un sogno, cambiare un paese per renderlo più libero.
Con poche armi questa cinquantina di uomini resiste diverse ore dentro il palazzo, che da fuori viene mitragliato, bombardato e bruciato dall’esercito. Alla fine dovranno arrendersi ma, quando i soldati di Pinochet stanno per entrare nell’ufficio del presidente, Allende si spara: Salvador Allende non si arrende. Quali sono stati i pensieri di Salvador Allende quella mattina e nell’attimo prima di spararsi? Nello spettacolo Fegato, l’ultimo sguardo di Salvador Allende abbiamo cercato di immaginarli per offrire al pubblico un pensiero universale: i nostri sogni sono la nostra vita.
Fegato, l’ultimo sguardo di Salvador Allende è l’ultimo spettacolo della rassegna Aurora Teatrale organizzata dall’Ex Cinema Aurora e la Compagnia Con-fusione.
Ex Cinema Aurora, Viale Ippolito Nievo 28, Livorno
Livorno, mercoledì 16 aprile 2014, ore 21
YO LA REYNA, di Giacomo Fanfani, presentato da Con-fusione a Ex Cinema Aurora, nell’ambito della rassegna Aurora Teatrale.
In Yo la Reyna si racconta il rapporto tra due regine spagnole che hanno segnato la storia dell’umanità: Isabella I di Castiglia, la Regina Cattolica, l’unificatrice della Spagna, la conquistatrice dell’America, e sua figlia Giovanna I di Castiglia, una donna non in grado di regnare perché troppo preoccupata per la sua famiglia, cioè il marito Filippo il Bello, che la tradiva con altre donne, e il figlio l’imperatore Carlo V, che la tradisce dichiarandola pazza per rubarle il trono. È così che nasce la leggenda di Giovanna La Pazza.
Nello spettacolo, Isabella e Giovanna sono accampate nel mezzo di un campo di grano assolato nel pieno della meseta spagnola. Fa molto caldo. Isabella si è fatta portare qui dalla figlia Giovanna perché aspetta l’arrivo della delegazione papale che deve finalmente comunicarle quale titolo la Chiesa ha scelto per lei. Mentre aspettano, Isabella vuole provare, come fosse una vera e propria messa in scena, l’incoronazione della figlia nel nome di un esercizio del potere che deve forzatamente cancellare le propensioni personali di un essere umano.
YO LA REYNA
di Giacomo Fanfani. Con Martina Guideri e Rafael Porras Montero
Allestimento Silvia Avigo
Costumi Margherita Del Ministro
Fonica Lorenzo Buzzigoli
Regia Giacomo Fanfani
Organizzazione Laura Del Conte
Con Yo la Reyna, vogliamo raccontare la distruzione della bellezza umana attraverso il calcolo maniacale dell’interesse e l’abuso del potere. Un potere che diventa pura formula matematica il cui risultato finale è la cancellazione della bellezza della natura umana. Così, se dovessimo pensare a un numero, questo sarebbe lo zero, perché l’abuso del potere rende inumana la persona che lo esercita e annienta la persona che lo subisce.
Isabella e Giovanna si muovono esasperando, attraverso una disarmante routine familiare, la prevaricazione violenta e costante che le diverse deformità del Potere esercitano su ciascuno di noi. E proprio queste deformità si amplificano nel momento in cui, nel deserto-ring, gli istinti sanguinari di queste due erinni pasoliniane si scontrano con il calcolo freddo dei loro interessi.
Per convogliare in due figure potenti ogni più subdola violenza e scardinare la consueta assegnazione di un potere maschile e un potere femminile si aggiungere del torbido affidando l’interpretazione di Isabella ad un attore uomo.
L’acqua, i fiori, gli oggetti, le cicale che costellano questo deserto immaginato rappresentano il segno dell’apparente delicatezza sotto la quale oggi si cela la brutalità degli uomini attratti da un inevitabile tragico destino.
Un destino prosciugato dal potere che ingoia i desideri più intimi degli uomini travestendoli da persone migliori, semplicemente porgendo loro degli occhiali da sole alla moda o servendo loro un bicchiere di acqua fresca.
Livorno, mercoledì 19 marzo 2014
ROMEO E GIULIETTA ad Aurora Teatrale - Ex Cinema Aurora
Succede, a volte, nelle città d'arte, di passare tutti i giorni davanti a una cattedrale o in una piazza storica. Lì, magari, ci fermiamo, all'improvviso, e scopriamo un dettaglio che ci fa dire “è come se fossi qui per la prima volta: che splendore!”. In teatro è identico, e vale per i classici. Chi non conosce ad esempio la storia di Romeo e Giulietta?
E allora perché non tentare la ricerca di quel dettaglio che ce la mostri all'improvviso nuova? Proprio questa è l'intenzione e la spinta motrice del progetto di Con-fusione: semplificare al massimo, tentare la scissione dell'atomo drammaturgico, investigare il nocciolo della storia. Magari scoprendo la legge chimica che permise all'alchimista Shakespeare di creare poesia allo stato puro tra morte e vita, tra luce e ombra, fra la tragedia e il sorriso di due ragazzi.
ROMEO E GIULIETTA di William Shakespeare. Adattamento drammaturgico Giacomo Fanfani. Regia Paolo Biribò e Marco Toloni. Con Anna Collazzo, Fulvio Ferrati, Gabriele Giaffreda, Rosetta Ranaudo e Vittoria Sammuri.
Allestimento Silvia Avigo, costumi Antonio Musa, organizzazione Rafael Porras Montero, produzione Con-fusione, con il sostegno del Comune di Cavriglia.
ADATTAMENTO DRAMMATURGICO
Indagare un testo come Romeo e Giulietta significa ricevere una quantità stravolgente di sensazioni che aprono infinite possibilità. Lasciandoci trasportare da tanta suggestione, siamo arrivati alla scelta di effettuare una riduzione a soli 5 personaggi per rendere ciascuno un simbolo assoluto. Romeo e Giulietta sono la sintesi allegorica dell’amore puro, la madre di Giulietta assume il ruolo di emblema della vecchia generazione, il frate quello del potere che decide le sorti degli amanti e la balia rappresenta il tradimento meschino.
L’intervento linguistico sul testo, necessario per rendere l’immediatezza della vitalità giovane di Romeo e Giulietta, avanza nel rispetto di una caratteristica che è quella legata alla duplice espressione drammaturgica di Shakespeare: il linguaggio prezioso e poetico di Romeo e di Giulietta in opposizione a quello freddo e anaffettivo dei tre adulti. Attraverso il contrasto linguistico si può infatti offrire un importante servizio al tema sul quale si basa la nostra versione dello spettacolo: il conflitto generazionale e del potere detenuto dai padri e non concesso ai figli.
Romeo e Giulietta diventano personaggi archetipici dell'amore tragico, rispecchiando la crisi del mondo culturale e sociale dell'epoca, in cui il Principe e la Chiesa non riescono più ad imporre l'ordine materiale e spirituale, ma anche dell’oggi, in cui la società non riesce a interpretare il cambiamento richiesto e proposto dalle nuove generazioni.
L’idea è stata, dunque, quella di procedere seguendo due principali tematiche: quella dell’amore assoluto che alla fine viene sacrificato e quella dell’opposizione tra generazioni declinata nella distruzione del futuro da parte del passato.
ALLESTIMENTO
La scena racchiude, in sé fin dal principio, il dualismo tra vita e morte: l’una appare rappresentata come l’altra, l’una dipende ed esiste solo perché esiste l’altra ed entrambe sono percepite come unità dalla quale emergono lentamente l’una dopo l’altra.
Tutto lo spettacolo è ambientato in un’unica scena, la tomba di Giulietta, che comprende il prologo e la conclusione del dramma, e dove gli attori sono di passaggio, come “marionette” che si muovono in un luogo che è il presagio del loro destino.
Il supporto che l’impianto scenico dà allo spettacolo è monolitico, un quadro unico che si mostra diversamente secondo l’uso della luce che svela e nasconde le diverse personalità della scena e dei personaggi. Proprio alla luce è affidato il compito di far percepire il tempo e lo spazio come nemici dei due amanti che sempre più velocemente vedono consumarsi le ore del loro amore.
Simboli riscoperti nel testo sono stati scelti e rappresentati con cura per sostenere le scelte registiche: l’erba verde e feconda è la giovinezza, sulla quale sorge la tomba di marmo intorno alla quale girano tutti i personaggi, vestiti di bianco i giovani, con colori vivaci e violenti, le vecchie generazioni.
La rassegna AURORA TEATRALE conta con il patrocinio congiunto del Comune e della Provincia di Livorno.
INFORMAZIONI
Compagnia Con-fusione
Via del Rondinino 1/C, 50135 Firenze
Tel. e fax 055 662716
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Internet www.compagniaconfusione.com
- Giacomo: 339 2567406
- Rafael: 333 4196703
Ex Cinema Aurora
Viale Ippolito Nievo 28, Livorno
Internet ex-cinemaaurora.blogspot.it
Facebook Ex Cinema Aurora
- Ingresso al Circolo (riservato ai soci) SEMPRE gratuito (tesseramento in loco € 5)
- Ingresso all'Area Teatro/Concerti € 7
Livorno, mercoledì 19 febbraio 2014
In DOVE ABITO IO si racconta di uno straniero che vive da alcuni anni in Italia e che torna per la prima volta nel suo paese per vedere sua madre e i suoi amici. Questo viaggio cambierà il suo modo di intendere le persone, le cose e la sua vita presente perché scopre che i ricordi che aveva della sua terra non coincidono più con la realtà che vi trova.
Lo spettacolo è ambientato il giorno del suo ritorno in Italia, in una lavanderia automatica, dove l’uomo è andato per lavare i vestiti sporchi del viaggio. Qui prende forma il monologo del personaggio che parte dai ricordi d’infanzia, della sua gente, dei suoi luoghi e arriva alle riflessioni sul suo presente in Italia e sul confronto-scontro culturale, umano e personale che appartiene a tutti noi.
La conclusione è che, in fondo, tutti siamo stranieri e tutti, ovunque ci troviamo, abbiamo bisogno dei nostri ricordi.
“Dove abito io” di Giacomo Fanfani. Con Rafael Porras Montero. Luci e scene Silvia Avigo. Regia Giacomo Fanfani. Produzione Con-fusione.
Note di regia
Dove abito io è un monologo di un atto unico il cui protagonista parla soprattutto dell’antica condizione dell’essere e sentirsi straniero. Racconta la sua solitudine e la sua diversità e, mescolando rabbia e nostalgia, descrive il mondo in cui viviamo.
Un’importante particolarità del lavoro è che si avvale dell’interpretazione di un attore straniero per parlare del sentirsi stranieri, accompagnandoci in un luogo altro dove le radici non esistono più e, dunque, i ricordi diventano protagonisti.
Nella scelta registica l’azione si svolge in una lavanderia automatica, luogo di passaggio per affittuari, viaggiatori e migranti, ma anche luogo di acqua e pulizia, habitat naturale per la sporcizia di una civiltà intenta a rimuoverla per sentirsi perbene. Per questo motivo, il personaggio ha bisogno di lavare i vestiti che ha appena portato dal viaggio nel proprio paese, per cercare, metaforicamente, di lavare i suoi ricordi e le sue esperienze, forse per cercare d’integrarsi di più nel suo nuovo paese, o forse, semplicemente, perché ha capito che tutte le persone di tutti i paesi sono uguali, come se tutti fossero stranieri.
E’ questo lavaggio che porta a una scenografia dove tutto è bianco, colore della pulizia, ma anche dell’infanzia, in contrasto con l’altro colore ricorrente nello spettacolo, il rosso, il colore del sangue e, quindi, del dolore.
Drammaturgia
La Compagnia Con-fusione scommette su un ritorno alla drammaturgia e al lavoro dell’attore: testo e parola sono il fuoco centrale del lavoro. Dallo studio mirato di quattro scrittori, Pasolini, Bernahrd, Koltès e Genet, nasce, dunque, questo testo con una forte componente poetica, ma allo stesso tempo con un linguaggio intimista che fa germogliare i sentimenti del protagonista. Questo spettacolo propone un nuovo linguaggio teatrale di poesia e autenticità.
Con-tatti Compagnia Con-fusione
Via del Rondinino 1/C, 50135 Firenze
Tel. e fax 055 662716
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Internet www.compagniaconfusione.com
- Giacomo: 339 2567406
- Rafael: 333 4196703
Livorno, mercoledì 18 dicembre 2013
“Il pranzo di Natale”, di e con Dhemetra Di Bartolomeo, è uno spettacolo cinico e ironico dove la figura della matriarca è centro magnetico capace di esercitare legami profondi e dipendenze malate. Un mondo dove sicurezze e servilismi, cure affettuose e lamentose litanie, si confondono o meglio si amalgamano come gli ingredienti di una delle tante ricette che la donna si appresta a preparare. Apparentemente normale, quasi banale, la vita di questa famiglia si rivela una tela tessuta con tragicomica caparbietà fra grottesca saggezza popolare e un potere persuasivo esercitato con abile convinzione. Un reticolo invisibile ma strettissimo, farsesco e spesso esilarante in cui i congiunti della donna sono intrappolati e incapaci di riconoscerlo. Un intreccio costruito come una malia antica votata alla “pura verità” tra preghiere e invocazioni a santi protettori.
IL PRANZO DI NATALE, di e con Dhemetra Di Bartolomeo
Adattamento e Regia: Paolo Biribò - Marco Toloni
Luci e Scene: Silvia Avigo
Costumi: Antonio Musa
Compagnia: EsTeatro
- Vittoria Iguazu Editora parteciperà alla serata con i suoi libri e con una selezione di libri usati. Un'ottima occasione per fare dei regali intelligenti e super-economici in questo Natale.
- Parteciperà anche Riccardo Greco, editore e collaboratore ExCinema Aurora, con il “Salotto letterario di Aurora&Vittoria”.
Prezzo del biglietto: € 7, inclusa una consumazione di benvenuto.
Livorno, dal 20 novembre 2013
Avremo Con-fusione all'Ex Cinema Aurora! Ogni terzo mercoledì del mese all'Ex Cinema Aurora di Livorno si terrà la rassegna di teatro AURORA TEATRALE, a cura della Compagnia Con-fusione.
Mercoledì 20 novembre, alle ore 21, debutta “Holidays”, spettacolo teatrale di Giacomo Fanfani, con Marilena Manfredi, Flavia Pezzo e Rafael Porras Montero, allestimento Silvia Avigo. Produzione Con-fusione.
"Continuiamo a sostenere le stesse atrocità, le stesse crudeltà, la stessa ferocia. Come è possibile? Stiamo facendo un uso umano degli esseri umani? Stiamo facendo uso umano di noi stessi? Sappiamo vivere umanamente?”(José Luis Sampedro)
Dalle domande dello scrittore spagnolo abbiamo creato lo spettacolo "Holidays".
Delfino e Banana sono marito e moglie. Delfino e Banana sono in vacanza su una spiaggia meravigliosa. Delfino e Banana sono due coniugi in regola, normodotati intellettualmente e sessualmente, non sono ricchi e nemmeno poveri, appartengono ad una media borghesia cittadina di provincia di oggi.
Hanno una casa che stanno pagando senza troppe complicazioni, hanno un'auto ciascuno e un motorino in due. Delfino ha anche una bicicletta. non praticano nessuna religione anche se non sono veramente atei, sono agnostici o, meglio, non hanno affrontato profondamente la questione religiosa.
Delfino e Banana conducono una vita in tutto condivisa e accettata dai più. L'argomento figli lo tratteremo più avanti, forse. Delfino e Banana sono al mare in vacanza per rilassarsi ed espellere le tossine accumulate durante il loro inverno.
All'improvviso un evento meteorologico, un temporale estivo costringe Delfino e Banana a rifugiarsi in un chiosco alle loro spalle. Nel chiosco lavora Ola. Oggi Ola non aspetta nessuno, la stagione è ancora bassa. Ola è una donna sola, è stata abbandonata. In passato Ola aveva molti amici e dava molte feste. Oggi Ola è spesso arrabbiata con tutti. Oggi è il compleanno di Ola. Banana, Delfino e Ola riusciranno a dare una festa?
Le domande dello scrittore spagnolo José Luis Sampedro ci fanno capire che, in questo momento, a teatro non basta più parlare solo agli uomini, ma dobbiamo parlare soprattutto degli uomini, affinché dalla folla deserta qualcuno, specchiandosi, agisca.
- Biglietto intero: € 8,00
Ingresso riservato ai soci ExCinema Aurora e DLF Livorno.
Tesseramento in loco (tessera annuale 5 euro).
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
- Valentina Pozzi cell. 339 1319776 - 313 8216415 e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Associazione Culturale Ex-Cinema Aurora
Viale I. Nievo 28, Livorno
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Con-fusione teatro
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