Racconto di domenica 16 novembre 2014.
Una visita alla Cantina Produttori Vini Manduria è un viaggio nel cuore della tradizione del Primitivo di Manduria, un affascinante percorso che permette di rivivere la storia di un vitigno millenario.
Il visitatore è accolto dalle maestose ottocentesche volte ‘a stella’ dell’ala più antica della struttura, avvolto tra profumi inebrianti e prosegue poi nelle antiche cisterne ipogee, dove è ubicato il Museo della civiltà del vino Primitivo.
La storia del Primitivo si perde nella notte dei tempi. Giunto in Puglia con ogni probabilità dall’altra sponda dell’Adriatico per mano degli Illiri, popolo della regione balcanica dedito alla coltivazione della vite, iniziò ad essere commercializzato in tutto il Mediterraneo dai Fenici, antichi frequentatori delle nostre coste. E quando in seguito i Greci iniziarono a colonizzare il sud dell’Italia (VII sec. a. C.), diffondendo soprattutto in Campania e Lucania i loro vitigni a bacca nera, il vino Ellenico (precursore dell’Aglianico) per quanto pregevole non penetrò in Puglia, segno questo che qui il vino nero e forte già esisteva. Prova ne è il fatto che in epoca romana accanto alla parola “vinum” si utilizzava anche la parola “merum” per indicare il vino schietto, sincero, puro in contrapposizione al primo che indicava il vino miscelato con acqua, miele, resine ed altri additivi per renderlo più sciropposo. Ebbene, mentre la parola “vinum” è entrata in tutte le lingue indoeuropee, la parola “merum” è rimasta invece solo nei dialetti pugliesi, dove ancor oggi il buon vino si chiama “mjier” o “mieru”. Come mai? Evidentemente il vino che già si faceva in Puglia non era “vinum”, ma “merum” nel senso di schietto, puro, vero; cioè vino buono, pregiato. E ciò sin dai tempi più antichi, prima dei romani e dei greci, quando le popolazioni autoctone forse usavano il lemma “mir” che in il lirico (e ancor oggi in albanese) vuol dire buono, bello, ben fatto per indicare il loro vino rosso. Il Primitivo dunque può considerarsi il più diretto erede dell’antico “merum”, il vino storico per eccellenza della Puglia, quello che per primo si affermò e divenisse famoso nei dintorni di Taranto, dove Orazio paragonò la”mera tarantina” al più famoso dei vini romani, il Falerno della Campania.
Questo è ciò che abbiamo cercato di trasmettere ai nostri soci visitatori con la visita alla cantina, sapori e odori ormai in disuso.
Alla fine della giornata, tra vino e musica, pizzicata e tarantata, i nostri soci hanno trascorso un ritorno nel passato con molta soddisfazione.
Galleria di immagini
Domenica 16 novembre 2014.
DLF Taranto e Cantina Produttori Vini di Manduria propongono una gita itinerante con pranzo. Un itinerario del gusto che la Cantina Produttori Vini Manduria ha studiato per i gruppi di enoturisti, che ha l’obiettivo di coniugare, nell’arco di una giornata, la scoperta di luoghi e territori ricchi di arte e cultura con la voglia di conoscere o riscoprire antichi sapori e tradizioni locali, legati al territorio di Manduria.
Manduria è una tra le più grandi ed attive cittadine della provincia di Taranto. Situata sulle Murge Tarantine, dove confluiscono le vie di comunicazione fra i territori di Taranto, Lecce e Brindisi, è un florido centro agricolo noto per la produzione di olio e vino (Primitivo di Manduria DOC). Nell’antichità fu strenua avversaria di Taranto e non perse mai l’identità messapica: ne sono testimonianza le maestose mura messapiche risalenti al V-III secolo a.C. la cui triplice cerchia si allunga a nord-est dell’abitato. Tracce del passato più antico si trovano anche nel parco archeologico e nelle diverse necropoli scavate nella roccia con tombe a semicamera. Manduria è inoltre ricca di risorse naturalistiche, come il mare azzurro e limpido, i cui fondali sono ricchi di fauna, flora e reperti archeologici. La sua lunga fascia costiera sulla litoranea salentina comprende alcune rinomate frazioni balneari, quali S. Pietro in Bevagna, Torre Colimena e Torre Borraco.
Si parte in mattinata con la visita guidata alla Cantina, dove vengono illustrati i moderni processi produttivi di produzione del vino, si prosegue on la visita del Museo della civiltà del vino Primitivo, ubicato all’interno della storica Cantina. Il Museo assomma rilevanza etnografica e documentaria di un modo di vivere e di operare apparentemente destinato all’oblio e faticosamente recuperato a salvaguardia di un legame con un territorio da millenni vocato all’agricoltura.
Oggi, ammaliato da un affascinante gioco di luci e ombre favorito dalle splendide volte a stella dall’ala più antica della cantina, il visitatore può da un lato ammirare gli oggetti da lavoro e del vivere quotidiano dei contadini di un tempo, mentre dall’altro addentrarsi in un percorso di archeologia industriale caratterizzato da vetusti torchi, traini e contenitori di mosti e vini.
Dopo la pausa pranzo, visita guidata al Parco archeologico delle Mura Messapiche.
Nel territorio di Manduria, già fiorente centro messapico, si estende il parco, delimitato da due cinte murarie.
Il Fonte Pliniano, monumento simbolo di Manduria rappresentato nello stemma cittadino, è citato da Plinio il Vecchio per il costante apporto idrico. L'area circostante presenta tracce di insediamenti umani risalenti al VI secolo a.C.
All’interno del parco, è possibile visitare la chiesetta di San Pietro Mandurino, collegato ad un ipogeo basilicale affrescato (VIII-X sec.) ed a un ambiente quadrangolare interpretato come tomba di età ellenistica (III a.C.).
La necropoli è situata all’esterno delle mura e risulta quella maggiormente estesa in tutta la regione. Le 1284 tombe che accoglie, risalgono ad un arco temporale che va dal VI secolo a.C. al II secolo a.C.
Sono previsti due tipi di menu:
- tipico tradizionale
- dello Chef
INFORMAZIONI
Associazione DLF Taranto
- Antimo Strusi Presidente tel. 099 9556713 cell. 3289441034
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.